di Aladin
Giustamente il diritto al lavoro si tutela a partire dal lavoro esistente. Ma non si confonda la sacrosanta difesa del lavoro con la difesa di aziende obsolete e di imprenditori incapaci di innovare e competere nel mercato. Non è drammatico che chiudano attività economiche, è drammatico che non ne sorgano di nuove in maggior misura e di adeguata consistenza. Purtroppo allo stato con ci sembra ci sia sufficiente impegno per la difesa dei posti di lavoro che meritano di permanere e soprattutto lamentiamo che non ci siano adeguati investimenti per creare lavoro.
Scrive Marco Meloni, leader studentesco dell’università di Cagliari,
nella sua pagina fb:
“Ma se vi dicessi che sono convinto che se avessimo a disposizione 250 milioni di euro l’anno riterrei un’investimento più sensato, piuttosto che regalarli ad una multinazionale il quale progetto mi sembra poco sostenibile sia a livello economico e sia a livello ambientale, darli per il primo anno a 250 cooperative di 4 o 5 di quelli stessi operai, un milione ciascuna, perchè realizzino dei loro progetti d’impresa, se vi dicessi che per il secondo anno darei un milione di euro a 250 progetti innovativi di giovani sardi disoccupati. Mi riterreste una brutta persona?
A sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie, sempre e senza condizioni, ma a volte chi più tuona e sbandiera uniche soluzioni è proprio chi quelle crisi economiche, sociali ed umane poteva evitarle decenni fa”.
Siamo totalmente d’accordo con Marco e ci chiediamo quando in Italia e in Sardegna si cambierà registro impostando e praticando le politiche per il lavoro che ci servono come il pane. In America la scelta del nuovo Presidente, Obama (come ci auguriamo) o Romney, dipenderà da quanto uno dei due riuscirà a convincere la maggioranza degli americani sul fatto che nei prossimi anni verrà fatta un’efficace politica di sviluppo con la creazione di milioni di posti di lavoro. In Italia invece questo Governo persegue una politica di risanamento dei conti pubblici a discapito della crescita e della creazione di nuove opportunità di lavoro. Così non si può certo andare avanti. La Politica soprattutto, quella vera, rappresentata da politici onesti e capaci (e ce ne sono, specie tra i giovani) faccia la sua parte! E che i tecnici tornino a fare il loro prezioso lavoro all’interno dell’ambito loro proprio di quella che possiamo definire sinteticamente (
come abbiamo fatto in altro precedente intervento) ”intendenza”.
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