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I giovani ci credono e danno vita a nuova impresa
Sono ormai numerosi i giovani sotto i 35 anni che hanno dato vita a nuove imprese. In Sardegna a fine anno se ne contavano 18.670, distribuite nei diversi settori economici. Per chi si diverte a muoversi tra i numeri consigliamo la lettura dei dati del “cruscotto di indicatori statistici” che ogni Camera di commercio pubblica a cadenza trimestrale sul proprio sito istituzionale (per Cagliari vedi http://images.ca.camcom.gov.it/f/studiestatistica/cr/crusco_3trim2012.pdf) . Tali dati mostrano un significativo attivismo, forse mosso da disperazione, da mancanza di alternative, dovute per esempio, al venir meno delle occasioni di lavoro subordinato. Comunque sia il fenomeno va letto con attenzione e con una buona dose di ottimismo, nel senso che dalla creazione d’impresa, sopratutto dalla giovane impresa, può nascere lavoro e benessere. Spetta ora al potere pubblico assecondare questo fenomeno, fornendo un contesto virtuoso che può aiutarlo a svilupparsi. Si tratta da una parte di proseguire e rafforzare le politiche di incentivazione, così chiaramente tracciate dall’Unione Europea (vedi al riguardo il documento emanato il 9 gennaio u.s.dalla Commissione Europea), dall’altra di fornire un quadro normativo favorevole alla giovane impresa. Si tratta anche di abolire tutte le inique tassazioni, di esentare il lavoro da eccessivo peso fiscale, di favorire i processi di innovazione e di internazionalizzazione. La prima misura da assumere da parte di un Governo favorevole al lavoro e all’impresa è quella di creare o rafforzare i servizi reali all’impresa, a partire da attività consulenziale, nonchè opportunità formative di qualità. I fondi per sostenere queste iniziative ci sono e sono in prevalenza di provenienza comunitaria, non sappiamo se in misura sufficiente, ma senza dubbio in misura importante. Evidentemente non sono ammessi sprechi, quanto piuttosto atteggiamenti di collaborazione e integrazioni tra le diverse istituzioni che hanno competenze in materia: Regioni, Enti Locali, Camere di Commercio, Scuole e Università, Associazioni di categoria, Sindacati… devono coordinarsi, istituire tavoli di lavoro, dare vita a politiche coerenti che si concretizzino in azioni congiunte. Ecco un programma su cui impegnare seriamente le forze politiche, a partire dalla competizione elettorale in corso
IL CALAMAIO di LICIA LISEI
Plutarco – della serie : i filosofi e gli animali
Plutarco (uno dei grandi autori greci che eliminò la carne dalla propria dieta, così come, prima di lui, avevano fatto Pitagora e Platone ) scrisse alcuni importanti trattati : Sull’ intelligenza degli animali di terra e di mare”; “Gli animali usano la ragione” , ma soprattutto, di lui si ricorda il fondamentale “De esu carnium” (Sul mangiar carne) in cui l’autore ricorda che il mangiar carne non è la condizione naturale dell’ uomo ma un passaggio traumatico della sua storia, quando l’uomo, da animale predato , passò dalla parte dei predatori…
Plutarco scrisse questo testo (molto bello da leggere ancora oggi e di grande attualità) andando decisamente contro corrente rispetto alla concezione antropocentrica greco-ellenistica.
(Plutarco, nato a Cheronea nel 50 dc (circa), studiò ad Atene, ebbe incarichi importanti a Roma, sotto l’imperatore Adriano. Come scrittore è noto, soprattutto per le sue “Vite parallele”
Licia Lisei fb
La scelta rivoluzionaria del papa conservatore
di Franco Meloni
Benedetto XVI prima di prendere la decisione di dimettersi avrà sicuramente ripercorso l’esperienza dell’epilogo del pontificato che ha preceduto il suo, quello di Giovanni Paolo II, quando questo papa, sfiancato dalla grave malattia, aveva perso qualsiasi controllo dell’organizzazione della Chiesa cattolica. In questa situazione il potere venne gestito totalmente dalla Curia romana, che, già di per sè potente, probabilmente lo consolidò e lo accrebbe a dismisura. Tanto da condizionare pesantemente lo stesso Ratzinger, conoscitore ma non espressione della stessa Curia, nel momento in cui s’insediava nel trono di Pietro. Condizionamenti di cui Benedetto XVI evidentemente non è riuscito di liberarsi nel tempo, da cui al massimo si è difeso, ma che nel sopraggiungere di un indebolimento dovuto al decadimento fisico dell’età, lo stavano travolgendo, appunto nello stesso modo che ha visto soccombente papa Wojtyla. Benedetto XVI non è stato e non è certo un papa progressista e non si dimette perchè la Curia gli impediva di promuovere le riforme di cui la Chiesa ha necessità come il pane per la sua stessa sopravvivenza, quanto piuttosto perchè la Curia si oppone a qualunque vero cambiamento, a prescindere dalla sua direzione. Siccome del cambiamento si ha necessità e Benedetto XVI, convinto di questo, non è riuscito nemmeno a proporlo, passa la mano, sperando che lo Spirito santo illumini il sacro Conclave nell’individuare la persona che invece sappia e possa portare avanti tale missione. In questo senso Benedetto XVI, dando le dimissioni, si è mosso nell’interesse della Chiesa e in questo senso gli va comunque riconosciuto un grandissimo merito e dovuto il massimo rispetto.
Infine una notazione tutta sarda. La stampa locale ha ricordato la visita in Sardegna di Benedetto XVI nel settembre 2008. Doveva essere una visita di carattere squisitamente spirituale e tuttalpiù servire, sul piano sociale, a dare una mano alla Sardegna rispetto alla sua difficile situazione socio-economica. Sappiamo come andò a finire: la visita fu un’occasione di un deprecabile accordo tra l’allora vescovo di Cagliari Giuseppe Mani e Berlusconi che la strumentalizzarono al fine di impedire la rielezione di Soru alla presidenza della Regione e contribuire alla vittoria del centro destra alle imminenti elezioni regionali. Personalmente credo che Benedetto XVI subì questa impostazione: forse in questo caso il pontefice poco avvertì la manovra di bassa cucina locale, di cui era stato inconsapevole strumento. Al contrario per questioni analoghe di ben altra dimensione si sarà ben accorto delle manovre di quanti lo condizionavano opponendosi pesantemente al cambiamento. Ecco dunque, ribadiamo, una chiave di lettura delle sue dimissioni. Una scelta consapevolmente rivoluzionaria di un papa conservatore, che non ha voluto e non vuole ostacolare lo Spirito che, come si sa, spira dove vuole.
LA LAMPADA di ALADIN
Benedictus XVI PP.
“(…) Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.” (Benedictus XVI PP.)
Buon AppEatIT! – Intervista a Damiano Congedo AppEat
Buon AppEatIT! – Intervista a Damiano Congedo AppEat
di Alessandro Ligas, TTecnologico
Se non avete tempo per tornare a casa durante la pausa pranzo ecco un’App che vi aiuta a “mangiare fuori”.
Lo scorso 18 gennaio l’idea si è aggiudicata il secondo posto tra i vincitori del TechGarage Day, fase conclusiva di Start-up Roma, promettente progetto coordinato dalla Camera di Commercio di Roma il cui fine è individuare e finanziare nuove aziende tecnologiche, e creare opportunità di lavoro per giovani innovatori, carichi di entusiasmo e talento.
DIBATTITO sulla città a partire dal Carnevale a Cagliari: come muore una tradizione. Cancioffali non brucia più. Perché?
Dal suo sito, riprendiamo una riflessione di Vito Biolchini che parte dalla morte del tradizionale carnevale cagliaritano per proporre temi di più ampia portata: “Nel Carnevale si rispecchia l’anima popolare di questa città. Far morire il carnevale vuol dire sottrarre senso, impoverire Cagliari. Non alimentare una tradizione significa rompere quel filo che lega il passato al futuro. Il centro storico si salva anche preservando le sue tradizioni, e il Carnevale lo è. Nella decisione dell’amministrazione Zedda di azzerare di fatto tutte le manifestazioni legate al carnevale si intuisce un deficit preoccupante di “cagliaritanità”. Sto esagerando? Ognuno tiene al suo mondo e cerca di proteggerlo. La morte del carnevale cagliaritano come espressione di una cultura popolare cittadina per me è una pessima notizia. Cagliari ha bisogno di riflettere su se stessa e di salvare la sua anima popolare più autentica. Bisogna riprendere a studiare questa città, a coglierne i nessi più profondi. Ripartiamo da Alziator, da Romagnino, da Giuseppe Podda, da Sergio Atzeni. Cagliari ha bisogno di riprendere a produrre un’elaborazione culturale su di sé e di trasformarla in atti di governo, ha bisogno di riscoprire la sua antica identità di città con 2500 anni di storia alle spalle, ha bisogno di ricucire quella trama spezzata da quasi vent’anni di centrodestra berlusconiano. Altrimenti si corre il rischio di far morire una tradizione o di snaturare un luogo, e poi di vantarsi pure di averlo fatto, magari low cost. Ed è chiaro non stiamo parlando di soldi, ma di cultura”.
Il Carnevale a Cagliari: come muore una tradizione. Niente “cambara e maccioni”, Cancioffali non brucia più. Perché?
di Vito Biolchini
(dal sito, 10 febbraio 2013 alle 11:06)
Dopo una lunga agonia, il Carnevale a Cagliari è morto. Quest’anno niente sfilate, niente carri allegorici, niente di niente. Un giro per le strade di Castello, un ritrovo in piazza del Carmine e poi tutti a casa (ecco lo scarno programma). A Stampace non risuona più il grido “cambara e maccioni!”, Cancioffali non brucia più. Perché?
GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS
GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS
Gli uomini spesso trovano interesse a non pensare o non hanno l’energia e la costanza occorrenti per pensare sul serio. Ma se pensano, vincendo gli ostacoli che si frappongono, possono giungere al vero. (Leo Valiani, nato il 9 febbraio 1909).
Aladinews comunica l’innovazione. Start up innovative: attenti alla prima scadenza del 18 febbraio!
START UP INNOVATIVE: Cosa fare per iscriversi alla sezione speciale del registro imprese. Trovate tutte le indicazioni sul sito della camera di commercio di Cagliari.
Informazioni riprese dal blog Oivcamcomca.
Intanto ricordiamo che la mattina di venerdì 8 marzo si terrà in Camera di Commercio un seminario di informazione organizzato in collaborazione con il Centro Studi Relazioni Industriali dell’Università di Cagliari