Risultato della ricerca: cagliari territorio intelligente
Tra il dire e il fare… Cagliari candidata a Capitale europea della Cultura 2019: sembra che ai partner non gliene freghi nulla!
Forse aspettano alla prima scrematura delle città candidate, che ci hanno detto potrebbe essere fatta entro il mese di febbraio 2014, sta di fatto che nessun ente/istituzione/organizzazione che ha sottoscritto il progetto presentato dal Comune di Cagliari (il partenariato istituzionale) sembra impegnato per lo stesso progetto (o processo come lo ha definito l’assessore Enrica Puggioni), perlomeno per diffondere la notizia e informazioni al riguardo. Ne volete una prova? Entrate nei siti web di queste entità. Con la lodevole eccezione del sito del CRS4, che ha dato notizia dell’adesione all’iniziativa: niente! Neppure un cenno! E questa sarebbe l’unità, l’intesa, la concordanza di vedute, l’impegno comune, e via blablando? Gi seusu a frori!
Di seguito i soggetti partner, con relativi link ai siti ufficiali.
Cagliari capitale europea della cultura per il 2019? Possibile, ma molta la strada da fare. Il primo ostacolo è la mancanza di coesione delle istituzioni pubbliche!
“L’importante non è vincere, ma partecipare con spirito vincente“, sosteneva il barone Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne. Ovviamente meglio sarebbe vincere, ma questo non è sempre possibile. Questo spirito vincente deve comunque animare la partecipazione della città (che in questo caso si può dire rappresenti tutta la Sardegna) alla competizione per la scelta della capitale europea della cultura 2019, promossa dal sindaco Massimo Zedda. dall’assessore alla Cultura Enrica Puggioni e appoggiata dal neo presidente della Fondazione Banco Sardegna Antonello Cabras. Per rendere possibile che la candidatura di Cagliari abbia successo occorre adeguare la città (e non solo) rispetto a una serie di parametri che esprimono il valore della sua capacità culturale, sia in ragione delle infrastrutture possedute, sia in ragione delle iniziative di tutti i tipi che comunque possano richiamarsi al concetto di cultura. Partendo dalla ricognizione della situazione della città e dello stato dell’arte della sua capacità culturale, occorre mettere in chiaro quanto ancora c’è da fare per raggiungere standard accettabili rispetto a quanto richiesto dai regolamenti del concorso europeo.
Sinnova2013: non sono tempi per far festa!
Nei due giorni di Sinnova2013 la macchina regionale dell’innovazione si è messa in mostra con una grande kermesse di sportelli, startup in cerca di improbabili venture capital, conferenze, premi e varietà. E ha chiamato le aziende sarde innovative a fare da testimonial, nella splendida cornice delle Torri di Santa Gilla appositamente allestite a festa.
Tutto bene. Se vogliamo fare uno spot per Cagliari territorio intelligente cose di questo tipo sono benvenute. Ma la strada per lo sviluppo non può passare per spot e fabbriche di sportelli dimenticando la realtà che ci sta dietro.
Il 49 % delle risorse europee 2007-2013 restano non spese, la disoccupazione giovanile è al 50%, le banche rifiutano il credito alle aziende, gli apparati regionali preposti alla innovazione e internazionalizzazione delle imprese fanno grandi annunci, salvo affondare in una burocrazia inestricabile e senza tempo quanti cercano di accedere alle misure da loro gestite.
Questi sono fatti: serve una svolta.
Non si può pensare che siano aziende come Entando (per chi non la conosce è una delle poche vere startup nate in Sardegna, che produce un software accreditato da Google a livello mondiale), a risolvere i problemi delle migliaia di disoccupati e cassaintegrati e della grave recessione del mercato interno.
Un territorio intelligente nasce con una seria politica di internazionalizzazione delle aziende sarde, affidata a management dotati di visione in grado di portarla avanti.
Una chiara visione tiene a mente che le risorse destinate alle imprese e al loro sviluppo non devono remunerare gli apparati degli enti o restare ferme nelle banche. E’ indispensabile ridurre e semplificare la filiera istituzionale-amministrativa, coi rispettivi enti, dove in generale operano ottime persone, ma dove chi lavora per obiettivi è penalizzato mentre purtroppo prevalgono i burocrati del non fare = non fallare, i quali si applicano col massimo zelo alle procedure più stupide e inutili.
Ci aspettiamo da coloro che nel settore pubblico sono preposti al servizio alle aziende per l’innovazione e l’internazionalizzazione che facciano il loro lavoro con efficacia, concretezza e tempi certi. Meno annunci, meno spot autoreferenziali, meno complicazioni burocratiche.
Le aziende richiedono sostegno per esportare i loro prodotti innovativi, non per farli certificare dagli apparati e dagli sportelli.
Solo così potremo diventare territorio attrattivo e intelligente, e solo allora sarà giustificato fare festa, perchè a festeggiare saranno imprese e lavoratori.
Sardegna e Cagliari: troppo poco per l’innovazione!
di Aladin
In tema di innovazione i dati del Registro Imprese, riportati nel sito registroimprese.it, aggiornati al 6 maggio, danno conto di 14 start up innovative registrate nelle apposite sezioni dei Registri Imprese delle Camere di Commercio sarde, precisamente 10 in quello della Camera di Commercio di Cagliari e 4 in quello della Camera di Sassari. In un’ipotetica graduatoria tra le 20 regioni italiane, la Sardegna risulta dodicesima (con le 14 start up iscritte, rispetto alle 668 di tutta Italia). Quantunque occorre tener conto delle dimensioni economiche delle diverse regioni e del loro tessuto produttivo complessivo, che comparativamente fa apprezzare il dato sardo, diciamo ANCORA TROPPO POCHE! Occorre un maggiore impegno di informazione-comunicazione-sensibilizzazione da parte di tutti coloro che si considerano innovatori. Anche se il dato della diffusione delle start up innovative non rappresenta esaustivamente il tasso di innovatività del territorio, tuttavia ne è un importante indicatore. Dunque bisogna migliorarlo. Diamoci da fare! Ovviamente sollecitiamo le Istituzioni competenti a impegnarsi maggiormente. Scrolliamole dal torpore! Non che non stiano facendo nulla, ma occorre fare di più! Per esempio: a che punto il protocollo d’intesa per il tavolo dell’innovazione di Cagliari Territorio Intelligente? Leader istituzionali dell’iniziativa sono (dovrebbero essere) il Comune di Cagliari e la Camera di Commercio. La Regione si muove con le iniziative di Sardegna Ricerche: troppo poco. E poi perdurano i compartimenti stagni. Ci si parla poco. Incomprensibile il silenzio dell’Università di Cagliari (dell’Istituzione non di singoli docenti attivisti), carenza in certa misura compensata dal protagonismo di altri Atenei, come l’Università di Pisa. Bene alcuni privati, soprattutto Tiscali e The Net Value. Sullo stesso terreno ottima l’iniziativa di Sardegna 2050. Ma c’è molto, tantissimo da fare. Per favore entriamo in uno spirito di emulazione, collaborazione, confronto rispetto alle migliori pratiche in altre parti d’Italia, d’Europa e del Mondo! Aspettiamo risposte senza lungaggini e rinvii!
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Per quanto riguarda il patto Università di Pisa – Tiscali proponiamo il comunicato stampa e il servizio video ( http://www.youtube.com/watch?v=6eWOCAHhrc4&feature=player_embedded), del 9 maggio 2013 a cura dei servizi comunicazione SUP.
Verso la candidatura di Cagliari e sua area vasta Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
Verso la candidatura di Cagliari e sua area vasta Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
Verso la candidatura di Cagliari e sua area vasta Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
Verso la candidatura di Cagliari Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
In anticipo rispetto alle previsioni segnaliamo la messa in rete dei video dei relatori e il reportage fotografico del Convegno tenutosi questa mattina, a cura della società Aservicestudio, che ringraziamo della grande disponibilità unita alla competenza professionale dimostrata anche in questa circostanza, segnalando che il servizio è stato effettuato gratuitamente nell’ambito della mission della medesima società in fatto di comunicazione dell’innovazione, in attuazione dei principi della “responsabilità sociale dell’impresa”. Ecco il link dove trovare i materiali, che saranno via via aggiornati fino a documentare per intero l’evento: http://www.aservicestudio.com/
PRIMO COMMENTO A CALDO
Bene, benissimo il convegno organizzato dalla Camera di Commercio e dal Centro Studi Relazioni Industriali di Cagliari. Relazioni di grande livello quantunque tutte concentrate nel tempo di 15-25 minuti. La sala della Camera era piena. I partecipanti in prevalenza giovani startupper e aspiranti imprenditori. Rispettato in pieno il programma. Dopo i saluti istituzionali camerali, tutti presenti i relatori. Tra le sorprese l’intervento dell’assessore comunale Barbara Argiolas, dell’imprenditore Mario Mariani, del direttore della Confesercenti Nicola Murru. Nei prossimi giorni in alcuni siti isituzionali e no (tra questi ultimi Aladin e Aservice) saranno pubblicati i documenti video, le slides e i contributi scritti. Prepariamoci ad ulteriori scadenze verso la candidatura di Cagliari Territorio Intelligente, eco-sistema dell’innovazione!
Innovare e praticare nuovi modelli di sviluppo per il paese. Il ruolo della Camera di Commercio
di Giampiero Lecis *
Concordiamo in toto con il concetto secondo cui l’innovazione di prodotti e di processi, in tutti i campi dell’economia ma anche della società e delle istituzioni, sia la condizione necessaria per l’uscita dall’attuale situazione di crisi, mentre si delineano nuovi scenari e si vogliono praticare nuovi modelli di sviluppo del paese.
Quantunque il campo dell’innovazione sia a 360°, in questa sede si focalizza l’attenzione sull’innovazione nel mondo delle imprese, nel quale – lo riconosciamo – i comportamenti e le iniziative innovative, convivono con comportamenti ostativi rispetto all’innovazione. Purtroppo la parte del mondo dell’impresa che non riesce ad innovare e pertanto a gestire i processi di cambiamento è tuttora di rilevante consistenza, differenziata da settore economico a settore economico e rispetto alla collocazione geografica delle imprese medesime.
L’innovazione è un’esigenza vitale delle imprese, possiamo dire “di sopravvivenza”, a tal punto che la mancata innovazione nel medio periodo ne provoca la morte o come minimo la crescente marginalizzazione rispetto al mercato. Nonostante tale esito nefasto ed inevitabile, molte imprese si ostinano a non innovare, spesso giustificando tale atteggiamento a causa dei costi connessi all’innovazione non sopportabili dalle imprese soprattutto nell’attuale pesantissima situazione economica. Ovviamente si possono comprendere le difficoltà delle imprese nell’attuale quadro di profonda crisi dell’economia (e non solo) e si deve ammettere che, fatte salve alcune eccezioni, l’impresa non è in grado di autofinanziare, se non in piccola parte, i costi connessi ai processi di cambiamento. Basti pensare ai costi della formazione e dell’aggiornamento del personale, ai costi della ricerca/sviluppo, etc. Tale situazione è nota da tempo e non è sfuggita alle organizzazioni pubbliche che per propria missione sostengono l’introduzione dell’innovazione nelle imprese. Le politiche di incentivazione dell’innovazione sono ormai ampiamente praticate, anche se non sempre con efficacia ed efficienza.
Spesso fattori di inefficacia e di inefficienza sono dovuti alla polverizzazione degli interventi o ad interventi a sostegno all’innovazione posti a carico di troppi soggetti che agiscono in maniera scoordinata.
Un esempio negativo di tale situazione lo abbiamo proprio in Sardegna, laddove sull’innovazione agiscono numerosi soggetti istituzionali, troppo spesso scoordinati, incapaci di concordare un composito e coerente quadro di interventi. Non è di per se negativo che sussista una pluralità di soggetti pubblici che sostengono l’innovazione, laddove si miri a raggiungere la più vasta platea delle imprese esistenti e di quelle che devono costituirsi. E’ invece senza dubbio negativo che tra i diversi soggetti pubblici non vi sia dialogo e concertazione rispetto ai diversi interventi, i quali richiedono appunto una chiara univoca direzione. Le politiche dell’innovazione sono oggi finanziate in modo consistente e particolare dall’Unione Europea, in misura sempre più ridotta dai singoli stati, dalle regioni e dagli enti locali. Spesso questi ultimi (stati, regioni, enti locali) sono soggetti erogatori delle risorse finanziarie comunitarie. Ma dobbiamo rammentare che lo stato e le regioni spesso cofinanziano con fondi propri gli interventi per l’innovazione. In quasi tutti i contesti poi anche il privato che vuole utilizzare le opportunità di incentivazione deve partecipare alle spese attraverso il cofinanziamento. E’ questa una criticità che a volte impedisce alle imprese di intraprendere il cammino dell’innovazione. Non ci sono soldi e i soldi per innovare non esistono nelle disponibilità di molte aziende private, grandi e piccole che siano. Ma discorso analogo si può fare per quanto riguarda il cofinanziamento pubblico spesso bloccato dai “patti di stabilità”. Gli interventi di finanziamento dell’attività innovativa (il credito all’innovazione) sono inadeguati, e solo oggi si mettono in campo iniziative a sostegno soprattutto della giovane impresa (a partire dall’impresa giovanile, da quella femminile, da quella delle periferie del sistema). Al riguardo sono molte e diversificate le forme di sostegno al credito: dal micro credito alle forme di partecipazione di capitale pubblico alle piccole imprese (seed capital) alle forme innovative quali il crowd funding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento). Si tratta sostanzialmente di un processo collaborativo di gruppi di persone e/o singoli che investono il proprio denaro per sostenere gli sforzi di altre persone ed organizzazioni.
I processi di innovazione sono anche sostenuti da una legislazione di favore, la quale, quantunque tuttora eccessivamente frammentata e sottoposta a persistenti vincoli burocratici, va comunque delineandosi con evidenti progressi misurabili nel tempo. Si cita come esempio la recente normativa in materia di start up innovative e di incubatori di start up innovative (decreto legge 18 ottobre 2012, n.179, convertito con la legge 17 dicembre 2012, n. 221), oggetto dell’iniziativa di oggi. Al riguardo si segnala la costituzione di un apposito “tavolo di lavoro”, allo stato informale, al quale partecipano la Camera di Commercio, il Comune di Cagliari, il Centro regionale di programmazione, Sardegna ricerche, il Banco di Sardegna, l’Università di Cagliari e alcune Associazioni di categoria. La necessità di formalizzazione di tale iniziativa comporterà conseguenti decisioni da parte degli organi di governo delle diverse istituzioni coinvolte, che speriamo non tardino.
Questo ad indicare che, al di là della difficile risoluzione del connubio “scarse risorse e innovazione”, si osserva un interessante fermento rispetto alla costituzione di nuove imprese innovative che richiama l’interesse di giovani, ma non solo, altamente specializzati e che può richiamare l’attenzione di capitali di investimento privati. Questo interesse, che la stessa Camera di Commercio di Cagliari ha potuto rilevare nel territorio, va coltivato con estrema attenzione e cura, perché rappresenta una chiave di sviluppo del territorio e anche una vetrina per mostrare le nostre eccellenze, fatte di idee di impresa che sanno competere con il resto del mondo. Questo convegno nasce da queste considerazioni.
Sommariamente descritto il nuovo contesto in questa sede, riferendoci all’intervento del presidente della Camera, vogliamo ulteriormente rimarcare il ruolo delle Camere di Commercio, con specifico riferimento alla Camera di Commercio di Cagliari, la quale peraltro ha da tempo stabilito di intervenire per favorire l’innovazione sia nelle imprese esistenti sia in quelle di prossima costituzione.
Al riguardo si fa preciso riferimento alla Relazione Previsionale e Programmatica del 2013 (http://images.ca.camcom.gov.it/f/operazionetrasparenza/re/rel_prev_prog2013.pdf ) e a documenti connessi, che segnano chiari impegni programmatici a cui si accompagnano importanti risorse per le attività di innovazione.
Proprio nella seduta camerale nella quale è stata approvata la relazione previsionale e programmatica io stesso ho posto in rilievo la necessità di agire in modo sistemico.
Mi permetto fare preciso riferimento testuale, tratto dal verbale del Consiglio Camerale del 17 dicembre 2012 (approvazione Relazione Previsionale Programmatica 2013): nel suo intervento il consigliere Giampiero Lecis, sottolinea l’importanza di investire adeguate risorse camerali sull’innovazione e di concorrere, unitamente ad altri soggetti pubblici e privati, all’assegnazione di risorse comunitarie e nazionali, anche alla luce della recente conversione del cd. decreto Sviluppo [decreto legge 18 ottobre 2012, n.179, convertito in legge 17 dicembre 2012, n.221]; propone pertanto di istituire un’apposita Commissione consultiva, integrata da esperti provenienti dall’ambito accademico, che porti a unità i diversi programmi camerali sul tema (premio innovazione, fondo seed capital, Cagliari territorio intelligente, promozione start up innovative, etc), integrandoli in un’ottica di sistema con l’azione delle altre istituzioni del territorio.
L’intervento richiamato ci consente di collegare l’attività autonoma della Camera (e del sistema camerale governato da Unioncamere) con le altre iniziative, soprattutto quelle finanziate con risorse comunitarie.
Al riguardo si rende necessario un rafforzamento dell’iniziativa camerale, sia per quanto si può ancora fare per orientare risorse residue dell’attuale fase di programmazione 2006-2013, sia soprattutto in relazione al necessario impegno rispetto alla programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 Vedasi al riguardo il recente documento – 9 gennaio 2013 – della Commissione Europea sull’imprenditorialità 2020:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0795:FIN:IT:PDF, nonché il documento metodologico del Ministro per la coesione territoriale per la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020:
http://www.coesioneterritoriale.gov.it/metodi-e-obiettivi-per-un-uso-efficace-nel-2014-2020/ .
La Camera partecipa ai cosiddetti “tavoli di parternariato” per la programmazione dei fondi comunitari, istituiti presso le Autorità di gestione dei diversi fondi, ma fino a questo momento lo ha fatto in misura insoddisfacente. Rammentando che le Camere di Commercio, per la loro natura pubblica e per la loro funzione, possono gestire direttamente fondi comunitari, (utilizzando parte di essi anche per la fase organizzativa), intendiamo superare senza indugi le attuali carenze. Rientra nelle direttive di riordino e rilancio dell’organizzazione camerale l’ attivazione di una struttura permanente dotata di adeguate risorse materiali e di personale professionale, in grado di progettare e gestire l’utilizzazione dei fondi comunitari, sulla base delle indicazioni previste dalla regolamentazione dell’Unione Europea.
In questa direzione si situa la decisione del sistema camerale sardo di rafforzare la struttura camerale Unioncamere regionale, secondo le indicazioni della normativa di riforma (art. 6 della legge 29 dicembre 1993, così come modificata dal d.lgs 15 febbraio 20101, n. 23).
Un capitolo a parte meriterebbero i rapporti del sistema camerale e della Camera di Commercio di Cagliari con le Scuole, le Università e gli altri Centri di Ricerca. Nel presente intervento non si tratta tale argomento, ma si vuole sottolineare la necessità di un “salto di qualità” di tali relazioni, che vedano un maggiore protagonismo della Camera e del sistema camerale soprattutto in relazione alla diffusione di un’adeguata cultura d’impresa.
Certo che dall’iniziativa di oggi scaturiranno chiarimenti e interessanti indicazioni per le iniziative di innovazione in favore del nostro territorio, auguro buon lavoro a tutti i convenuti.
Cagliari, 19 aprile 2013
* INNOVAZIONE e STAR UP INNOVATIVE
Cagliari 19 aprile 2013
Convegno promosso dalla Camera di Commercio e dal Centro Studi Relazioni Industriali
Intervento scritto presentato dal consigliere camerale Giampiero Lecis
Verso il Convegno “Innovazione e start up innovative”
Pubblichiamo nuovamente l’articolo di Dolores Deidda che ci sembra rafforzi la necessità di investire nell’innovazione (attraverso la giovane impresa innovativa e non solo) in modo particolare nel cagliaritano, che può legittimamente candidarsi al ruolo di “territorio intelligente”
Cagliari e sua area vasta quasi una Silicon Valley
di Dolores Deidda *
La stampa nazionale, con articoli recenti e meno recenti di Il Sole24Ore, La Repubblica, La Stampa ed una ricerca (CERPEM per INVITALIA) sul Mezzogiorno tecnologico di giugno 2012, ha rotto il silenzio degli organi di stampa e dei mass media sardi sul fatto che il polo ICT di Cagliari ancora esiste, si espande e produce innovazione. Da svariati anni (esattamente dal 2004) questa realtà produttiva non veniva più indagata. La difficile situazione di Tiscali aveva indotto gli scettici osservatori locali (che ancora liquidano come bolla la più innovativa, sia pur discontinua, esperienza di imprenditorialità originata nel territorio sardo) a ritenere che la scommessa fatta alla fine degli anni novanta fosse irrimediabilmente persa. Cagliari e la Sardegna non potevano più aspirare ad un futuro tecnologico o quanto meno ad un futuro che passasse per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, un terreno su cui Davide non era riuscito a sconfiggere Golia.
Comunicare la ricerca con la rete
La Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna (Aster) in collaborazione con il CNR, Filandolarete e Cribis D&B ha ideato e organizzato Turboblogging. Attraverso una giuria sono stati selezionati 40 blogger tra studenti, laureati e ricercatori con la passione per la comunicazione e i new media, ai quali l’11 Aprile è stato chiesto di raccontare la ricerca industriale e l’innovazione. Tra i partecipanti anche Alessandro Ligas, blogger cagliaritano (Ttecnologico) nonchè redattore di Aladinews. Pubblichiamo il suo contributo.
@Turboblogging
La ricerca è la costruzione di una rete di “conoscenze” – In volo verso il futuro
di Alessandro Ligas
Bene il convegno in occasione della presentazione del libro “Tech and the City”
Convegno molto interessante. Grazie mille agli organizzatori. Torneremo presto sui contenuti dell’evento, non solo per dare conto degli interventi, ma anche per dare un nostro apporto con precise proposte operative per come muoversi. Per ora solo una critica, o meglio una riflessione: va bene che l’occasione era data da un libro sull’esperienza delle start up a New York, ma si sarebbe dovuto dare un po’ di spazio anche all’Europa, a ciò che in fatto di start up e dintorni si muove in Europa. L’Unione Europea si sta muovendo bene in fatto di innovazione e creazione di impresa innovativa. I soldi che mettono a disposizione Regione ed Enti locali per le azioni positive (l’iniziativa de minimis del Comune di Cagliari, nonchè i tanti programmi regionali finanziati con il Fondo Sociale Europeo, come promuovidea, impresa donne, prima, maciste, etc. fino ai programmi gestiti da Sardegna Ricerche con i fondi FESR…), le quali in gran parte premiano le nuove imprese innovative o la promozione dell’innovazione nelle imprese comunque esistenti vengono proprio da lì. Certo è necessario collaborazione e sinergia tra i diversi Enti. I quali devono coordinarsi. Dal dibattito è emerso che l’informazione è scarsa. Vanno bene le iniziative dei privati (per es.l’open Campus di Tiscali presentato da Renato Soru), ma occorre che gli Enti pubblici (in primis Regione, Comune e Camera di Commercio di Cagliari) si decidano a mettere su un apposito Centro di informazione per la creazione d’impresa, affidato ai migliori professionisti che sanno di queste questioni e che possano dare una mano davvero ai giovani. Aladinews al riguardo sta conducendo, con le sue modeste risorse, una campagna perchè vengano aiutati i neo e aspiranti giovani imprendiori. Per Cagliari e sua area vasta l’obbiettivo unificante è racchiuso nello slogan “Cagliari Territorio Intelligente”, anche in previsione del bando ministeriale (promesso entro breve termine dal ministro del Ministero dello Sviluppo Corrado Passera) che dovrebbe promuovere i più attivi e performanti territori dell’innovazione!
Foto di Xmen, tratte dal servizio fotografico sull’evento.
Cagliari e sua area vasta candidata “Territorio Intelligente”
Importante occasione di dibattito attraverso la presentazione di un libro di Maria Teresa Cometto e Alessandro Piol
Sabato 16 marzo a Cagliari al MEM Mediateca del Mediterraneo ( Via Mameli 164) alle ore 16.30 verrà presentato il libro “TECH AND THE CITY” di Guerini e Associati, scritto da Maria Teresa Cometto, giornalista con oltre 25 anni di esperienza che dal 2000 vive a New York scrivendo di economia e high-tech per il Corriere della Sera, e Alessandro Piol, venture capitalist nella Grande Mela con oltre 30 anni di esperienza nel settore tecnologico.