Risultato della ricerca: Azuni
Oggi mercoledì 7 dicembre 2016
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OGGI HOSTEL MARINA, scalette San Sepolcro, dalle ore 17.30. Il Comitato per il NO di Cagliari invita tutti alla festa organizzata per condividere un momento molto positivo per il Paese che, a distanza di 10 anni da un analogo referendum, ha mostrato consapevolezza e attaccamento alla Costituzione e ai suoi valori e ha respinto in modo chiaro l’avventurismo oligarchico e accentratore. Ci ritroviamo senza tante formalità: ci saranno letture, musica, qualche brevissimo intervento di valutazione del voto di domenica, ma soprattutto la voglia di non perderci di vista e di dirci cosa possiamo e vogliamo fare per evitare che fra 10 anni si ripresenti qualcuno che voglia scaricare sulla Costituzione il peso della sua incapacità o dei suoi fini differenti da quelli dichiarati, producendo tra l’altro dolorose lacerazioni nel Paese, intralci all’attività del parlamento e del Governo e anche sperpero di risorse che potrebbero essere destinate a fini ben più urgenti e nobili. La pagina fb dell’evento.
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Oggi, mercoledì 7 dicembre alle 20, presso la Chiesa di Sant’Anna a Cagliari si terrà un concerto di beneficenza, i cui proventi andranno a favore delle popolazioni terremotate. Il programma.
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Associazione Culturale Stampaxi . Attività anno sociale 2016 (dalla fondazione)
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Costituzione e dati amministrativi
Codice fiscale dell’Associazione Culturale STAMPAXI 92234900923 (data formale costituzione 17 marzo 2016 – sede via Azuni, 46, 09124 Cagliari)
Organi
Franco Meloni (presidente), Gianni Loy (vice presidente), Gianni Ruggeri (segretario-tesoriere), Salvatore Cubeddu, Aldo Lino, Roberto Paracchini, Emanuele Pes, Oreste Pili (consiglieri)
Statuto
- Le finalità.
Articolo 1
E’ costituita l’Associazione culturale “STAMPAXI”
Articolo 2
L’Associazione ha sede in Cagliari, alla Via Azuni civico 46.
Articolo 3
L’Associazione non ha fini di lucro.
L’associazione è costituita con lo scopo di valorizzare la storia, la cultura, le tradizioni, le persone, dello storico quartiere di Stampace, quale parte della città di Cagliari e della Sardegna tutta, anche con la finalità di tramettere alle nuove generazioni le conoscenze ed i valori di quella storia che siano suscettibili di arricchire la comunità e contribuire al suo progresso.
Per la stessa finalità, l’Associazione promuove la valorizzazione delle comunità locali, della loro cultura identitaria e del confronto tra esse, con particolare riferimento agli altri quartieri cagliaritani, ai paesi della Sardegna e alle nazionalità ivi immigrate.
Al fine del raggiungimento dello scopo sociale, l’Associazione potrà svolgere attività culturali, anche in collaborazione con enti pubblici e privati ed in particolare:
- la promozione di eventi culturali, come l’allestimento di mostre, conferenze, visite guidate, dibattiti, seminari, convegni, proiezioni di film e documentari, rappresentazioni teatrali concerti;
- la promozione e la partecipazione progetti e partnership, anche a livello internazionale, nel campo della musica, dello spettacolo, dello sport;
- la gestione di centri di documentazione, archivi, banche dati;
- lo svolgimento di attività di formazione e di aggiornamento:
- lo svolgimento di attività di fund raising finalizzate alla realizzazione di iniziative rientranti nello scopo sociale;
- la pubblicazione di collane editoriali ed altre opere audiovisive;
- la promozione e la realizzazione di studi e ricerche i tutti i campi attinenti agli scopi statutari;
- realizzare iniziative finalizzate alla integrazione dei soggetti svantaggiati per provenienza geografica, handicap, emarginazione sociale, emarginazione economica e sociale.
- L’Associazione promuove la lettura e gestisce la Biblioteca identitaria “Raimondo Carta Raspi” presso la propria sede.
Per lo svolgimento delle proprie attività, l’associazione può ricevere contributi da enti pubblici e privati, nonché partecipare a tutti i bandi e selezioni pubbliche e private aventi ad oggetto attività rientranti nelle finalità sociale. (…)
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L’Opera Lirica è solo per i ricchi… ed altre sciocchezze del genere
Gianni Loy
presenta
José María Miranda Boto
professore nell’Università di Santiago de Compostela
Segretario dell’Associazione “Amici dell’Opera di Santiago de Compostela”
che intratterrà l’uditorio sul tema:
L’Opera Lirica è solo per i ricchi…
ed altre sciocchezze del genere.
L’evento è programmato per oggi sabato 23 aprile 2016, alle ore 18.30, nei locali della neo costituita Associazione culturale “STAMPAXI”, in via Azuni n. 46.
L’ingresso è libero. Si consiglia di segnalare la partecipazione sulla pagina fb dell’evento.
L’Opera Lirica è solo per i ricchi?
Gianni Loy
presenta
José María Miranda Boto
professore nell’Università di Santiago de Compostela
Segretario dell’Associazione “Amici dell’Opera di Santiago de Compostela”
che intratterrà l’uditorio sul tema:
L’Opera Lirica è solo per i ricchi…
ed altre sciocchezze del genere.
L’evento è programmato per il giorno sabato 23 aprile 2016, alle ore 18.30, nei locali della neo costituita Associazione culturale “STAMPAXI”, in via Azuni n. 46.
L’ingresso è libero. Si consiglia di segnalare la partecipazione sulla pagina fb dell’evento.
Con “Racconti di fabbriche” si avvia l’attività dell’associazione culturale Stampaxi
Associazione Culturale Stampaxi Via Azuni, 46 – Cagliari
“Racconti di fabbriche” è il titolo della presentazione-incontro dell’associazione culturale “Stampaxi”, costituita nei giorni scorsi a Cagliari nel quartiere di Stampace. L’evento si svolgerà sabato 16 aprile alle ore 18 in via Fara 19. Quattro studiosi illustreranno brevemente la storia di altrettanti edifici che hanno segnato spartiacque importanti nella vita di Cagliari e di Stampace: Antioco Piseddu racconterà Sant’Anna (costruita nel 1817), Aldo Lino San Giovanni di Dio (1848), Franco Masala il Palazzo Comunale (1907) e Paolo Sanjust il Palazzo del Banco di Roma (1955).
“Racconti di fabbriche” in quanto la storia di una città e di un quartiere è “fabbricata” giorno dopo giorno e anno dopo anno soprattutto dal vivere sociale dei suoi abitanti all’interno dei luoghi che declinano il suo essere comunità e che di questa rappresentano momenti importanti; e che oggi parlano sia del passato, che del presente e del futuro. Da qui la scelta dei quattro edifici citati per la presentazione di Stampaxi, un’associazione culturale nata da un gruppo di persone (da operatori nel sociale a docenti universitari, da architetti a imprenditori, da giornalisti a commercianti) con la volontà di promuovere la valorizzazione storico culturale di Stampace e delle altre comunità locali e della loro cultura identitaria e del confronto tra esse, con particolare riferimento agli altri quartieri cagliaritani, ai paesi della Sardegna e alle nazionalità ivi immigrate. Il tutto nella convinzione che la valorizzazione delle diverse identità culturali (Stampace in primo luogo) sia possibile solo attraverso il confronto, la conoscenza e la coltivazione delle differenze. Introduzioni di Franco Meloni, Salvatore Cubeddu, Gianni Ruggeri.
Per la comunicazione Roberto Paracchini
Il presidente Franco Meloni
Associazione Culturale Stampaxi. Pagina fb: https://www.facebook.com/stampaxi/
Racconti di fabbriche a Stampace
Associazione Culturale Stampaxi
Via Azuni, 46
Cagliari
“Racconti di fabbriche” è il titolo della presentazione-incontro dell’associazione culturale “Stampaxi”, costituita nei giorni scorsi a Cagliari nel quartiere di Stampace. L’evento si svolgerà sabato 16 aprile alle ore 18 in via Fara 19. Quattro studiosi illustreranno brevemente la storia di altrettanti edifici che hanno segnato spartiacque importanti nella vita di Cagliari e di Stampace: Antioco Piseddu racconterà Sant’Anna (costruita nel 1817), Aldo Lino San Giovanni di Dio (1848), Franco Masala il Palazzo Comunale (1907) e Paolo Sanjust il Palazzo del Banco di Roma (1955).
“Racconti di fabbriche” in quanto la storia di una città e di un quartiere è “fabbricata” giorno dopo giorno e anno dopo anno soprattutto dal vivere sociale dei suoi abitanti all’interno dei luoghi che declinano il suo essere comunità e che di questa rappresentano momenti importanti; e che oggi parlano sia del passato, che del presente e del futuro. Da qui la scelta dei quattro edifici citati per la presentazione di Stampaxi, un’associazione culturale nata da un gruppo di persone (da operatori nel sociale a docenti universitari, da architetti a imprenditori, da giornalisti a commercianti) con la volontà di promuovere la valorizzazione storico culturale di Stampace e delle altre comunità locali e della loro cultura identitaria e del confronto tra esse, con particolare riferimento agli altri quartieri cagliaritani, ai paesi della Sardegna e alle nazionalità ivi immigrate. Il tutto nella convinzione che la valorizzazione delle diverse identità culturali (Stampace in primo luogo) sia possibile solo attraverso il confronto, la conoscenza e la coltivazione delle differenze.
Per la comunicazione Roberto Paracchini
Il presidente Franco Meloni
Associazione Culturale Stampaxi. Pagina fb: https://www.facebook.com/stampaxi/
I SARDI e la SHOAH
di Francesco Casula
Il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Per ricordare tale evento e per commemorare le vittime dell’Olocausto, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1º novembre 2005, ha istituito, il Giorno della Memoria, da celebrarsi, a livello internazionale ogni anno, proprio il 27 gennaio. Per la verità, il Parlamento italiano, dopo ben quattro anni di discussioni, aveva già istituito nel 2000 e per la stessa data, il Giorno della memoria.
E’ stata una decisione quanto mai opportuna: quel genocidio di milioni di esseri umani non può infatti finire nel dimenticatoio. Come fosse roba vecchia, da consegnare, sic et simpliciter, al passato. Occorre infatti sorvegliare attentamente la nostra memoria e non dimenticare. Anche perché quel passato orribile, non è del tutto passato. Proprio in questi ultimi anni infatti inquietanti e cupe nubi si addensano nei cieli europei con l’affermarsi di movimenti e Partiti intolleranti e xenofobi. Perché questi vengano sconfitti e liquidati, soprattutto i giovani devono studiare e conoscere la tragedia immane dell’Olocausto . Hanno perciò fatto bene molte scuole sarde ma anche alcune Amministrazioni locali a utilizzare il 27 gennaio scorso, al di fuori della ritualità, per discutere e approfondire quella tragedia. Io personalmente ho partecipato alla bella iniziativa intrapresa dalla Biblioteca del Comune di Bauladu, grazie anche alla lungimiranza e sensibilità del giovane sindaco, Delio Corriga, secondo il quale “non ci può essere crescita sociale senza conoscenza, per questo come amministrazione comunale sosteniamo fortemente le attività di carattere culturale come quella proposta dalla Biblioteca per la Giornata della Memoria”.
Ad essere internati nei lager e poi sterminati furono in particolare gli Ebrei: 6 milioni, dicono le cifre ufficiali, ma secondo altre fonti come il Museo dell’Olocausto di Washington, i morti sarebbero molti di più: dai 15 ai 20 milioni, uccisi nelle oltre 42mila strutture tra campi tedeschi e quelli creati dai regimi fantoccio europei, dalla Francia alla Romania: questo dato mi sembra spropositato, lo scrivo semplicemente come dato informativo.. A questi occorre aggiungere almeno altri 6 milioni costituiti da oppositori e dissidenti politici, omosessuali, disabili, Rom, Slavi. E persino da minoranze religiose come i testimoni di Geova, Pentecostali ecc. Di mezza Europa.
La Sardegna è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari:furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager, fra i 750-800 mila militari e civili fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Per spiegare un numero così alto di militari sardi deportati occorre capire la situazione in cui si trovarono nei fronti di guerra (Grecia, Albania, Slovenia, Dalmazia) dopo l’armistizio dell’8 settembre. Con la difficoltà di tornare in Sardegna e sbandati, essi furono posti di fronte all’alternativa di aderire alla RSI (Repubblica sociale di Salò) o di diventare prigionieri dei tedeschi e dunque di essere imprigionati nei lager. Abbandonati da Badoglio, quasi nessuno aderì alla RSI e dunque il loro destino fu segnato.
Sappiamo di questi militari come degli altri sardi internati solo grazie all’opera di volontariato di alcuni studiosi e storici che collaborano con l’ISSRA ( Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia) come Marina Moncelsi, presidente dell’Istasac (Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età contemporanea della Sardegna Centrale) e di Aldo Borghesi che ha scritto vari saggi sui deportati sardi in Germania durante la seconda Guerra mondiale*.
Questi studiosi continuano la ricerca soprattutto attraverso lo spoglio dell’Archivio militare, dove i soldati hanno depositato i loro documenti, per ricostruire l’identità dei soldati sardi deportati nei campi di concentramento nazisti sparsi tra Germania, Austria e Polonia e scomparsi. A migliaia furono sepolti nelle fosse comuni o nella nuda terra dei lager. Nell’immediato dopoguerra, a causa delle enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, non fu possibile conoscerne la sorte e informare i familiari.
Ai 12.000 deportati sardi IMI occorre aggiungere circa 290 sardi, internati perché ebrei o dissidenti politici: fra i primi ricordo Elisa Fargion (nata a Cagliari nel 1981, arrestata a Ferrara nel 1944, deportata ad Auschwitz e uccisa nelle camere a gas); Vittoria Mariani (nata a Portotorres nel 1904, arrestata nel 1944 alla frontiera svizzera, liberata a Bergen Belsen); Zaira Coen-Righi (Nata a Mantova nel 1879, sposata con un ingegnere sardo, insegnante al Liceo “Azuni” di Sassari, estromessa dalla cattedra in seguito alle leggi razziali, trasferitasi a Firenze fu arrestata e portata a Fassoli e ad Auschwitz dove finì in camera a gas nel maggio 1944).
Per motivi politici un solo sardo risulta arrestato sul territorio isolano, gli altri cadono in mano tedesca in continente o all’estero.
Luogo di arresto:, la quota maggiore (circa 50) è costituita da detenuti del carcere militare di Peschiera, inviati in massa a Dachau il 22 settembre 1943, provenienze rilevanti anche da Milano, Genova e Trieste.
Luogo di nascita: per oltre il 50% dei casi sono delle province di Cagliari e Sassari .
Destinazione: non è univoca: ma soprattutto vengono portati a Mauthausen e Dora. A Bergen Belsen muoiono due sardi nel giugno 1944. Ad Auschwitz finiscono 5 sardi non ebrei.
Il triangolo rosso: designa gli oppositori del nazismo, i resistenti e in genere “i pericolosi per il Reich”.
Condizione professionale:circa la metà è composta da militari, fra i civili la maggior parte è composta da lavoratori dell’industria ma c’è manche un sacerdote, Don Mario Crovetti, nato a Sassari e arrestato in un paese emiliano dov’è parroco. E’ scomparso nel 2003, era il decano dei sacerdoti italiani reduci dai lager.
La ripartizione per età: vede un ovvio prevalere delle classi giovani (1910-1924) coinvolte nella guerra e nella resistenza, ma non mancano anziani e adolescenti (il più vecchio è del 1874 e il più giovane del 1928).
Il motivo della deportazione: ha una matrice comune e tutti vengono considerati “pericolosi per la sicurezza del reich” da eliminare con il lavoro forzato: partigiani, loro congiunti, collaboratori, soldati che si sono rifiutati di combattere per la Germania, civili presi nei rastrellamenti.
La sorte: fra i sardi, i sopravissuti sono oltre il 60%.
Luogo principale di morte: Mauthausen (tra i sottocampi 30 deceduti su oltre 60 deportati), forte la mortalità anche a Dora, Natzweiler e Neuengamme
*In modo particolare rimando
1. alla Grande Enciclopedia della Sardegna – Voce Deportazione, pagine. 386-389 (Edizioni La Biblioteca della Nuova Sardegna)
2. a L’antifascismo in Sardegna a cura di M.Brigaglia e altri, II volume, seconda edizione,(Consiglio Regionale della Sardegna-Edizioni della Torre, Cagliari 2008).
3. al Il libro dei deportati, vol. II, Mursia, 2010: contiene una serie di saggi sulla deportazione dall’Italia regione per regione: la parte sulla Sardegna è di Aldo Borghesi.
1. bis I Sardi deportati e internati per motivi razziali e politici1
Ai 12.000 deportati sardi IMI occorre aggiungere circa 290 sardi, tra politici ed ebrei. Qualche nome.
- Per motivi razziali
Studi recenti hanno accertato che la Sardegna – soprattutto alla fine del secolo XIX – ha ospitato funzionari, commercianti e imprenditori ebrei, oltre a intellettuali e docenti poi colpiti dai provvedimenti razziali del 1938. Si trovano dunque nominativi di deportati razziali nati nell’Isola o che con essa hanno avuto rapporti di elezione. I casi fin’ora noti sono:
ELISA FARGION
Nata a Cagliari nel 1981, arrestata a Ferrara nel 1944, deportata ad Auschwitz e uccisa nelle camere a gas.
VITTORIA MARIANI
Nata a Portotorres nel 1904, arrestata nel 1944 alla frontiera svizzera, liberata a Bergen Belsen. (Il campo di Bergen-Belsen era un campo di concentramento nazista situato nella bassa Sassonia, a sud-est della città di Bergen, vicino a Celle).
ZAIRA COEN RIGHI
Nata a Mantova nel 1879, sposata con un ingegnere sardo, insegnante al Liceo “Azuni” di Sassari, estromessa dalla cattedra in seguito alle leggi razziali, trasferitasi a Firenze fu arrestata e portata a Fassoli e ad Auschwitz dove finì in camera a gas nel maggio 1944.
- Per motivi politici
Un solo sardo risulta arrestato sul territorio isolano, gli altri cadono in mano tedesca in continente o all’estero.
Luogo di arresto:la quota maggiore (circa 50) è costituita da detenuti del carcere militare di Peschiera, inviati in massa a Dachau il 22 settembre 1943: provenienze rilevanti anche da Milano, Genova e Trieste.
Luogo di nascita: per oltre il 50% dei casi le province di Cagliari e Sassari (secondo la nuova ripartizione) con preponderanza della seconda: i nati fuori dall’Isola sono meno del 10%.
Destinazione: non è univoca: verso Mauthausen, Dora ecc:. Un terzo dei deportati sardi passa per dacia, un altro per i campi di Fossoli e Bolzano. I deportati vengono spostati secondo le esigenze produttive in base alle quali sono impiegati e prima della liberazione, mentre il fronte procede, si succedono brutali trasferimenti, verso i campi all’interno del Reich.
A Bergen Belsen muoiono due sardi nel giugno 1944. Ad Auschwitz finiscono 5 sardi non ebrei.
Il triangolo rosso: designa gli oppositori del nazismo, i resistenti e in genere “i pericolosi per il Reich”.
Esemplare la vicenda di LUIGI RIZZI, sassarese e allievo sottoufficiale.
Condizione professionale:circa la metà è composta da militari, fra i civili la maggior parte è composta da lavoratori dell’industria ma c’è manche un sacerdote,
DON MARIO CROVETTI, nato a Sassari e arrestato in un paese emiliano dov’è parroco. E’ scomparso nel 2003, era il decano dei sacerdoti italiani reduci dai lager.
La ripartizione per età: vede un ovvio prevalere delle classi giovani (1910-1924) coinvolte nella guerra e nella resistenza ma non mancano anziani e adolescenti (il più vecchio è del 1874 e il più giovane del 1928.
Il motivo della deportazione: ha una matrice comune e tutti vengono considerati “pericolosi per la sicurezza del reich” da eliminare con il lavoro forzato: partigiani, loro congiunti, collaboratori, soldati che si sono rifiutati di combattere per la Germania, civili presi nei rastrellamenti. Da Genova vanno a Dachao gli operai
GIOVANNINO e NATALE BIDDAU, padre e figlio originari di Ardara, l’uno muore nei lager l’altro è stato fino alla recente scomparsa un animatore della sezione genovese dell’ANED (Associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti).
GAVINO GAVINI, sassarese, muore a Gusen nell’ aprile del 1945. BARTOLOMEO MELONI, cagliaritano, ispettore delle ferrovie, compie atti di sabotaggio, scoperto e arrestato muore a dacia nel luglio del 1944. L’antifascista BACHISIO ALTANA, membro della resistenza francese
La sorte: Fra i sardi i sopravissuti sono oltre il 60%.
Luogo principale di morte: Mauthausen (tra i sottocampi 30 deceduti su oltre 60 deportati), forte la mortalità anche a Dora, Natzweiler e Neuengamme.
Altri Personaggi da ricordare
1. MODESTO MELIS, di Gairo, trasferitosi nel 1938 nella nascente Carbonia, per fare l’operaio, finirà a Mauthausen. Oggi ha 93 anni e la sua esperienza sarà raccontata in un libro: “Da Carbonia a Mauthausen e ritorno”.
2. SALVATORE CORRIAS, di San Nicolò Gerrei, della Guardia di Finanza, partigiano, deportato a Dachau e poi fucilato a Moltrasio (Como) dai fascisti della RSI. Medaglia d’oro al merito civile alla memoria. E’ riuscito a salvare, muovendosi nella Guardia di Finanza fra la frontiera italo-svizzera, centinaia di ebrei e di perseguitati politici.
3. COSIMO ORRU’ di San Vero Milis. medaglia d’oro della resistenza, morto nei campi nazisti tra il 1944 e il 1945, il cui ricordo resisteva nella famiglia, nei conoscenti e nel nome di una via del suo paese. Da anni il suo Comune ha portato avanti una ricerca sulla sua storia, in collaborazione con l’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia (ISSRA), tanto da ricostruirne in modo ancora incompleto il viaggio dal suo lavoro, magistrato a Busto Arsizio e membro del CLN, sino al campo di Flossemburg in Germania, quindi in quello di Litoměřice nell’attuale Repubblica Ceca dove poi è morto.
Archivio del Coordinamento dei Comitati e Circoli di Quartiere di Cagliari: le copertine di Cittàquartiere.
Archivio del Coordinamento dei Comitati e Circoli di Quartiere di Cagliari: le copertine di Cittàquartiere. (In costruzione)
Nuova serie
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con gli occhiali di Piero…
- Si ricorda il sardo Domenico Alberto Azuni, fondatore del diritto marittimo e commerciale, nato a Sassari il 3 agosto 1749.
Il 3 agosto 1916 venne impiccato a Londra l’irlandese Roger David Casement per aver preso parte alla Rivolta di Pasqua. Su Aladinpensiero un 3 di agosto.
CONTRO OMOFOBIA e RAZZISMO
Manifestazione con corteo e spettacoli musicali a Sassari – Appuntamento oggi sabato 13 Giugno alle ore 17 in piazza Caduti del lavoro.
di Vanni Tola
Preceduta da una tavola rotonda sull’omofobia organizzata dal MOS (Movimento Omosessuale Sardo), si svolgerà oggi a Sassari una manifestazione contro omofobia e razzismo che inizierà con un corteo nelle strade del centro cittadino e terminerà in piazza Tola con uno spettacolo musicale e rappresentazioni teatrali fino a notte inoltrata. Mai come in questo momento appare opportuno mobilitare le coscienze contro discriminazioni e comportamenti omofobi e razzistici contro ciò che ancora appare “diverso”, sconosciuto e quindi da temere e isolare. Come in altre occasioni ci si attende una grande mobilitazione della città di Sassari anche come risposta e diversi episodi di intolleranza e violenza che si sono manifestati nel recente passato. Il corteo partirà dalla piazza Caduti del lavoro (vicino alla casa dello studente) e percorrerà via Amendola, viale Italia, Emiciclo Garibaldi, via Cagliari, piazza Castello, piazza Azuni, piazza Tola. Lo spettacolo finale, al quale prenderanno parte, in forma gratuita numerosi gruppi musicali. Animeranno la serata anche gli spettacoli di Ramon Cacetada e della sua scuola di Capoerira, gli allievi del Centro Danza Simona Cillo, la compagnia Theatre an Vol e altri.
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CONTRO OMOFOBIA e RAZZISMO
Manifestazione con corteo e spettacoli musicali a Sassari
CONTRO OMOFOBIA E RAZZISMO
Appuntamento Sabato 13 Giugno alle ore 17 in piazza Caduti del lavoro.
di Vanni Tola
Preceduta da una tavola rotonda sull’omofobia organizzata dal MOS (Movimento Omosessuale Sardo), si svolgerà a Sassari una manifestazione contro omofobia e razzismo che inizierà con un corteo nelle strade del centro cittadino e terminerà in piazza Tola con uno spettacolo musicale e rappresentazioni teatrali fino a notte inoltrata. Mai come in questo momento appare opportuno mobilitare le coscienze contro discriminazioni e comportamenti omofobi e razzistici contro ciò che ancora appare “diverso”, sconosciuto e quindi da temere e isolare. Come in altre occasioni ci si attende una grande mobilitazione della città di Sassari anche come risposta e diversi episodi di intolleranza e violenza che si sono manifestati nel recente passato. Il corteo partirà dalla piazza Caduti del lavoro (vicino alla casa dello studente) e percorrerà via Amendola, viale Italia, Emiciclo Garibaldi, via Cagliari, piazza Castello, piazza Azuni, piazza Tola. Lo spettacolo finale, al quale prenderanno parte, in forma gratuita numerosi gruppi musicali. Animeranno la serata anche gli spettacoli di Ramon Cacetada e della sua scuola di Capoerira, gli allievi del Centro Danza Simona Cillo, la compagnia Theatre an Vol e altri.
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LA BUONA SCUOLA SIAMO NOI – RIPRENDIAMOCI LA SCUOLA
Intanto a Sassari come in tutte le scuole della Sardegna continuano le manifestazioni contro la “buona Scuola” di Renzi, anche con il blocco degli scrutini
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- Le foto sono tratte dalle pagine fb di Martina Cocco e del Presidio a difesa della scuola pubblica.
25 aprile: 70° anniversario della liberazione dal nazifascismo
Le celebrazioni per il 70° anniversario della liberazione dal nazifascismo, promosse dal Comitato 25 Aprile. Iniziative di Cagliari, Sassari, Quartu, Monserrato, San Nicolò Gerrei
Cartellone delle iniziative da venerdì 24 a sabato 25 aprile.
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Oggi martedì, martis, 31 marzo, marzu, 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Il diritto del lavoro raccontato con il cinema. >.- I riti della Settimana Santa a Cagliari.
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Oggi martedì 31 marzo 2015
Processione dei Misteri
- Se partecipate ai riti della Settimana Santa che si svolgono nel centro storico di Cagliari, anche a parte di essi, soffermatevi ad ammirare le statue lignee dello scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis. Questo artista, nativo di Senorbì e inurbato cagliaritano, è stato il più grande della sua specialità del 700 sardo, ma è tuttora poco studiato e conosciuto. Colpevole di questa dimenticanza soprattutto la città di Cagliari (Sindaco e consiglieri innanzitutto) e l’Università. La nostra news è intervenuta diverse volte sull’argomento, parlando attraverso la voce del compianto prof. Antonio Romagnino. Dobbiamo correre ai ripari, promuovere studi e iniziative che valorizzino l’opera di Giuseppe Antonio Lonis.
Dai movimenti degli anni settanta alla Sardegna di oggi. Ricordando Riccardo Lai
RIPENSARE L’OMBRA DELLA SCONFITTA ALLA LUCE DELLE CONQUISTE DEI MOVIMENTI
- In attesa degli atti del Convegno continuiamo con la pubblicazione di alcuni interventi (abbiamo iniziato con quelli di Franco Meloni, di Vanni Tola, di Benedetto Sechi e, oggi, proseguiamo con la relazione di Federico Francioni, pubblicata il 22 scorso sul sito della Fondazione Sardinia. Mano a mano che ci perverranno pubblicheremo anche gli altri e inoltre così come facciamo oggi, daremo conto della pubblicazione delle relazioni in altre news. Avvertiamo che si tratta di interventi che ci sono pervenuti per iscritto e che durante il Convegno sono stati per lo più arricchiti “a braccio”. Abbiamo anche riportato la trascrizione di un intervento inedito di Riccardo Lai, l’ultimo della sua vita di militante impegnato nelle lotte sociali. La Fondazione Sardinia ha comunicato che quanto prima sarà disponibile nel nel suo sito web l’intera registrazione video delle due giornate di lavori dell’evento.
- La pagina fb dell’evento.
RIPENSARE L’OMBRA DELLA SCONFITTA ALLA LUCE DELLE CONQUISTE DEI MOVIMENTI*
La sconfitta subita dalle lotte degli anni settanta va ripensata, problematizzata, ridefinita, alla luce delle conquiste di quegli anni: la relazione del convegno di Sassari del 29 e 30 novembre 2014.
di Federico Francioni
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