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Newsletter n. 158 del 28 luglio 2019
LA VIOLENZA È VICINA
Care Amiche ed Amici, [segue]
la Camera ha approvato il secondo decreto sicurezza di Salvini dopo aver espresso su di esso un voto di fiducia al governo con 325 voti contro 248. Il decreto è incostituzionale non solo in quanto a singoli articoli della Costituzione e del diritto internazionale che lasciamo ai giuristi e al presidente della Repubblica di valutare ai fini di accertarne l’illegittimità, ma sopratutto è in antitesi con lo spirito globale della Costituzione, con la sua stessa ragion d’essere che com’è noto non è la ragion di Stato ma la ragione delle persone umane come cittadini, non come individui isolati ma come membri di comunità politiche. In questo senso esso è l’anti-Costituzione, e non basta per salvarsi l’anima uscire dall’aula quando lo si vota.
Tuttavia non è questo l’argomento che vogliamo qui sollevare, che già molti altri sollevano, vogliamo porre una questione diversa, che è la radicale illegittimità della legge approvata dalla Camera e ora al vaglio del Senato. Tale illegittimità radicale deriva dalla frode in atto pubblico di cui questa legge é il prodotto, è il bottino, è il corpo del reato. La frode, o il falso, consiste nel fatto che le forze parlamentari in un atto solenne e pubblico come è un voto a scrutinio palese e per appello nominale alla Camera danno il via a una legge non a motivo del merito della legge ma a motivo della fiducia che esse dichiarano di nutrire per il governo, mentre esse stesse con atti contestuali e nello stesso momento esprimono in tale governo la più totale sfiducia. Il Movimento 5 stelle ha platealmente affermato questa sfiducia disertando l’aula di Montecitorio per sanzionare il ministro degli Interni vicepresidente del Consiglio e la sua forza politica per il rifiuto di rispondere al Parlamento delle accuse di corruzione gravanti su di essi, vere o false che fossero; esso inoltre ha manifestato il suo dissenso per la decisione del governo di dar corso alla TAV nonostante il desistere da essa fosse un punto d’onore del suo stesso impegno politico e programma elettorale. Per contro il secondo partner di governo, il capo della Lega Matteo Salvini, poche ore prima del voto di fiducia aveva dichiarato essere venuta meno la sua fiducia, perfino sul piano personale, nei confronti dell’altro leader e alleato di governo, il vicepresidente del. Consiglio e ministro di una quantità di cose, Luigi Di Maio.
La conclusione che se ne deve trarre è che l’intera azione di governo, se sopravvivrà, è fondata sul falso conclamato di una fiducia che non c’è. Essa viene simulata solo ai fini del calcolo sulle tattiche più utili per la conservazione del potere. Naturalmente secondo le regole formali governo e democrazia possono funzionare lo stesso, quello però che dai vertici del sistema si diffonde e discende fino ai rami più bassi della società è il senso di una corruzione profonda per cui tutto è lecito e ogni cosa, ogni “difesa”, è legittima per il proprio tornaconto, nella vita privata non meno che in quella pubblica.
In questo contesto assume valore fortemente simbolico l’abbandono, da parte del magistrato che ne era stato incaricato, dell’ufficio di Autoritá per la lotta alla corruzione: quel tempo in cui la si credeva possibile, egli dice, è passato, la cultura è cambiata, la corruzione è il nostro destino. Ma noi possiamo accettare questo? Attenzione, su questa strada la violenza è vicina.
Con i più cordiali saluti
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