La legge elettorale sarda è una vera porcata, viziata di incostituzionalità. Il CoStat impugnerà davanti al Tar il verbale della proclamazione degli eletti, chiunque vinca le elezioni. Su L’Unione Sarda le dichiarazioni di Andrea Pubusa, coordinatore del Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria.

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Elezioni, risultato già a rischio
Mancano ancora due settimane alle Regionali e c’è già chi contesta il risultato.
«Noi lo impugneremo davanti al Tar, chiunque vinca», anticipa l’avvocato Andrea Pubusa, a nome del Comitato d’iniziativa costituzionale: «La legge elettorale sarda presenta vari profili di illegittimità». Già dopo le Regionali del 2014 varie associazioni avevano fatto ricorso contro le regole che tagliavano fuori dal Consiglio coalizioni dotate di consenso, come Sardegna possibile e Unidos. Ora ci riprovano: «E lo diciamo prima – precisa Pubusa – perché non sia letto come un atto ostile verso chi vincerà il 24 febbraio».

Quale atto impugnerete?

«Il verbale della proclamazione degli eletti, fatta dalla Corte d’appello di Cagliari dopo lo scrutinio. Solleveremo la questione di legittimità costituzionale sulla legge elettorale e chiederemo al Tar di girare gli atti alla Consulta».

Perché ritenete incostituzionale la legge?

«Perché non consente la corretta rappresentanza del corpo elettorale sardo, per via del premio di maggioranza e degli sbarramenti».

Ma il premio di maggioranza garantisce la governabilità.

«Un conto è prevedere dei correttivi. Altro è manipolare del tutto il risultato delle urne. Qua chi prende il 40% dei voti ottiene il 60% dei seggi. Addirittura uno può vincere col 25% e avere il 55% dei seggi, più del doppio».

Lo sbarramento, invece, quali problemi crea, secondo voi?

«Così alto, tappa la bocca a minoranze consistenti, come accadde a Michela Murgia e Mauro Pili. Se c’è il premio di maggioranza non ha senso applicare soglie elevate. A meno che non si voglia creare artificiosamente esiti diversi dal volere degli elettori».

Preferirebbe un sistema proporzionale? Ma rende incerto il risultato delle elezioni.

«Già, dicono che con una legge ipermaggioritaria la sera delle elezioni si sa chi vince. Ma applicano uno schema bipolare, mentre il sistema politico, in Sardegna come nel resto d’Italia, è ormai articolato in 3-4 poli».

Se si arrivasse alla Corte costituzionale, che cosa potrebbe succedere?

«Sono convinto che la Consulta dichiarerebbe l’incostituzionalità quanto meno di alcune parti della legge».

Con quale effetto pratico?

«Il Tar sarebbe costretto a correggere l’atto di proclamazione degli eletti, uniformandosi al verdetto della Corte».

Cioè verrebbe modificata la distribuzione dei seggi?

«Sì. Metta che cancelli lo sbarramento: cambierebbero i seggi delle liste perdenti».
Quando la Corte bocciò il Porcellum questo non accadde.

«In quel caso si trattava del Parlamento. Non era stato impugnato l’atto di proclamazione. Nel caso delle regioni, il Tar ha il dovere di correggere l’atto impugnato».

È possibile anche che vengano annullate le elezioni e si debba tornare a votare?

«Solo in teoria, credo. Sarebbe accaduto cinque anni fa se avessero accolto il nostro ricorso contro l’assenza della doppia preferenza di genere: lì è chiaro che, se risulta illegittima la norma, non c’è modo di correggere il risultato. Invece se, poniamo, si dichiara incostituzionale il premio di maggioranza, basta riassegnare i seggi con criterio proporzionale».

Ma perché stavolta il ricorso dovrebbe andare diversamente da quello precedente?

«Vede, il Tar può evitare di chiamare in causa la Corte solo se ritiene palesemente infondata la questione costituzionale. Ma già la lunghezza della motivazione che dovette scrivere la volta precedente dimostra che l’infondatezza non era palese. Quindi io sono molto fiducioso».


Giuseppe Melonisu L’Unione Sarda, sabato 9 febbraio 2019

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  1. […] democratica oltre ad un’ulteriore constatazione dei danni direttamente derivanti dalla pessima legge elettorale regionale. Avevamo auspicato l’unità delle forze e dei movimenti identitari, autonomisti, […]

  2. […] fisicamente la partecipazione alla vita politica delle minoranze, facendosi scudo con una terribile legge elettorale, in una logica di spartizione degna dei peggiori regimi autoritari.In tutto questo ragionare, […]

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