Festeggiamo Sa die de sa Sardigna 2013. “Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois”

Sa die de sa Sardigna 2013

Salone di Palazzo Viceregio,  CAGLIARI, sabato 27 aprile 2013, ore 10,00

SAS CHIMBE PREGUNTAS DE SU 2013, A NOIS   -    LE CINQUE DOMANDE DEL 2013, A NOI STESSI – L’evento su fb

“Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois”, “Le cinque domande del 2013, a noi stessi” è il tema dell’iniziativa con la quale la Fondazione Sardinia,  le associazioni Tramas de Amistade e ‘Riprendiamoci la  Sardegna’, e il blog del giornalista Vito Biolchini vogliono celebrare Sa die de sa Sardigna. Un incontro pubblico e aperto a tutti, una sorta di assemblea nella quale cittadini, intellettuali, politici e amministratori saranno chiamati a rispondere a cinque domande intorno a cui ruota il futuro della nostra isola. Appuntamento sabato 27 aprile a partire dalle 10 nel salone del Palazzo Viceregio, in piazza Palazzo a Cagliari. Coordinerà l’iniziativa il giornalista Piersandro Pillonca.

Nel 1793 i sardi rivolsero cinque domande al re sul futuro dell’isola, con un atto che segnò un passaggio cruciale di quella “sarda rivoluzione” che aprì la Sardegna ai valori della modernità (libertà, uguaglianza, fraternità) e che la festa del 28 aprile vuole ricordare. Oggi resta la necessità di interrogarsi sul futuro dell’Isola ma l’interlocutore non possiamo che essere noi stessi, noi sardi.

1) La Sardegna ha una classe dirigente e politica all’altezza della crisi che sta vivendo? [INTRODUZIONE AL TEMA A CURA DI SALVATORE CUBEDDU]

2) L’Italia serve alla Sardegna? In che misura il superamento della crisi passa da un deciso cambio dei rapporti istituzionali tra la Sardegna e lo Stato italiano? [INTRODUZIONE AL TEMA A CURA DI NICOLO' MIGHELI]

3) Un “Partito della Sardegna”, slegato dalle grandi formazioni nazionali, può essere una risposta alla crisi istituzionale e alla mancanza di una adeguata rappresentanza sia nel parlamento romano che in quello europeo? [INTRODUZIONE AL TEMA DI VITO BIOLCHINI]

4) L’introduzione del bilinguismo può essere una risorsa per la Sardegna? [INTRODUZIONE AL TEMA DI PAOLA ALCIONI]

5) Quale proposta fare ai giovani sardi che hanno ripreso ad emigrare? [INTRODUZIONE AL TEMA DI FABRIZIO PALAZZARI ]

L’incontro non ha una scaletta precostituita. Dopo i saluti e gli interventi introduttivi che illustreranno il senso di ciascuna delle cinque domande (proposte da Salvatore Cubeddu, Nicolò Migheli, Vito Biolchini, Paola Alcioni e Fabrizio Palazzari), il dibattito sarà aperto a chiunque vorrà partecipare e che avrà a disposizione cinque minuti per portare il suo contributo alla discussione.

All’iniziativa sono stato invitati esponenti del mondo culturale, delle attività produttive, amministratori e politici, con l’intento di condividere un momento di confronto sui problemi e sulle possibili soluzioni alla crisi culturale, economica ed istituzionale che sta colpendo la Sardegna.

Cagliari 23 aprile 2013      Firmato: Fondazione Sardinia, P.za S. Seplcro, 5,  CAGLIARI – Associazione ‘Riprendiamoci la Sardegna’,  www.vitobiolchini.it

P.S. Per le informazioni e per i contributo al dibattito, entrate nei siti:www.fondazionesardinia.euwww.vitobiolchini.it , www.aladinpensiero.it

LE INIZIATIVE ISTITUZIONALI

 

Su patriottu sardu a sos feudatarios

(componimento scritto da Francesco Ignazio Mannu nel 1794 durante i moti rivoluzionari sardi). 

 

Procurade’ ‘e moderare,
Barones, sa tirannia,
Chi si no, pro vida mia,
Torrades a pe’ in terra!
Declarada est già sa gherra
Contra de sa prepotenzia,
E cominzat sa passienzia
In su pobulu a mancare.

Rit. Barones, sa tirannia procurade de moderare.

2. Mirade ch’est azzendende
Contra de ‘ois su fogu;
Mirade chi non est giogu
Chi sa cosa andat a veras;
Mirade chi sas aeras
Minettana temporale;
Zente cunsizzada male,
Iscultade sa ‘oghe mia.Rit.Procurade de moderare, barones, sa tirannia.

46. Custa, pobulos, est s’hora
D’estirpare sos abusos!
A terra sos malos usos,
A terra su dispotismu;
Gherra, gherra a s’egoismu,
Et gherra a sos oppressores;
Custos tirannos minores
Est prezisu humiliare.Rit. Barones, sa tirannia procurade de moderare.
47. Si no, chalchi die a mossu
Bo ‘nde segade’ su didu.
Como ch’est su filu ordidu
A bois toccat a tèssere,
Mizzi chi poi det essere
Tardu s ‘arrepentimentu;
Cando si tenet su bentu
Est prezisu bentulare.

 

Rit. Barones, sa tirannia procurade de moderare.


8 Responses to Festeggiamo Sa die de sa Sardigna 2013. “Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois”

  1. [...] OGGI A PALAZZO VICE REGIO SAS 5 PREEGUNTAS Titolo: Sa dì de s’acciappa: dramma storico in due tempi e sette quadri Autore: Marcialis Piero Introduzione/Prefazione: Ferrai Cocco-Ortu Marinella, Orrù Tito Editore: Condaghes – Data di pubblicazione: 1996/04/15 Luogo di pubblicazione: Cagliari Collana: Contos e ammentos – Coordinamento editoriale: Cheratzu Francesco Argomento: Lingua sarda Lingua: italiano, sardo Descrizione: dramma storico che racconta gli avvenimenti del 28 aprile 1794 a Cagliari ID: 530425 ISBN: 88-86229-23-2 SCARICABILE INTEGRALMENTE DAL SITO DI SARDEGNA DIGITAL LIBRARY Link risorsa: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=530425 Documenti per "Sa die de Sa Sardigna", Sa dì de s'acciappa di PIERO MARCIALIS [...]

  2. admin scrive:

    Da L’Unione Sarda sabato 27 aprile 2013
    Assemblea “aperta” al Palazzo Viceregio di Cagliari Limba e politica: in 5 quesiti
    il futuro possibile dei sardi Il futuro dell’Isola in cinque quesiti-chiave: si intitola “Sas chimbe preguntas de su 2013, a nois – Le cinque domande del 2013, a noi stessi” il dibattito che si terrà oggi a Cagliari (alle 10 a Palazzo Viceregio), in occasione di Sa die de sa Sardigna. L’iniziativa è della Fondazione Sardinia e del blog del giornalista Vito Biolchini, con le associazioni Tramas de Amistade e Riprendiamoci la Sardegna.
    «Un incontro pubblico e aperto a tutti», si legge nel comunicato di presentazione, «una sorta di assemblea nella quale cittadini, intellettuali, politici e amministratori saranno chiamati a rispondere a cinque domande intorno a cui ruota il nostro futuro». C’è un riferimento storico: le cinque domande che nel 1794, l’anno della «sarda rivoluzione» ricordata dalla festa del 28 aprile, i sardi rivolsero al re. Anche allora il tema era il futuro dell’isola: e oggi, per gli organizzatori, «l’interlocutore non possiamo che essere noi stessi».
    Le domande saranno: la Sardegna ha una classe dirigente e politica all’altezza della crisi che sta vivendo? L’Italia serve alla Sardegna? Un “Partito della Sardegna” può essere una risposta alla crisi istituzionale? Il bilinguismo può essere una risorsa? Quale proposta per i giovani che hanno ripreso ad emigrare? Le porranno (dopo i saluti della presidente della Provincia di Cagliari Angela Quaquero) Salvatore Cubeddu, Nicolò Migheli, Vito Biolchini, Paola Alcioni e Fabrizio Palazzari. Seguirà un dibattito coordinato dal giornalista Piersandro Pillonca e aperto a tutti: «Chiunque vorrà partecipare avrà a disposizione cinque minuti per portare il suo contributo alla discussione».

  3. [...] SA DIE DE SA SARDIGNA 2013: “Sas chimbe preguntas” sabato 27 aprile a Palazzo Viceregio di Piero Marcialis Importante incontro questa mattina al Palazzo Viceregio per celebrare Sa Die. Importante per non aver lasciato cadere nel silenzio le voci di quell’aprile 1794 che fu e rimane l’evento che dimostra che il popolo sardo unito può vincere; importante per aver attualizzato con 5 domande che oggi abbiamo diritto di porre, prima di tutto a noi stessi e non al sovrano distante e distratto, come sardi; importante per le 5 relazioni (Cubeddu, Migheli, Biolchini, Alcioni, Palazzari) che hanno introdotto il dibattito; e poi per i tanti interventi appassionati e le presenze prestigiose. Forse si è addirittura indicato un cammino possibile lungo il quale proseguire verso un diverso e migliore destino che questa nostra nazione aspetta da troppo tempo. NEREIDE RUDAS L’illustre studiosa ha inviato al convegno di oggi su Sa Die, non potendo essere presente, un intervento scritto su uno dei temi (domande) proposti, l’emigrazione. Cito da esso: “…alla cospicua emorragia del Novecento sembra aver fatto seguito un sanguinamento per cos’ dire “a goccia”, ma non meno nocivo del massivo flusso emorragico precedente. Esso infatti depaupera la Sardegna di soggetti forti, qualificati e preparati, in cui l’Isola ha investito a lungo risorse e speranze che ora vanno a dare il loro frutto altrove. Occorre quindi un vasto progetto politico e culturale collettivo e condiviso che tenti di fermare lo stillicidio e renda reversibile e recuperabile la perdita umana, culturale e sociale. Nel giorno di “Sa Die” sento l’esigenza di ribadire che la Sardegna ha bisogno di un grande e orgoglioso sforzo identitario per uscire dalla crisi e avviarsi su una strada più avanzata di modernità, libertà e sviluppo”. —————————- [...]

  4. admin scrive:

    Da La Nuova Sardegna
    DOMENICA, 28 APRILE 2013
    Pagina 8 – Ed_Cagliari

    Maninchedda: «La svolta con il partito dei Sardi»

    «Serve un cambiamento che non può venire dagli schieramenti tradizionali» L’indipendenza? «L’obiettivo è avere uno Stato con un fisco che sia giusto»

    di Alfredo Franchini
    CAGLIARI In questa legislatura Paolo Maninchedda è stato il primo a proporre il tema dell’indipendenza della Sardegna. In questa intervista Maninchedda spiega il suo punto di vista, sempre controcorrente, sulla politica sarda. Che cosa sta consentendo alla Sardegna di affrontare una crisi senza precedenti? «Io li ho chiamati gli invisibili. Quell’enorme numero di persone che fanno il proprio dovere, pagano le tasse, fanno figli, li educano e non li abbandonano, fanno impresa, fanno bene il proprio lavoro, rispettano l’ambiente, non danno la colpa di tutto agli altri. Sono invisibili perché non gridano, ma sono la vera struttura della Stato, dello stato Sardo, dico». Lei per primo ha sollevato la questione fiscale in Sardegna. Oggi è il fisco il problema centrale? «La questione fiscale ha antichissime radici in Sardegna. L’ambizione all’istituzione della zona franca è in Sardegna questo: uno Stato con un fisco giusto, non senza fisco. Senza fisco i poveri diventano più poveri e i ricchi più ricchi. Ma il fisco deve essere giusto e in Sardegna non lo è mai stato e oggi è ingiusto come lo era nel passato. Lei sa che solo nel decennio 1985-1995 in tutta Italia ci furono poco meno di 53.000 sequestri di beni per tasse non pagate? Bene, nello stesso periodo solo in Sardegna ce ne furono poco più di 52.000. Le ricordano qualcosa questi numeri? A me un nome: Equitalia». Lei è un radicale o un riformista? «Io saprei riformare la burocrazia regionale radicalmente senza licenziare nessuno. Saprei semplificare la vita ai sardi, promuovere contratti di lavoro che aumentino la produttività e diminuiscano la pressione fiscale sul costo del lavoro. Saprei mantenere il Piano paesaggistico esistente correggendone soltanto le follie burocratiche. Radicale o riformista? Non si può essere riformisti se non si è decisi a produrre un cambiamento profondo e la Sardegna così com’è, è destinata a un futuro tragico». Sa che lei è uno dei pochi consiglieri della scorsa legislatura non indagato per i fondi ai gruppi. Mosca bianca? «Sono solo un uomo normale. Ce ne sono tanti». Lei ha proposto per primo il Partito dei Sardi. Oggi tutti ne parlano ma non la citano. Perché? «Ma possono anche non citarmi, non è importante. Il tema è che un cambiamento profondo della Sardegna non può avvenire senza cambiare il sistema politico della Sardegna. Ancora Centrosinistra contro Centrodestra? Ancora tutti gli interessi conservatori che si accomodano nei due schieramenti e si autotutelano reciprocamente? Non è meglio un gioco nuovo che porti a compimento un’attesa secolare di cambiamento? Il Partito dei sardi non può essere un Partito conservatore, burocratico, attaccato morbosamente alle rendite generate o generabili dal bilancio della Regione. Basta col presidio invisibile sugli appalti regionali. Basta con le società partecipate in perdita. Basta con gli ignoranti dotati di potere. Basta, basta davvero. Non c’è più il tempo per aspettare che imparino». Lei ha animato questa legislatura col tema dell’indipendenza. Non se ne sente più parlare…. «Eh no! Se ne sente parlare eccome. Anche i partitoni italianisti parlano di autogoverno e di sovranità; queste sono parole-schermo che svelano il desiderio della sovranità ma anche il permanere dei tabù linguistici e ideologici. Bisogna avere pazienza. Intanto è cresciuta la consapevolezza della responsabilità dell’autogoverno. La mentalità questuante è andata in soffitta». Lei e Soru. Amici o avversari? «Due persone difficili»… Lei e Cabras: alleati? «Cabras è alleato indissolubilmente al suo partito». Ma si dice che abbia una certa predilezione per lei? «Ma lei crede che ci sia uno spazio anche millimetrico in politica per le predilezioni emotive»?

  5. [...] si tenet su bentu Est prezisu bentulare. Sas chimbe preguntas 28 aprile Sa die de Sa [...]

  6. […] IL 27 APRILE 2013 A PALAZZO VICE REGIO SAS CHIMBE PREGUNTAS Titolo: Sa dì de s’acciappa: dramma storico in due tempi e sette quadri Autore: Marcialis Piero Introduzione/Prefazione: Ferrai Cocco-Ortu Marinella, Orrù Tito Editore: Condaghes – Data di pubblicazione: 1996/04/15 Luogo di pubblicazione: Cagliari Collana: Contos e ammentos – Coordinamento editoriale: Cheratzu Francesco Argomento: Lingua sarda Lingua: italiano, sardo Descrizione: dramma storico che racconta gli avvenimenti del 28 aprile 1794 a Cagliari ID: 530425 ISBN: 88-86229-23-2 SCARICABILE INTEGRALMENTE DAL SITO DI SARDEGNA DIGITAL LIBRARY Link risorsa: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=530425 ———————————— […]

  7. […] legge della Regione. Data a Cagliari, addì 14 settembre 1993 Cabras —— DOCUMENTAZIONE PIU’ CHE MAI ATTUALE: LO SCORSO ANNO, IL 27 APRILE 2013, A PALAZZO VICE REGIO LA MANIFESTAZION… ———————————— Le […]

  8. […] Cagliari, addì 14 settembre 1993 Cabras —— DOCUMENTAZIONE Sa dì de s’acciappa PIU’ CHE MAI ATTUALE: LO SCORSO ANNO, IL 27 APRILE 2013, A PALAZZO VICE REGIO LA MANIFESTAZION… ———————————— Le […]

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