Oggi venerdì 18 gennaio 2019
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Forza Massimo, Paolo, Mauro, Andrea, Francesco! Chiunque di voi vince, sempre meglio di Salvini
18 Gennaio 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
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Un commento di Tonino Dessì, su fb.
Questo è davvero il mio ultimo, definitivo appello.
Ho spesso trovato un po’ velleitarie le diverse proposte di Pubusa finalizzate a promuovere aggregazioni tra soggetti eterogenei, in vista delle prossime elezioni regionali, al principale scopo di impedire una vittoria del centrodestra, tecnicamente motivate anche dalla mancata modifica della perversa legge elettorale sarda. (…)
Però devo dargli atto da un lato di una percezione abbastanza lucida della realtà, dall’altro di un intento genuino.
Alle volte mi sembra che proprio alcune -poche, invero- persone, pur spietatamente critiche nei confronti dell’area politica di storica provenienza, si siano fatte e si stiano facendo carico di un impegno di opposizione allo stato di cose presenti, anche per salvare il salvabile di quella stessa area politica, assai più di quanto non stiano facendo i partiti che dovrebbero rappresentarla.
Pensiamo al turno suppletivo di collegio per la Camera dei deputati di domenica a Cagliari, che avevo deciso di ignorare, ma che mi pare proprio il centrosinistra abbia deciso in partenza di perdere per abbandono di campo.
Boh, qualcuno faccia qualcosa: già la scelta della candidatura non poteva, anche per le modalità, essere più debole, ma almeno fate finta di crederci almeno voi. Poi non vi lamentate del destino cinico e baro.
Idem per le regionali.
La partita non è iniziata male, bensì malissimo.
Giusto ieri lo scenario sembrava da “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.
Mentre un imbonitore en travesti piombato da fuori spargeva demagogia politica e odio xenofobo a piene mani nelle piazze sarde, l’ultima seduta dell’Assemblea regionale era surrealisticamente impegnata nell’ennesima sceneggiata a rincorrersi sulla impossibile ricostituzione all’ultim’ora di alcune ex province. Una discussione senza capo nè coda con l’illusione di poter spendere elettoralmente un risultato che per cumulo di veti incrociati nessuno ha neanche conseguito.
Intanto circolano interviste ai candidati presidenti che, insomma, per carità, nessuno pretende l’impossibile, non chiedo “dite qualcosa di sinistra”, ma almeno dite qualcosa che abbia un senso.
Poi verranno le liste e saranno le più dolenti note.
Ora, prima che io perda senza rimedio, oltre alla pazienza, anche qualche residuo freno inibitorio, posto che ho già da tempo scritto quali saranno i parametri che mi orienteranno nel voto e nel non voto, posto che ormai alcune scelte sono irreparabili, faccio anch’io l’ultimo appello.
Nessuno si illuda che un richiamo al voto utile (agli elettori del M5S per non farsi mangiare da Salvini, a quelli del centrosinistra per non finire terzi a fondo classifica), sfiori in qualche modo una vasta platea di elettori.
Non funzionerà.
Tirate fuori proposte non esangui per il lavoro e per il mantenimento e la riqualificazione dei servizi sociali, prima di tutto. Misuratevi con una dimensione di rilancio dell’autonomia speciale. Fate liste in grazia di dio, riproponete il minor numero possibile di uscenti di questa disastrosa legislatura, candidate gente di provata serietà, capacità, rappresentatività non di sedi istituzionali, ma di esemplari esperienze sociali, lavorative, professionali e di solida cultura democratica e civile.
Non è detto che il destino sia sempre cinico e baro e comunque si deve sempre tentare il meglio per scongiurare destini nefasti per se e per gli altri.
Questo è davvero il mio ultimo, definitivo appello.
Fate qualcosa di decente, perché in mancanza saremo in molti a non fare sconti.
Se traversata nel deserto dovesse essere, dopo queste tornate elettorali, il problema di liberarsi definitivamente di ogni zavorra diventerebbe la prima priorità pratica.
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