La SEDIA di VANNI

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Pattumiera a noi? Come vi permettete?

La notizia ha fatto rumore sulla stampa isolana. Una nave con tremila tonnellate di percolato sta per partire dalla Sicilia per portare tale pericolosa mercanzia nell’isola della Costa Smeralda. Il primo di dieci carichi annunciati, per un totale di trentamila tonnellate di maleodorante e tossicissima melma. Spedisce la società Paradivi Servizi di Catania. Il viaggio della nave dei veleni viene sospeso per ordine della Capitaneria di Porto di Olbia e la gente di Gallura s’indigna e grida allo scandalo, “non siamo la pattumiera d’Italia” e cose simili. Dopo, perché c’è sempre un dopo, si scopre che le cose non stanno esattamente cosi come appaiono. Non c’è una mente colonizzatrice crudele e malvagia che considera la nostra isola, una pattumiera. In realtà c’è un Consorzio Industriale Provinciale del Nord-Est Sardegna che ha stipulato un contratto da un milione di euro con l’impresa Paradivi Servizi di Catania per smaltire in loco il percolato. Ed è tutto in regola perché esiste in Gallura un inceneritore che ha tutte le autorizzazioni e i permessi per farlo essendo autorizzato a trattare centoquarantacinquemila tonnellate all’anno di percolato. Il depuratore è gestito da un consorzio operante in Gallura, denominato Cipes della quale è Presidente Settimio Nizzi, ex sindaco PDL di Olbia. Interpellato nel merito della vicenda, il presidente dell’inceneritore si affretta a dichiarare di aver tempestivamente annullato il contratto con la Paradivi da un milione di euro perché lui ama la città di Olbia. Il contratto, è sempre Nizzi che parla, era stato stipulato a sua insaputa da un dipendente del Consorzio che ignorava il suo divieto di trattare in Sardegna percolato proveniente da altre regioni. In Gallura quindi si tratterà il percolato ma soltanto quello col marchio dei quattro mori, quello genuino locale, prodotto nostrano quindi e, come tale, decisamente migliore. Questo si chiama parlare chiaro e che non ci provino più gli Italiani a mandarci la materia prima per il nostro inceneritore. Se vi scappa da ridere, vi prego, fatte piano.

2 Responses to La SEDIA di VANNI

  1. admin scrive:

    La Nuova Sardegna, DOMENICA, 14 APRILE 2013

    Percolato sulle coste della Gallura, una scelta folle

    di EUGENIA TOGNOTTI

    E così, ci dicono le cronache, una nave carica di potenziali veleni si apprestava a partire dall’altra grande isola mediterranea e sarebbe sbarcata in Gallura, se, a bloccarla non fosse intervenuta, provvidenzialmente, la decisa presa di posizione dell’amministrazione comunale di Olbia e delle autorità portuali. Peraltro, si trattava solo di una prima tranche, qualcosa come tremila tonnellate che rappresentavano meno di un decimo di quanto era destinato a passare, nei prossimi mesi , dalla porta della Sardegna e della Costa Smeralda, proprio in concomitanza con l’esordio della stagione estiva e con l’arrivo dei vacanzieri. Sole, mare e percolato. Basta la parola per evocare discariche, prodotti di scarto e potenziali inquinanti. Una vera e propria bomba ecologica. Pericolosissima. Non per niente, in quel caso, le Procure dispongono il sequestro delle discariche, come è avvenuto di recente per quella siciliana di Bellolampo, da cui appunto proviene il percolato che doveva esser trattato nella discarica del Cipnes , acronimo del Consorzio industriale provinciale della Gallura. Ora – pur tenendo conto del fatto che quella struttura è in grado di farsi carico del trattamento di notevoli quantitativi di percolato e di rispondere alla domanda che proviene da altri centri galluresi , e dando per scontato che i controlli fossero rigidi e che tutto si svolgesse nel rispetto delle normative vigenti – non si può non mettere in discussione la scelta del Consorzio industriale di smaltire ben trentamila tonnellate di percolato siciliano. E viene da chiedersi: basta la pur ragguardevole cifra di un milione di euro a far dimenticar, a mettere tra parentesi i tanti fattori di rischio ragionevolmente prevedibili (infortuni, guasti ai dispositivi di sicurezza ecc.)? Fattori che potrebbero malauguratamente portare alla fuoriuscita di percolato e di potenziali inquinanti, contenenti sostanze che possono essere tossiche e nocive per l’ambiente e per l’uomo. Abbiamo già dato, verrebbe da dire, pensando ai misfatti perpetrati in quest’isola, per responsabilità e colpe più o meno vicine e più o meno pesanti : dagli effetti di un’industrializzazione distorta al consumo dissennato del territorio, al pesante giogo delle “servitù militari” che hanno trasformato lembi di paradiso in luoghi pericolosi per uomini e animali e su cui aleggiano, come una tremenda spada di Damocle, le “polveri di guerra”. Inquinamento, contaminazione e veleni hanno inferto colpi mortali a questa terra- isola che un gallurese d’adozione,Fabrizio de Andrè, descriveva così, con occhi da innamorato: “Ventiquattromila chilometri di foreste di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso, dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”. Senza voler, naturalmente, amplificare il pericolo delle navi cariche di rifiuti che si apprestavano a salpare per Olbia , attraversando il mare “protetto” della preziosa riserva marina di Tavolara, la vicenda offre l’occasione per discutere di scelte – in generale – che potrebbero mettere a rischio il delicato ecosistema, danneggiare l’ambiente, condizionare le attività antropiche come quelle della mitilicoltura . E si sa come le cozze vogliano dire, per Olbia , mare e cultura del mare, tradizioni gastronomiche, linguaggi, socialità oltre ad economia, saperi e mestieri. In un territorio in cui il turismo di qualità e i valori ambientali e paesaggistici rappresentano un capitale tanto importante, non sembra di chiedere troppo pretendendo che le scelte delle classi dirigenti, a tutti i livelli, siano quanto più possibile oculate e non mettano a rischio quel che resta di un patrimonio che abbiamo in parte dilapidato.

  2. [...] a Olbia contro l’arrivo del percolato siciliano “Chista tarra è la nostra” Prosegue e si estende in Gallura la mobilitazione contro l’arrivo delle navi cariche di percolato…. Domenica a Olbia, con lo slogan “la terra nostra non è la discarica di nessuno”, si svolgerà [...]

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