Oggi giornata di giustizia
Oggi giornata di giustizia.
di Tonino Dessì, su fb
Condannato, sia pure in esito a giudizio abbreviato, uno dei carabinieri stupratori delle ragazze statunitensi a Firenze e l’altro rinviato a giudizio per lo stesso delitto.
Al processo per l’omicidio di Stefano Cucchi, uno dei carabinieri ha confessato in udienza dibattimentale il brutale pestaggio e ha chiamato in causa gli altri suoi colleghi.
Non sono un feroce giustizialista e non ritengo che il processo e la condanna penale risolvano i problemi culturali, sociali o politici, nè che con la punizione dei casi esemplari quel che sta al fondo dei problemi cessi di esistere e possa esser rimosso dall’attenzione pubblica, che invece va mantenuta costante.
Però servono, i processi, entro i limiti in cui debbono servire.
Fra i due casi una differenza e un tratto comune, entrambi non da poco. [segue]
Accaduto a distanza di tempo dal primo, il processo per lo stupro delle due ragazze non ha visto, come pure si poteva temere, nessuna copertura istituzionale per i militari colpevoli.
Commesso in altre circostanze e temporalmente precedente, l’omicidio del giovane arrestato ha visto in opera un’autentica cospirazione volta a negare, occultare, depistare.
La coincidenza temporale della giornata odierna forse rivela un cedimento di certe attitudini e inclinazioni alla complicità, usuali quando i colpevoli appartengano a determinati poteri dello Stato e quando le vittime siano persone normali.
In casi come quello delle due ragazze credo che un’opinione pubblica che rifiuti fermamente ogni minimizzazione o condiscendenza sessista resti un fattore indispensabile di vigilanza etica e civile.
Questo vale anche per casi come quelli in cui un cittadino inerme finisca triturato da un brutale abuso di potere. Sappiamo infatti che si tratta di casi tutt’altro che rari.
Nella vicenda di Cucchi, tuttavia, certamente un ruolo speciale ed esemplare ha avuto la sua famiglia e in particolare la sorella Ilaria, con la sua tenacia e con la sua determinazione.
Ilaria Cucchi non si è fatta scoraggiare neppure dalle minacce di esagitati e di fascisti nè dalle offese più vili, queste ultime pesantemente aggravate dall’esserle state rivolte anche dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Salvini, che non ha perso l’occasione, appena poche settimane fa, di manifestarsi anche su questa vicenda per la pessima persona che è.
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La foto è tratta dalla pagina fb di Claudia Sarritzu, riferita a un suo pertinente commento, che riportiamo integrale.
Claudia Sarritzu
Se fai questo mestiere come lo faccio io, con senso di giustizia e passione, sogni un giorno non lontano di poter aprire il giornale così. E quel giorno è arrivato.
Ci ha messo 9 anni, Francesco Tedesco uno dei cinque militari imputati, a confessare quanto successo durante e dopo le fasi dell’arresto di Cucchi, indicando (finalmente) come autori del pestaggio i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati con Tedesco di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità e dicendo che il maresciallo Roberto Mandolini e il carabiniere Vincenzo Nicolardi erano a conoscenza di quanto avvenuto.
Stefano avrà finalmente giustizia. Che il Ministronzo chieda scusa a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia.
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