- Mixina antiga – Ignazio Buttitta – Una domanda a Enrico Giovannini - In ore puerum veritas…
- MIXINA ANTIGA
Fiore de pabanzolu.
candu giughes un oju oberi e tanca
ponimus pro culpa de un anzolu,
fagheli sas ficas a manu manca:
as a biere, cun su tempus, passat solu.
Il 5 aprile 1997 ci ha lasciato Ignazio Buttitta, poeta siciliano, socialmente impegnato.
Era nato a Bagheria, provincia di Palermo, nel 1899, i suoi versi rispecchiano un secolo di storia e di lotte: le lotte contadine, le due guerre mondiali, l’antifascismo, la lotta alla mafia e al malgoverno. Pubblicava un settimanale “La povera gente” e si battè negli anni ’20 per le 8 ore lavorative e contro i dazi. Fu arrestato, non si arrese. Comunista dal 1924 fino alla morte.
Così si esprime nella sua poesia Lingua e Dialettu (1970):
Un populu mittitilu a catina / spugghiatulu / attuppatici a vucca, / è ancora libiru.
Livitici u travagghiu / u passaportu / a tavola unni mancia / u lettu unni dormi / è ancora riccu. // Un populu / diventa poviru e servu / quannu ci arribanu a lingua / addutata di patri / è persu pi sempri.
- UNA DOMANDA A ENRICO GIOVANNINI
Lei è Presidente dell’Istat, presidenza raggiunta attraverso un iter ineccepibile: laurea, ricercatore Istat, Isco, Ocse, Istituto Mattei… leggo di lei che avrebbe innovato il metodo statistico, il che mi fa pensare che Lei abbia accantonato la media del pollo ricordata da Trilussa e abbia condotto la scienza statistica dal campo dell’aritmetica a quello della psicanalisi. Infatti Lei è tra coloro che hanno lavorato all’introduzione dell’euro e che certamente, quando si vide che il carrello della spesa, che prima si riempiva con 50mila lire, richiedeva 100 euro per lo stesso risultato, hanno creato la meravigliosa formula della “inflazione percepita”, di un inganno dei sensi si trattava, un soggettivo sentire che obnubilava il cranio della massaia: tutto costava il doppio, ma per la scienza statistica, che è oggettiva, l’inflazione era all’1,5… Nessuno di coloro insinuò l’idea che occorresse un severo controllo dei prezzi. Lei, leggo, ha studiato “come si evolve il benessere di una società”. Cavolo! Però non ha studiato come si involve il malessere della nostra società. Ora questo le domando: che saggezza porterà al Magnifico Consesso dei Saggi, tabelle sul benessere sociale? quanti ristoranti sono sempre affollati? o quanti si sono impiccati nel corso del 2012
Altro che saggio! La verità esce dalla bocca dei bambini. E come un bambino, nonostante l’età e le origini sarde, Onida ci è cascato. Ha ammesso che i saggi probabilmente non servono a niente, se non a prendere tempo, dato lo stallo. Su questa parola – stallo – ci sarebbe da ridire. Stallo è termine preso dal gioco degli scacchi, significa che al giocatore cui spetta la mossa, pur non avendo il Re sotto scacco, non è rimasta alcuna mossa lecita da fare. Chi sono i giocatori nel nostro caso? L’elettorato, che ha creato questa situazione sulla scacchiera politica e il Presidente, cui spetta la mossa. Il Re? Diciamo che sia quello che, bene o male, (piuttosto maluccio, direi) ha ricevuto la corona del vincitore al momento di schierare i pezzi. cioè Bersani. Il giocatore (Napolitano) non aveva alcuna mossa lecita? Lo nego. Era lecito, anche uno dei 5stelle lo ha candidamente dichiarato, dare l’incarico a Bersani e consentire alle Camere di votare, poi, male che andasse, c’era un Governo di ordinaria ammistrazione preferibile a quello attuale. Era anche lecito, in alternativa, dimettersi immediatamente così che un nuovo Presidente sciogliesse le Camere (o una sola Camera) e si tornasse subito a votare. Napolitano ha fatto un Consiglio di saggi, di cui nulla dice la Costituzione, un’inutile (dannosa) invenzione. Perchè? Gli piace Monti, l’orribile sua Creatura, e vuole che duri fino allo stremo della resistenza del popolo? Gli piace giocare al Presidente fino all’ultimo giorno? Chissà! Lo stallo non c’era, ma se c’è lo stallo, chi gioca a scacchi lo sa, si chiude la partita (patta) e se ne gioca un’altra, non si rimane a guardare la scacchiera per tre mesi.
[…] Palermo, suo paese natale, muore il poeta siciliano Ignazio Buttitta. Ho parlato di lui un anno fa (vedi Aladin Pensiero). Era nato il 19 settembre 1899. Soldato sul Piave a 18 anni, poeta a 22, militante politico a 23, […]