IMPEGNATI PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
Cominciamo a pubblicare la documentazione dell’incontro, mano mano che ci viene fornita dai relatori e dagli interventori nel dibattito.
Franco Meloni: presentazione dell’iniziativa
Poche parole per presentare in primo luogo gli organizzatori dell’iniziativa e successivamente l’iniziativa stessa.
Nasce in seno all’associazione spontanea che abbiamo denominato “Amici sardi della Cittadella di Assisi”, e che sarebbe pertinente anche denominare “Amici di padre Agostino”: un gruppo di amici ultrasessantenni che da studenti liceali e di altri ordini di scuole fece esperienza di comunità alla fine degli anni 60, sotto la guida spirituale di padre Agostino Pirri. Segnati positivamente da quella (ormai antica) esperienza ci siamo ritrovati e ci ritroviamo ogni mercoledì per parlare con padre Agostino del più e del meno e anche per ascoltare da Agostino qualche passo evangelico, che al di là delle scelte personali di ciascuno (amiamo definirci come un gruppo composto da credenti, da non credenti e da diversamente credenti), fa sempre bene, ci corrobora e ci aiuta nel nostro percorso di vita. [segue]
Come associazione abbiamo organizzato due viaggi a Assisi e altre località francescane, due viaggi a San Pietro di Sorres e iniziative culturali aperte all’esterno (visione documentari sul 68, film Il Vangelo secondo Matteo, conferenza su donne e madonne nella pittura di Caravaggio). L’iniziativa di oggi è un ulteriore segno di apertura sia per la tematica prescelta (La Laudato si’ di Francesco) sia per le collaborazioni che l’hanno consentita, precisamente Alpo, Associazione Museo della Ricerca, CoStat (negli interventi programmati saranno presentate brevemente le diverse associazioni) e, anche se non appare, la Comunità di San Rocco, sopratutto attraverso l’attività di un suo esponente, nostro amico, Angelo Corda, che ha anche curato la grafica della bella locandina del nostro incontro.
LA POLITICA RISPONDA ALLE ISTANZE DELLA “LAUDATO SÌ’”
La scelta della presente iniziativa ci mette in sintonia con un appello lanciato da alcuni intellettuali,
(Mario Agostinelli e don Virginio Colmegna della Casa della Carità di Milano, Raniero La Valle e altri) la cui finalità è che i temi dell’enciclica Laudato Sì’ di papa Francesco (il clima, la Terra, la giustizia sociale) vengano assunti come problemi politici e diventino oggetto di programmi e iniziative politiche, naturalmente allo stesso livello in cui i problemi si pongono, cioè a livello sia nazionale che globale. In base all’adesione all’impostazione di tale petizione il nostro impegno si concretizza nel “contribuire a connettere associazioni, movimenti, organizzazioni, attivisti e studiosi che si occupano delle tematiche che trovano armonica collocazione nel contesto indicato dall’enciclica Laudato si’ e farne patrimonio formativo, educativo, culturale e sociale”. Allora, se le analisi e le preoccupazioni del papa sono giuste, occorre trovare le strade per una loro traduzione nell’azione politica. Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale. “Ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri”.
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Dicevamo incontro, non convegno, cioè un’occasione semplice, piccola, senza particolare enfasi mediatica, di riflessione e confronto a più voci che utilizzando la felice espressione di Papa Giovanni, ripresa da Papa Francesco nella Laudato si’ coinvolge donne e uomini “di buona volontà” (1), appunto la “qualità” di quanti qui convenuti, sotto questo “comune sentire”.
Riconosciamo che l’argomento è complesso (basta scorrere l’indice dell’elaborato) e non esauribile neppure per titoli, nelle due ore che qui gli dedichiamo.
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LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
CAPITOLO PRIMO
QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA
I. INQUINAMENTO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Inquinamento, rifiuti e cultura dello scarto
Il clima come bene comune
II. LA QUESTIONE DELL’ACQUA
III. PERDITA DI BIODIVERSITÀ
IV. DETERIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA UMANA E DEGRADAZIONE SOCIALE
V. INEQUITÀ PLANETARIA
VI. LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI
VII. DIVERSITÀ DI OPINIONI
CAPITOLO SECONDO
IL VANGELO DELLA CREAZIONE
I. LA LUCE CHE LA FEDE OFFRE
II. LA SAPIENZA DEI RACCONTI BIBLICI
III. IL MISTERO DELL’UNIVERSO
IV. IL MESSAGGIO DI OGNI CREATURA NELL’ARMONIA DI TUTTO IL CREATO
V. UNA COMUNIONE UNIVERSALE
VI. LA DESTINAZIONE COMUNE DEI BENI
VII. LO SGUARDO DI GESÙ
CAPITOLO TERZO
LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA
I. LA TECNOLOGIA: CREATIVITÀ E POTERE
II. LA GLOBALIZZAZIONE DEL PARADIGMA TECNOCRATICO
III. CRISI E CONSEGUENZE DELL’ANTROPOCENTRISMO MODERNO
Il relativismo pratico
La necessità di difendere il lavoro
L’innovazione biologica a partire dalla ricerca
CAPITOLO QUARTO
UN’ECOLOGIA INTEGRALE.
I. ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
II. ECOLOGIA CULTURALE
III. ECOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA
IV. IL PRINCIPIO DEL BENE COMUNE
V. LA GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI
CAPITOLO QUINTO
ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
I. IL DIALOGO SULL’AMBIENTE NELLA POLITICA INTERNAZIONALE
II. IL DIALOGO VERSO NUOVE POLITICHE NAZIONALI E LOCALI
III. DIALOGO E TRASPARENZA NEI PROCESSI DECISIONALI
IV. POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA
V. LE RELIGIONI NEL DIALOGO CON LE SCIENZE
CAPITOLO SESTO
EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA
I. PUNTARE SU UN ALTRO STILE DI VITA
II. EDUCARE ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE
III. LA CONVERSIONE ECOLOGICAIV. GIOIA E PACE
IV. GIOIA E PACE
V. AMORE CIVILE E POLITICO
VI. I SEGNI SACRAMENTALI E IL RIPOSO CELEBRATIVO
VII. LA TRINITÀ E LA RELAZIONE TRA LE CREATURE
VIII. LA REGINA DI TUTTO IL CREATO
IX. AL DI LÀ DEL SOLE
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Tuttavia il tempo a nostra disposizione è sufficiente, magari integrato da qualche lettura precedente o successiva, attraverso gli interventi programmatici e auspicabilmente il successivo dibattito, a darci il senso del messaggio pontificio [La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.]
E poi, ci saranno sicuramente altre occasioni, di altri soggetti, ma anche nostre, per riprendere singoli aspetti dell’Enciclica.
Esemplifichiamo come potremmo articolare questi ulteriori temi utilizzando la traccia data dalla stessa Enciclica:
- l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta;
- la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso;
- la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia;
- l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso;
- il valore proprio di ogni creatura;
- il senso umano dell’ecologia;
- la necessità di dibattiti sinceri e onesti;
- la grave responsabilità della politica internazionale e locale;
- la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita.
LE INIZIATIVE A LIVELLO INTERNAZIONALE IN SINTONIA CON LA LAUDATO SI’
Le tematiche di cui sopra ben si collegano a iniziative positive assunte a livello istituzionale, tra le quali oltre ai vari Accordi sul clima, peraltro largamente disattesi (da Rio 1992 a Parigi 2015: https://www.agi.it/estero/clima_accordo_parigi_cop_21_trump_cronologia-1835193/news/2017-06-01/ ), segnaliamo l’Agenda 2030, della quale diamo alcune informazioni traendole da un sito web istituzionale dedicato [http://asvis.it/agenda-2030/ ]. Vogliamo rimarcare la perfetta sintonia tra le analisi e le proposte di Papa Francesco, contenute nella Laudato si’ e l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile (2).
Agenda 2030
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. È un evento storico, sotto diversi punti di vista. Infatti:
- È stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo, ed è questo il carattere fortemente innovativo dell’Agenda, viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo;
tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò vuol dire che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu;
l’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.
“The new agenda is a promise by leaders to all people everywhere. It is an agenda for people, to end poverty in all its forms – an agenda for the planet, our common home” (Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite)
- Il processo di cambiamento del modello di sviluppo verrà monitorato attraverso un complesso sistema basato su 17 Obiettivi, 169 Target e oltre 240 indicatori. Sarà rispetto a tali parametri che ciascun Paese verrà valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
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Per concludere
Ovviamente cerchiamo di calare, per quanto è possibile e riusciamo a fare, questa problematica di tipo generale nella nostra realtà sarda. Dalla consapevolezza della situazione così come si presenta e come noi la leggiamo, alle proposte di intervento rivolte in primo luogo alla “politica”, ma anche a tutti noi cittadini, singoli e organizzati.
In questo ambito si situano particolarmente gli interventi di Fernando Codonesu (CoStat) e di Giacomo Meloni (diverse appartenenze, senza dimenticare che è il segretario nazionale di un’organizzazione sindacale, la CSS, anche se non è presente in tale veste) e degli esponenti delle altre associazioni organizzatrici di questo nostro incontro:
- Andrea Cadelano rappresentante dell’Alpo
- Sandro Deplano per l’Associazione Museo della Ricerca
e altri
Ma prima di tutto cerchiamo di cogliere l’essenza del messaggio spirituale di Papa Francesco attraverso le parole di padre Salvatore Morittu, Custode dei Frati Francescani Minori della Sardegna. Cogliamo qui l’occasione per ringraziare padre Mario Solinas, Guardiano di questo Convento, che ci ospita.
Ringraziamo l’Arcivescovo mons. Arrigo Miglio che pur oberato di concomitanti impegni non ha voluto mancare, lasciandoci, nella fase iniziale del nostro incontro, diverse, importanti, significative riflessioni, sulle quali non mancheremo di tornare.
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NOTE
(1) [Laudato si’] 3. Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli uomini di buona volontà”. Adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta. Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.
(2) Sostiene Enrico Giovannini nel suo pregevole libro “L’Utopia sostenibile”, Edizioni Laterza, (2018), pagg. 151, del quale raccomandiamo vivamente la lettura: “(…) poche persone ricordano che l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco fu pubblicata a maggio del 2015, cioè pochi mesi prima della firma dell’Agenda 2030, proprio al fine di esercitare una pressione verso i governi che ancora discutevano del suo contenuto” [dell'Agenda] (cit. ibid, pag. IX).
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Segue reportage fotografico tratto dalla pagina fb di Giacomo Meloni
[…] e da diversamente credenti), fa sempre bene, ci corrobora e ci aiuta nel nostro percorso di vita. [segue] Come associazione abbiamo organizzato due viaggi a Assisi e altre località francescane, due viaggi […]
[…] maggio 2018]. ——————————- Informazioni Sono online i primi materiali dell’incontro di mercoledì 16 maggio 2018. « Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne […]
[…] Informazioni Sono online i primi materiali dell’incontro di mercoledì 16 maggio 2018. « Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne […]
[…] La lettura dell’enciclica “Laudato Sì’”, per un laico costituisce un banco di prova e un grande stimolo al confronto. Intanto va salutata innegabilmente come un approdo felice all’ecologia e alla tutela dell’ambiente e più in generale della Terra considerata come la nostra casa comune che, oggi più che mai, sta attraversando una fase di pericolo che rischia di mettere definitivamente fine alla maggior parte degli ecosistemi presenti nelle diverse latitudini del pianeta. E’ un pericolo, quello che si sta vivendo, che è il portato dell’antropocentrismo esasperato e delle modalità in cui l’homo sapiens ha caratterizzato le varie fasi della sua conquista e di espansione su tutto il pianeta con la distruzione di intere specie, a partire dai progenitori neanderthaliani, e di interi ecosistemi. Si stima che degli ecosistemi creati sulla terra a partire dagli albori della comparsa delle prime forme di vita, oggi il 50% non esista più, il 47% risulta fortemente compromesso ed appena il 3% viene ancora ritenuto integro. Ora, se i dati sono questi, si potrebbe obiettare che la traiettoria dell’autodistruzione di gran parte dell’umanità sia tracciata e su questa constatazione si può sicuramente convenire. Ciò nonostante non va ritenuta irreversibile, purché ci sia una grande alleanza tra gli esseri umani volta alla “custodia e coltivazione” del bene comune e su questo un contributo importante può essere dato oltre che dai vari attori laici, organizzazioni locali, nazionali e sovranazionali, anche dalle grandi religioni, tra queste sicuramente la religione cattolica proprio a partire dalla recente enciclica Laudato Sì’ di Papa Francesco. Il presupposto nel considerare qualunque pensiero umano da qualunque fonte provenga, compreso un pensiero alto come quello rappresentato da un’enciclica papale, è quello di considerarlo un “punto di vista” e come tale può essere discusso e criticato in qualche punto e talvolta anche nel suo impianto generale. Nel caso specifico, va detto che salvo i riferimenti alla fede e a Dio che necessariamente devono essere presenti nel magistero della Chiesa e a maggior ragione in quello del Papa, elementi questi che vanno rispettati in quanto tali, in tutti i contenuti esposti nell’enciclica che trattano dell’ambiente e della necessità di un’ecologia integrale, è ben tracciato ed evidente un terreno di lavoro e di azione comuni tra credenti e non credenti per i prossimi anni a venire. Certo, l’enciclica dimentica di dire che la stessa Chiesa cattolica e altre grandi religioni monoteiste hanno avuto un ruolo storico più che dimostrato nella centralità dell’uomo come “dominatore” della natura, con grave nocumento e danno delle altre specie presenti sulla terra e di quanto successo nella storia dell’uomo e del suo sviluppo economico e sociale, con il dominio interspecie, oltre che infraspecie, attraverso i noti conflitti e varie dominazioni documentati dalla storia, per intenderci tutti gli eventi storici che hanno portato al dominio di uomini su altri uomini, spesso realizzati con la croce in una mano e la spada nell’altra. D’altronde, così come accade per i tre verbi dominare, custodire, coltivare, riportati nella Genesi di cui spesso si dimentica il primo, va detto che anche le tre grandi parole della rivoluzione francese libertà, uguaglianza, fraternità, che da oltre due secoli guidano l’agire di molta parte dell’umanità, a partire dagli Stati occidentali, la terza, la fraternità più che trascurata, spesso viene dimenticata, se non cancellata del tutto. Sono convinto che sia caratteristica dell’uomo, in tutti i ruoli ricoperti durante la propria esistenza, utilizzare solo una parte delle cose e dei riferimenti ideali tramandati, in genere il più vicino al proprio agire, il più utile come giustificazione di ciò che si pensa, di ciò che si è, di ciò che si fa. Poiché ognuno di noi si rapporta al mondo con il proprio punto di vista, va detto che il punto di vista di un laico riguarda il ruolo della scienza nella comprensione della natura, della struttura intima della materia, dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, con la consapevolezza che la scienza è il faro che oggi illumina il buio e l’ignoranza di ieri e ci può permettere domani di illuminare il buio e l’ignoranza di oggi. In poche parole, ciò che oggi non comprendiamo o non comprendiamo del tutto, grazie al metodologia della scienza e all’evidenza sperimentale, può essere compreso domani. Allora, anziché prendere in considerazione i vari aspetti dell’enciclica che, qui si ripete, deve essere considerata come una pietra miliare della consapevolezza umana sulla responsabilità che ciascuno di noi deve sentire nella cura dell’ambiente in cui viviamo, alla pari se non di più dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile deliberata dalla Nazioni Unite, qui mi interessa fare una semplice considerazione sul ruolo degli uomini sulla terra, prendendo spunto innanzitutto da due citazioni. Nel secondo libro dei madrigali a cinque voci di Claudio Monteverdi, Venezia 1590, su testo di Torquato Tasso, in un verso di Dolcemente dormiva la mia Clori, si fa riferimento al tempo come segue: “tempo perduto non s’acquista mai”. Nell’enciclica Laudato Sì’ di Papa Francesco, dedicata all’ambiente come casa comune di tutti gli uomini e non solo, nel punto 178, afferente a “Il dialogo verso nuove politiche nazionali e locali”, a proposito del tempo, riprendendo una citazione dell’Evangelii gaudium si legge “Si dimentica così che il tempo è superiore allo spazio”, un concetto, questo, che alla luce della fisica moderna appare come una contraddizione in termini in quanto lo si mette in relazione al concetto di spazio come entità a sé stante, in quanto entità differenti tra loro. Oltre un secolo fa, Albert Einstein ci ha fatto capire che spazio e tempo non esistono separatamente, ma sono un tutt’uno che chiamiamo “spazio-tempo”, per cui possiamo dire che la limitatezza del tempo, anche se rapportato alle sensazioni, pensieri e azioni dell’uomo, è sempre accompagnata dalla proporzionale limitatezza dello spazio. Ciò è tanto più vero se si ragiona alla luce delle ultime teorie che indagano sugli spazi infinitamente grandi e sulla struttura infinitesimale della materia, l’astrofisica da un lato e la fisica delle particelle dall’altra, con particolare riferimento alla meccanica quantistica e alla gravità quantistica, con le ultime evidenze sperimentali che, ancorché parziali, sono molto incoraggianti nei confronti delle ultime conquiste della scienza nella comprensione della materia. Lo spazio-tempo è creato e definito punto per punto dalle masse che vi gravitano dentro, si tratti di particelle, pianeti, stelle, galassie o quanto altro. Il fisico Carlo Revelli nel libro “La realtà non è come ci appare” (ed. Cortina, 2014) ci ricorda che alla scala della lunghezza di Planck, cioè per numeri estremamente piccoli, lo spazio e il tempo cambiano natura e diventano “spazio e tempo quantistici” per i quali non è mai possibile che li si possa determinare separatamente, come ci insegna il principio di indeterminazione di Heisenberg. In poche parole più si è precisi nel misurare la posizione di una particella, più tale particella si allontana dall’osservatore e ciò accade perché è dotata di una grande energia. Tale energia, per la teoria della relatività di Einstein, fa incurvare lo spazio. Lo spazio senza tempo, perciò, non esiste e se si concentra troppa energia in uno spazio piccolo, il risultato è che tale spazio si può curvare così tanto da diventare un buco nero e la particella che vi sprofonda diventa invisibile. Se la particella non c’è più, non ne individuiamo la posizione e ciò ci impedisce anche di vedere il “suo spazio”. Il “molto tempo” riportato nell’enciclica o il “tempo perduto” del Tasso, perciò, di fatto non esistono senza lo spazio che, a sua volta è tanto o poco perché fa parte della stessa trama spazio temporale determinata dalle masse che vi gravitano. Ma torniamo al nostro vivere nel mondo percepito dai nostri sensi. Intanto noi esseri umani pensiamo e viviamo sempre il presente. Per l’essere umano il futuro che siamo capaci di pensare viene sempre vissuto al presente. Un presente che si sostanzia di ricordi (passato) e di attese (futuro), ma sempre vissuto al presente. Il nostro tempo, perciò, è per noi la nostra eternità. Qui torna utile ricordare il pensiero filosofico o il grande poeta e scrittore lusitano Fernando Pessoa: “Siamo quel che siamo grazie a ciò che siamo stati” e ciò è ulteriormente provato dalla consapevolezza che viviamo l’istante presente in un continuum di ricordi e di attese, cioè di proiezioni, rispettivamente, verso il passato e il futuro, per cui ogni istante della nostra vita è parte della nostra eternità. Allo stesso tempo, però, come uomini consideriamo il tempo e lo spazio attraverso la limitatezza dei nostri sistemi biologici neurosensoriali e questi ci fanno comunque misurare il tempo, con il suo passare inesorabile dal primo istante del mondo (ad oggi noto come Big bang), allo scorrere delle unità di misura da noi scelte e individuate negli apparati di misurazione più o meno precisa, dai secondi, alle ore, ai giorni, ai mesi e anni delle fasi della nostra vita, perché è ben noto che su questa terra si nasce, si vive, si muore. Nelle fasi della nostra esistenza lo scorrere del tempo è inesorabile e per ciascuno di noi, almeno con la nostra realtà sensoriale, siamo coscienti che il tempo è la nostra risorsa individuale più limitata: è il vivere il nostro poco tempo che ci procura gioia e dolore, soprattutto nel constatare il tempo che passa e che ci porta via la nostra vita, il nostro essere “eterni” per avere avuto il privilegio di aver calpestato questa Terra. E allora, in questo nostro passaggio sulla Terra, ricordiamoci di non ferire ciò che ci fa vivere, l’ambiente in cui viviamo e che per tutti gli esseri viventi è rappresentato dalla biosfera che è l’unico spazio costituito dal suolo calpestabile, dalle profondità dei mari e da uno strato di atmosfera per noi vitale, ovvero i primi 10 km di altitudine. Insomma uno spazio tutto sommato sì grande, ma fin troppo piccolo e fragile perché costituito da appena una porzione di circa 20 km comprensivo di profondità marine, suolo terrestre e appunto il primissimo strato dell’atmosfera, e così interconnesso nelle sue componenti acqua, aria, terra, che dobbiamo preoccuparci del nostro incedere sul pianeta, un incedere che non deve lasciare ferite, un incedere che deve essere “leggero” e che faccia del nostro essere parte della natura la consapevolezza prima che la vita di ciascun essere umano e dell’umanità nel suo complesso deve potersi svolgere in totale equilibrio con le risorse naturali che riceviamo alla nostra nascita e che abbiamo il dovere di trasmettere senza degrado alle generazioni che verranno dopo di noi. ———————— – Iniziativa sulla Laudato si’ […]
[…] senza degrado alle generazioni che verranno dopo di noi. ———————— – Iniziativa sulla Laudato si’ del 16 maggio 2018. ——-Oggi lunedì 28 maggio 2018——– L’incontro-dibattito su […]
[…] Sì: un punto di vista laico 2 Giugno 2018 Fernando Codonesu su Democraziaoggi. La lettura dell’enciclica “Laudato Sì”, per un laico costituisce un banco di prova e un grande stimolo al confronto. Intanto va salutata innegabilmente […]
[…] rispondere alla sfida lanciata dalla ricerca scientifica e dalle nuove applicazioni tecnologiche. Sulla base del riferimento alla “Laudato si’”, e in convinta adesione allo spirito ed alla…, si può contrastare il degrado ambientale, lottare contro le povertà in modo più moderno ed […]