Punta de billete per martedì 4 aprile 2017: Giuseppe Toniolo

LocandinaSettimanaSociale2017Stampace-di-Renato-dAscanio-TiccaImpegnati per il lavoro nel nome di Giuseppe Toniolo
Martedì 4 aprile 2017, Chiesa Santa Restituta, piazzetta Santa Restituta, Cagliari. Approfondimenti.
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vita di Giuseppe Toniolo- Giuseppe Toniolo (1845-1918), un economista fuori dagli schemi.

Noi, ragazzi della Toniolo.
ape-innovativadi Franco Meloni
A noi, ragazzi degli anni sessanta/settanta, che frequentavano nella Parrocchia di Sant’Anna, l’associazione “Gioventù Italiana di Azione Cattolica Giuseppe Toniolo”, bastava identificarci come “quelli della Toniolo”, fieri di appartenere a un’organizzazione laicale prestigiosa, in grado di coniugare impegno religioso, sociale, culturale, sportivo, la cui fondazione risaliva agli anni del secondo dopoguerra. Poco sapevamo del personaggio che le dava nome, che solo più tardi abbiamo appreso essere un grande scienziato economista e sociologo, impegnato cristianamente al servizio della società civile e fervente uomo di Chiesa, qualità che gli valsero nel 2012 la beatificazione. Così nei nostri periodici appuntamenti di “ex soci della Toniolo”, che datano da diversi anni, oltre che nel piacere di ritrovarci, più o meno anziani, intorno al nostro storico assistente spirituale, mons. Dino Pittau (per noi sempre don Dino, oggi ottuagenario, per il quale preghiamo Dio che ce lo conservi a lungo), abbiamo pensato di ricordare Giuseppe Toniolo sia per ripercorrerne la vita esemplare (1845-1918), sia per coglierne gli insegnamenti tuttora attuali per noi e, soprattutto, per le nuove generazioni. Per delineare sinteticamente l’importanza del pensiero di Toniolo, utilizziamo le parole di Aldo Carera, curatore del libro “Giuseppe Toniolo. L’uomo come fine”, edito da Vita e Pensiero nel 2014, in una recente intervista al quotidiano L’Avvenire. «Toniolo è stato un originale interprete della secolare tradizione italiana che vedeva agire le istituzioni intermedie liberamente costituite come tramite tra l’interesse individuale e un interesse collettivo ordinato al bene comune. Una tradizione che portava a considerare l’economia connessa alla morale, in cui i lavoratori non sono considerati come una merce ma come persone, che anteponeva le ragioni dell’equa distribuzione dei risultati dell’arricchimento alle logiche dell’accumulazione e della speculazione finanziaria. Affermando la necessità di perseguire l’armonizzazione dell’utile individuale con il bene comune, Toniolo criticava sia le forme storiche assunte dall’economia di mercato sia la stessa scienza economica ispirata, soprattutto in ambiente anglosassone, alle ragioni dell’utilitarismo che egli considerava incapace di dare le indicazioni indispensabili per porre rimedio ai mali sociali generati dal capitalismo industriale. Una denuncia radicale che usciva dagli schemi culturali del suo tempo (…) Difficile, a riscontro con l’attuale processo di concentrazione della ricchezza nelle mani di ceti sociali sempre più ristretti, non aver presente la denuncia di Toniolo della «cupidigia» delle classi dominanti, del considerare l’uomo come mezzo per giungere alla ricchezza e non viceversa. (…) Toniolo non viveva solo di libri e di riflessioni teoriche; dai suoi studi derivava proposte operative, come la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese. Non limitandosi a prospettare nel lungo periodo l’abolizione del salariato, si fece promotore di una visione non conflittuale dei rapporti nelle imprese. Per lui il valore di ogni bene e di ogni ricchezza era frutto del desiderio che ogni uomo ha di svolgere un lavoro utile e oneroso per migliorare il proprio benessere e per estendere le proprie soddisfazioni sino ai beni accessori e voluttuari. Poneva l’uomo al centro di ogni sistema economico, anche di quello capitalistico (…) Impressionante, pensando ai suoi tempi, la capacità di Toniolo di considerare le vicende economiche nella più ampia gamma possibile di ambientazioni, di paesi, di continenti. Una prospezione che gli ha consentito di identificare le criticità di comportamenti sempre più diffusi, “cosmopolitici” diceva, quali, per esempio, la messa in dubbio dell’autonomia economica e degli assetti delle singole nazioni, piuttosto che i rischi di una generale diffusione del liberalismo e del socialismo. (…) Li considerava accomunati, pur per opposizione in eccesso – il mercato da una parte, lo Stato dall’altra –, dall’incapacità di salvaguardare contemporaneamente le ragioni della libertà individuale e il progresso dell’intera società. Due libertà da ricomporre agendo sulla moralità e sull’operosità degli individui e delle famiglie, sulla moralità e sull’operosità delle istituzioni e degli attori sociali. Alla cupidigia imperante opponeva un’economia intesa come attività produttiva e sociale a un tempo, ma sempre al servizio dell’uomo in quanto espressione materiale di un’armonia definita dai valori morali, coerente – scriveva – “con i fini spirituali della civiltà”».
Ecco perché Toniolo è molto attuale. E fa bene la Chiesa a riproporne le idee e le sue indicazioni in occasione delle giornate delle “Settimane sociali dei Cattolici italiani”, che proprio Toniolo promosse a partire dal 1907 e che nella 48a edizione si terrà a Cagliari nei giorni 26-29 ottobre p.v. sul tema suggerito da Papa Francesco “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale.”.

Nel percorso preparatorio di tale evento, martedì 4 aprile, con inizio alle ore 17 nella Chiesa di Santa Restituta a Cagliari si terrà un Convegno su “Impegnati per il lavoro nel nome di Giuseppe Toniolo”, promosso dall’associazione degli ex soci della Toniolo, al quale parteciperà anche l’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio.

3 Responses to Punta de billete per martedì 4 aprile 2017: Giuseppe Toniolo

  1. […] Domani. Impegnati per il lavoro nel nome di Giuseppe Toniolo. […]

Rispondi a Oggi lunedì 3 aprile 2017 | Aladin Pensiero Annulla risposta

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