Il declino della Fiera Internazionale della Sardegna: bastava pensarci prima! Ma i politici lungimiranti sono merce rara. Gli attuali amministratori navigano a vista, preoccupati solo del loro giardino.

ANCORA SULLA FIERA, ANCORA SOLO PAROLE, PAROLE, PAROLE… MA LA REGIONE E IL COMUNE TACCIONO. Fiera-Sardegna-panoramaOGGI 21 febbraio 2017 Maurizio De Pascale, presidente della Camera di Commercio di Cagliari: “Fiera Cagliari non è esclusiva Camera commercio”, in risposta ai giornalisti in occasione della conferenza stampa di presentazione del “cruscotto degli indicatori statistici 2016″. (fonte Ansa News) “La Fiera è un insieme di fabbricati più o meno in cattivo stato e più o meno agibili, con una grande estensione di asfalto degradato. Nessuno di questi elementi corrisponde a criteri di fruibilità, ma prima di mettere mano a tutta l’area bisogna definire funzioni e obbiettivi. Sarebbe da irresponsabili portate avanti una politica che ha visto negli ultimi anni un costo medio del sistema tra 1,5 e 2 milioni di euro di perdita all’anno”. Di recente il presidente della Camera di commercio di Cagliari ha incontrato i vertici della Regione e del Comune per affrontare il problema. “Una volta che verranno individuate le funzioni, gli obiettivi, la politica e la strategia per quell’area che deve essere di respiro regionale, solo allora saremo pronti a ripartire per dare fiato al sistema”.
ALCUNI GIORNI PRIMA —————————————–
Camera Commercio Cagliari: creare consorzio per la Fiera. De Pascale, coinvolgerò Regione e Città metropolitana
(Fonte Ansa News, Cagliari 10 gennaio 2017). “La Camera di Commercio da sola non riesce a gestire la Fiera, occorre creare un consorzio con Regione e Città metropolitana per investire sulla Fiera e rilanciarla”. Lo ha detto il presidente della Camera di Commercio di Cagliari, Maurizio De Pascale, in occasione della cerimonia di premiazione dei commercianti partecipanti alla prima edizione dei Mercatini di Natale nel centro di Cagliari. “Bisogna creare eventi e attrattive all’interno dell’area della Fiera, che attualmente, in alcune aree, è in stato di abbandono. A causa della legge di riforma delle Camere di Commercio non possiamo affrontare la questione da soli, così come gli interventi da eseguire. Il rilancio della Fiera è un argomento che intendo trattare entro fine gennaio con Regione e Città metropolitana. L’urgenza è dovuta dalla possibilità di ospitare un evento importante come la Convention internazionale dei Giovani democratici per la quale ci hanno chiesto la disponibilità”.
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Fiera-like-AltanSalviamo la Fiera di Cagliari. Ripensata, risanata e rilanciata nella gestione. Portata a mare e non buttata a mare! Funzionale a strategie di sviluppo della Sardegna nel Mediterraneo.
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lampada aladin micromicroAladinews – in sintonia con alcune parti politiche (Cagliari Città Capitale, Movimento 5 stelle) – nel recente passato ha avuto modo di esprime netta contrarietà alla messa in liquidazione della Fiera Internazionale della Sardegna, attualmente accorpata al Centro Servizi per le Imprese, unica sopravvissuta Azienda speciale della Camera di Commercio di Cagliari. I problemi della Fiera non sono certo recenti, risalgono infatti a molti anni fa, almeno dall’anno 2000, allorquando non si imboccò la strada del suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi, permanendo sostanzialmente ancorata a modelli superati, che pur si erano dimostrati validi dalla sua costituzione (1949) per ben cinquant’anni. E tutto ciò nonostante la consapevolezza dei decisori camerali che occorresse “ripensare” profondamente la Fiera, seguendo gli esempi di realtà fieristiche di successo nel panorama nazionale ed internazionale, come dimostrano i contenuti del libro “Storia di una fiera” (1).
Nel tempo si è preferito apportare solo aggiustamenti che non sono riusciti ad arrestare il progressivo declino della Fiera, fino alla situazione fallimentare delle ultime edizioni. Le presenze di visitatori in Fiera nel periodo della sua apertura non hanno subito nel tempo significative contrazioni (molti cagliaritani e i cittadini dell’area vasta non hanno smesso l’abitudine di frequentarla comunque), ma la funzione innovativa della Fiera è venuta a mancare insieme con la diminuzione del numero degli espositori, del giro d’affari… circostanze che hanno segnato negativamente soprattutto le ultime edizioni, nonché determinato l’accumulo di perdite economiche (ogni anno ripianate dai trasferimenti camerali). Le manifestazioni collaterali (Turisport, Fiori e Spose, Fiera Natale, etc) e gli altri eventi specifici, come anche le attività convegnistiche, pur importanti, non sono servite a compensare la progressiva crisi complessiva della Fiera, che la crisi economica generale giustifica solo in parte. Ciò che si segnala è soprattutto l’incapacità di capire i cambiamenti dei tempi e l’incapacità di modificare la propria missione e la propria organizzazione per affrontare le nuove situazioni. Responsabile di tutto ciò in primo luogo la dirigenza politica camerale perlomeno degli ultimi quindici anni (comprendendo in essa la fase commissariale) anche nella misura in cui non ha saputo esprimere un management adeguato. Altra causa delle crescenti difficoltà è il sostanziale isolamento nella gestione della Camera di Commercio e della sua Azienda Fiera, praticato dalla dirigenza politica camerale, frutto della scellerata modalità dei “compartimenti stagni“, per la quale le altre Istituzioni coinvolte nella politica economica della città e della sua area vasta – particolarmente la Regione e il Comune – sono rimaste colpevolmente estranee alle vicende camerali. Comportamenti che hanno determinato e continuano a provocare ingenti danni all’economia dei territori dei Sud Sardegna. Nonostante il tempo trascorso con la disarmante latitanza degli amministratori a tutti i livelli, ci può ancora tentare di invertire la rotta, evitando la definitiva soppressione fisica della Fiera, come condizione prima della sua auspicata riorganizzazione complessiva. Non sottovalutando il fatto che la chiusura formale dell’Azienda Fiera ha già dato la stura a mai sopiti appetiti speculativi sulle preziose aree che la ospitano.
Noi, insieme ad altre forze politico-culturali della città, riteniamo che la Fiera vada salvata per molte valide ragioni, che di seguito si elencano.
- segue -
- La prima in quanto fa parte integrante del patrimonio indentitario della città e, pertanto, della sua area vasta e della Sardegna. Con i suoi 68 anni di vita fa parte della memoria della città e ne ha accompagnato la sua ricostruzione e rinascita dalle macerie della guerra.

- La seconda in quanto costituisce un patrimonio in sé, fatto di aree ed edifici, tra questi ultimi ve ne sono alcuni di notevole interesse storico e architettonico e per questo protetti dai vincoli della Sovrintendenza (citiamo il Padiglione dell’Agricoltura progettato da Domenico Mezzini e da Ubaldo Badas e quello Casmez, progettato da Adalberto Libera – conosciuto anche come padiglione Figari -, che andrebbero adeguatamente risanati e ricuperati) (2).

- La terza in quanto chiuderla definitivamente oggi nella prospettiva di riaprirla chissà quando provocherebbe perdite rilevanti.

- La quarta in quanto esiste un futuro positivo se la si inserisce in un progetto strategico dello sviluppo della città metropolitana e della Sardegna, di cui diremo oltre.

- La quinta in quanto chiuderla definitivamente significherebbe perdere posti di lavoro a tempo indeterminato (erano 17 un anno fa, ora non sappiamo quanti), a cui si aggiungono quelli dell’indotto, mentre una Fiera risanata e ripensata produrrebbe nuova occupazione.

E dunque:
- occorre innanzitutto avere la consapevolezza che la Fiera non è solo un problema-risorsa della Camera di Commercio, ma della città e della Regione, anche considerando che l’ente Regione ne è in grande parte proprietaria (aree e numerosi padiglioni);
- occorre quindi definire un “piano industriale” triennale che la renda utile e produttiva. Il piano deve rispondere alle esigenze dello sviluppo economico della Sardegna, in particolare per quanto si riferisce alla promozione delle sue eccellenze (agroalimentare e turismo in primis, ma anche impresa innovativa, tra cui start up e spin off), all’apertura verso il mercato con particolare riferimento ai paesi rivieraschi del Mediterraneo, all’apertura a mare della struttura, rendendola strumento delle politiche riconducibili all’economia del mare, vera linea strategica dello sviluppo della città metropolitana. Per fare tutto ciò occorre rifarsi alle migliori esperienze similari in Italia, in Europa, nel mondo. Va ricordato come convincenti progetti di ridisegno e ampliamento del quartiere fieristico con la “discesa a mare della Fiera” sono da tempo disponibili, frutto di un apposito “concorso di idee” promosso e finanziato dalla stessa Camera di Commercio di Cagliari (2008-2009) (3). Connesso a quest’ultimo aspetto il fatto che la Camera di Commercio e il Comune hanno in tempi non lontani stipulato un protocollo d’intesa per facilitare le scelte di apertura della fiera al mare, rimasto lettera morta (4);
- occorre ancora ridefinire la forma societaria e la compagine sociale più efficace, che consenta la massima autonomia e responsabilizzazione, salvaguardando i poteri di indirizzo e controllo delle Istituzioni coinvolte, facendo tesoro anche in questo caso dalle esperienze positive presenti nel panorama nazionale ed internazionale;
- occorre infine dotarla di un management professionale di alto livello.

I piani e le risorse
- Il piano industriale, temporalmente almeno triennale, deve trovare copertura finanziaria attraverso gli apporti degli Enti partecipanti alla compagine societaria. Al riguardo importanti risorse possono essere, ulteriormente e in misura rilevante, reperite nei fondi strutturali europei (FESR, FSE, Agricoltura e Pesca, in particolare) e nel ricavato dalla vendita delle quote di minoranza della società di gestione dell’aeroporto di Elmas (Sogaer) da parte della Camera di Commercio. La Regione sarda deve conferire all’entità Fiera Internazionale della Sardegna, così come verrà giuridicamente ridefinita, tutte le competenze attuative di natura fieristica, attualmente assurdamente centralizzate negli assessorati regionali.

- Deve essere trovata un’intesa con le Università della Sardegna su tutti gli aspetti di interesse fieristico, in particolare per gli ambiti di studio e ricerca (comunicazione, management, aspetti economici, aspetti culturali, etc) e formazione di professionalità di livello superiore. Tali interventi possono trovare copertura su fondi dedicati, fondi comunitari/regionali, legge regionale sulla ricerca scientifica e trasferimento tecnologico (L.R. 7/2007).

Da dove ripartire subito?
Da una chiamata all’assunzione di responsabilità delle Istituzioni interessate (la Regione e il Comune metropolitano, in primis, l’Università… ) che insieme alla Camera di commercio e alle Associazioni di categoria devono trovare le migliori soluzioni possibili.
A tal fine proponiamo che entro marzo il presidente della Camera di Commercio insieme al Comune, alla Città metropolitana e alla Regione organizzi una conferenza con tutti gli altri attori pubblici e privati coinvolti per definire gli indirizzi sui quali muovere persone e risorse.

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Note
(1) “Storia di una fiera” edito dalla Camera di Commercio per i 50 anni della Campionaria della Sardegna, curato da Paolo Fadda (1998), in particolare del capitolo intitolato “Il futuro: verso un nuovo sistema fieristico”.
(2) Si veda al riguardo il breve saggio del prof. Aldo Lino, dell’Università di Sassari – Dipartimento di Architettura, pubblicato su SardegnaSoprattutto e ripreso da Aladinews.
(3) L’amministrazione dell’Azienda possiede tutta la documentazione dei progetti, perlato presente abbondantemente in internet. Ecco alcuni link dove reperire le informazioni: – http://www.archiportale.com/news/2009/07/risultati/fiera-di-cagliari-1°-premio-ex-aequo_16008_37.html – Sito Sardarch http://www.sardarch.it/index.php/2009/concorso-fiera-internazionale-della-sardegna-cagliari/ -
- sito Architetti: http://www.architetti.com/un-ex-aequo-al-concorso-di-idee-per-la-riqualificazione-della-fiera-di-cagliari.html
(4) Il protocollo d’intesa è allegato alla Delibera della Giunta municipale di Cagliari n. 53 del 27 maggio 2014.

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