La Cagliari sconosciuta, anche a gran parte dei Cagliaritani. Il palazzo dell’Economia della (declinante) Camera di Commercio di Cagliari.

C’era un fior di biblioteca, una volta, alla Camera di Commercio di Cagliari
di Gianfranco Murtas su Fondazione Sardinia

I giornali hanno pubblicato nei giorni scorsi una bella foto ritraente numerosi pazienti nostri concittadini in fila per entrare nella sede della Camera di Commercio, dall’ingresso ufficiale del largo Carlo Felice, in occasione della ventesima edizione di Monumenti Aperti. Entrati nelle sale basse e in quelle alte, bellissime, della presidenza e dei convegni, con i quadri bellissimi del Serpieri e del Pernis fra gli altri, essi sono stati impediti però di vedere la magnifica biblioteca camerale, una perla rara a Cagliari. Mal funzionanti (da anni!) le scale che portano al sottopiano, interdetti i locali adibiti da lunghi anni al servizio bibliotecario. Questo è l’incipit.
- SEGUE -
Direi così. E’ un patrimonio librario e documentario immenso, e molto, molto qualificato, quello della nostra Camera di Commercio. La biblioteca che è il servizio che ne cura la custodia e la fruizione da parte degli studiosi chi di economia chi di storia economica e civile, chi di diritto e di altre discipline fu istituita nel 1903, quando gli uffici erano ancora allogati al primo piano del palazzo Devoto Cao. Nel 1928, allorché vennero inaugurati i locali della nuova sede disegnata dal Beltrami e dagli altri architetti, fra cui il nostro Simonetti, la biblioteca divenne esemplarmente il cuore colto, rassicurante e ambizioso della intera Camera, con le progredienti intere raccolte della Gazzetta ufficiale, le dotazioni del Comizio Agrario e della scomparsa Reale Società agraria, i testi donati dal conte Sernagiotto di Casavecchia e, acquisiti alla vigilia del secondo conflitto mondiale, quelli rivenienti dalla famiglia Aymerich. Ma non solo: con il suo fondo recante edizioni del Cinquecento, del Seicento e del Settecento, le sue unità antiche assommavano, già ai primi censimenti, a 250 e le collezioni di quotidiani e riviste, anch’esse in continue implementazioni, coprivano i vuoti registrati nelle altre maggiori, fra cui l’Universitaria. Esse avrebbero fatto felici gli studiosi di cinquanta e ottanta anni dopo.

Alcune schede e diversi articoli a firma di Maria Rita Longhitano, illustrativi della ricchezza del patrimonio bibliografico ed anche archivistico della Camera (al netto delle perdite non marginali dovute alla guerra e ad altri accidenti), quantificano in undicimila le monografie presenti, in 800 i titoli di periodici (ben 120 in continuazione), mentre numerose sono le banche dati su supporto elettronico. E certo io non so tutto…

Apposite sezioni presenti nel sito ufficiale della Camera descrivono al meglio tante preziosità.

Credo di aver frequentato la biblioteca, per qualche tempo giornalmente, e comunque con assiduità sempre, dai primi anni ’80, un trentennio e più. Forse vi ho registrato cinquemila accessi. Lì ho trovato abili operatori come Sergio Zardi e Sandro Bifulco, da alcuni lustri ormai la dottoressa Longhitano, competente come pochi. Servizio ottimo sempre, all’altezza e gentile in ogni caso, anche nelle subordinate: nella ricerca cioè delle fonti alternative, delle sedi altre, quando necessario. E in quelle stanze silenziose e tranquille, ideali per la consultazione e lo studio, fra quei mobili eleganti di antica ebanisteria, quanta ricerca e quanti incontri! Vittorio Scano per il suo Almanacco di Cagliari, diversi suoi collaboratori impegnati a raccogliere i materiali per i rispettivi contributi, don Tonino Cabizzosu direttore (al tempo) dell’Archivio storico diocesano, Francesco Cocco già assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Carlo Figari già vice direttore de L’Unione Sarda, Paolo Fadda storico dell’economia e saggista prolifico e gustoso, e potrei moltiplicare l’elenco per cinquanta, e aggiungere decine di ragazzi impegnati nella stesura della loro tesi di laurea presso facoltà umanistiche od economico-giuridiche, perfino tecnico-ingegneristiche, provenienti ora dalla città ora dalla provincia o dalle province… Un polmone autentico di cultura per giovani e anziani, per docenti e cultori, per occasionali oppure seriali autori di monografie.

E se pur sia vero che oggi taluni accessi possono risparmiarsi per la messa in rete delle pubblicazioni – si pensi alla Gazzetta ufficiale – certo questo non è e non può valere per la prevalenza, anzi la grande prevalenza degli utenti potenziali e di quelli reali, sperimentati, che hanno necessità di consultare quanto è alla Camera e non è, per esempio, alla Universitaria o alla Provinciale, alla Regionale o all’Archivio della MEM, o al Consiglio di via Roma ecc.

Passo alla conclusione. Quello che duole è che da sei mesi ormai, per vera o presunta – direi vera sul piano obiettivo, ma pur gestibile – inagibilità degli ambienti deputati al servizio – sotterraneo rispetto al Largo Carlo Felice, al piano stradale ma interno a vederla dalla via Angioy, la biblioteca sia inaccessibile.

Commissariata la gestione amministrativa della Camera di Commercio, non sembra entrata nelle priorità, ma neppure nelle seconde file delle preoccupazioni della professoressa Piras, al comando pieno dell’ente, proprio la questione della biblioteca. E spiace molto – davvero molto – che ella non abbia mai avvertito come suo dovere, che invece potrebbe o dovrebbe nascere dalla stessa sua sensibilità di docente, di tenere informata l’utenza – leggi la cittadinanza – della tempistica prevista per il rimedio delle cause all’origine dell’interruzione del servizio.

E’ un modo, a mio avviso, sempre incomprensibile quello di non rispettare il pubblico, la cittadinanza, da parte di politici e burocrati di varia provenienza. La Piras si mostra omologa alla massa di chi, titolare di un ufficio pubblico, rimuove il dovere elementare della informazione, che è fatto di democrazia anch’esso. E pure ci vorrebbe poco: un comunicato alla stampa scritta e radiotelevisiva locale per comunicare i perché della sospensione ed i tempi del ripristino.

So bene quanto la Camera di Commercio di Cagliari avesse bisogno di una revisione radicale dei suoi bilanci, tanto più per raddrizzare orientamenti e scelte incomprensibili anch’essi, e certo non meno dei silenzi dell’attuale commissario straordinario. Non sarà mai nelle benemerenze della presidenza Deidda la sospensione delle pubblicazioni della bellissima rivista – “Sardegna Economica” –, cui non di rado mi è capitato di collaborare, diretta dal commendatore Paolo Fadda. Scriverci era diventato un punto d’onore anche per diversi docenti universitari colleghi della Piras.

Mentre si sopprimeva quel periodico, non si sopprimevano né si contenevano altre spese forse meno idonee a creare valore, e a dare valore, al buon nome storico della Camera fondata dal Serpieri e cofondata dal Rossi Doria e dal Pernis. Lontani un decennio ormai i tempi della perfetta diarchia Romano Mambrini – Paolo Solinas, perduta la sua rivista, l’ente camerale di Cagliari ha perduto anche la sua biblioteca. Nel silenzio generale. Sale una protesta, la mia, solitaria, a futura memoria.

One Response to La Cagliari sconosciuta, anche a gran parte dei Cagliaritani. Il palazzo dell’Economia della (declinante) Camera di Commercio di Cagliari.

  1. […] di Gianfranco Murtas, pubblicato sul sito della Fondazione Sardinia (e ripreso da Aladinews): (…) Quello che duole è che da sei mesi ormai, per vera o presunta – direi vera sul piano […]

Rispondi a Un appello di Gianfranco Murtas, giornalista e scrittore, per la salvezza della biblioteca della Camera di Commercio di Cagliari. Primo a raccoglierlo e rilanciarlo è Paolo Fadda, storico dell’economia. | Aladin Pensiero Annulla risposta

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