Democrazia
La Fondazione del Banco di Sardegna nega la sala per una conferenza sulla Costituzione
9 aprile 2016
di Marco Ligas e Andrea Pubusa
La Fondazione del Banco di Sardegna ha negato la Sala delle conferenze per un dibattito sul tema: “Le modifiche costituzionali e il procedimento legislativo: semplificazione o complicazione?”, con organizzatori e relatori due docenti della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, esperti della materia.
Ci sorprende questa decisione perché la direzione della Fondazione inizialmente ha dato il consenso perché l’iniziativa programmata si svolgesse regolarmente. Mentre poi ha mutato opinione per il solo fatto che il Comitato per il NO al referendum costituzionale ha diramato un invito alla partecipazione all’incontro.
Si tratta di una decisione immotivata e del tutto negativa: ostacolare un confronto democratico non è mai un segnale di apertura e di disponibilità al dialogo. Tanto più che il tema proposto per il dibattito del 12 aprile non si caratterizza certo per la sua eversione ma, al contrario, intende affrontare e approfondire le questioni relative alla riforma della Costituzione, in fase di approvazione, in seconda lettura, alla Camera dei Deputati.
Il tema proposto “Le modifiche costituzionali e il procedimento legislativo: semplificazione o complicazione?” ha infatti lo scopo di verificare se i cambiamenti approvati renderanno più agevole il procedimento legislativo o, al contrario, lo renderanno più complicato che mai. La stessa titolazione dell’incontro, posta in forma di quesito, mostra il carattere non propagandistico dell’iniziativa, del resto introdotta, come detto, non da esponenti politici, ma da giuristi del nostro Ateneo.
Abbiamo, dunque, ragione di pensare che il diniego sia motivato da ragioni politiche, connesse ad un’inammissibile allineamento della Fondazione ai desiderata del Governo nazionale, tanto meno giustificabili in quanto la discussione sui fondamenti giuridici della nostra convivenza è materia sottratta, per sua natura, a interferenze dell’esecutivo. E ancora, ecco un altro tema che vorremmo discutere: davvero la modifica costituzionale proposta garantisce una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica del nostro Paese o ne limita ulteriormente i diritti?
Invitiamo comunque la direzione della Fondazione, nonostante il grave gesto di chiusura, a partecipare, con la presenza di un suo qualificato rappresentante, alla stessa iniziativa, che terremo presso la Società degli Operai nella via XX Settembre n. 80, così da manifestare in pubblico il proprio motivato convincimento in ordine al quesito in discussione: il procedimento legislativo sarà più semplice o complesso se la modifica costituzionale supererà indenne il referendum oppositivo?
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