Politica e partiti regionali: l’eterno ritorno
Sarà un gioco, ma non è divertente neppure un po’
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Peccato che non sia solo un gioco innocuo. Perché si gioca con la cosa pubblica.
E la cosa pubblica sono, da qualche tempo, un sistema amministrativo devastato (con la riforma degli enti locali “a la càrte” che stanno per approvare, voglio vedere quali punti di riferimento certi e razionali avranno i cittadini utenti dei servizi), un sistema sanitario sempre meno efficiente, ma i cui sprechi si vuole farli pagare ai cittadini e alle imprese (comunque che gli aumenti delle addizionali siano delle furfantesche coglionerie pare che se ne stiano rendendo conto), un’isola sempre più isolata in mezzo al Mediterraneo e con trasporti interni in pezzi ad onta dei mezzi di trasporto gabellati per “moderni”.
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di Antonio Dessì
Nel PD sardo si assiste a un balletto che ripete paro paro spettacoli ai quali abbiamo assistito anche tanti anni fa. A me ricordano precisi quelli dei tempi delle Giunte Melis e Palomba (ma anche nel periodo della Giunta Soru non era meglio), tuttavia con minor costrutto.
Congressi di partito in cui si formano maggioranze intorno a un segretario, poi ridislocamenti a geometria variabile a seconda di convenienze di gruppo e individuali, riunioni di parata o riunioni disertate di organi di partito, sostegni mobili agli esecutivi regionali, fiducie tiepide, sfiducie mirate, strattoni “costruttivi”, risentimenti, fuffe dei piu’ disparati contenuti ad uso di quadri intermedi e militanti infeudati. Il declino del centrosinistra ha radici lontane. Quando ancora mi stupivo di queste cose, un mio compagno più saggio e disincantato mi diceva: “Vedi, Tonino, per molti la politica è come un gioco per adulti: non è importante la posta, quel che conta è il gioco in sè e c’é chi vuol stare sempre in campo e mai in panchina”. Io credo che in gran parte sia vero (altrimenti non si capisce perché molti sprechino tanto tempo della propria vita -purtroppo l’ho fatto anch’io- in riunioni “delle parole perdute”) e credo anche che per l’attuale segretario regionale del PD la massima aspirazione esistenziale, da un certo punto in poi, sia stata quella di essere ammesso in quel gioco per adulti.
Peccato che non sia solo un gioco innocuo. Perché si gioca con la cosa pubblica.
E la cosa pubblica sono, da qualche tempo, un sistema amministrativo devastato (con la riforma degli enti locali “a la càrte” che stanno per approvare, voglio vedere quali punti di riferimento certi e razionali avranno i cittadini utenti dei servizi), un sistema sanitario sempre meno efficiente, ma i cui sprechi si vuole farli pagare ai cittadini e alle imprese (comunque che gli aumenti delle addizionali siano delle furfantesche coglionerie pare che se ne stiano rendendo conto), un’isola sempre più isolata in mezzo al Mediterraneo e con trasporti interni in pezzi ad onta dei mezzi di trasporto gabellati per “moderni”.
Sarà un gioco, ma non è divertente neppure un pò.
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