Lotta del popolo sardo per contrastare le scellerate scelte governative (e non solo) che fanno declinare l’Università sarda
Non basta pretendere un maggiore e doveroso impegno dei politici sardi per cambiare leggi penalizzanti e neppure basta suscitare per queste ed altre finalità virtuose la mobilitazione interna degli Atenei, occorre sviluppare un grande movimento di popolo, del popolo sardo, per salvare, valorizzare e rilanciare le Università sarde. E si ragioni finalmente come Università della Sardegna! Pur nel rispetto delle autonomie e della specificità delle sedi storiche, superando ridicoli campanilismi e mettendo davvero l’Università al servizio innanzitutto della comunità sarda. Per questo occorre un’Università rinnovata, che sappia essere protagonista e attrattiva nel Mediterraneo, in Europa, nel Mondo. L’Unione Sarda. Cronaca Regionale (Pagina 11 – Edizione CA)
Tagli alle Università sarde. Si mobilitano i deputati. Alla Camera un emendamento al decreto Milleproroghe
Ci provano i parlamentari sardi a salvare le università della Sardegna, che rischiano pesanti tagli di risorse. Alla Camera è stato presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, per chiedere di mantenere per il 2016 la quota dei fondi stabilita per il 2015 per gli atenei isolani. I primi firmatari sono i deputati del Partito democratico Caterina Pes e Francesco Sanna, ma la proposta è stata sottoscritta anche da tutti i colleghi sardi del Pd.
«Il diritto allo studio – afferma Pes – va preservato perché è la leva su cui costruire il domani. Dobbiamo evitare sperequazioni e per arrivare a questo obiettivo bisogna dare il giusto peso al gap dell’insularità. Un gap che invece non è tenuto in considerazione nel costo standard dello studente, parametro fondamentale su cui attualmente si basa l’assegnazione dei fondi».
Per questa ragione, prosegue il ragionamento della deputata oristanese, la condizione di insularità e, di conseguenza, gli ostacoli di carattere infrastrutturale, «non possono non essere tenuti in considerazione nel momento in cui vengono assegnati i contributi statali alle università. Gli atenei isolani devono essere messi in condizione di poter fornire gli stessi servizi di quelli della Penisola e quindi di attenuare gli svantaggi dovuti alla propria condizione geografica».
È noto a tutti, conclude Caterina Pes, «quale sia l’alto costo sopportato per far frequentare ai figli l’Università dalle famiglie. Forse è arrivato il momento di rivedere i parametri» su cui si basa la distribuzione in tutto il territorio nazionale, da parte del ministero per l’Università, dei contributi per gli atenei.
Nei giorni scorsi un allarme per il taglio delle risorse alla formazione accademica isolana era stato lanciato dall’assessore regionale all’Istruzione Claudia Firino: «Lo scenario dei finanziamenti statali agli atenei», aveva fatto notare, «è in calo costante dal 2008», eppure mai come quest’anno si è allargato il divario tra quanto viene garantito alle università del centro-nord e quanto arriva a quelle del Sud. Peggio ancora a quelle di Sardegna e Sicilia.
- Analoga preoccupazione è stata espressa dal docente di diritto costituzionale Pietro Ciarlo, prorettore dell’Università di Cagliari.
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L’Unione Sarda. Cronaca di Sassari (Pagina 39 – Edizione CA)
Il sindaco: salviamo l’Università
SASSARI. Nicola Sanna solidale col rettore dell’Ateneo dopo gli ultimi tagli
Università più povere nell’Isola, a dispetto di tutte le eccellenze.
«L’adozione dei nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali per le università penalizza le università isolane e del sud Italia, in particolare quelle di media dimensione, quelle della nostra Isola che proprio a causa della insularità non hanno le stesse potenzialità espansive nel numero degli studenti frequentanti».
Parole del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, che si schiera accanto ai rettori degli Atenei di Sassari e Cagliari nella richiesta di una rivisitazione dei parametri che consentano una più equa ripartizione delle risorse.
«Abbiamo sempre sostenuto – dice il primo cittadino – e di questo siamo convinti, che Sassari possa e debba essere città della cultura, della scienza e della ricerca e sperimentazione che deve guardare all’Europa e al suo Mediterraneo difendendo e potenziando il ruolo dell’Ateneo turritano. Sassari è una città universitaria, dotata di eccellenze e capacità che si distinguono a tutti i livelli, nazionali e internazionali. Per questo motivo l’università sassarese non può correre il rischio di vedersi ridotti ogni anno i finanziamenti».
«Soltanto attraverso risorse adeguate – prosegue Nicola Sanna – è possibile puntare al miglioramento dell’offerta didattica, sull’alta formazione, a una sempre maggiore internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica da trasferire alle nostre imprese e alle nuove generazioni».
«Sono convinto – conclude il sindaco di Sassari – che le azioni comuni poste in essere tra Comune e Università rivestano il fondamentale ruolo di coesione fra le politiche per lo sviluppo e l’occupazione, le strutture di formazione e ricerca e le imprese, fra i saperi e l’occupazione. Ecco allora che un taglio delle risorse nei riguardi dell’università sassarese avrebbe delle sicure ripercussioni negative sulla società sarda, sul mondo del lavoro, sulle comunità della nostra Regione. Mi auguro che il governo regionale si ponga alla testa dell’azione di difesa e potenziamento delle università del Mezzogiorno». L’ultima possibilità di fermare l’emorragia di giovani, costretti a una nuova migrazione.
L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 – Edizione CA)
I SOCIAL NETWORK. La campagna
Gli studenti sardi: «Non isolateci»
Centinaia di condivisioni e adesioni in tutta Italia da parte delle università: la campagna #nonISOLAteci, ideata dall’associazione degli studenti erasmus Esn di Cagliari e Sassari, è rimbalzata sulle bacheche di Facebook, Instagram e Twitter. L’obiettivo è quello di «sensibilizzare le istituzioni sulla questione delle tratte aree low cost, che da aprile non saranno più presenti negli aeroporti di Alghero e Elmas». E i social network si sono subito mobilitati. (m. r.)
La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19 – università
Sanna si schiera con gli atenei:
«Basta con i tagli alla cultura»
SASSARI Il sindaco Nicola Sanna esprime preoccupazione per l’adozione dei nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali per le università. Secondo il primo cittadino penalizzerebbero le università isolane e del sud Italia, in particolare quelle di media dimensione. «Quelle della nostra isola – spiega Sanna – proprio a causa della insularità non hanno le stesse potenzialità espansive nel numero degli studenti frequentanti». Il primo cittadino si schiera accanto ai rettori degli Atenei di Sassari e Cagliari nella richiesta di una rivisitazione dei parametri che consentano una più equa ripartizione delle risorse. «Abbiamo sempre sostenuto – afferma il primo cittadino – e di questo siamo convinti, che Sassari possa e debba essere città della cultura, della scienza e della ricerca e sperimentazione che deve guardare all’Europa e al suo Mediterraneo difendendo e potenziando il ruolo dell’Ateneo turritano. «Sassari è una città universitaria, dotata di eccellenze e capacità che si distinguono a tutti i livelli, nazionali e internazionali. Per questo motivo l’università sassarese non può correre il rischio di vedersi ridotti ogni anno i finanziamenti».«Soltanto con risorse adeguate – prosegue Nicola Sanna – è possibile puntare al miglioramento dell’offerta didattica, sull’alta formazione, a una sempre maggiore internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica da trasferire alle nostre imprese e alle nuove generazioni. Tutti elementi in grado di offrire ai nostri giovani prospettive più solide e proficue». «Sono convinto – conclude il sindaco di Sassari – che un taglio delle risorse avrebbe delle sicure ripercussioni negative sulla società sarda, sul mondo del lavoro, sulle comunità della nostra Regione».
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