Il “riordino” degli Enti Locali e la questione della città metropolitana. Il DIBATTITO è in corso…

Una, due metropoli in Sardegna? Mi scappa il riso!
2 Novembre 2015

democraziaoggi loghettoAndrea Pubusa su Democraziaoggi

C’è molta confusione sotto il cielo sardo. E non è per il fumo e il frastuono sollevati dai bombardamenti di Trident. E’ che in materia di enti locali si è fatto uno scasso e ora non si sa come correre ai ripari. Lo scasso è opera dei sedicenti “riformatori”. In una materia delicata, che richiede studio e riflessione, hanno promosso un referendum per fini elettoralistici e sull’onda di un umore popolare anticasta disponibile a votar contro ogni cosa. E lo ha fatto la giunta regionale che, anziché prendere atto che il referendum abrogativo riguardava solo le leggi regionali istitutive delle province della Gallura, del Medio Campidano, dell’Ogliastra e del Sulcis Iglesiente, ha commissariato anche le province storiche in vista di una soppressione. E poiché un ente intermedio fra Regione e comuni è necessario perché risponde all’esigenza di svolgere funzioni di area vasta, ora si va a tentoni nella ricerca di una entità sostitutiva delle province. – segue –
Ci si è così incartati nella questione dell’area metropolitana. Da sganasciarsi dalle risate sol che si pensi che la Sardegna ha un milione e mezzo d’abitanti! Può esistere una metropoli in un territorio così poco abitato? E sorprende che studiosi di comprovata autorevolezza come Guido Melis si lascino trascinare in questa polemica Sassari-Cagliari senza dire parole di integrale verità. Mi spiego: ha ragione Guido quando dice che non è interesse neanche di Cagliari incrementare un processo di spopolamento, di espropriazione di risorse con conseguente concentramento a Cagliari di strutture finanziarie, giudiziarie e della sanità. E coglie ancora nel segno quando dice che bisogna allargare lo sguardo e vedere anche le zone interne sempre più isolate e senza speranza. Il problema vero è dunque quello della distribuzione equilibrata delle risorse non trascurando o lasciando indietro nessuno. Ed è centrale anche la costruzione di un governo locale democratico ed efficace: non ci può essere sviluppo equilibrato senza un adeguato sistema delle autonomie.
Ma in tutto questo cosa c’entra l’idea che in Sardegna possa e debba esistere una o addirittura due città metropolitane, quando solo evocare l’idea di metropoli nella nostra Isola fa ridere? Non mi piace dell’intervento di Guido Melis neanche la riproposizione della questione della leadership politico-culturale della Sardegna, che Cagliari non avrebbe. E se ce l’avesse? Questa condizione giustificherebbe una attribuzione dell’area metropolitana senza discussioni? E, tradotto in euro, giustificherebbe una distribuzione squilibrata di risorse nei territori?
La questione dunque ridotta all’osso è quella dello sviluppo dell’Isola, che non può essere condotta in linguaggio cifrato. Si parla di città metropolitane per parlar d’altro: di risorse. Anche perché, a discutere così, anche Nuoro, Oristano, Olbia, Iglesias e Carbonia, per buscare qualche soldo, dovrebbero avanzare la pretesa d’essere elevate al rango di città metropolitane. Se no anche il discorso di Guido Melis diventerebbe terribilmente contradditorio; facciamo metropolitane le città di Cagliari e Sassari. E si papano tutto loro due sole? E gli altri? I territori “isolati e senza speranza”?
E allora ci vorrebbe un po’ di buon senso. Se dobbiamo parlare di risorse, parliamo di risorse, e se dobbiamo parlare di governo locale, parliamo di governo locale. Questo risveglio della ragione condurrebbe intanto ad un risultato preliminare ma decisivo: avremmo in Sardegna un dibattito pubblico serio col coinvolgimento dei territori o meglio dei sardi, ossia creeremmo un fatto di democrazia, rimetteremmo nelle mani e nella testa dei sardi il loro destino. Secondariamene, si parlerebbe di assetto istituzionale locale e si scoprirebbe che il problema non è la soppressione della provincia, ma la sua revisione in connessione con la riforma della Regione e dei Comuni. Perché non è un ente intermedio rappresentativo che non è necessario, ma è la Regione a dover essere radicalmente prosciugata di funzioni amministrative. E per farlo serve un ente intermedio forte ed elettivo, su cui riversare, da un lato, funzioni regionali e, dall’altro, funzioni comunali di area vasta.
La questione è complessa e richiede una vasta partecipazione popolare; è necessario l’impegno delle migliori intelligenze, ma questi sono i temi. Azzuffarsi sul carattere metropolitano di Cagliari e Sassari ripropone con termini nuovi l’antica querelle fra le due città. E si sa, ce lo ha insegnato il buon Karl, quando la storia si ripete: la prima volta è tragedia, la seconda è farsa. Qui siamo alle comiche, sennonché oggi in Sardegna c’è una crisi vera, sociale, politica e istituzionale, la situazione è terribilmente seria.

One Response to Il “riordino” degli Enti Locali e la questione della città metropolitana. Il DIBATTITO è in corso…

  1. admin scrive:

    LE ULTIME NOTIZIE (Da SARDINIAPOST)
    Sassari e Olbia Città metropolitane, Pigliaru dice “no”
    2 novembre 2015

    Sul riordino delle Province, Francesco Pigliaru si è ormai portato dietro quasi tutta la maggioranza, insieme all’assessore Cristiano Erriu: in Sardegna esisterà una sola Città metropolitana e sarà quella di Cagliari. Sassari e Olbia potranno vederci riconoscere unicamente l’Unione dei Comuni potenziata, come previsto nell’articolo 8 del ddl approvato a gennaio dalla Giunta e che la commissione Riforme del Consiglio regionale sta esaminando da marzo.

    Il governatore, nei giorni scorsi, ha convocato, in via riservata, i sassaresi dell’Esecutivo, proprio per capire gli orientamenti interni, ma anche e soprattutto per spiegare il perché di una sola Città metropolitana. C’erano Claudia Firino (Pubblica istruzione), Francesco Morandi (Turismo), Raffaele Paci (Programmazione) Maria Grazia Piras (Industria) e Donatella Spano (Ambiente). Solo la Piras ha abbozzato una richiesta di “trattamento perequativo per il Sassarese”. Ma Paci – filtra dal palazzo di viale Trento – non ha tardato a tirare fuori una tabella Excel dimostrando che il territorio non è certo in difetto quanto a risorse ricevute.

    In questo scenario sembra scontato che si arrivi a un accordo nel perimetro indicato dall’articolo 8. Il quale recita: “Le Unioni di Comuni che al loro interno hanno porti e aeroporti di interesse regionale e nazionale, possono assumere la denominazione di Unioni di Comuni di area metropolitana“. Il margine concesso nella trattativa è ampliare i poteri, ma non per farli coincidere con quelli della Città metropolitana (articolo 34). Così sarebbe sicura l’impugnazione della legge da parte del Governo nazionale. Nella pratica vuol dire, per esempio, la non ammissibilità di un Piano strategico territoriale, ma sarà ammesso giusto un coordinamento tra i singoli Puc (Piano urbanistico comunale). Ancora: sotto il profilo finanziario, si potranno prevedere maggiori risorse attraverso il Fondo unico, ma non verrà consentito l’accesso agli stanziamenti Ue destinati alle Città metropolitane.

    La cifra politica della battaglia è, al momento, un sostanziale isolamento del presidente Gianfranco Ganau che in Consiglio regionale sta portando avanti la battaglia insieme agli altri sassaresi di via Roma, ovvero i Dem Gavino Manca, Luigi Lotto e Salvatore Demontis. In questo quadro non sembra andata a buon fine nemmeno la mobilitazione del sindaco Nicola Sanna, portatore di due diverse proposte. La prima, la sola ufficialmente consegnata alla commissione Riforme, prevede una Città metropolitana di Sassari formata da 17 Comuni, esattamente come quella di Cagliari. E oltre al capoluogo sono inseriti Alghero, Porto Torres, Castelsardo, Sorso, Sennori, Stintino.Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Muros, Olmedo, Ossi, Putifigari, Tissi, Uri e Usini.

    La seconda proposta di Sanna è invece arrivata dopo la riunione tutti i sindaci del Sassarese a Palazzo Ducale. Stavolta non c’è uno scritto, ma il sindaco del capoluogo si è fatto promotore di una Città metropolitana allargata a tutta la Provincia. Va pure ricordato che nei giorni caldi del dibattito è prima spuntata la possibilità di una Città metropolitana del Nord Sardegna, includendo anche la Gallura, e poi quella di una Città metropolitana del Centro Nord Sardegna, con un ulteriore inglobamento del Nuorese.

    Pigliaru è stato chiaro, quando ha convocato i sassaresi della Giunta: il presidente non vuole né inutili moltiplicazioni di enti né soluzioni pasticciate.

    La commissione Riforme è di nuovo convocata per mercoledì. Inizialmente sembrava che la riunione dovesse tenersi domani, ma gli altri organismi consiliari non hanno ancora concluso il parere obbligatorio che devono dare al ddl. Di certo, un giorno in più servirà pure per limare le frizioni che restano in maggioranza e rispetto alle quali Francesco Agus, il presidente vendoliano della commissione, sta facendo da arbitro. Una cosa è sicura: Sel, che in una prima fase era possibilista sulla Provincia Tirrenica (Nuorese, Gallura e Ogliastra), ha deciso di sposare la linea Pigliaru-Erriu. Del risparmio e della razionalizzazione.

    Alessandra Carta
    (@alessacart on Twitter)

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