I giacimenti sardi: è gas o gazzosa?
- Bufale&Cammelli (ovvero Saraceni, gas, gazzosa e qualche significativa memoria).
(Antonio Dessì.)
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- Per stabilire il grande giacimento di gas metano il Qatar, non essendoci stati sondaggi o perforazioni, avrà usato la bacchetta del rabdomante per far lanciare dal suo sistema di propaganda la notizia del gas per 300 anni.
(Mario Carboni)
Bufale&Cammelli (ovvero Saraceni, gas, gazzosa e qualche significativa memoria).
di Antonio Dessì (dalla pagina fb del 28 agosto 2015)
Mah. Ieri la Sardegna galleggiava, chissà da quante ere geologiche immemore, su un mare di gas. Questa sfigatissima Isola, mentre, secondo un autorevole quotidiano regionale, combatte, animata da ancor più autorevoli tonache, contro un mondo di accoglienza e di volontariato corroso dal business degli schiavi (nel contesto sardo-nordafricano descritto dai nostrani predicatori della cattiva novella), sembrerebbe poter rinascere sui soliti idrocarburi, portatori stavolta di tanta abbondanza da promettere la ricchezza e finalmente, ad avviso del subitaneo entusiasmo dei numerosi sovranisti, l’indipendenza.
Di ciò ieri si sarebbe dovuto discutere a Olbia, dossier alla mano, tra il Presidente della Regione e i rappresentanti di un emiro del Qatar, il quale, a dire il vero, un giacimento (di denaro sardo, pubblico e privato) lo ha già avviato a sfruttamento proprio nella città marittima gallurese e un altro potenziale lo deterrebbe – come sul sempre autorevole quotidiano ci informava il locale corrispondente – in forma di programma di insediamenti turistici, al momento purtroppo inibito dal fetentissimo Piano Paesaggistico Regionale.
Stamattina apprendiamo – ovviamente dalla consueta attendibile testata – che il perfido colonialista non eletto e tuttavia postosi a Capo del Governo italiano avrebbe avocato a sé il dossier, del quale il Presidente Pigliaru ha negato di aver preso visione, ma che da ieri sappiamo comunque essere ad ampia conoscenza del Presidente di un altro giacimento, poco sfruttato per le proprie finalità istituzionali, cionondimeno occhiutamente presidiato dalla migliore politica sarda: la Fondazione Banco di Sardegna.
Se la cosa è vera (il fatto che Renzi voglia gestire il dossier, intendo), immaginiamoci di quale potenziale propulsivo potrebbe disporre uno che finora ha dimostrato di gestire magistralmente la semplice gazzosa.
Ma tant’è. Mentre mi apprestavo a dedicare a qualche giornalista e a qualche commentatore trepido una nota canzone di Renato Carosone (“O’ Sarracino”), mi andavo comunque domandando quali scenari aprirebbe la anche mera plausibilità della notizia. Mi è sovvenuto a tal proposito un episodio che sono spesso stato tentato di raccontare, trovandone solo ora il pretesto.
Nel settembre del 2004, ancora in piena afa e tra una campagna antincendi e una moria di pesci in quel di Cabras (gli stagni, intendo, non l’esponente PD, allora PDS), un sommovimento aggiunse angoscia all’appena nominato Assessore regionale dell’ambiente. La Sardinia Gold Mining minacciava la chiusura del giacimento minerario di Furtei e il licenziamento dei lavoratori addetti, come reazione al diniego di autorizzazione, da parte del Comandante del CFVA, il compiantissimo dottor Carlo Boni, ad effettuare delle prospezioni minerarie aurifere vicino a Perdas de Fogu. Cola’ e in alcune altre zone della Sardegna la presenza segnalata di minerale di arsenico era evidente indizio della giacenza di grandi quantità d’oro, talche’ la società si era affrettata a chiedere e a ottenere dalle precedenti giunte regionali di centrodestra a successiva guida Floris-Pili-Masala la concessione per le prospezioni esplorative e l’opzione per le successive concessioni estrattive. Tuttavia si erano scordati che per “prospettare” occorreva ottenere anche l’autorizzazione del CFVA attestante l’assenza del vincolo idrogeologico nei luoghi destinati agli scavi ovvero la compatibilità degli stessi con l’eventuale vincolo. Un convoglio di mezzi pesanti era stato quindi bloccato sul tragitto dal CFVA, mentre predisponeva con solerzia un’ampia strada carraia di penetrazione.
Non vi dico. Mentre sulla stampa e in qualche amministrazione locale impazzava la febbre del Klondyke, all’Assessore fu pressantemente intimato di intervenire per rimuovere il grave ostacolo frapposto dalla solita ottusa burocrazia pubblica regionale, per di più nella veste di una oppressiva struttura in divisa. Ne sortì una specie di occupazione dell’Assessorato dell’ambiente da parte di una rappresentanza delle maestranze di Furtei, capitanate congiuntamente dall’allora Segretario generale regionale della CGIL, affiancato da un mio tuttora amico e allora giovane sindacalista iglesiente, E. M., nonché dai vertici dell’azienda, tutte e tre le componenti perorate da un battagliero avvocato e consigliere comunale cagliaritano, G.M. L’Assessore ospitò tanta agguerrita delegazione in posizione di ascolto, da bravo neofita. La riunione non andò bene: il sindacalista regionale con saccenteria da economista e l’avvocato cagliaritano con minacciosa protervia tribunalizia indispettirono assai il tignoso e reattivo livornese, ma trapiantato da quarant’anni in Sardegna, che comandava il CFVA e irritarono un Assessore già temperamentoso di suo, che per di più provava imbarazzo nel trovarsi in una grottesca situazione, nella quale delle maestranze operaie incolpevoli venivano strumentalizzate contemporaneamente da un sindacato (CISL e UIL stranamente non c’erano) e dai vertici di una società privata su questioni nelle quali, a rigore, dette maestranze poco c’entravano.
L’Assessore li liquidò, iniziando male una relazione sindacale e confermando una sua pregressa fama un po’ immeritata, col dichiarare che avrebbe esaminato la questione e quindi l’avrebbe sottoposta all’attenzione del Presidente della Regione, non trattenendosi dal sottolineare che fretta, strumentalizzazioni, minacce e ricatti inducevano di per sé stessi il medesimo Assessore a un orientamento non positivo.
Comunque niente ruspe e trivelle in quel di Perdas senza valutazione del rischio e della compatibilità idrogeologici: fosse chiaro che su questo ci si sarebbe presi il tempo necessario.
Nel tempo necessario, quasi subitaneamente, avvenne che la SGM andò a puttane, che nella stima del suo patrimonio fu oggetto di discussione se computare in attivo il valore delle autorizzazioni ricognitive con opzioni per le concessioni (delle quali c’è mercato finanziario: ecco spiegata una certa fretta), che Furtei si disvelò per quel che era stata: una rapina con conseguenze ambientali disastrose.
Voi oro, visto ne avete, successivamente? Certo che no.
Poche settimane dopo, su questo rifletteva un già provato Assessore quando, nel recarsi in Viale Trento, gli capitò di notare il suo Presidente uscire dal Palazzo in cordialissimo (cosa rara) atteggiamento con l’avvocato incontrato nella riunione di cui si è poc’anzi raccontato. Una vaga paranoia indusse l’Assessore a pensare: “Vuoi vedere che questo ha approfittato per lamentarsi di me? Chissà come l’avrà presa il mio Presidente?”.
Tuttavia non approfondì mai il problema, perché qualche giorno dopo l’Assessore prese atto che quello era diventato l’avvocato di fiducia del Presidente e il consulente giudiziario di riferimento della Giunta.
Così va il mondo. Quindi non vi fidate troppo di nessuno, mi raccomando.
(Integrazione serale. La canzone più adatta a questo post sarebbe stata piuttosto Caravan Petrol. Rimedio con qualche ritardo, ma non posso farne a meno.
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=hpelFwzX1aw. )
RENATO CAROSONE – ‘O SARRACINO
Scritta nel 1958 insieme a Nisa, “‘O sarracino” è una riuscita caricatura del malandrino affascinante, coi capelli ricci ed il viso abbronzato, che tutte le …
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L’OPINIONE DI UN INDIPENDENTISTA
di Mario Carboni (sulla pagina fb)
28 agosto 2015
Per stabilire il grande giacimento di gas metano il Qatar, non essendoci stati sondaggi o perforazioni, avrà usato la bacchetta del rabdomante per far lanciare dal suo sistema di propaganda la notizia del gas per 300 anni. Comunque non sarebbe una realtà negativa se fosse vero. La Scozia sulla base della lotta per rivendicare i propri giacimenti di gas e petrolio nei suoi mari ha costituito un forte incentivo al successo dell’indipendentismo e della devoluzione di poteri. Allora non è inutile ricordare l’art. 3 del nostro Statuto che recita come competenza legislativa della Regione alla lettera m) esercizio dei diritti demaniali e patrimoniali della Regione relativi alle miniere, cave e saline. Detto questo sarà sempre troppo tardi per espellere dalla Sardegna il Qatar come principale sostenitore, finanziatore ed esportatore mondiale del terrorismo islamista sunnita, che si regge su un feroce sistema feudale, dittatoriale, schiavista, omofobo e sopratutto basato sull’inferiorità e oppressione delle donne. In mancanza di notizie certe è bene ricordare che l’iniziativa della Saras di prospezione in quel d’Arborea si riferiva ad un possibile sfruttamento di gas metano sotterraneo mediante la tecnologia del fraking, che è la più distruttiva di ogni realtà umana e che con il basso costo del petrolio odierno non è economicamente sostenibile. Fuori il Qatar dalla Sardegna !!!! Fuori i pinocchi dalla Regione che credono al campo degli zecchini d’oro fatto sognare dai qatarioti.
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