Cagliari per la Sardegna Territorio Intelligente
di Aladin
Il ministro Corrado Passera si è impegnato a rendere operative in tempi rapidissimi le proposte scaturite dal Rapporto Restat Italia!. Tale impegno si è già concretizzato in misura consistente nell’emanazione del cd decreto sviluppo, presentato alla Camere per la conversione in legge (e vedremo i passi successivi). Una proposta importante nel citato Rapporto non ha trovato accoglimento nel medesimo decreto legge in quanto si è sostenuto potesse essere realizzata attraverso provvedilmenti di natura diversa dalla legge. Si tratta della proposta di istituire nel nostro paese i “Territori Intelligenti”. In effetti si tratterebbe di riconoscere tale qualità a territori già dotati di strutture innovative (laboratori, incubatori, centri di ricerca…) e sopratutto di esperienze di imprese innovative, per far sì che le stesse siano incoraggiate e incentivate per un “salto di qualità”, come è ben spiegato nella parte del Rapporto dedicato ai territori, che abbiamo estratto dallo stesso e al quale si rimanda. Ora crediamo che il territorio dell’area vasta di Cagliari abbia le precondizioni per potersi candidare a tale riconoscimento, che, evidentemente, occorre comunque meritare organizzandosi per migliorare le attuali condizioni. Si tratta di fare in sostanza quanto si fa quando ci si candida a premi o riconoscimenti internazionali (città della cultura, città sostenibili, Expo, etc), cioè si fa una ricognizione della situazione di partenza e si stabilisce cosa fare per superare carenze e arretratezze rispetto ai parametri richiesti. Innanzitutto occorre individuare i soggetti di un’aggregazione territoriale in grado di proporsi con prospettive di successo e, tra questi, di individuare un soggetto capofila, che non potrebbe che essere massimamente rappresentativo e perciò istituzionale. Al riguardo probabilmente il soggetto ottimale potrebbe essere la città capoluogo e quindi l’Amministrazione del Comune di Cagliari. Nella nostra situazione crediamo che i soggetti che si faranno carico della proposta progettuale, da presentare in risposta all’apposito bando del Ministero dello Sviluppo (Mise), dovranno essere al massimo rappresentativi non solo del territorio di diretto riferimento (Cagliari e la sua area vasta), ma anche di tutta la Sardegna.
Sulla base dei ricordati impegni del ministro il bando dovrebbe essere “lanciato” entro il mese di novembre e successivamente seguire un preciso cronoprogramma.
Non possiamo sicuramente farci sfuggire quest’occasione, non solo per i benefici concreti, ma anche per il clima di sana competitività che potrebbe creare, coinvolgendo i diversi soggetti e sopratutto i giovani neo o aspiranti imprenditori delle start-up (*). Si tratta, se non si è capito, di lavoro, di cui abbiamo bisogno come il pane!
Ovviamente riprenderemo il tema in modo continuo e sistematico, anche affiancando con spirito collaborativo gli altri soggetti già impegnati (per fortuna non ci comincia da 0) o che s’impegneranno da oggi in poi.
Il Comune di Cagliari, la Camera di Commercio, l’Università, le Associazioni di categoria… battano un colpo!
(*) Su alcune interessanti esperienze di start up innovative nell’ambito del digitale si veda il servizio del TG3 Sardegna di giovedì 25 ottobre 2012 – “Sfide alla crisi” (dai minuti 19,41 e 23,20).
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[...] Rilanciamo l’editoriale di Aladinpensiero [...]
[...] Dall’idea all’impresa”. Ecco il programma diramato da Sardegna Ricerche. Come abbiamo segnalato in altre occasioni siamo in attesa di un apposito bando da emanarsi a cura del Ministero dello Sviluppo che prevederà [...]
[...] Come abbiamo segnalato in altre occasioni, siamo in attesa di un apposito bando da emanarsi a cura del Ministero dello Sviluppo che prevederà l’attribuzione della qualità di “territorio intelligente” a quegli ecosistemi innovativi in grado di proporsi come esempio e traino dei processi innovativi e, conseguentemente, attrattori di investimenti in persone e attività produttive. Connessi a questa attribuzione di qualità sono previste sperimentazioni e incentivazioni di varia natura (fiscale, promozionale, semplificazione burocratica, etc). Le risorse a disposizione per questa operazione sarebbero consistenti, ma tali da premiare solo pochi territori italiani (si parla di 4 o 5). Non sappiamo poi se intere regioni possano proporsi come “territorio intelligente” o porzioni territoriali più ridotte. Certo è che i territori che vorranno candidarsi dovranno porsi in competizione per cogliere tale opportunità. Senza esagerare, ma solo per rendere chiaro il concetto, si tratta di una sorta di candidatura alla sede dei giochi olimpici. I territori che si candidano devono già possedere una serie di attributi-condizioni, quali ad esempio l’esistenza di imprese innovative (sopratutto start up innovative), l’esistenza di consistenti attività di ricerca e di formazione, l’esistenza di infrastrutture che facilitino le attività formative e di ricerca (dalla banda larga alle condizioni di vivibilità dei territori) e, aggiungiamo, devono essere in grado di adeguarsi rapidamente rispetto a determinati standard. L’iniziativa seminariale che la Regione propone (e di cui si da dettagliata notizia nel proseguo), coglie opportunisticamente il momento (lo diciamo in senso positivo, a merito degli organizzatori), ma se vorrà essere produttiva dovrà porsi esplicitamente come occasione per mettere le basi a operazioni più consistenti e partecipate. La cartina di tornasole potrebbe essere costituita proprio dal fatto che si trovino a partire dal Convegno accordi per le iniziative future a partire dall’individuazione di precise modalità organizzative per la partecipazione al bando di cui si è detto. Al riguardo è fondamentale che si costituisca un tavolo operativo tra le istituzioni (la Regione e gli Enti locali e, tra questi ultimi, sopratutto le amministrazioni di Cagliari e delle altre città più grandi), le Camere di Commercio (e la loro Unione regionale), le Università e gli altri Centri di ricerca e le Associazioni di categoria, soprattutto con riferimento alle imprese innovative. Le quali ultime sono nella quasi totalità piccole e spesso micro imprese, a volte non rappresentate dall’associazionismo tradizionale, cosa che consiglia specifiche forme di tutela della rappresentanza delle stesse. Ovviamente la partecipazione deve essere massimamente estesa e perciò andare oltre rispetto alle stesse organizzazioni citate, coinvolgendo i singoli, siano essi studenti o semplici cittadini che hanno voglia e intelligenza da mettere a fattor comune a beneficio di tutta la comunità. Occorre parlarne, con il massimo sforzo di chiarezza, tenendo conto dei tempi brevi a disposizione, che richiedono concretezza, con un supplemento di impegno e dedizione al compito da parte degli uomini e delle donne che rappresentano le Istituzioni e le Imprese. [...]
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