con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Della nascita di Silvia Plath, dove si parla anche di Amelia Rosselli Un anno fa, il 27 ottobre 2013, su Aladinpensiero. Della morte di Enrico Mattei, su Aladinpensiero un anno fa. Su Mattei vedi anche Aladinpensiero 29 aprile 2013.
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LE PRIMARIE E I NUOVI COMANDAMENTI
Settimo non votare.
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FUEDDA SARDU
TRALLALLERA
Sant’Anna e Santa Rita
portat corona ‘e oru,
aintru ‘e ‘na barchitta
deu ti mandu su coru.
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MATTEO MADAO
Il gesuita Matteo Madao, primo convinto sostenitore della lingua sarda, pari alle altre lingue neolatine, e del nesso tra lingua e nazione sarda, nacque ad Ozieri il 27 ottobre 1733 (altri dicono il 17 ottobre, altri addirittura il 9 gennaio).
Morì a Cagliari, settembre del 1800, nel collegio dei gesuiti di S.Michele.
Tra le sue opere: Il ripulimento della lingua sarda lavorato sopra la sua analogia con le due matrici lingue la greca e la latina; Le armonie dei Sardi (sulle feste, le musiche, le tradizioni religiose), Dissertazioni storiche apologetiche critiche delle sarde antichità. Ebbe a scrivere:
“La lingua della sarda nostra nazione, venerabile per la sua antichità, pregevole per l’ottimo fondo dei suoi dialetti, necessaria alla privata e pubblica società dei nostri compatrioti, giacque in somma dimenticanza infino al dì d’oggi, dagli stessi abbandonata come incolta e dagli stranieri negletta come inutile. L’amore verso la patria mi stimolava a non riguardar con occhio indifferente quella noncuranza per conto dei Sardi e quel suo avvilimento dal canto dei forestieri”.
- Approfondimenti su Matteo Madao a cura di Maurizio Virdis. ————————–
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MI PRENDO UNA VACANZA
Da domani mi prendo una vacanza. Vi lascio (forse non del tutto).
Potrete comunque trovarmi qui su Aladinpensiero e rileggere le cose di un anno fa.
Leggerete di Rafael Alberti, di George Brassens, del martedì nero di Walll Street, di Luigi Einaudi, Alessandro Galante Garrone, Giaime Pintor, di un disoccupato di Perdaxius che si è impiccato, di Anteo Zamboni, di Martin Lutero, e tanto altro e di tanti altri, fino a quando non tornerò alla ribalta (si vede che faccio teatro?).
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