I Giganti di Mont’e Prama devono restare insieme. Appello degli studiosi di archeologia
«I Giganti devono restare insieme»
Contro lo smembramento in diverse sedi un appello on line di un gruppo di autorevoli studiosi di archeologia
di Marco Vitali (da La Nuova Sardegna on line)
SASSARI. Parte anche fuori della Sardegna la mobilitazione per chiedere che il complesso delle statue rinvenute a Mont’e Prama non sia smembrato attraverso la collocazione dei reperti, attualmente ospitati nel Centro regionale restauri di Li Punti a Sassari, in diverse sedi. Alcuni autorevoli studiosi hanno firmato un appello in questo senso.
«Il complesso archeologico di Mont’e Prama – si legge nel testo – è uno dei più impressionanti gruppi scultorei del mondo antico, costituito da almeno 28 statue colossali di guerrieri di età nuragica e di 16 modelli di nuraghe, indicativamente databili nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. Rinvenuto casualmente nel 1974 e recuperato da due immediate campagne di scavo, dopo l’esposizione di pochi esemplari al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e la permanenza pluridecennale degli altri materiali nei suoi magazzini, il complesso è stato da poco restaurato su un totale di oltre cinquemila frammenti, ed è attualmente esposto al Centro regionale di restauro di Li Punti».
I firmatari dell’appello considerano legittimo l’obiettivo di restituire al territorio di origine, qiuello di Cabras, lo straordinario “bene comune” che sono i Giganti di Mont’e Prama e di ricomporre i segni fondamentali di un’identità millenari ospitando le statue in una struttura adeguata e facendone occasione di sviluppo sostenibile. «Purtroppo però si sta invece affermando – dicono i firmatari dell’appello – l’idea di separare il gruppo in almeno due nuclei: uno al Museo nazionale di Cagliari, parrebbe con la scelta dei pezzi più significativi (!), uno al Museo civico di Cabras (nelle sale di futura realizzazione, il cui progetto è stato aggiudicato), e forse qualcosa nel Centro regionale di restauro di Li Punti. Tale divisione ci appare errata: confligge con il concetto basilare in archeologia, e nei beni culturali, della inseparabilità di un contesto e del superamento delle vecchie concezioni antiquarie, patrimonio di battaglie e alte riflessioni dalla seconda metà del Novecento. Tale inseparabilità non è una pura petizione di principio, ma la condizione più efficace per poter effettuare lettura, interpretazione e godimento di tale bene».
«La rinnovata attenzione dei territori e l’affermarsi del concetto dei beni comuni – prosegue il documento – portano a pensare che la sede ideale di tutto il gruppo non possa che essere quella del territorio di Cabras. Auspichiamo perciò che si concretizzi la realizzazione della nuova sede museale, opportunamente rimodulata, ove necessario, per ospitare tutto il complesso archeologico con la massima qualità museologica».
I firmatari si appellano ai cittadini e alle istituzioni «affinché: il complesso di Monte Prama non venga diviso; il complesso di Monti Prama risieda nel territorio di Cabras, in una sede museale dedicata e adeguata a natura e importanza del ritrovamento; tale allocazione sia da interfaccia alla ripresa delle ricerche nel sito, peraltro prevista; in attesa che tali condizioni di realizzino, venga mantenuta l’unitarietà del gruppo: ci sono ragioni a favore di una sua permanenza temporanea nel Centro Regionale di Li Punti, dove sono già esposte, come nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, dove avrebbe grande visibilità: tale scelta va fatta al più presto, valutandone gli aspetti positivi prevalenti, e lanciando costantemente il progetto di collocazione finale; una volta allocato il gruppo definitivamente nel suo territorio di origine, sia il Museo Nazionale di Cagliari sia il Centro di Restauro di Li Punti vengano dotati di copie a regola d’arte (verificata l’assenza di rischi per tale realizzazione) o altra idonea documentazione sostitutiva mediante l’impiego di tecnologie avanzate».
I promotori dell’appello sono: Marcello Madau, Mauro Torelli, Carlo Tronchetti, Fabio Isman, Giulio Angioni, Paolo Bernardini, Alberto Moravetti, Marco Milanese, Giuseppina Manca di Mores, Emanuela Atzeni, Franco G.R. Campus, Alberto Gavini, Valentina Porcheddu, Luca Sanna, Laura Soro. L’appello si può firmare nel sito http://www.petizionionline.it/petizione/no-alla-divisione-di-statue-e-contesto-archeologico-di-monte-prama/7363
La Nuova Sardegna on line, 22 giugno 2012
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