Si riparla di zona franca. Ma seriamente

zome franche tore cherchi aldo berlinguer Oggi un dibattito in Confindustria. Analoga inziativa è prevista per il 20 giugno a cura del CID (Centro Iniziativa Democratica).
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(La Nuova Sardegna on line 14 aprile 2014)
Zona franca, ecco le nuove proposte per la Sardegna
L’economista Savona: istituire due “free zone” a Cagliari e Porto Torres. Ai vantaggi fiscali devono accompagnarsi infrastrutture e meno burocrazia
di Alfredo Franchini

CAGLIARI. Ora che le elezioni sono alle spalle si può ragionare sulla zona franca senza pregiudizi. Con questo intento Aldo Berlinguer, avvocato, ordinario di Diritto comparato, e Tore Cherchi, che da deputato e senatore è stato diverse volte il relatore della legge finanziaria dello Stato, hanno fatto il punto, con un saggio, sull’utilità della zona franca. Tutti i casi esaminati, (dalla zona franca di Shannon in Irlanda alle zone economiche speciali della Polonia) e tutti i giudizi raccolti portano a un risultato: parlare di zona franca integrale in Sardegna «è solo un esercizio di retorica» mentre è bene prendere in considerazione le altre forme. Lo strumento è complesso ma non è da buttare via, a patto che dietro la zona franca ci sia un progetto industriale perché il primo problema della Sardegna è la produzione e il lavoro.

Due le proposte immediate. La prima viene dall’economista Paolo Savona, il quale agli inizi degli anni Ottanta, appena nominato dal Tesoro alla presidenza del Cis, (l’istituto bancario rischiava il fallimento sotto il peso dei debiti di Rovelli), organizzò un convegno per ridare impulso all’idea di zona franca nell’isola.

«Ho riproposto all’attenzione della pubblica opinione sarda la costituzione di due zone franche sperimentali a Cagliari e a Porto Torres», afferma Paolo Savona. «Questo può servire a verificare se creano effettivamente posti di lavoro, diciamo entro due anni, perché per ottenere un abbattimento di tasse dal governo centrale e le autorizzazioni a livello europeo è necessario portare avanti un obiettivo sociale quantificato, come creare 150 mila posti di lavoro per poi ridiscutere i vantaggi dell’attuazione».

Le due zone sperimentali, proposte da Savona, scaturiscono da un dubbio che solleva lo stesso economista: «Perché la politica non sceglie la strada dei punti franchi»? Una strada percorribile già da tempo, prevista dallo Statuto (e dal decreto legislativo Prodi, Ndr). La risposta di Savona è chiara: «Si vuole evitare la reazione dei territori esclusi ma non si tiene in conto che ovunque nasca il lavoro, i vantaggi si estendono a tutta la Sardegna.

I punti franchi sono oggi possibili nei porti di Cagliari, (dove esiste già la perimetrazione ma manca il progetto industriale), Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax. Spesso a questi porti sono collegate aree industriali che, con la crisi imperante, si sono trasformate in deserti: un tesoro da offrire ai potenziali investitori. La zona franca, insomma, è una misura di politica industriale che dev’essere inserita in un disegno strategico per lo sviluppo. Per questo i modelli di zone franche esistenti sono da studiare ma difficilmente sono esportabili; i principali ostacoli, indicati da molti istituti internazionali e riportati nel libro di Berlinguer e Cherchi sono tre: la burocrazia, la giustizia civile e solo al terzo posto il fisco.

In Irlanda uno dei segreti dello sviluppo è legato all’Agenzia unica di promozione, denominata «Ida», che ha tre compiti: attrarre investimenti dall’estero; assistere le società irlandesi che esportano ma soprattutto coordinare la crescita all’interno di piani industriali. Tradotto: in due mesi l’impresa ottiene tutte le autorizzazioni di cui ha bisogno. Le eventuali zone franche in Sardegna non contrasterebbero con la «Zona di libero scambio» che sarà creata nel Mediterraneo: gli esperti sostengono che lo strumento verrà adattato alle nuove situazioni commerciali.
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Da OLBIANOVA

Aldo Berlinguer ‹La Zona Franca in Sardegna è una opportunità› *VIDEOINTERVISTA*
Sabato, 24 Maggio 2014 23:02
di Mauro Orrù
La presentazione del libro “Le Zone Franche – Mito, preconcetti, opportunità: il caso Sardegna” di Aldo Berlinguer e Tore Cherchi, voluta dal Partito Democratico olbiese, si è trasformata in un dibattito durato oltre due ore su un tema, quello della applicazione della Zona Franca in Sardegna, che presenta ancora tanti lati oscuri. “Io credo – ha detto Berlinguer, avvocato cassazionista, assessore dell’Ambiente della Regione Basilicata – che se depuriamo il mito della Zona Franca dai preconcetti, andiamo verso la meta. Con il Decreto Legislativo del 10 marzo 1998, lo Stato ha fatto un regalo alla Sardegna. Ci ha dato le chiavi per determinare il nostro futuro ma fino ad ora le abbiamo usate solo per chiuderci dentro”.
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E’ stato certamente un dibattito importante quello che si è tenuto ieri all’Olbiaexpo organizzato dal PD di Olbia. La presentazione del libro di Cherchi e Berlinguer è servito per riaccendere i riflettori, dopo la recente sbornia elettorale, sulle opportunità della creazione della Zona Franca in Sardegna. Un focus di alto livello, coordinato dal caporedattore della Nuova di Olbia Marco Bittau, che, malgrado l’inevitabile pericolo di fare dell’argomento una esclusiva materia da giuristi, ha tenuto il pubblico incollato alle poltrone fino all’intervento conclusivo del “sardo” con l’accento toscano volto a rimettere il sofisticato tema legislativo sui binari della ragionevole comprensione.

“Lo Stato ci ha fatto un regalo – ha detto Berlinguer -. Non lo ha fatto con spirito di liberalità, però si è trattato pur sempre di un regalo. Cosa ha fatto il Governo? Ha coniato uno strumento di importante levatura giuridico costituzionale prendendo la norma statutaria della Sardegna, declinandola per riconsegnarla alla Regione, attualizzata: il Decreto Legislativo n. 75 del 10 marzo 1998″. Berlinguer lo definisce una sorta di assegno in bianco che si traduce in un passaggio fondamentale: ‹In attuazione dell’articolo 12 dello Statuto Speciale per la Regione Sardegna (…) sono istituite nella regione zone franche, secondo le disposizioni nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili. A fine convegno abbiamo sentito Aldo Berlinguer nella *VIDEOINTERVISTA* che vi proponiamo in fondo all’articolo.
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abeerlinguer intervistaEcco l’intervista di OLBIANOVA

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