Europa: dalla sua crisi un nuovo europeismo. La Sardegna può esserne protagonista

Sardegna-Europa-iniz-RossomoriResoconto e alcune riflessioni a margine del Convegno promosso dai Rossomori
convegno rosso mori
di Franco Meloni
Si doveva fare un’analisi del voto delle elezioni europee, ma questo argomento, pur presente, ha avuto poco spazio, perchè l’interesse prevalente è stato su: “come sta l’Europa?”. E, soprattutto: “come vogliamo quest’Europa, diversamente da quella che è attualmente?”. E, ancora: “noi, Sardegna e sardi, come ci vogliamo stare?”. L’Europa non è in discussione. Si può essere indipendentisti e sovranisti, federalisti o semplicemente autonomisti, ma tutti vogliamo abitare la comune casa europea. Ma per costruirla nuova. Per questa finalità tornando all’antico, cioè riprendendo il disegno, tornato di grande attualità, dei padri costituenti, da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi in poi. Condizione imprescindibile per perseguire tale nuovo progetto europeo è la partecipazione popolare, avendo consapevolezza che oggi è proprio ciò che è più carente. C’è un “deficit di democrazia” – ha sostenuto Gesuino Muledda nella sua relazione introduttiva al convegno - che deve essere colmato ricorrendo ai valori fondanti, quelli appunto dei fondatori che proposero e perseguirono la costruzione europea come antidoto alla tragedia delle guerre, da cui l’Europa usciva martoriata. Non inganni – ha sostenuto Muledda – che il cammino dell’Europa cominciò con la CECA, che si occupava di sorvegliare e indirizzare la produzione di carbone e acciaio, proprio gli ingredienti allora principali per costruire gli armamenti. Si trattava di orientare invece le risorse per la pace e la solidarietà. Una finalità economica sì, ma sostenuta da ragioni morali e dai valori più grandi per l’umana convivenza. Che l’Europa nella sua concreta costruzione abbia imboccato la strada economicista non dipende da un vizio originario, ma dalla incapacità delle classi dirigenti, specie di quelle a noi temporalmente più vicine. Anche per le scelte di regolamentazione economica dei mercati c’è molto da criticare e quindi da cambiare: non è possibile – ha fatto un esempio Muledda – che l’Europa si occupi del calibro delle mele da commercializzare nel mercato e sia distratta sulla regolazione del mercato dei farmaci (cioè sugli interessi delle Multinazionali del farmaco), verificandosi oggi che farmaci salva-vita costino in Italia oltre 6.000 euro, in Vaticano 4.000 euro e in Gran Bretagna circa 3.000 euro. Occorre rimpostare un grande progetto di costruzione dell’Europa che necessita di uno straordinario impegno degli intellettuali. Trattando questioni di carattere elettorale, Muledda ha sostenuto che la “circostanza astrale” dell’elezioni di tre sardi al parlamento europeo non deve farci desistere dalla battaglia per ottenere la circoscrizione autonoma della Sardegna. Muledda ha trattato una serie di altri argomenti, ma ha voluto dare particolare enfasi alla proposta di creazione di un unico partito della sinistra sarda, per il quale le attuali condizioni politiche sono più favorevoli rispetto al passato. Renato Soru ha ripreso le argomentazioni di Muledda, concordando sulla visione europea e sulle prospettive di costruzione di una nuova Europa. Ha chiarito di essere rappresentante del collegio delle due isole Sicilia e Sardegna, rilanciando questa circostanza come una grande opportunità. Il grande consenso elettorale ricevuto, che per quanto riguarda la componente elettorale sarda lo ha riconciliato con i sardi, lo sprona a un inedito impegno, di cui non conosce ancora tutti gli aspetti. Durante il suo mandato di presidente della Regione non ricorda di aver avuto particolari relazioni con i parlamentari europei e ha rappresentato le questioni europee così come venivano trattate come “misteriose”, affidate sostanzialmente ai tecnici del centro di programmazione. Per l’importanza che ha l’Europa, non solo in relazione alle ingenti risorse a disposizione della Sardegna, occorre evidentemente cambiare registro. La situazione della Sardegna richiede un forte impegno soprattutto per invertire la rotta rispetto alla condizione giovanile: istruzione e lavoro sono le prime emergenze che vanno affrontate mobilitando tutte le risorse e pertanto quelle importanti di provenienza europea. Soru nel riconoscere il deficit di democrazia indicato da Muledda, segnalato anche dalla forte astensione elettorale, che in Sardegna riguarda quasi il 60% dell’elettorato (Soru ha comunque ricordato come la partecipazione è stata di alcuni punti superiore a quelle delle elezioni europee del 2009), ha sostenuto che occorre un forte impegno per una sovranità diffusa che si basa sullo sviluppo della società della conoscenza e pertanto delle intelligenze. Non possiamo allora rassegnarci al dato drammatico secondo cui il 30% dei sardi è oggi privo delle competenze che deve possedere il “cittadino europeo”. Luciano Uras, nel valorizzare il risultato elettorale non solo del Pd ma anche della Lista Tsipras che si fa portatrice in termini più radicali del cambiamento in Europa, ha indicato in Soru la persona giusta per marcare una presenza autorevole nelle Istituzioni europee, in rappresentanza non solo della Sardegna, ma, in generale, di quanti, cittadini e territori, abbiano oggi in Europa un peso inferiore alla loro importanza e di cui è allo stato disconosciuta la piena dignità. Con riferimento quindi ai paesi del Mediterraneo del Sud. Occorre ripensare il ruolo delle istituzioni e gli attuali strumenti di indirizzo e controllo delle politiche europee. Paolo Maninchedda ha ripreso questi concetti, enfatizzando il ruolo dell’Europa nel Mediterraneo, allo stato decisamente sottovalutato dalle politiche europee egemoni. Una parte rilevante del suo intervento Maninchedda l’ha riservata alla necessità di indirizzare politiche e investimenti a favore dell’istruzione e della formazione, considerando sia la problematica delle strutture, sia della dispersione scolastica, ma anche quella della qualità dell’insegnamento che passa in grande misura nella valorizzazione degli insegnanti, i “buoni maestri”, di cui abbiamo grande necessità. Nella costruzione della nuova Europa facciamo molto affidamento nei giovani europei, in particolare nei nostri giovani sardi che hanno molto frequentato i paesi europei, utilizzando per esempio le opportunità dei programmi Erasmus (“ha fatto più bene all’Europa e alla diffusione di un comune sentire europeo il programma Erasmus che tante politiche delle Cancellerie europee”).
Agli interventi programmati sono seguiti quelli dei partecipanti, in particolare di Alessio (non si è capito il cognome, che ha chiesto chiarimenti sul rischio della perdita di finanziamenti europei da parte della Regione Sarda), di Luigi Pintori (che ha richiamato i valori della cultura classica e del Rinascimento, pilastri fondamentali dell’Europa) di Efisio Pilleri (che ha rivendicato il valore dell’indipendentismo che può avere come concreto riferimento il quadro dell’Europa), di Andrea Montanari (che si è soffermato sull’analisi del voto europeo). Il tempo tiranno ha impedito l’ulteriore sviluppo del dibattito, l’ampliamento e l’approfondimento delle tematiche. Ci saranno altre occasioni. Grazie ai Rossomori per la tempestività dell’iniziativa, propria dell’impegno europeista che li caratterizza, che comunque ha messo in luce l’esigenza, da noi di Aladin spesso richiamata, che dell’Europa si parli in modo non riduttivo, come spesso accade quando si tratta l’Unione Europea come bancomat di risorse finaziarie legate ai fondi strutturali e agli altri programmi comunitari. Un’ultima notazione, che riprenderemo quanto prima: l’intervento di Renato Soru come rappresentante delle Isole, richiama la possibilità e l’opportunità della costruzione della macroregione delle Isole del Mediterraneo, recentemente trattata dalla nostra news.
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Rossomori2Le foto sono di Dietrich Steinmets, tratte dalla sua pagina fb

One Response to Europa: dalla sua crisi un nuovo europeismo. La Sardegna può esserne protagonista

  1. […] su tematiche europee (precisamente: 1. l’incontro con i giornalisti della Corsica e 2. il convegno di analisi delle elezioni europee) abbiamo preso un impegno per l’approfondimento dell’argomento euroregioni, con preciso […]

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