la tavolozza di Licia 2

G De Chirico La stanza di Apollo
Pictor optimus (Giorgio de Chirico): La stanza di Apollo (1920, coll.privata). Una grande sala porticata in prospettiva: nello sfondo in penombra emergono figure misteriose ed una statua sul suo piedistallo. In primissimo piano un violino, uno spartito musicale, una testa marmorea di un dio (è lui, Apollo?, ma perchè è così evidentemente turbato? non è da lui!). L’atmosfera è onirica e inquietante…
“Et quid amabo nisi quod rerum metaphysica est ?”. -segue-
“Et quid amabo nisi quod rerum metaphysica est ?” (E che cosa amerò, se non ciò che è la metafisica delle cose?): il motto a sua volta riprende un’epigrafe di Friedrich Nietzsche, dove al posto dell’espressione rerum metaphysica troviamo aenigma. Sostanzialmente, si proclama che la pittura è un’attività che non si limita a imitare e a ritrarre le cose, ma svela la loro essenza nascosta, celata dietro la faccia a noi accessibile attraverso i sensi. (fonte)
Approfondimenti:
http://www.gothicnetwork.org/articoli/giorgio-de-chirico-naturale-metafisica-dellinvisibile

One Response to la tavolozza di Licia 2

  1. […] Pictor Optimus (Giorgio de Chirico): Canto d’ amore, 1914 (giusto 100 anni fa…). La testa dell’ Apollo del Belvedere campeggia in 1° piano accanto ad un guanto di gomma (oggetto appena “inventato” e introdotto nel mercato), oggetto comune e seriale accanto ad un’opera classica di indiscusso valore e unicità. Compare un edificio porticato (tipico dell’ artista), una sfera verde e, sullo sfondo, un treno a vapore. Davanti a questo quadro, esposto a Parigi nel ’22, il giovanissimo Renè Magritte scoppiò a piangere, decidendo, in quel preciso istante che sarebbe diventato un pittore come De Chirico. “Et quid amabo nisi quod rerum metaphysica est?” […]

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