La cultura ci salverà. Cagliari ricordi degnamente un suo grande artista: Giuseppe Antonio Lonis
Se vi capita di passare nella via Manno, anche se di fretta, entrate per un attimo nella chiesa di Sant’Antonio Abate (per i cagliaritani “Sant’Antoni de sa Costa” o “Sant’Antoni de su fogu”). Non c’è bisogno che entriate dentro la chiesa (che peraltro merita una visita), potete fermarvi proprio all’ingresso per guardare le due statue lignee che sono poste in nicchie protette da vetri, a destra e a sinistra nel vano subito dopo il portone d’accesso.
Sono due splendide statue lignee policrome. In particolare vi segnaliamo quella posta a sinistra (guardando la chiesa) raffigurante l’Arcangelo Gabriele con Tobia e il cane (nella foto), di cui è autore (con tutta probabilità) Giuseppe Antonio Lonis, il più grande scultore sardo di statue lignee. Questo artista merita di essere ricordato molto di più di quanto si faccia, soprattutto da parte della città in cui ha passato la maggior parte della sua vita. Al riguardo ci piace riportare il pensiero di un grande cagliaritano, recentemente scomparso: Antonio Romagnino. Informiamo che, sebbene con grande ritardo e con discutibile ubicazione, nel 2010 il Comune ha accolto la richiesta di Romagnino intestando allo scultore Lonis una strada del quartiere di Barraccamanna (vedi stradario di Cagliari); avanziamo ora la proposta di organizzare un’apposita manifestazione culturale per far conoscere Lonis e le sue opere, anche costruendo appositi itinerari urbani ed estesi ai paesi della Sardegna (primo tra tutti Senorbì, in cui Lonis nacque nel 1720) con tappe nei luoghi in cui sono presenti le sue opere. Molto altro evidentemente potrà essere fatto sollecitando le idee e la collaborazione di tanti, a partire dai nostri studiosi di materie artistiche.
ARTICOLO TRATTO DA UNIONESARDA.IT – GIUGNO 2006
Giuseppe Antonio Lonis è stato uno scultore sardo di una certa rinomanza nel suo tempo e che, invece, oggi è quasi interamente dimenticato. In particolare nessuna via gli è intitolata a Cagliari, dove visse e morì nel 1805, dopo essere nato a Senorbì nel 1720. Che fu l’anno in cui i piemontesi si sostituirono agli spagnoli, anche se il loro lungo possesso dell’isola continuò a dominarci, con le incancellabili albagìa, arroganza e vocazione a farsi giustizia da sé, ereditati da loro. Lonis ricorda il Ludovico dei Promessi Sposi, anche se lui non diventò mai il Cristoforo manzoniano e continuò a viziarsi dei mali nativi. Anzi questi si accrebbero, quando si trasferì a Napoli, dove ritrovò i costumi spagnoli. Per tutto il lungo periodo in cui operò nella bottega di Giuseppe Pigano e Gennaro Franco e ne assimilò la scuola della pittura paesistica.
Giovanni Spano, che esplorò ogni angolo di Cagliari per scriverne la Guida, che fu pubblicata 1861 e che contiene una descrizione minuziosa di tutte le opere d’arte, ha anche compiuto un ritratto felicissimo del Lonis: «Questo valente artista aveva un genio bizzarro e spadaccino, e veramente alle sue opere dava un aspetto marziale, specialmente se aveva da scolpire qualche soggetto in abiti guerreschi. Tanti fatti si raccontano di costui che avrebbero rallegrato i lettori, se qualcuno li avesse raccolti scrivendo la sua vita come di sé fece il Cellini. Egli era alto di persona, e trovandosi un giorno nella strada di San Francesco del Molo, tre soldati tedeschi si burlarono di lui. Gli saltò la mosca al naso, e tosto li sfidò tutti e tre a duello». La sfida fu accettata e gli sfidati, raggiunto un piccolo bastione che sorgeva dietro la dogana, vennero sconfitti. Il Lonis poi tornò a Cagliari e dal 1750 tenne bottega a Stampace. Lì scolpì il suo famoso Sant’Efisio (foto piccola riquadrata), che vediamo nella processione del Lunedì dell’Angelo, vestito con un abbigliamento a forti tinte, la statua è tutta un misto di pizzi, di spada d’onore con una grande elsa arabescata, piumaggi sull’elmo. Il Lonis probabilmente la statua l’aveva già scolpita, quando il Santo fu invocato nei giorni di fuoco del 1793, quando la flotta francese minacciò la città. Perché non celebrare questo artista, insieme patriota e religioso, intitolandogli una delle vie cittadine?
ANTONIO ROMAGNINO
(tratto da Senorbì2000)
Giuseppe Antonio Lonis
|
[…] Giuseppe Antonio Lonis (Senorbì 1720 – Cagliari 1805). Dotato di talento artistico sin dalla giovane età, dopo un periodo di apprendistato presso la bottega di uno zio, intorno al 1740 si recò a Napoli per affinare la tecnica scultorea. Entrò in contatto con artisti quali Gennaro Frances e Giuseppe Picano. Rientrò in Sardegna nel 1750 e aprì una bottega a Cagliari, nel quartiere Stampace, dove lavorò i restanti 55 anni della sua vita avendo modo di trasmettere le sue conoscenze a un gran numero di apprendisti. Il lavoro del Lonis si concentrò nella realizzazione di statue in legno policromo a soggetto religioso. Tali opere, in stile tardo barocco e neoclassico, si possono ammirare in diverse chiese soprattutto del meridione dell’Isola. (Da Wikpedia) ———————— – Approfondimenti. – Su Sardegna Visuale. – Su Aladinews. La cultura ci salverà. Cagliari ricordi degnamente un suo grande artista: Giuseppe Antonio Lonis. […]