PROPOSTE PER CAGLIARI CITTA’ SARDA ED EUROPEA

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PROPOSTE OPERATIVE PER UNA POLITICA EUROPEISTA DELLA CITTA’ DI  CAGLIARI

IL QUADRO GENERALE

Le scelte operative del Comune di Cagliari per un maggiore utilizzo delle opportunità offerte dai programmi e progetti europei si inquadrano in una “politica europeista” del Comune medesimo. Il Comune di Cagliari è impegnato a contribuire per quanto nelle sue competenze e capacità ad una ridefinizione della costruzione dell’Europa federale, che superi positivamente l’attuale impostazione economicista dell’Europa, nella quale prevalgono gli interessi, pur legittimi, di natura economica rispetto al perseguimento dell’integrazione politica europea. Occorre invece riprendere le intuizioni dei Padri dell’Europa che all’indomani della fine del conflitto mondiale, sulle ceneri del disastro nazifascista costruirono l’ipotesi di un’Europa federata, che si poneva nella prospettiva di unificazione degli Stati europei in un unico Stato federato, rispettoso dei popoli e delle nazioni che storicamente danno vita all’entità Europa. I Padri costituenti pur avendo chiara tale prospettiva e preconfigurandola nei discorsi si limitarono al concreto e possibile cioè alla graduale realizzazione di un’integrazione economica, rinviando a tempi migliori l’integrazione politica. Mentre l’integrazione economica è andata comunque avanti, anche con l’aggregazione di numerosi Stati (da 6 a 27) facendo dell’Europa una delle più grandi potenze economiche mondiali, l’integrazione politica è rimasta al palo determinando un ruolo sottodimensionato dell’Europa sullo scenario mondiale, non compensato dal protagonismo dei suoi Stati più grandi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia).

Oggi, nonostante tutto, nonostante la crisi dell’Europa, non sono venute meno le prospettive di costruzione dell’Europa politica. Anzi proprio oggi sembra essere questa l’unica strada possibile da percorrere, pena la decadenza progressiva degli Stati europei a vantaggio dei paesi emergenti (Cina, India, Brasile …). La costruzione di una nuova Europa di tipo federale che rispetti e valorizzi le diversità dei popoli che la compongono, portandole a sintesi politica, si realizza su due pilastri fondamentali: 1)le politiche degli Stati che devono assumere l’Europa come obiettivo convincente; e 2) l’attività dei cittadini e delle loro Istituzioni e organizzazioni più vicine e rappresentative (Regioni, Enti Locali, associazionismo … ). In questo quadro si valorizzano le autonomie dei territori, anche legittimando forme speciali di autonomia e sovranità, che ben si confanno alla situazione della Sardegna. In questo senso anche i Comuni possono svolgere un ruolo fondamentale e a maggior ragione quei comuni che hanno la leadership di importanti territori come Cagliari, che assume su di sé l’impegno di partecipare alla costruzione dell’Europa, anche rappresentando insieme alla Regione e agli altri Enti Locali, la Sardegna.

Dunque Cagliari città Sarda ed Europea, qualità che devono essere meglio rappresentate e rafforzate nella consapevolezza dei cittadini.

LE ATTUALI OPPORTUNITA’

Gli attuali interventi dell’Unione Europea, che si esplicano con programmi e progetti finanziati in diversa misura, riguardano tutti gli ambiti sociali economici e culturali e coinvolgono tutte le organizzazioni sia pubbliche che private. È noto come tali opportunità siano allo stato attuale colte solo in modo parziale. Tanto per citare un dato: risulta che l’Italia sia allo stato un “contribuente netto” rispetto all’Unione Europea, che cioè trasferisca alla stessa più risorse di quante poi riesca ad averne indietro con i progetti europei (consulta al riguardo i siti www.politichecomunitarie.itwww.finanziamentidiretti.eu). Come è noto le risorse europee sono distribuite fondamentalmente in base a due canali: 1) i fondi strutturali delle politiche di coesione, che transitano attraverso gli Stati e soprattutto attraverso le Regioni e 2) finanziamenti diretti dall’Europa ai beneficiari. Per l’uno e per l’altro canale in Italia si rilevano problemi. Per i fondi strutturali la criticità è riscontrabile specificatamente nella capacità (meglio incapacità) di spesa, mentre per gli altri fondi vi sono sostanzialmente problemi di progettualità e di gestione. L’Unione Europea propone ancora una serie di iniziative per rafforzare l’appartenenza delle comunità locali all’Europa (anni tematici, promozioni di politiche energetiche, diffusione della cultura della solidarietà e della partecipazione etc.); anche rispetto a tali proposte si registra una debole risposta italiana soprattutto per quanto riguarda il sud. Un quadro non migliore si presenta in Sardegna e a Cagliari. Evidentemente è necessario avere dei dati più precisi al riguardo, si rende pertanto necessaria, almeno per quanto riguarda il Comune di Cagliari, una ricognizione dell’effettivo utilizzo delle opportunità fornite dell’Unione Europea, direttamente o per il tramite dello Stato e della Regione, in tutti i settori. I dati di tale ricognizione vanno confrontati con le potenzialità fornite dai diversi interventi europei (anch’esse da rappresentare dopo un lavoro di ricerca) per verificare in quale misura le stesse sono utilizzate dal Comune. Ma non solo, anche se più difficoltoso, occorre farsi un’idea precisa di quanto e in che misura le organizzazioni pubbliche e private presenti nel territorio cittadino utilizzino i fondi europei.

Questa complessa attività di ricognizione è in certa misura propedeutica alla definizione di misure per affrontare la situazione, fondamentalmente per estendere al massimo le opportunità di godere delle risorse europee. Ma non è pensabile prevedere due tempi (uno di ricognizione e l’altro di intervento) in quanto le opportunità europee hanno un loro dinamismo con scadenze inesorabili, trascorse le quali le opportunità trovano altra allocazione. Si tratta pertanto di riorganizzare un servizio comunale, senza togliere operatività a quanto già si sta facendo e a quanto si può e si deve fare ulteriormente rispetto a scadenze ravvicinate.

Occorre a questo punto accertare quali siano le strutture che nel Comune si occupano di programmi/progetti europei, accertare anche le persone e la loro professionalità, al fine di ridefinire organici e funzioni e piani di formazione/aggiornamento.

 IL SERVIZIO POLTICHE EUROPEE

Anticipando le conclusioni della ricognizione generale e dovendo disporre di strumentazioni di pronto intervento si può ipotizzare la riorganizzazione di un apposito servizio centrale il quale abbia immediatamente il compito di effettuare la ricognizione di cui si è parlato e di predisporre gli interventi urgenti, ma anche che abbia la funzione di sollecitare gli interventi di altre strutture in ambito comunale.

Si concepisce pertanto una struttura che abbia da una parte funzione di “osservatorio” di tutto quanto possa essere ricondotto a tematiche europee sia nell’ambito delle competenze dell’Amministrazione comunale, sia in ambiti territoriali comunali riconducibili a competenze di altre amministrazioni o alla libera iniziativa dei privati, dall’altra funzioni di concreta operatività, cioè di predisposizione e gestione di progetti europei.

È pertanto urgente ridefinire l’attuale servizio, da ora in poi titolabile come “Servizio politiche europee” ridefinendone la missione sulla base di quanto detto, prevedendosene un dimensionamento organico, costituito da un numero adeguato di “permanent” (personale del ruolo comunale) e di un numero di “collaboratori a progetto” in relazione agli interventi da programmare in un arco temporale di almeno un triennio.

Si può ipotizzare che il “Servizio politiche europee” faccia diretto riferimento organizzativo al Direttore generale, individuandosi ulteriori livelli di responsabilità a discendere. E’ da discutere l’opportunità che il Servizio oltre che del proprio organico di impiegati e collaboratori, disponga di una struttura di consulenza, fatta da esperti qualificati, in grado di fornire un importante supporto alla programmazione delle attività. Si segnala come il Servizio non debba solo gestire le attuali opportunità, ma anche fornire all’Amministrazione comunale un supporto per nuove iniziative, le quali necessitano di negoziazioni con i diversi decisori. Per esempio il Comune orienta la destinazione di finanziamenti europei rispetto alle sue politiche: è un’attività che già fa, ma che richiede il rafforzamento delle proprie capacità in termini di conoscenze e relazioni.

Pertanto l’attuale missione della struttura di competenza va notevolmente ampliata e ridefinita. Attualmente risulta così definita nel sito del Comune:

Monitoraggio sull’attuazione delle linee programmatiche di governo.
Osservatorio, ricerca selezione risorse comunitarie, nazionali e regionali (PON, POR, PIC) a sostegno dei piani di sviluppo comunale.
Monitoraggio sull’attuazione degli interventi.
Programmazione e gestione del piano straordinario del lavoro.
Politiche occupazionali e del lavoro.

Tralasciando in questa memoria la Programmazione e gestione del piano straordinario del lavoro.
Politiche occupazionali e del lavoro.
di cui non ci si occupa, per quanto riguarda la struttura “Servizio Politiche Europee” occorre attribuire alla medesima la competenza del presidio di tutte le attività riconducibili all’Europa attivate o attivabili nel territorio comunale a prescindere dalla diretta competenza dell’amministrazione comunale. E’ evidente che rispetto al vasto quadro che risulterà dall’indagine sul territorio gli interventi diretti del Comune saranno oggetto di particolare attenzione e adeguata predisposizione degli interventi. I quali ultimi saranno attuati in prevalenza dalle diverse strutture comunali diverse dalla struttura “Servizio Politiche Europee”. Pertanto per rendere più chiaro il ragionamento il Comune opererà su due livelli: 1) attività di presidio di tutta l’attività riconducibile all’Europa sul territorio comunale; 2) attività direttamente operativizzabile dal Comune. Quest’ultima in massima parte distribuita tra le varie strutture comunali e in certa parte di diretta competenza della struttura “Servizio Politiche Europee”.

Soffermandoci rapidamente sulla competenza di carattere generale, una volta effettuata una ricognizione che operano sul territorio sulle questioni europee, occorre verificare le possibili sinergie, utilizzando strutture esistenti (ad esempio Focus Europe della Provincia di Cagliari), o promuovendone altre. In particolare nell’ambito pubblico si segnalano le attività in materia della Regione, della Provincia, della Camera di Commercio, dell’Università e delle scuole o in ambito privato (Associazioni di categoria, associazionismo volontario).

Tra le competenze del Comune, seppur in collaborazione con altri soggetti, si segnala quella della sensibilizzazione della popolazione alle tematiche europee e della informazione/formazione per vivere l’Europa. Ci si riferisce alla necessità che si attivino competenze ai diversi livelli per usufruire di tutte le opportunità fornite dall’Unione Europea, anche sviluppando capacità di proposte ulteriori rispetto al quadro dato.  Sembra opportuno fare al riguardo alcuni esempi: il Comune potrebbe esercitare capacità di leadership per l’attuazione delle euroregioni europee. Allo stato risultano in embrione l’euroregione Alpmed (comprendente Regioni della Francia e dell’Italia) e l’euroregione Archimed (comprendente le isole mediterranee della Francia, della Spagna, dell’Italia, e della Grecia). L’importanza delle euroregioni è fondamentalmente legata alla possibilità di ottenere in via diretta finanziamenti dall’Unione Europea, così come risulta nelle esperienze delle euroregioni già operative (http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/gect/index_it.htm). Non sfugga anche su tali questioni la necessità di approfondimenti per i diversi profili che comportano i vari interventi, tali da rendere opportune collaborazioni anche a livello universitario.

 

PROGETTI DIRETTAMENTE FINANZIABILI

Sono numerosi i programmi europei a cui il comune potrebbe partecipare sia come unico proponente che in partenariato.

Di seguito verrà riportato un breve elenco di alcuni dei programmi europei più rappresentativi in cui il comune di Cagliari potrebbe essere soggetto eleggibile:

 

- APPRENDIMENTO PERMANENTE: obiettivo generale del programma è di contribuire, attraverso l’apprendimento permanente alla costruzione di una società avanzata basata sulla conoscenza attraverso uno sviluppo economico sostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, garantendo nel contempo una valida tutela dell’ambiente per le generazioni future. Il programma presenta numerosi sottoprogrammi tematici. (Varie scadenze per ciascun sotto programma durante tutto l’anno)

- CIP – EIE: promozione dell’efficienza energetica delle fonti di energia rinnovabili e della diversificazione energetica dell’UE.

- CIP – EIP (Innovazione e imprenditorialità): obiettivo del programma è di migliorare le politiche di innovazione, accelerando l’adozione del design come strumento di innovazione centrata sull’utente all’interno delle politiche per l’innovazione europee, nazionali e regionali (Bando in scadenza il 10/10/2011).

- CIP – ITC PSP: strumento per incentivare lo sviluppo di uno spazio unico europeo dei prodotti e dei servizi TIC, per stimolare l’innovazione incoraggiando l’adozione delle TIC e gli investimenti per l’utilizzo di queste tecnologie allo scopo di creare una società dell’informazione aperta a tutti e migliorare in tal modo la qualità della vita e dei servizi offerti.

- CULTURA (2007-2013): programma per lo sviluppo di progetti pluriennali e di azioni di cooperazione allo scopo di dare sostegno agli enti attivi a livello europeo in campo culturale.

Bandi ancora aperti sul programma: Sostegno a progetti culturali (Strand 1) – Candidature 2011/2012 scadenze 05/10/2011 – 16/11/2011 – 03/02/2012 – 03/05/2012. Sostegno ad organismi attivi a livello europeo nel settore della cultura e a progetti tra organismi impegnati nell`analisi delle politiche (Strand 2 e 3.2) – Candidature 2011 scadenze 15/09/2011 – 05/10/2011. Il programma presenta numerosi sottoprogrammi tematici.

- DIRITTI FONDAMENTALI E GIUSTIZIA – Daphne III: programma specifico per la lotta contro la violenza nei confronti dei bambini, dei giovani e delle donne e per la protezione delle vittime e dei gruppi a rischio.

- DIRITTI FONDAMENTALI E GIUSTIZIA – Diritti fondamentali e cittadinanza: programma specifico volto a promuovere una società europea fondata sul rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti dal trattato UE, incluso i diritti derivanti dalla cittadinanza europea.

- ENPI 2007-2013: strumento europeo di vicinato e partenariato volto a fornire un assistenza comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione europea e i paesi limitrofi dell’UE che non hanno una prospettiva di adesione all’UE, ma con i quali l’UE ha avviato una politica di vicinato.

- EUROPA PER I CITTADINI: programma volto a sostenere la cittadinanza attiva da parte dei cittadini dell’UE  avvicinando gli appartenenti alle varie comunità locali di tutta Europa sia tra di loro che all’Europa stessa perchè possano condividere e scambiare esperienze, opinioni e valori contribuendo in tal modo a migliorare la conoscenza reciproca in un’ottica di progettazione futura partecipata.

- LIFE +: strumento comunitario volto a favorire la conservazione della natura e della biodiversità attraverso la formulazione delle politiche mirate e l’attuazione della legislazione comunitaria in materia ambientale in un’ottica di sviluppo sostenibile.

- PROGRESS: programma destinato a sostenere e finanziare la realizzazione degli obiettivi dell’UE nel settore dell’occupazione e degli affari sociali conformemente all’agenda sociale europea, contribuendo allo stesso tempo alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona.

- SAFER INTERNET (2009-2013): programma volto a promuovere un uso più sicuro di internet e delle altre tecnologie della comunicazione, in particolare educando sotto questo aspetto i minori, i genitori, gli insegnanti e gli educatori.  Lo sviluppo di un ambiente di navigazione sicuro, ha lo scopo di ridurre la quantità di contenuti illeciti diffusi in linea e di contrastare i comportamenti dannosi. Garantire la sensibilizzazione del pubblico nei confronti dei rischi dell’utilizzo di internet e delle precauzioni da prendere sviluppando strumenti pedagogici basati sulle migliori prassi.

- SICUREZZA E TUTELA LIBERTÀ - Prevenzione e lotta contro la criminalità: scopo del programma è quello di contribuire a garantire un elevato livello di sicurezza per i cittadini mediante la prevenzione e la lotta contro la criminalità comune o organizzata.

- SOLIDARIETÀ E GESTIONE FLUSSI MIGRATORI - Fondo europeo per i rifugiati (2008-2013): il programma ha lo scopo di sostenere e migliorare gli sforzi compiuti dai paesi membri per accogliere i rifugiati e gli sfollati e gestire le conseguenze dell’accoglienza, per applicare procedure d’asilo eque ed efficaci e promuovere buone prassi in materia d’asilo. Bandi aperti scadenza 14/10/2011

- SOLIDARIETÀ E GESTIONE FLUSSI MIGRATORI – Fondo europeo per i rimpatri (2008-2013): il programma ha lo scopo di sostenere e promuovere la cooperazione a livello UE, l’attuazione della normativa dell’UE e delle buone pratiche, sostenere campagne transnazionali di sensibilizzazione, aiutare i paesi dell’UE in situazioni di emergenza.

- STRUMENTO PER LA DEMOCRAZIA E I DIRITTI UMANI 2007-2013: il programma ha l’obiettivo di sollecitare un maggior rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei paesi e nelle regioni dove sono più minacciati; sostenere la società civile nel suo ruolo di promozione dei diritti umani e della democrazia, nella sua azione a favore della conciliazione pacifica di interessi particolari e nella sua funzione di rappresentanza e di partecipazione politica, nonché le azioni legate ai diritti dell’uomo e alla democrazia nei settori previsti dagli orientamenti comunitari; rafforzare il contesto internazionale e regionale per la protezione dei diritti umani, della giustizia, dello Stato di diritto e della promozione della democrazia.

 SCHEDA DESCRITTIVA DEL PROGRAMMA ENPI (ESEMPIO):

Programma ENPI

Il programma ENPI è lo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI – European Neighbourhood and Partnership Instrument) e rappresenta il principale finanziamento alla cooperazione tra i 17 Paesi partner (ENPI SUD: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia; ENPI EST: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova, Ucraina e la Russia).

L’obiettivo generale del programma è quello di creare un’area di stabilità e prosperità e di buon vicinato, basata su valori condivisi, tra l’Unione Europea ed i Paesi vicini che non hanno prospettiva di adesione alla Comunità Europea allo scopo di promuovere lo sviluppo di una maggiore integrazione regionale ed economica attraverso la cooperazione in diversi settori.

A tal scopo il programma ENPI finanzia prevalentemente interventi nei seguenti settori di cooperazione:

  1. dialogo politico e riforme in campo politico;
  2. adeguamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso standard più elevati in tutti i settori di pertinenza;
  3. consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all’elaborazione e all’attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità e/o i suoi Stati membri e i Paesi partner siano parti;
  4. stato di diritto e buon governo, in particolare rafforzando l’efficienza dell’amministrazione pubblica e l’imparzialità e l’efficienza del potere giudiziario;
  5. sostegno alla lotta contro la corruzione e le frodi;
  6. sviluppo sostenibile;
  7. sviluppo regionale e locale nelle zone rurali e urbane, al fine di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale;
  8. protezione ambientale, conservazione della natura e gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese le acque;
  9. politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (Millennium Development Goals – MDG) dell’ONU;
  10. politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l’inclusione sociale, la parità tra i sessi, la non discriminazione, l’occupazione e la protezione sociale, inclusa la protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle norme fondamentali in materia di lavoro, compreso il lavoro infantile;
  11. politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione;
  12. diritti umani e libertà fondamentali, compresi i diritti delle donne e dei bambini;
  13. democratizzazione, compreso il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni della società civile, la promozione del pluralismo dei media, e il monitoraggio e l’assistenza in occasione delle elezioni;
  14. sviluppo della società civile e delle ONG;
  15. sviluppo dell’economia di mercato, comprese le misure volte a sostenere il settore privato e lo sviluppo delle PMI, ad incoraggiare gli investimenti e a promuovere gli scambi;
  16. cooperazione nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni e le reti, il miglioramento della sicurezza dei trasporti internazionali, lo sfruttamento delle fonti di energia e la promozione di fonti di energia rinnovabili, dell’efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;
  17. sicurezza alimentare;
  18. gestione delle frontiere efficace e sicura;
  19. riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e affari interni, comprese questioni quali il diritto d’asilo, la migrazione e la riammissione e le azioni volte a combattere e prevenire il traffico di esseri umani, il terrorismo e la criminalità organizzata;
  20. cooperazione amministrativa finalizzata a migliorare la trasparenza e intensificare lo scambio di informazioni in materia fiscale;
  21. partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e dell’innovazione;
  22. cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli studenti;
  23. dialogo multiculturale e promozione dei contatti tra i popoli e dei legami con le comunità di immigrati che vivono negli Stati membri;
  24. cooperazione tra le società civili e sostegno alle istituzioni culturali e agli scambi tra i giovani;
  25. cooperazione nel settore della tutela del patrimonio storico e culturale al fine di promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;
  26. sostegno alla partecipazione dei Paesi partner ai programmi e alle agenzie della Comunità;
  27. sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte, nell’intento di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale delle regioni frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della Comunità;
  28. cooperazione e integrazione regionale e subregionale, comprendendo eventualmente anche Paesi che non sono beneficiari di ENPI;
  29. sostegno nelle situazioni post-crisi, incluso il sostegno ai profughi e agli sfollati; assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;
  30. promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure e le attività finanziate nell’ambito dei programmi europei;
  31. risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente regolamento.

La maggior parte dei fondi europei stanziati per il programma ENPI sono destinati ai Programmi Paese ed ai programmi di cooperazione regionale e per il settennio 2007 – 2013 ammontano a circa 827 milioni di euro. Ad ottobre è previsto un nuovo bando nell’ambito del programma ENPI.

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Documento elaborato da Franco Meloni e Stefania Tidu (ottobre 2011)

 

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