Aspettando il 2014 una proposta culturale

lampadadialadmicromicro133chiesa purissima cagliari 1Forse molti non lo sanno e tra questi i cagliaritani, ma dall’8 dicembre è stata riaperta al culto e ai visitatori la Chiesa della Purissima di Cagliari, in via Lamarmora. (segue)

chiesa-purissima internoGalleria fotografica su web

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Altre informazioni
(dal sito del Comune di Cagliari)
Chiesa della Purissima
Indirizzo: Via Lamarmora 130/a

Intorno al 1540 la nobile cagliaritana Gerolama Rams Dessena fondò un monastero di Clarisse. Nel 1554 viene edificato, probabilmente su una precedente cappella, il nuovo tempio dedicato alla Purissima.
La chiesa, priva di facciata, si apre sull’antica via denominata dai cagliaritani contrada della Purissima, e presenta sull’ingresso un arco a sesto acuto sormontato dal blasone della famiglia Brondo.
L’interno, in stile gotico-catalano, si presenta ad una navata, divisa in due campate con volta a crociera, e presbiterio a pianta quadra, con tre cappelle per lato.
La capilla mayor presenta una ricca volta stellata mentre le campate dell’aula presentano una semplice volta a crociera con gemme pendule in chiave di volta finemente lavorate. Sia il presbiterio che l’aula ricevono luce da eleganti bifore.
Le cappelle laterali a pianta rettangolare presentano l’identico motivo della volta stellata della capilla mayor e differiscono, sul lato destro, nelle dimensioni, per il progressivo adeguamento della muratura al tracciato stradale.
Prima dell’inizio dei restauri era presente un maestoso Cristo dolente in croce del 16esimo secolo, in legno scuro e a grandezza naturale, forse opera di una delle botteghe attive in Stampace in quel periodo.
Nel presbiterio era presente un fastoso altare barocco in legno dorato policromo con colonne tortili, arabeschi e motivi floreali ad incorniciare tre nicchie che custodivano una statua dell’Immacolata con mezzaluna d’oro ai suoi piedi, quella di Santa Chiara e San Francesco.
Le cappelle laterali accoglievano alcuni retabli di notevole pregio: un polittico del 1593, opera di Antioco Casula, raffigurante i santi Antioco, Cosma e Damiano, una Annunciazione, i santi Pietro e Paolo e una Pietà; dello stesso periodo è la tavola del San Gerolamo Penitente, opera di Lorenzo Cavaro

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