Caravaggio a Cagliari: una mostra impossibile! Ma un modo ci sarebbe…
Volete prendervi un momento di godimento artistico? Guardate il video sulle “mostre impossibili” realizzate dalla Rai in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali. Vogliamo poi fare in modo di poterci godere più del momento consentitoci dallo spazio virtuale? Richiediamo che almeno una delle “mostre virtuali” (Caravaggio, per esempio, in testa ai desideri di molti) sia portata in Sardegna, a Cagliari ed eventualmente in altre città sarde. Basterebbe una cordata di Istituzioni per rendere possibile tale proposta. Per esempio a tale fine potrebbero mettersi insieme la Regione, il Comune e la Camera di Commercio, ovviamente con la Rai e il Ministero dei Beni culturali. Ne varrebbe la pena, non pensate? Facciamo una sorta di class action propositiva!
La Nuova Sardegna, GIOVEDÌ, 24 OTTOBRE 2013
Pagina 17 – Cultura-Spettacoli
Visco ha ragione, investire in cultura e formazione è decisivo
di ALESSANDRO ARESU
Non deve sorprendere l’insistenza con cui Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha affrontato l’importanza degli investimenti in cultura, istruzione e ricerca per il nostro Paese in un intervento molto dibattuto presso il decimo Forum del Libro a Bari. Visco ha infatti pubblicato un volume per Il Mulino nel 2009 intitolato proprio “Investire in conoscenza” e nei suoi discorsi pubblici di questi anni ha insistito continuamente su questo tema. La sua “economia della conoscenza” ha quindi dato corpo a un discorso pubblico che si può ricostruire attraverso i suoi interventi e si inserisce a pieno titolo in un autorevole dibattito internazionale sulle problematiche dell’istruzione nei Paesi avanzati. Come ha detto Barack Obama, «chi pensa che l’istruzione sia un costo dovrebbe anzitutto pensare a quale sarà il costo dell’ignoranza nel XXI secolo». Un costo, un conto che le persone e le nazioni rischiano di pagare, nel momento in cui le politiche pubbliche sottovalutano il tema. La forza dei numeri conforta quest’opinione. Pensiamo anzitutto agli enormi costi del fallimento scolastico, quella dispersione di cui la Sardegna è maglia nera in Italia: secondo alcune stime, la fuga dei giovani dalla scuola costerebbe all’Italia addirittura 70 miliardi l’anno. È evidentemente una quantificazione per assurdo, perché non si possono scolarizzare le persone all’improvviso né si può creare dal nulla un mercato del lavoro in grado di assorbirle tutte, ma rende l’idea del danno enorme che in termini economici, oltre che culturali e sociali, la dispersione scolastica è in grado di generare. Uno studio della Banca d’Italia del 2009 paragona il rendimento dell’istruzione (8,9%) e quello di lungo termine di portafogli finanziari caratterizzati da vari profili di rischio, dalle obbligazioni alle azioni. Visco ha notato che questo rendimento (la mera “convenienza” dello studio) in Italia è sempre minore. Ciò viene utilizzato per lo sviluppo di un discorso pubblico autoassolutorio sull’inutilità dell’istruzione superiore, spesso utilizzando come argomento il ritardo della formazione tecnica in Italia rispetto ad altri Paesi. Anche negli Stati Uniti si è sviluppato un discorso pubblico che identifica l’istruzione superiore con una “bolla” sopravvalutata che continua a suscitare una credenza diffusa. È ancora troppo presto per decifrare l’impatto di questi eventi e della capillare diffusione dei corsi online, ma di certo i sistemi di istruzione non possono stare fermi. In un saggio di Beniamino Andreatta del 1968, commentato recentemente dallo stesso Visco, si identificavano quattro elementi di ritardo delle università europee: la mancanza di contatti tra diverse discipline; la discriminazione contro insegnamenti nuovi; la rigidità dei diplomi richiesti per le funzioni pubbliche; gli insufficienti legami con il mondo industriale. Temi ancora attuali, soprattutto in Italia. Forse due punti fermi possono guidarci in questa difficile navigazione. Il primo: anche in gravi situazioni di bilancio, deve essere possibile invertire la tendenza e operare investimenti, senza perseguire l’impossibile. Per esempio, l’attuale governo ha mobilitato risorse senza precedenti nell’edilizia scolastica, una gravissima emergenza per il luogo deputato più di ogni altro alla trasmissione della cultura e alla formazione del cittadino. Il secondo: nessuna difficoltà di adattamento dei sistemi dell’istruzione a un mondo nuovo deve far rimpiangere il passato dell’analfabetismo. Nel 1860 si scriveva in Inghilterra: «Solo in Gran Bretagna più di 100.000 persone muoiono annualmente a causa dell’ignoranza delle leggi sanitarie che non sono mai state insegnate a scuola». Non dimentichiamolo mai.
[…] verificarsi”. Dunque: un’idea possibile per una mostra possibile anche a Cagliari! Ne avevamo parlato il 24 ottobre 2013. – Un’idea fissa! CARAVAGGIO su Aladinews […]