Verso le elezioni sarde
Nasce il secondo polo in Sardegna
Oggi, 31 luglio 2023, le organizzazioni politiche Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna, Partito Comunista Italiano, iRS — indipendèntzia Repùbrica de Sardigna e RossoMori promuovono un’alternativa unitaria e antagonista al cartello di partiti oggi presenti in Consiglio Regionale. I valori ispiratori della nostra pratica politica sono quelli dell’antiliberismo, dell’autodeterminazione, dell’antifascismo, del pacifismo, dell’antimperialismo, del femminismo intersezionale, dell’anticolonialismo, dell’ambientalismo.
Malgrado l’ostacolo posto da una legge elettorale che riteniamo vada prontamente riformata in senso più rappresentativo, intendiamo promuovere un progetto di lotta e di proposta politica unitario, aperto e inclusivo, con l’auspicio che in questo percorso si uniscano a noi tutte quelle soggettività civiche e politiche che intendono superare l’attuale situazione di dissesto sociale ed economico della Sardegna; con un’indicazione molto chiara: il rifiuto di ogni forma di compromesso con la coalizione di poteri storicamente responsabile di tale dissesto.
Per questo abbiamo articolato una piattaforma comune e aperta di obbiettivi:
1 – introduzione di un salario minimo garantito per lavoratrici e lavoratori, e di un reddito universale di base per le disoccupate e i disoccupati; della nostra pratica dell’autodeterminazione, dell’antimperialismo, dell’anticolonialismo, dell’ambientalismo. politica sono quelli dell’antifascismo, del femminismo
2 – affermazione e pratica del principio di autodeterminazione del nn Popolo sardo sulle scelte di governo della Sardegna, con il ritorno alla gestione pubblica e democratica dei beni comuni e il rafforzamento dello stato sociale, dalla sanità ai trasporti, con un particolare impegno nella difesa di una scuola pubblica, laica e gratuita che sia argine alla dispersione scolastica e allo spopolamento, e valorizzi ogni espressione culturale, storica e linguistica del Popolo sardo;
3 – dismissione immediata di tutti gli insediamenti militari, a qualsiasi fine destinati, e smantellamento dell’industria bellica;
4 – stop senza appello ai progetti criminali di saccheggio energetico da parte delle multinazionali del solare e dell’eolico: che la parola, su questi temi, torni alle 377 comunità di sarde e sardi che vivono nei territori.
La strada per il riscatto del Popolo sardo è ancora lunga, ma chi da sempre lotta per la tutela dei beni comuni, l’autodeterminazione del Popolo sardo, e il superamento del rapporto di subalternità allo Stato centrale ha oggi aperto un cammino di partecipazione e lotta per l’emancipazione delle classi popolari e lavoratrici.
Per una Sardegna libera dal giogo coloniale e autenticamente popolare.
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Un commento a caldo.
Emerge con chiarezza dal comunicato che si va delineando la presentazione di una lista autonoma alternativa alla coalizione del centro sinistra. Ne prendiamo atto seppure con rammarico, perché nonostante una serie di caratterizzazioni decisamente incompatibili rispetto alla formanda coalizione di centro sinistra, si poteva trovare un accordo tecnico per la presentazione di una sola lista di coalizione alternativa al centro destra. La pessima legge elettorale sarda (che tuttavia fa comodo ai grandi partiti di ogni colore) penalizza pesantemente le formazioni che si presentano autonomamente al di fuori delle “grandi coalizioni”. L’unica possibilità per non disperdere voti e eleggere qualche consigliere per le piccole formazioni e che ci si presenti con unica lista (non in coalizione). Si dirà “meglio di nulla!” . È peraltro quanto si prevede sia la scelta del cd “secondo polo”. Ci chiediamo se ancora sussista lo spazio per un ripensamento per la soluzione tecnica precedente esposta. Resta il mistero del perché questa soluzione ragionevole non venga scelta. Per portare un esempio di successo io sono solito citare il presidente francese F. Mitterrand (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois_Mitterrand#:~:text=Il%20presidente%20Mitterand%20nel%201984,uscente%20Val%C3%A9ry%20Giscard%20d'Estaing.) che vinse le elezioni presidenziali coalizzando forze eterogenee seppure tutte nell’ambito progressista e di sinistra (basti ricordare il Partito comunista francese schierato con l’URSS, con posizioni perfino antagoniste rispetto al partito socialista/socialdemocratico di Mitterrand!). E dunque se c’è ancora spazio e tempo (come c’è ancora) su tenti questa strada ragionevole! Saludos. Franco Meloni, direttore Aladinpensiero online
Il presidente Mitterand nel 1984. Il 10 maggio 1981 François Mitterrand è eletto presidente della Repubblica con il 51,8 % dei voti, battendo il presidente uscente Valéry Giscard d’Estaing.