Il sol dell’avvenire: riflessioni a margine.
Torno ora da vedere il film di Nanni Moretti “Il sol dell’avvenire”. A caldo dico che non mi è piaciuto, complessivamente. So di confondere il film con le vicende che narra: di un partito comunista bigotto e realista fino a giustificare (anzi osannare per) la repressione sovietica sull’Ungheria nel 1956. Forse Togliatti non poteva fare diversamente, troppi i condizionamenti dell’URSS. E un esito diverso, come decide Moretti riscrivendo la Storia, sarebbe stato impossibile. Ma a rileggere quegli avvenimenti dico: W il ‘68! W l’eresia del Manifesto, che si manifestò contro l’accettazione da parte del PCI del sistema sovietico, sebbene il PCI si schierò con Dubček contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nell’agosto 1968*. Onore al grande partito comunista per aver sostenuto la crescita democratica dell’Italia, ma distinti e distanti per quanto possibile da quell’esperienza di partito. Non è un caso che personalmente con altri compagni scegliemmo, dopo e oltre l’impegno sociale di cattolici, di non aderire al PCI, ma ad altre formazioni della sinistra. Per me Democrazia Proletaria, passando dal MPL e dal Pdup (prima versione). Insomma io ho una storia politica diversa da quella di Moretti e ne sono contento, ragionandoci ora (e anche col senno di poi). Meno male che sono nato più tardi (1950)! Un tempo parafrasando il motto dell’ integralismo cattolico “extra ecclesiam nulla salus” si diceva “niente a sinistra fuori dal PCI”. Quanto di più sbagliato. E io, insieme con altri compagni e compagne, sono convinto e orgoglioso delle scelte di fondo fatte nel mio passato politico. Insomma per tutto ciò la mia lettura del film di Moretti, che considero un grande e colto regista, non mi coinvolge, anzi mi ha confermato in una certa estraneità. Felicemente. (fm)
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*A onor del vero per quanto riguarda l’invasione della Cecoslovacchia il Pci si schierò con Dubček e difese l’esperienza della primavera di Praga, ma non al punto di criticare a fondo il sistema politico sovietico e delle repubbliche satelliti. Posizioni, quelle del PCI, che comportarono una profonda divaricazione con il gruppo del Manifesto i cui leader (Rossanda, Magri, Pintor, Natoli) furono radiati dal partito (1969).
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