Trump? C’è perfino di peggio!
L’ultimo messaggio, tutto politico, di Marino de Medici.
RON DESANTIS: NEGAZIONE DELL’EREDITA’ DI GRANDI ITALO AMERICANI
Un nome nella nauseante compagine dei trumpiani dovrebbe rattristare tutti quegli italiani che in passato hanno tratto fierezza dall’enorme contributo degli italo-americani allo sviluppo sociale e morale dell’America. Basti ricordare Amadeo Peter Giannini che fece della Bank of Italy di San Francisco la poderosa Bank of America; il sindaco di New York Fiorello La Guardia; il premio Nobel Enrico Fermi; il governatore dello stato di New York Mario Cuomo; Ferdinand Pecora che ristrutturò il sistema bancario americano attraverso lo Security Exchange Act del 1934; il Congressman Peter Rodino e il giudice John Sirica, illuminati protagonisti della saga parlamentare del Watergate; il grande sindacalista della ILGWU Luigi Antonini; Geraldine Ferraro, candidata alla vicepresidenza; il grande Joe Di Maggio, icona del baseball.
[segue]
Erano tutti democratici impegnati nella promozione di un’America migliore, votata alla difesa dei diritti civili ed all’avanzamento del processo sociale in forza di una legislazione eugalitaria volta costruire una nuova società sensibile ai diritti umani e civili, inclusi quelli degli immigrati. Quei giganti del contributo italiano alla terra dove erano emigrati erano democratici, convinti sostenitori della causa morale di un partito che ha lasciato una profonda impronta nella grande nazione americana. Da allora, la maggioranza degli italo-americani, che tanto avevano dato all’America e tanto avevano ricevuto dal suo progresso politico e sociale, ha drammaticamente cambiato la sua fisionomia. Da Wops, come venivano bollati in senso dispregiativo, sono diventati Wasp, dal prototipo dei bianchi protestanti. Da benestanti quali sono diventati, hanno abbracciato il partito
repubblicano che promette loro maggiore ricchezza favorendo gli interessi dei grandi poteri economici e le campagne politiche che ostruiscono la dispendiosa azione sociale del governo federale. Quel partito ha imposto agli americani un movimento legislativo di stampo populista che è sfociato nel movimento Tea Party e subito dopo nel trumpismo e nella sua azione disgregatrice di norme costituzionali e del garantismo di uno stato di diritto. Il movimento MAGA, imperniato nella personalità mendace e autoritaria di Donald Trump, ha subito una sconfitta elettorale nel 2020 ma resta abbarbicato alle menzogne di Trump in ragione di un 65 per cento che sostiene l’invereconda denuncia di un “deal”, ovvero brogli elettorali mai comprovati. Nella massa trumpiana fa spicco un gran numero di esponenti italo-americani. Gente come l’ignobile ex sindaco di New York Rudi Giuliani, l’ex segretario di stato Mike Pompeo, il vice capo della minoranza repubblicana alla Camera Steve Scalise e centinaia di parlamentari e leader di amministrazioni di vari stati. Ma su uno di costoro vale la pena di concentrare l’attenzione: il governatore della Florida Ron DeSantis, perchè è lui il personaggio che più di ogni altro lavora senza scrupoli alla sua presentazione come candidato presidenziale.
La prima osservazione è che costui impersona l’imperante caratteristica del trumpismo che è quella di distruggere il sistema esistente per instaurare un regime autoritario in America. Laddove gli italo-americani del passato lavoravano per costruire un’America
migliore, DeSantis distrugge senza alcun riguardo l’eredità politica e morale di un Paese che giustamente molti giudicavano un faro di civiltà. Basti riassumere il suo corso politico. Divenuto governatore della Florida dopo quattro anni da Rappresentante (prevalse sul candidato nero Andrew Gillum con il 49,6% su 49,2) Ron DeSantis si distingue come un turpe avversario delle libertà intellettuali e accademiche. Un suo cavallo di battaglia è la lotta contro la cosiddetta Critical Race Theory, una materia di studio che di fatto non appare in alcun curriculum. E’ anzi l’autore di una legge statale che permette ai genitori di far causa agli insegnanti che insegnano
elementi della Critical Race Theory. Ma non solo, perchè DeSantis non permette una discussione pubblica degli orientamenti sessuali e dell’identità nelle scuole pubbliche. Quando Disney è intervenuta criticamente nel dibattito, il governatore turmpista ha eliminato lo status speciale ed i benefici fiscali di cui godeva la corporation.
Non sorprendentemente, DeSantis è contro l’aborto in ogni caso ed è un acerrrimo nemico dell’Affordable Care Act (Obamacare) e delle organizzazioni che forniscono fondi per le spese mediche di quegli americani che non possono permettersele.
In poche parole, Ron DeSantis è un distruttore animato da un profondo odio verso le istitituzioni civili che lottano per garantire la giustizia sociale, la libertà di espressione e l’uguaglianza dei cittadini. In pratica, la sua è una politica razzista. L’ultima deprimente prova del suo estremismo è il modo in cui si è servito di persone vulnerabili, inclusi bambini, quando ha noleggiato due aerei per trasportare migranti illegali, in maggioranza venezuelani, a Boston da San Antonio. Questa città non è in Florida bensí nel Texas. Nel Nord i migranti sono stati scaricati nei pressi di centri definiti da DeSantis “santuari” e abbandonati alle cure delle popolazioni locali. In questa proditoria profondamente anti-umana iniziativa ha avuto come associato il governatore del Texas Greg Abbot. E’ loro comune intento infatti quello di mettere il difficoltà il presidente Biden per la sua politica migratoria che la destra trumpiana denuncia come una situazione di caos alla frontiera. Quella di Ron DeSantis è una strategia illegale oltre che disumana ed un affronto ad esseri umani che vengono caricati come bestiame ed abbandonati in luoghi lontani senza protezione alcuna. E’ consolante peraltro che le popolazioni dove arrivano si mobilitano per offrire alloggi e viveri ai disgraziati venezuelani, in una sorta di retaggio di quell’America che in altri tempi accoglieva a braccia aperte “gli stanchi, i poveri e le masse pigiate” descritte nel memorabile poema di Emma Lazarus. C’è da restare attoniti dinanzi alla mancanza di umanità nel deprecabile comportamento di un politico italo-americano (i suoi antenati erano di Avellino, come quelli del grande sindacalista Antonini). C’è da sperare però che DeSantis sia chiamato a rispondere dinanzi alla legge per la sua condotta illegale e per la protervia con cui viola, al pari del suo ispiratore Trump, norme istituzionali e canoni morali. Immoralità e illegalità sono merce comune tra gli italo-americani dei giorni nostri.
E pensare che gli italo-americani erano stati penalizzati per lungo tempo dai bianchi anglo-sassoni. Ora sono passati nel campo dei loro tormentatori di un tempo e fanno di tutto per superarli. E quel che più preoccupa, hanno fame di potere come Ron DeSantis.
[…] amico di Marino, che ha avuto, tra l’altro il merito di farci conoscere. A parte pubblichiamo poi uno degli ultimi scritti di Marino, che aveva inviato a Giancarlo, che crediamo dia uno spaccato della situazione politica degli USA, […]