È online Rocca quattro/2022
Rocca. L’editoriale del direttore.
Il richiamo della responsabilità
di Mariano Borgognoni
Dunque si è scelto il richiamo, il booster, un potenziamento degli anticorpi della buona politica per sopperire ai disastri di molti leader politici e all’indecente recita a cui hanno dato vita nel teatrino stucchevole della «politique politicienne». [segue] Dunque Mattarella contro la sua stessa lucida valutazione dell’inopportunità di un secondo mandato. Mattarella per assicurare una decente stabilità istituzionale, per rassicurare sulla serietà, compostezza, moderazione della politica e garantire la reputazione internazionale del nostro Paese. «Esageruma nent» per dirla alla piemontese, senso della misura, realismo, volo basso ma dritto come diceva un mio maestro di gioventù. Tutto ciò non è poco. Però non si può non vedere il preoccupante logoramento dei soggetti politici (tra essi solo pochi si salvano) e non è possibile non porsi la questione di una rifondazione della democrazia prima che essa, dopo aver raschiato il barile del ripetuto affidamento del governo ai tecnici (peraltro mai neutri) e della rappresentanza ad affidabili esponenti della cosiddetta prima repubblica, si trasformi in una «democrazia dei signori» secondo il felice paradosso usato da Luciano Canfora nel suo ultimo libro. C’è da sperare che si arrivi alle elezioni politiche, fra un anno, con una legge elettorale che favorisca un nuovo radicamento identitario dei soggetti politici, un loro ancoraggio a salde e distinte culture, una loro capacità di rappresentare realmente ideali e interessi riconoscibili e di offrire luoghi abitabili per l’impegno civile delle nuove generazioni. Per questo appaiono urgenti una riforma elettorale proporzionale con un adeguato sbarramento e la possibilità per gli elettori di scegliere i candidati. Un primo passo per evitare il crescente allontanamento dei cittadini dalla politica e una sua riduzione al «Palazzo» pasoliniano dove, illustri sopravvissuti, simulano l’esercizio di un potere che, ormai, per gran parte non è più lì dentro. Poi occorrerà ripensare ad una rivisitazione dell’impianto costituzionale che, a partire dai grandi e permanenti valori sanciti nella prima parte, affronti senza timidezze, parlo soprattutto per la Sinistra, la questione di forme di governo capaci di rendere possibile anche potenti alternative di modello sociale. In tutto questo auspicabile percorso aiuteranno l’equi- librio e il senso di responsabilità democratica di Sergio Mattarella.
P.s. A Bose, una comunità tanto cara a molti di noi e dei nostri lettori, è stato eletto un nuovo Priore: Sabino Chialà. Davanti a lui e alla Comunità stanno il non facile compito e la responsabilità di ritrovare a pieno la serenità comunitaria e le ragioni profonde di una preziosissima (mai come oggi!) presenza spirituale, dopo il servizio del fondatore Enzo Bianchi e quello di Luciano Manicardi. Arriverà il momento di leggere la vicenda-Bose più in profondità, oltre le turbolenze di cui si è molto parlato e che, forse, non sono che l’increspatura appariscente di più profonde tensioni che attraversano oggi il modo di vivere la fede da donne e uomini adulti, la vita interna delle comunità tra esigenze comunitarie e insopprimibili istanze individuali, i rapporti col «mondo» tra gli opposti tiranti di tranquillizzanti rinculi identitari ed evanescenti derive liquide. Per questo sembrerebbe oggi necessario ripartire dall’originalità di quell’esperienza evitando improvvidi riassorbimenti clericalizzanti. Insomma quello che Bose ha insegnato a tanti. Difenderne il carattere ecumenico e la capacità di respirare con tutti i polmoni delle esperienze cristiane, la compresenza di genere, la capacità di scavare sempre dentro il pozzo fresco e inesauribile della Scrittura, le innovazioni liturgiche, la fedeltà alla terra nella consapevolezza che la differenza cristiana è solo l’annuncio di una speranza più grande e tuttavia radicata nella pelle della storia, l’amore per la Chiesa in una libertà responsabile, radicata nell’autogoverno comunitario. Sarà anche importante saper accettare le separazioni e i nuovi percorsi come differenze senza inimicizie, un altro modo per rendere ancora feconda una storia che resta carica di promesse. Da Rocca amicizia e auguri.
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ROCCA 15 FEBBRAIO 2022 n. 4 15 febbraio 2022.
l’editoriale
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