Gli OCCHIALI di PIERO sul Governo, su Johann LOWENTHAL, su Anton CECHOV…

IL GOVERNO E’ STABILE / LE INTESE SONO LARGHE

Una bambina e sua madre vengono consegnate a un dittatore.
Il bel Calderoli pensa che la signora Kyenge sembri un orango.
Epifani non vuole tensioni (pensava a un pic-nic) o stacca la spina.
Cicchitto, che sa come si governa, dice che il Papa non ne capisce.
Il tetto rimane al 3%.
Nuovo Presidente Finmeccanica (un presidente arrestato per tangenti internazionali) un esperto di macelleria messicana nelle scuole: potrà verificare l’onestà dell’affare F35.
In Italia comandano: Germania, Usa, Kazakistan, e il Governo non lo sa.
Però è stabile. Le intese sono talmente larghe che arrivano in Asia.

JOHANN LOWENTHAL
Nella rivoluzione ungherese del 1848, guidata da Lajos Kossuth che aveva dichiarato l’indipendenza dall’impero asburgico, troviamo un giocatore di scacchi: Johann Lowenthal. Nato a Budapest il 15 luglio 1810, ebbe un incarico amministrativo nel governo rivoluzionario. Quando nel ’49 la Russia zarista intervenne a reprimere la rivoluzione, Lowenthal fu costretto all’ esilio (non fu la sorte peggiore: 400 tra ufficiali e politici furono impiccati. Kossuth riuscì a fuggire). Da quel momento Lowenthal si mantiene col gioco degli scacchi. Negli Stati Uniti incontra Paul Morphy, 12 anni, e perde l’incontro 2 a 1 (vedi “Gli occhiali di Piero” nel blog di Aladin pensiero del 22 giugno). Lo incontra di nuovo in Europa, 9 anni dopo, e perde ancora 9 a 3 con 2 patte. Direste che avrebbe potuto odiare questo ragazzino, invece si parla di due veri sportivi: Morphy spende tutte le 100 sterline vinte per comprare mobili a Lowenthal, Lowenthal dichiara di essersi incontrato con “una forza superiore” e due anni dopo pubblica il libro con tutte le partite di Morphy, che viene ristampato sette volte.
Lowenthal muore a S.Leonards-on-Sea il 20 luglio 1876.

ANTON CECHOV
Il 15 luglio 1904, a soli 44 anni muore, a Badenweiler, Anton Cechov.
Era nato a Taganrog il 29 gennaio 1860. Si laurea in medicina a 24 anni e ha già pubblicato, senza successo, una raccolta di novelle.
Ha conosciuto la miseria e cura gratis la metà dei suoi clienti.
Per cinque anni fa anche il giornalista, finchè il suo talento viene notato.
Pubblica una seconda raccolta e questa volta ha successo.
Prima opera teatrale, Ivanov: un fiasco clamoroso, ma un anno dopo, con qualche modifica, è un successo.
Marzo 1888, pubblica un racconto lungo, o romanzo breve, La steppa, E’ un trionfo, viene paragonato a Gogol e a Tostoj.
Scrive ancora per il teatro: L’orso, La domanda di matrimonio.
Nel 1890 affronta un viaggio di 11mila chilometri, attraverso la Siberia, fino all’isola di Sachalin, per scrivere su una colonia di deportati.
Nel 1891 visita l’Italia, da Venezia fino a Napoli.
Del 1892 è Palata n.6 (tradotto Corsia o Reparto n.6), impressionante storia sul rapporto tra società e malattia mentale.
Compra una tenuta a Melichovo, presso Mosca e, allo scoppio di una epidemia di colera, vi organizza un lazzaretto.
Nel 1895 è in scena Il gabbiano, un fiasco, ma un successo tre anni dopo.
La sua salute peggiora e nel ’99 si trasferisce a Jalta, a Mosca va in scena Zio Vanja. Nel 1901 si rappresenta Tre sorelle. Gennaio 1904, la prima de Il giardino dei ciliegi. Cechov muore sei mesi dopo.
Di Cechov ho tradotto in sardo e messo in scena, con Giampaolo Loddo e Roberta Loddo, Predlozenie (Proposta), che in italiano è stata tradotta “La domanda di matrimonio”, in sardo “Sa domanda” è sufficiente a esprimere il concetto, Sa domanda è per antonomasia “domanda de coja”.

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