Gli OCCHIALI di PIERO
GEORGE SAND
Aurore Daupin nasce il 1° luglio 1804 a Parigi.
143 romanzi e racconti, 24 commedie, numerosi scritti di vario genere.
Ma il romanzo più straordinario è la sua stessa vita.
Una giostra le sue storie sentimentali: sposa a 20 anni un barone, più per amicizia che per amore, ha un figlio, Maurice; qualche anno dopo però conosce un giovane magistrato: “nessuno parla come voi, nessuno ha i vostri accenti, la voce, il sorriso, lo spirito, il vostro modo di vedere le cose e di esprimere le sue idee. Nessuno, tranne me.” L’avventura, seppure breve, mette in crisi il matrimonio. Separati in casa, la villa-castello che lei ha ereditato dalla nonna, ciascuno dei coniugi coltiva i suoi amori: lei fa una figlia, Solange, con un amico. Nel ’31 si stabilisce a Parigi con un altro amante, ventenne, Jules Sandeau. Scrivono insieme firmandosi J. Sand.
Poi lei scrive, da sola, il romanzo Indiana e lo firma G. Sand. G per George.
Aurore è diventata George Sand, una seconda nascita a 29 anni.
Rompe con Sandeau nel ’33. Ha una storia con Prosper Mérimée, poi con Alfred de Musset, che le dichiara di essersi innamorato attraverso un suo romanzo. A Venezia è con lui, ma si ammala, lui passa il tempo con prostitute, lei s’innamora del medico. Finisce la storia col medico e tornano insieme, lei racconta la loro storia d’amore in Elle et lui.
Divorzia dal marito e intanto s’innamora dell’avvocato, ma dura solo un anno perchè l’uomo è sposato e non lascia la famiglia. Lei si consola con altri. Poi nel ’38 conosce Chopin. Relazione difficile, disapprovata dal figlio maurice, intanto che Chopin sembra più interessato a Solange. Finisce nel ’46, Chopin se ne va, poi nel ’47 Solange si sposa. Si incontrano, ultima volta, nel ’48: “strinsi la sua mano tremante e ghiacciata. Volevo parlargli, scappò via”. Chopin muore nell’ottobre del ’49.
Inevitabilmente femminista, sta da socialista nelle vicende del suo tempo, anche se con incertezze e con ripensamenti imprevedibili.
“Sono comunista così come si era cristiani nel 50 della nostra era. Per me il comunismo e l’idea delle società in progresso, la religione dei secoli futuri. Non posso però aggrapparmi a nessuna delle attuali formule di comunismo, tutte piuttosto dittatoriali…”
Le venne proposto di candidarsi all’Assemblea Nazionale, per lei era giusto, disse, appoggiare la rivoluzione ma le donne non dovevano impegnarsi in prima persona. Quando Parigi si sollevò nel maggio ’48 e la rivolta fu repressa nel sangue, scrisse: “mi sono messa in prigione da sola, nella mia casa. Non credo più in una Repubblica che comincia con l’uccidere i suoi proletari. Ecco una strana soluzione al problema della miseria”.
Nell’Impero corrotto e clericale di Napoleone III criticò la Chiesa cattolica, i suoi dogmi pericolosi per le libertà individuali. La Chiesa, per smentirla, mise all’Indice tutte le sue opere.
Visse 15 anni con l’ultimo uomo della sua vita, Alexandre Manceau, un incisore, che morì nel ’65. Lei mori l’8 giugno 1876.
Con qualche perplessità dell’arcivescovo ebbe funerali religiosi.
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