“In Palestina serve azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale. Occorre fermare la violenza, rimuovendone le cause, e riconoscere lo Stato di Palestina”

schermata-2021-05-13-alle-22-17-38
schermata-2021-05-13-alle-18-58-53Lettera aperta alle massime Istituzioni per chiedere un intervento dell’Italia per fermare l’escalation di violenza tra Israele e Palestina.
Di seguito il comunicato stampa della Rete Pace e Disarmo.
“In Palestina serve azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale. Occorre fermare la violenza, rimuovendone le cause, e riconoscere lo Stato di Palestina”
Diverse organizzazioni, associazioni, sindacati della società civile italiana hanno inviato oggi una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Presidente della Commissione Esteri Senato, al Presidente della Commissione Esteri della camera per esprimere la profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina e per chiedere che l’Italia si faccia promotrice di una forte azione diplomatica affinché cessi il conflitto tra israeliani e palestinesi.
Nella lettera si sottolinea come sia ormai necessaria e non più rimandabile un’azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale che possa fermare la violenza, rimuovendone le cause, e nel contempo riconoscere lo Stato di Palestina.
Le richieste inviate alle istituzioni italiane sono le seguenti:
- fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di rimuovere l’assedio di Gaza e di fermare qualsiasi tipo di ritorsione contro la popolazione della Striscia di Gaza;
- impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
- esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
- sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii;
- inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza;
- agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.
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La lettera è stata sottoscritta da: CGIL, CISL, UIL, ACLI, Accademia Apuana della Pace, AOI – Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, Arci, ARCS – Arci Culture Solidali, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Associazione per la Pace di Modena, Associazione per la Pace di Padova, AssoPacePalestina, AUSER, Beati i costruttori di pace, Campagna Ponti e non Muri, Casa per la Pace Modena, Centro Studi Sereno Regis, CGIL di Padova, Emmaus Italia Onlus, Fiom, Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Lisli e Lelio Basso, Gruppo Abele, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, Legambiente, LIBERA contro le mafie, Link – Coordinamento Universitario, Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), Movimento Nonviolento, NEXUS Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, OPAL Brescia, Pax Christi Italia, Pro Civitate Christiana, Progetto Sud, Rete della Conoscenza, Rete italiana Pace e Disarmo, Segreteria della Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente, TAM-TAM di Pace Modena (Tavolo Associazioni Modena), Un Ponte Per, Unione degli Studenti, Usacli, Aladinpensiero, Patto per la Sardegna.

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pace-schermata-2021-05-12-alle-21-53-20 Facciamo pace a Gerusalemme
C’è solo un modo per mettere fine alle terribili violenze che stanno insanguinando Gerusalemme e la Terra Santa: riconoscere ai palestinesi la stessa dignità, la stessa libertà e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Nessuna pace può essere edificata sulla persecuzione di un intero popolo, sull’occupazione militare, l’arbitrio, gli abusi, la sopraffazione, l’umiliazione, le deportazioni, l’apartheid, la continua violazioni di tutti i fondamentali diritti umani.
 Non basta invocare la fine delle violenze. Non c’è e non ci sarà mai pace senza giustizia. Rinnoviamo, ancora una volta, il nostro accorato appello a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale perché intervengano energicamente per far rispettare il diritto internazionale dei diritti umani, la legalità internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite.



Tavola della Pace

Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani

Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova

Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova



Per adesioni: adesioni@perlapace.it 
Perugia, 11 maggio 2021 
Per informazioni: 
Tavola della pace

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MANIFESTAZIONE A CAGLIARI
Venerdì 14 maggio 2021
sard-palest
sardegna-palestina-cropped-cropped-logo-sardegna-palestina-square-novembre-2015-senza-scritte2xSardegna Palestina
L’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e la Comunità Palestinese in Sardegna invitano a partecipare al presidio in solidarietà con il popolo palestinese che si terrà venerdì 14 maggio alle ore 18:00 in Piazza Garibaldi (Cagliari).
Quest’anno l’anniversario della Nakba e dell’occupazione della Palestina da parte del movimento sionista avviene in concomitanza con l’intensificarsi delle proteste nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah a Gerusalemme, dove decine di famiglie palestinesi si trovano nel mirino dei coloni sionisti.
La maggioranza degli abitanti di questo quartiere vi era arrivata dopo essere stata cacciata dalle proprie case nel 1948. Da anni le forze d’occupazione israeliana ha preso di mira quest’area, tentando di cacciarne gli abitanti palestinesi, per portare avanti il proprio obiettivo di giudeizzazione di Gerusalemme.
Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un’escalation delle violenze da parte di coloni e polizia israeliana anche in altri quartieri e sobborghi di Gerusalemme, culminata negli episodi della Spianata delle Moschee, dove è stata attuata una chiara aggressione ai fedeli in preghiera durante il mese di Ramadan.
In aggiunta a tutto ciò, negli ultimi due giorni la situazione si è deteriorata anche a Gaza, dove proseguono i bombardamenti israeliani nel tentativo di piegare la resistenza portata avanti dalle varie forze palestinesi in risposta ai crimini sionisti a Gerusalemme.
Si registrano manifestazioni e scontri anche nelle maggiori città dei territori occupati del 1948 e della Cisgiordania, dove i palestinesi sono scesi in piazza in appoggio alla popolazione di Gerusalemme.
Chiediamo a tutti i militanti, simpatizzanti, solidali con la Palestina, e a tutti i partiti, sindacati, associazioni, di unirsi a noi in piazza per manifestare contro le politiche criminali e di pulizia etnica dello stato di occupazione israeliana contro il popolo palestinese.
- Associazione Amicizia Sardegna Palestina
- Comunità Palestinese Sardegna
N.B.:
Si invita ad indossare le mascherine e a rispettare il distanziamento
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CSS loghettoLa Confederazione Sindacale Sarda-CSS aderisce al SIT-IN del 14 maggio 2021 per la pace giusta in Palestina perché cessino immediatamente i bombardamenti e si rispettino i patti internazionali nel riconoscimento reciproco dei diritti dei due popoli palestinese e israeliano.
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sanders
Sanders e Ocasio-Cortez a fianco della resistenza palestinese: stop alla colonizzazione israeliana
L’eco di questa resistenza popolare nel cuore di Gerusalemme Est ha varcato l’Oceano e ha raggiunto gli Stati Uniti. Su Globalist.

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DOCUMENTAZIONE
LETTERA APERTA
“In Palestina serve azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto
Internazionale. Occorre fermare la violenza, rimuovendone le cause, e
riconoscere lo Stato di Palestina”

Ill.mo Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana
Prof. Mario Draghi
Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Luigi Di Maio
Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
On. Rosario Petrocelli
Presidente della Commissione Esteri del Senato
On. Piero Fassino
Presidente della Commissione Esteri della Camera
Roma, 12 maggio 2021
Le organizzazioni e i sindacati firmatari, esprimono profonda preoccupazione per
quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina.
La sospensione delle tanto attese elezioni previste per il 22 maggio, quindi la
provocazione di gruppi radicali di coloni israeliani in marcia verso i quartieri palestinesi
della città vecchia , seguita della decisione di impedire ai palestinesi di raggiungere la
Spianata della Moschea per la preghiera del Ramadan, e ancora il viatico concesso ai
coloni di espellere i palestinesi dalle loro case in molti quartieri di Gerusalemme Est e
specialmente a Sheikh Jarrah, hanno generato una escalation di violenze
immediatamente estese in altre città israeliane e palestinesi, fino ai lanci di missili dalla
Striscia di Gaza e la conseguente azione militare israeliana. Tutto ciò, dimostra quanto sia
indispensabile che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati nazionali non si fermino
alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza, ma che
prendano posizione per eliminare le cause che provocano la violenza e l’ingiustizia che
subisce il popolo palestinese e, di rimando, anche la popolazione israeliana.

La decisione di sospendere e rinviare le elezioni è una conseguenza diretta dello
stato di debolezza e di precarietà giuridica in cui vive la popolazione palestinese, apolide
e sotto occupazione. Il comportamento del governo israeliano è stato chiaramente ostile
allo svolgimento delle elezioni, dal rifiuto della missione del Parlamento europeo, agli
arresti dei candidati e al divieto di qualsiasi attività elettorale a Gerusalemme Est, in
violazione degli accordi di Oslo ancor oggi in vigore, e riferimento legale per regolare il
processo elettorale nel territorio palestinese; Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di
Gaza israeliana.
Le espulsioni di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Silwan e Sheick
Jarrah, oltre a mostrare l’applicazione della legge in modo etnico e discriminatorio, non
fanno che alimentare nuovo odio e violenza tra le due comunità. Pensare di risolvere la
“questione palestinese” con espropri forzati, demolizioni di case e sostituendo la
popolazione palestinese con nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme Est è quanto di
più dannoso e contrario alla costruzione di una pace giusta e alla convivenza tra le due
comunità.
Chiediamo che l’Italia si faccia promotrice di un’azione diplomatica di pace e di
rispetto del diritto internazionale chiedendo alle Nazioni Unite, all’Unione Europea e ai
capi di governo che hanno a cuore la pace e la coesistenza tra palestinesi e israeliani:
• di fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio
dei razzi ed al governo israeliano di rimuovere l’assedio di Gaza e di fermare qualsiasi
tipo di ritorsione contro la popolazione della Striscia di Gaza;
• di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare
l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
• di esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le
elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza,
come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
• di sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la
realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii;
• di inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni
del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di
trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in
Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza;
• di agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come
membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare
direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.
Hanno aderito:
CGIL, CISL, UIL, ACLI, Accademia Apuana della Pace, AOI – Associazione delle Organizzazioni
Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, Arci, ARCS – Arci Culture Solidali,
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Associazione per la Pace
di Modena, Associazione per la Pace di Padova, AssoPacePalestina, AUSER, Beati i costruttori di
pace, Campagna Ponti e non Muri, Casa per la Pace Modena, Centro Studi Sereno Regis, CGIL di
Padova, Emmaus Italia Onlus, Fiom, Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Lisli e Lelio Basso,
Gruppo Abele, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, Legambiente, LIBERA contro le
mafie, Link – Coordinamento Universitario, Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR),
Movimento Nonviolento, NEXUS Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, OPAL Brescia, Pax Christi
Italia, Pro Civitate Christiana, Progetto Sud, Rete della Conoscenza, Rete italiana Pace e Disarmo, Segreteria della Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente, TAM-TAM di Pace
Modena (Tavolo Associazioni Modena), Un Ponte Per, Unione degli Studenti, Usacli, Aladinpensiero, Patto per la Sardegna.
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2 Responses to “In Palestina serve azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale. Occorre fermare la violenza, rimuovendone le cause, e riconoscere lo Stato di Palestina”

  1. admin scrive:

    giannimascia
    12:38 (9 ore fa)
    Gianni Mascia e la Scuola popolare di poesia di Is Mirrionis aderiscono!

  2. admin scrive:

    Nonostante alcune colpe di estremisti palestinesi dobbiamo sostenere quelle ben più gravi di Israele e condannare l’atteggiamento di Biden e anche deplorare quello italiano.
    Umberto Allegretti

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