Che succede?
TRACOLLO DEMOGRAFICO. F. MONACO VS G. BETTINI. DI MAIO PROGRESSISTA
25 Novembre 2020 su C3dem.
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Antonio Polito, “Serve fiducia per costruire una comunità, anche sui vaccini” (Corriere della sera). Mario Giro, “Il Covid ha fatto divorziare la democrazia e il mercato” (Domani). VIOLENZA SULLE DONNE: Barbara Stefanelli, “Tre strade per fermare la violenza” (Corriere della sera). Elly Schlein, “Cosa vogliono le donne” (Repubblica). GOVERNO E RIPRESA: Manuela Perrone, “Recovery e Mes, alta tensione tra Conte e Pd” (Sole 24 ore). Paolo Pombeni, “Una politica in bilico” (mente politica.it). Domenico Rosati, “Stati generali M5s” (Settimana news). Paolo Balduzzi, “Le riforme dimenticate” (Messaggero). Leonardo Becchetti, “Next Generatione Eu, giorni decisivi” (Avvenire). Tito Boeri e Roberto Perotti, “Salvate l’onore degli statali” (Repubblica). Silvio Garattini, “Ricerca in miseria” (Foglio). Tonino Perna, “La grande occasione per il Sud” (Manifesto). DEMOGRAFIA: Alessandro Rosina, “Il Covid e il tracollo demografico prossimo venturo” (Sole 24 ore). Paolo Ferrario, “2021: record negativo di nati” (Avvenire). MONACO VS BETTINI A PROPOSITO DI BERLUSCONI: Franco Monaco, “Dove sbaglia il Pd (e Bettini) su B.” (Il Fatto). Goffredo Bettini, “Mai detto B. al governo, ma collaborare si può” (Il Fatto). Silvio Berlusconi, “Rapporti con il governo e con Salvini. Ecco come stanno le cose” (intervista al Giornale). Gianluca Passarelli, “La fine del tabù Berlusconi è l’anno zero della sinistra” (Il Riformista). Marcello Sorgi, “Un punto per il Cavaliere, l’opposizione dura è senza senso” (La Stampa). Paolo Armaroli, “Silvio spariglia, ma il problema è l’alternativa da costruire” (Il Dubbio). Giovanni Tria a colloquio con Claudio Cerasa, “Il nuovo patto del Nazareno non è una marchetta” (Foglio). LA VIA PROGRESSISTA: Matteo Renzi, “Contro i populismi la sinistra vince al centro” (lettera a Repubblica). Luigi Di Maio, “La via progressista. Andare oltre le ideologie” (lettera a Repubblica). Anthony Giddens, “Alleanza globale con i governi progressisti, Biden indicherà la strada” (intervista a Repubblica).
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UNA NUOVA VIA PROGRESSISTA?
23 Novembre 2020 su C3dem.
All’articolo di Maurizio Molinari, “Biden-Sturmer, la nuova via progressista” (Repubblica), di ieri, risponde Nicola Zingaretti: “Verde e sfide sociali, l’Europa aspetta Biden sulla nuova via progressista”. Sul tema anche Lionel Barber, già direttore del Financial Times: “Intesa con Sturmer per un’alleanza che salvi la democrazia dal populismo” (Repubblica). Ma l’Europa deve fare ancora i conti con Polonia e Ungheria: Mario Monti, “La (debole) sfida a questa Europa” (Corriere della sera); Andrea Bonanni, “Polonia e Ungheria, l’Ue e la tentazione della sovranexit”; Ezio Mauro, “I due autocrati che mettono il veto alla democrazia” (Repubblica). Angelo Panebianco, “Le inutili baruffe europee nel mondo del dopo-Trump” (Corriere). Sergio Fabbrini, “Un nuovo equilibrio tra Europa e America” (Sole 24 ore). Nadia Urbinati, “Se le regole fondamentali del gioco democratico non valgono più” (Domani). GOVERNO: Andrea Orlando, “Sì al dialogo con il Cavaliere” (intervista a La Stampa). Alessandro Barbera, “Patto Pd-Forza Italia, a gennaio 20 miliardi alle attività in crisi” (La Stampa). Su Il Giornale Paolo Guzzanti scrive: “I veri liberali non hanno a che fare con una certa destra”. Provocazione di Pietro Ichino, intervistato da Libero: “Cassa integrazione agli statali, con i risparmi premi ai medici”. Giuseppe Pignatone, “Chi può salvare la Calabria” (Repubblica). Mauro Calise, “Epidemia, il deficit di comunicazione di esperti e governo” (Mattino). DEBITO: Vito Lops, “Sale la marea del debito globale”; Leonardo Becchetti, “Impariamo la lezione del ventesimo secolo”; Stefano Micossi, “Non chiedere alla Bce ciò che può fare il Mes” (Sole 24 ore). Carlo Bastasin, “Parole avventate, debito instabile” (Repubblica).
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VACCINO. RECOVERY PLAN. CASO MORRA. PROFUGHI E MIGRANTI
23 Novembre 2020 su C3dem.
Vladimiro Zagrebelsky, “Vaccino obbligatorio e diritto alla salute” (La Stampa). Rosaria Capobianchi (ospedale Spallanzani), “Il virus non scomparirà. Cambiamo stile di vita” (intervista al Corriere della sera). COVID-19 E POLITICA: Romano Prodi, “La battaglia anacronistica dei dipendenti pubblici e la questione delle disparità crescenti” (Messaggero). Reclama Luciano Violante: “Un patto politico contro il Covid” (Repubblica). Si allarmano e si sorprendono, su Domani, Stefano Feltri, “Mai trattare con Berlusconi” e Enrico Deaglio, “Sembra incredibile: è tornato Berlusconi”. Enzo Amendola, “A inizio anno pronto il Recovery Plan italiano” (intervista di F. Fubini sul Corriere). Giorgio Santilli, “Chi sono i grand commis della task force che prepara il piano” (Sole 24 ore). Luigi Campiglio, “L’assegno unico per i figli” (vita e pensiero). Italo Fiorin, “I sentieri innovativi della DAD” (intervista a Avvenire). Chiara Saraceno, “Generazione abbandonata” (Repubblica). Dubravska Suica e Paolo Gentiloni, “E’ il momento di spezzare le spirali della solitudine” (Avvenire). CASO MORRA: Giuseppe Vegas, “Il nostro diritto a un futuro” (lettera a Mattarella – Messaggero). Gian Carlo Caselli, “La caduta di Morra, la Rai e l’Antimafia” (La Stampa). MIGRANTI E PROFUGHI: Franco Ippolito, “Se il nuovo umanesimo affonda nel Mare nostrum“; Fulvio Vassallo Paleologo, “Dall’Africa ai Balcani l’arco della barbarie“; Luigi Ferrajoli, “Il nuovo populismo che penalizza i soccorsi” (Manifesto).
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Paolo Fadda 25 Novembre 2020
L’intervento. Su L’Unione Sarda.
Una crisi profonda
Ma la Sardegna possiede oggi le risorse e le capacità progettuali necessarie per mettere in atto una strategia capace di rimetterla in marcia e di superare l’arretramento economico ed il sommovimento sociale prodotti dalla pandemia da coronavirus, e di cui ci ha dato una realistica e cruda analisi l’ultimo rapporto di Bankitalia? Ancora: dispone di una classe dirigente – nella politica, nelle istituzioni, nell’impresa, nel sindacato, nella scuola, nelle professioni – che abbia le qualità e le volontà indispensabili per affrontare questo difficile impegno?
Sono domande che da qualche tempo sono divenute consuete dalle nostre parti, accompagnate da risposte, ahinoi, quasi sempre sature di perplessità, se non proprio di negatività. Per via della convinzione sempre più condivisa sull’inadeguatezza e sull’impreparazione delle classi dirigenti disponibili. Ad iniziare da quelle della politica, a cui si addebita, non senza ragione, d’essere tanto forti nell’autolegittimarsi e nell’autoriprodursi quanto deboli in competenza ed esperienza, così da meritarsi il sarcastico appellativo di “toninellanti allo sbaraglio” (copyright Massimo Gramellini), per la loro acclarata superficialità mostrata nelle attività di governo delle regioni. Con l’aggravante d’apparire, in molti esponenti, infettate da eccessi di “individualismo amorale”, cioè da quell’evidente disinteresse nei confronti di qualsivoglia fine rimanga al di fuori del recinto dei propri interessi elettorali e personali.
D ‘altra parte si è sempre più diffusa, anche qui da noi come in tutto il Paese, quella deriva amorale che ha ormai contagiato anche il cittadino comune e le stesse forze sociali ed economiche, tanto che ciascuno tira l’acqua al proprio mulino e ciò che ne consegue appare un sistema spartitorio che allontana e rende del tutto precarie, se non irraggiungibili, le prospettive sul futuro.
Appare quindi sempre più condividibile l’affermazione di Giuliano Amato che, disquisendo sulle cause del declino del Paese, ne attribuiva la causa alla trasformazione delle classi dirigenti in un insieme di centri di potere, frammentati fra loro da interessi settoriali e corporativi, oltre che completamente autoreferenziali.
Quel pericolo lo avvertiamo presente anche dalle nostre parti. Non a caso le cronache politiche continuano a registrare episodi e vicende che confermerebbero quelle degradanti disfunzioni. Che hanno generato in particolare la decadenza delle rappresentanze politiche, determinate anche dal loro isolamento (o della loro autoreferenzialità) nei confronti delle comunità degli elettori. Ci si è trovati così di fronte – per via di tutte queste anomalie – a delle attività di governo della Regione sempre più confuse e pasticciate, soprattutto prive d’una visione generale di come, e con quali strumenti, possa essere affrontata la recessione e riavviata la ripresa.
Non a caso proprio le stesse rappresentanze sociali hanno sottolineato queste insufficienze, allarmate dall’ampliarsi delle aree di crisi e dal montante default di interi settori produttivi. I confusi e sterili interventi in settori vitali per la nostra isola come il turismo, l’agricoltura e l’industria, non diversamente da talune amene pochades verificatesi nell’affrontare la grave emergenza sanitaria, starebbero a dimostrare quell’inadeguatezza e quell’insoddisfazione lamentate dalla pubblica opinione.
Ci sarebbe quindi da domandarsi in che modo, e con quali iniziative, può essere possibile ridare alla Sardegna una classe dirigente politica esperta e virtuosa, soprattutto ben motivata e dotata delle capacità e delle conoscenze utili per riavviare lo sviluppo economico e per diffondere il benessere sociale.
Potrebbe essere interessante – è questo il convincimento di chi scrive – lanciare un appello alle rappresentanze della nostra cultura sociale ed economica perché diano il loro contributo per realizzare un futuro dell’Isola che sia adeguato alle aspirazioni ed alle attese dei suoi cittadini. In modo da poterla liberare definitivamente dalle ambasce e dai pericoli odierni, tracciandone una via sicura per avviare la ripresa.
S’auspicherebbe d’avere la disponibilità di realizzare un “patto costituente” per il futuro della Sardegna che veda, insieme alle rappresentanze della politica, le varie istituzioni sociali, economiche, culturali e del volontariato per avviare una stagione riformista che ridia, sotto l’impulso del beneagurante “fortza paris” dei nostri fantaccini, il necessario rinnovamento civico ed ambientale di cui la Sardegna abbisogna per assicurare un futuro di benessere ai nostri figli e nipoti.
PAOLO FADDA
STORICO E SCRITTORE
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