Sarà un Natale diverso, ma pur sempre Natale

sedia di VannitolaCarissimi amici, mi permetto di suggerire una attenta lettura dell’intervista del virologo prof Pregliasco sul giornale “La Nuova Sardegna”. L’argomento, in estrema sintesi, é come desideriamo vivere il Natale o meglio quali condizioni di vita pensiamo di poterci permettere in condizione di pandemia, con gli ospedali stracolmi e una infinita sequela di morti quotidiana. E’ ovvio e scontato che ciascuno di noi avrebbe piacere di riconquistare, durante le feste di fine anno, una maggiore libertà di movimento, un ritorno alle tradizioni del passato. Purtroppo tutto ciò non sarà possibile realizzarlo se si avrà l’onesta intellettuale e l’intelligenza per comprendere che non possiamo permetterci, almeno per ora, comportamenti e condizioni di vita che potrebbero mettere a rischio la vita degli altri e la nostra. [segue] Dice il prof Pregliasco che il calo dell’indice Rt rappresenta una speranza per l’isola ma che sarà necessario continuare a seguire tutte le limitazioni, anche a Natale. La probabile decrescita dei contagi, precisa Pregliasco, non dovrà essere interrotta da un pericoloso calo di attenzione. Lo stesso concetto viene continuamente ripetuto per l’intera intervista con puntuale e rigorosa argomentazione. Ciò che il noto virologo non dice apertamente, ma certamente pensa, é che la legittima euforia per il probabile calo dell’indice di contagiosità possa finire col favorire un comportamento precipitoso nel limitare le misure di sicurezza che, tale risultato stanno rendendo possibile, direi probabile, se sapremo agire con cautela e prudenza. E’ un argomento all’ordine del giorno perché, già da ora cominciano a circolare proposte tendenti a limitare le procedure di protezione in atto. Si parla di prolungare l’orario di apertura dei bar e dei ristoranti, riaprire i centri commerciali nei fine settimana e via dicendo. Una tentazione magari comprensibile ma decisamente da respingere. Abbassare la guardia oggi, senza attendere un positivo consolidamento dei dati, può significare assistere a un nuovo aggravamento della situazione. Ancora un po’ di pazienza, attendiamo il vaccino e le nuove terapie. L’obiettivo, nella fase attuale, non è salvare il Natale quanto, piuttosto, pensare a salvare la Pasqua. (vt)

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