Tutto aperto?

cf595a22-97e2-4ea4-ac72-806b7ee71db7CARTELLO ALT FERMA STOP 03 VETTORIALEdi Gianni Pisanu
Passaporto prego
L’arrivo delle persone nella nostra isola deve pur riprendere. Lo sapevamo tutti e non da oggi ma da tre mesi che la chiusura era temporanea e non eterna. L’allarme per l’arrivo di persone provenienti dal nord Italia è comprensibile, ma viene da rispondere domandandosi cosa abbia fatto in questi tre mesi la Sardegna per non essere presa dal panico al momento della riapertura. [segue]
Dai primi di marzo a oggi non sappiamo quante delle 32 unità territoriali Usca Unità speciali di continuità assistenziale siano realmente operative per il trattamento a domicilio dei malati Covid che non necessitano di ricovero.
Dai primi di marzo a oggi non sappiamo quale sia stata l’attenzione dedicata all’isolamento e all’assistenza e cura di quelle persone infette che per motivi diversi non dispongono di spazi e mezzi per potersi isolare e curare nei loro domicili. A questo proposito, molte regioni hanno risolto individuando apposite strutture per ospitare in isolamento i soggetti in difficoltà. In Sardegna?
Quale è la reale consistenza dei reparti Covid in Sardegna? È adeguata ad una popolazione che nei mesi estivi aumenta notevolmente, e può determinare dinamiche nella diffusione del virus che necessitano di risposte pronte e di un’organizzazione capillare nel territorio? Oggi la notizia su L’unione Sarda della ri-apparizione di un reparto Covid al Mater Olbia. Viene da chiedersi se non si tratti di un occhio di riguardo verso il mondo Vip smeraldino. Ma non esiste solo la Costa Smeralda.
In questi giorni ne abbiamo sentito anche troppe. Intanto Solinas è diventato una superstar. L’ultima in ordine di tempo quella di oggi ad “agorà”, ha detto di essere in attesa del DPCM che disponga il test, e quando gli hanno risposto che non è previsto alcun DPCM ha risposto: allora i passeggeri dovranno compilare un questionario da consegnare all’arrivo. Più chiaro di così.
Intanto l’assessore Nieddu in una dichiarazione dei giorni scorsi si era detto preoccupato per la tenuta del sistema sanitario in vista dell’aumento delle presenze nell’isola che può contare su risposte commisurate alla popolazione residente, e Dio non voglia che si verifichi qualche focolaio.
Ma era veramente imprevedibile che dopo l’inverno e la primavera arrivasse l’estate? Non sarebbe stato più utile nei tempi, nei modi e nei posti giusti far presenti le esigenze per far fronte sia ai numeri, sia ai limiti derivanti dall’insularità che impongono in ogni caso strutture potenziate e in grado di rispondere a esigenze ed emergenze, ammesso che l’estate sia un’emergenza.
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Aggiornamento. Da L’Unione Sarda del 3 giugno 2020.
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One Response to Tutto aperto?

  1. admin scrive:

    Un commento pertinente di Tonino Dessì sulla sua pagina fb di oggi martedì 2 giugno 2020.
    Antonio Dessì
    2 h ·
    Continuo a pensare che il problema delle certificazioni sanitarie per gli spostamenti interregionali sia stato affrontato in maniera inadeguata.
    Pensiamo alla situazione che si potrebbe creare con l’apertura della stagione turistica nei prossimi mesi in Sardegna.
    A di là delle mascalzonate paludate da verità scientifica (ho già scritto ieri, con un drammatico esempio concreto, che la riduzione anche drastica delle “evidenze cliniche”, ossia dei ricoveri per trattamento delle infezioni acute, non significa affatto “scomparsa” nè, secondo la quasi unanime pubblicistica disponibile, “attenuazione” del virus), consideriamo realisticamente cosa accadrebbe se un foraneo risultasse positivo all’arrivo nell’Isola.
    Certamente non potremmo rimandarlo a casa in aereo o in nave, ma dovremmo isolarlo qui in quarantena, insieme ai suoi eventuali congiunti.
    E dove? In ospedale, nella casa, nell’albergo, nel campeggio che aveva prenotato?
    E se se ne rilevassero tanti, di positivi, su centinaia di migliaia di arrivi (non voglio pensare ai due-tre milioni delle normali stagioni estive)?
    Confermo la mia opinione che il Governo stavolta non abbia agito con oculatezza e che la discussione sia stata distorta in parte dalla fretta, in parte da pregiudizi, in parte dal fatto che test e tamponi non ce ne sono a sufficienza da nessuna parte del Paese.
    E non sono affatto sicuro che in Sardegna siamo pronti a prevenire e a gestire una ripresa anche limitata dei casi di contagio.
    https://www.facebook.com/antonio.dessi.908/posts/2623202084613765

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