Che succede? Che fare?
LE BARE DI BERGAMO. L’EUROPA A UNA SVOLTA
20 Marzo 2020 su C3dem.
Marina Corradi, “Per estrema accoglienza” (Avvenire). Mattia Feltri, “Solo un pensiero” (La Stampa). Antonio Polito, “Noi e la foto delle bare sui mezzi dell’esercito” (Corriere della sera). Michele Serra, “Ogni morto era una persona” (Repubblica). Papa Francesco, “Non abbiate paura” (intervista a D. Agasso jr, La Stampa). Ivo Lizzola, “Alla ricerca di un senso a questi giorni” (intervista a Pl. Mele, Rai News). David Grossman, “Dopo la peste torneremo a essere umani” (Repubblica). LA SFIDA ECONOMICA E POLITICA: Romano Prodi, “Così il Coronavirus ha rivoluzionato l’Europa” (colloquio con C. Cerasa, Foglio). Roberto Gualtieri, “Poderoso il piano della Bce” (intervista al Corriere). Federico Fubini, “Così Francoforte ora aiuta l’Italia” e “La lotta segreta delle due Europe” (Corriere della sera). Guido Tabellini, “La Bce stampi moneta per aiutare i paesi sotto attacco” e “Bene gli Eurobond ma devono essere irredimibili per non diventare un guaio” (Foglio). Anna Maria Furlan, “Reagire alla tempesta perfetta denunciando i vizi dell’Italia” (Foglio). Ida Dominijanni, “Il virus sovrano” (Riforma dello stato). Stefano Lepri, “Le risorse per vincere il contagio” (La Stampa). Felice Roberto Pizzuti, “Pandemia, mercato e intervento pubblico” (Manifesto).
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Il mistero della diffusione del Coronavirus
di Leonardo Becchetti.
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I terribili dati della Lombardia sul Coronavirus sono un mistero. Il 46,9 percento dei contagiati viene da lì. Il tasso di mortalità è del 10 percento contro una media del 3-4 percento nel resto del mondo. L’Italia non è così divisa e segmentata e il virus che è arrivato in tutti gli angoli del pianeta ha avuto tutto il tempo di raggiungere e circolare nelle altre regioni italiane. Una variabilità della diffusione così forte non si spiega. Brancoliamo nel buio ma siamo esseri razionali e dobbiamo fare ipotesi, testarle e cercare di capire quello che è accaduto.
Un’immagine che può aiutare è quella dell’incendio. In prima approssimazione, lo spegnimento di un fronte di incendio richiede qualche litro d’acqua dopo 1 minuto dalla fase di insorgenza. Dopo 10 minuti è necessario disporre di circa 1000 litri di acqua prima che l’incendio diventi incontrollabile. Considerando che gli elicotteri più numerosi della flotta dello Stato e delle regioni hanno capacità di 400-800 litri di acqua è certamente opportuno cercare di intervenire entro i 10 minuti nelle zone più vulnerabili e pregiate. Insomma o si interviene subito per bloccare un incendio sul nascere o l’incendio divampa ed è poi molto più lungo e difficile intervenire. La capacità di propagazione di un incendio è inoltre accelerata/rallentata dalle caratteristiche del territorio e dal fatto che incontri sul suo cammino materiale più o meno infiammabile.
La metafora dell’incendio può servire a cercare di capire la questione Lombardia nella pandemia del Coronavirus. Quando abbiamo preso le misure di distanziamento sociale adottandole in tutto il paese l’incendio in Lombardia era già divampato mentre nelle altre regioni era solo agli inizi. Quanto alle caratteristiche del territorio ci si interroga su una possibile correlazione tra inquinamento e velocità di propagazione del virus. Studi passati hanno indicato come nelle aree con maggiore inquinamento le infezioni polmonari sono più virulente e, ma questa è soltanto un’ipotesi, le polveri sottili possono essere vettori del virus favorendone la circolazione. Ci vorranno successive verifiche ma sembra che ristagno dell’inquinamento e distanza dal mare possano essere fattori importanti e caratteristiche comuni delle aree nel mondo dove la violenza dell’epidemia è stata maggiore.
L’ipotesi insomma potrebbe essere questa. L’incendio è divampato in modo violento in Lombardia perché le misure di distanziamento sono arrivate dopo e in Lombardia il virus ha trovato terreno fertile per qualche concausa che ha agito come un liquido infiammante.
Il futuro potrà aiutarci a capire meglio. Per ora si tratta solo di ipotesi