Sabato 28 settembre 2019

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Quale eredità del ‘68?
28 Settembre 2019
di Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Del ricordo dei fatti svoltisi in un periodo oramai lontano mezzo secolo non è rimasto quasi più nulla; a richiamarlo alla memoria delle generazioni presenti provvede un piccolo libro che, andando controcorrente, intende rimarcare come, in quel periodo, i protagonisti non siano stati solo i lavoratori delle fabbriche (la “classe operaia”), ma anche […]
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c3dem_banner_04I RAGAZZI, IL FUTURO, L’ETICA, IL CAPITALISMO…
27 Settembre 2019 by Forcesi | su C3dem.
Mauro Magatti, “I ragazzi di Fridays for Future. Non si sogna mai da soli” (Avvenire). Massimo Calvi, “La proposta dei Saturdays for Future” (Avvenire). Guido Viale, “La parabola ascendente del ciclone Greta” (Manifesto). Massimo Ammaniti, “Greta, un’Antigone che combatte le leggi degli adulti” (Corriere). Alessandro Campi (critico), “Il populismo ambientalista” (Messaggero). Leonardo Becchetti, “Compriamoci il futuro. Acquisti responsabili” (Avvenire). Stefano Zamagni, “Servono trasformazioni radicali e non semplici riforme” (intervista ad Avvenire). Martin Wolf, “Come il capitalismo truccato sta uccidendo la democrazia” (Il Fatto). Franco De Benedetti, “Capitalismo in crisi?” (Foglio). Marilisa Palumbo, “La svolta etica del capitalismo” (Corriere della sera, agosto). Giorgio Barba Navaretti, “La svolta etica sarà guidata dai millennials” (Sole 24 ore, agosto).
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AMBIENTE / SARDEGNA
I politici contro cui si scaglia Greta Thunberg sono proprio quelli sardi
28/09/2019 alle 09:19 su vitobiolchini.it

[segue]
Questo articolo è stato scritto per il sito Sardegna e Libertà.

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È straordinario osservare come l’opinione pubblica sarda stia vivendo con atarassico distacco la battaglia planetaria ed epocale della giovane Greta Thunberg contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale.

Come se la nostra isola fosse un paradiso terrestre intoccato da questo dramma. Come se la Sardegna non contribuisse a questo scempio con una impressionante quantità di Co2 immessa nell’atmosfera: ben 15 milioni di tonnellate all’anno.

Come se in Sardegna non ci fossero una raffineria (quella della Saras di Sarroch) e le due centrali elettriche alimentate a carbone di Fiumesanto e Portoscuso, simboli di un modello di sviluppo sorpassato e deleterio contro cui il movimento globale dei giovanissimi si sta ribellando.

E così, mentre il pianeta è in subbuglio, le giovani generazioni si mobilitano come non si vedeva da decenni, le classi dirigenti e politiche del mondo intero vengono messe in un angolo e chiamate ad una nuova presa di coscienza per imprimere una svolta “verde” ad un modello di sviluppo suicida, e perfino la Chiesa si sveglia da suo torpore e ci regala una enciclica memorabile (La “Laudato si’”) che mette i cattolici davanti alle loro responsabilità, mentre nel mondo accadono dunque tutte queste cose che interpellano direttamente le nostre comunità, in Sardegna cosa succede?

Che noi adulti facciamo finta di niente.

Che al posto del coraggio trionfa la pavidità e la conservazione più miope.

Che pensiamo di vivere (letteralmente) in un altro pianeta.

Ma a chi pensate che si rivolga la giovane Greta quando dice “Politici, non fate abbastanza”? Solo ai potenti del mondo?

Greta si rivolge anche a quel centrosinistra sardo che, con il presidente Pigliaru, ha avuto il coraggio di presentare un osceno ricorso contro la decisione del governo di dismettere dal 2025 le due centrali a carbone isolane.

Si rivolge al suo successore di centrodestra, l’attuale presidente della Regione Christian Solinas, anche lui difensore dell’indifendibile e sostenitore automatico di vertenze sbagliate.

Si rivolge agli adoratori della dorsale del metano, un’opera che arriverebbe nell’isola ampiamente fuori tempo massimo, un progetto senza prospettive future.

E ce l’ha pure con i nostri sindacati confederali, da sempre a difesa del vetero industrialismo che genera profitti per pochi e inquinamento per tutti. Ha voglia Landini a dare la tessera della Cgil alla giovane Greta!

Se la giovane svedese venisse in Sardegna (e non sarebbe male che qualcuno la invitasse), troverebbe riassunte qui tutte le contraddizioni di quel modello di sviluppo che proprio lei da mesi sta denunciando in giro per il mondo.

Ma noi adulti che viviamo in Sardegna no: noi pensiamo che questa mobilitazione planetaria non ci riguardi da vicino.

Siamo senza visione, senza coraggio, con un’idea sorpassata di futuro.

Giovani che vivete nell’isola e che venerdì scenderete in piazza, non abbiate la nostra stessa pavidità. L’occasione che vi si presenta davanti è straordinaria. Perché per far sentire le vostre ragioni non siete obbligati ad andare all’Onu, a Bruxelles o davanti a Palazzo Chigi: i politici contro cui si scaglia Greta sono proprio quelli sardi.

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