Monthly Archives: gennaio 2024
Oggi venerdì 12 gennaio 2024
Gaza, il buio oltre la strage
12 Gennaio 2024 su Democraziaoggi
Il cessate il fuoco è una necessità improrogabile per qualunque soluzione politica ma non basta Per porre fine al conflitto si deve togliere lo scarpone chiodato di Israele dal collo degli abitanti di Gaza
di Domenico Gallo
Dopo 90 giorni di attacchi violentissimi contro la martoriata popolazione di Gaza, effettuati congiuntamente da terra, dal cielo e dal mare, […]
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Oggi Giovedì 11 gennaio 2024
Mister Tiscali a me fa ridere e a voi?
11 Gennaio 2024
Amsicora su Democraziaoggi
(la rivoluzione… gentile, ah, ah, ah!)
Ci sarebbe da piangere, ma a me Soru fa ridere. Si presenta con una faccia torva e minacciosa e parla di “rivoluzione gentile”. Ora, se in tutto questo contesto, c’è qualcosa di gentile questa è Alessandra Todde, lui proprio no. È stato sgarbato quando lei lo ha invitato ad un incontro. Lo stesso ha fatto con Lucia Chessa dei Rossomori, respinta solo perche’ voleva discutere veramente, porre domande. Lui pretende genuflessione. Non concepisce la schiena dritta al suo cospetto. Questo niet duro, irremovibile fa sorgere perfino il sospetto che giudichi le donne inidonee a governare una regione. Cose d’altri tempi, ottocentesche, come quando nella sua legge statatutaria, cassata dalla Consulta, disse che il presidente nomina e revoca gli assessori, copiando lo Statuto albertino del 1848: il re nomina e revoca i ministri. Che sognasse un ritorno al Regnum Sardiniae, con lui re nsturalmente? Certo della fiducia dei parlamenti verso gli esecutivi ignora l’esistenza, di più, per lui non esiste il Consiglio regionale.
E quando perde pezzi (Zedda) lui che fa? Ha un ripensamento? Troppo tardi! Il tempo è scaduto, sentenzia. Ma perche’? Chi lo ha stabilito? Non è questione di scadenza, è questione di volontà. Ma quandomai! Lui è il migliore da ogni, e solo non pensare di acclamarlo è una imperdonabile colpa grave. Tirerò avanti! Minaccia. Avanti dove? Verso il baratro, ma per lui è vittoria prendere un voto in più della Todde. Poi vinca pure Truzzu o Solinas. Letta jr. non gli ha insegnato nulla, quando, non alleandosi coi pentastellati, ha fatto vincere la Meloni. Non gli vien da pensare che in Sardegna per causa sua può succedere la stessa cosa? E quando ha perso e sta all’opposizione che ne fa del programma che illustra in ogni dove? Sanita, scuole, sviluppo economico, identità, quelle di Truzxu o Solinas, non le sue. E poi non vi fa ridere uno che dice di volere più democrazia nelle scelte e poi si autocandida e da solo si oppone a chi in un tavolo fin troppo numeroso ha scelto la Todde e non lui.
C’è da piangere, ma a me Soru con la sua rivoluzione gentile e la sua democrazia fa scompisciare. Sì perche’ lui alle menate che dice e fa ci crede. E, manco a dirlo, si prepara all’immancabile trionfo. Dai, dai! Soru, avanti, avanti così verso la vittoria finale! È certa, ci sei tu e c’è la tua squisita gentilezza! Ah, ah, ah!
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Cosa ne penso io
Franco Meloni
11 Gennaio 2024 – 12:05
Io non voglio più esprimermi sulla personalità e capacità di Renato Soru. L’ho fatto tante volte, prevalentemente in positivo. In questa circostanza esprimo una mia ferma convinzione: non è la persona giusta per fare il presidente della Regione! Renato Soru non è “capace di inclusività’”, esattamente il contrario. Io invece voglio un presidente che con impegno e umiltà stia al servizio del popolo, si al servizio. Per sentirlo all’altezza di questo compito dovrebbe avere il massimo rispetto di tutti, sollecitando la massima partecipazione di tutti. Un politico non è un padrone, quand’anche illuminato. Anche se in ipotesi Renato Soru vincesse non cambierei certo opinione. Ma, e Alessandra Todde? Non so molto di lei, anche se quanto ho potuto constatare dalla lettura del suo cv, dalla visione di suoi interventi, e altro, ha tutto segno positivo. Come pure tutto è stato positivo nella conoscenza personale fattane un mese fa’ a La Collina di Serdiana. Nella maledetta complessità della politica, troppo spesso dannosamente complicata e anche sporcata da tanti suoi esponenti, Alessandra Todde, mi è parsa una persona semplice, lineare, sincera, disponibile all’ascolto e all’impegno comune per il bene comune. Sono solo impressioni ? Si, impressioni, me me importanti: quanto basta per votarla e sostenerla come presidente della Sardegna nell’ambito della grande coalizione del centro sinistra, insieme con tanti militanti che sono impegnati sullo stesso versante. Ditemi pure che dal mio dire emerge la cultura cattolica. In altri tempi avrei precisato, rivendicato il mio essere totalmente laico, fatto professione di anticlericalismo… Oggi no! Sono orgoglioso della mia matrice e di un certo eclettismo
che l’ha consolidata e trasformata positivamente nel tempo. Oggi mi conferma in questo atteggiamento Papa Francesco, per me un assoluto riferimento. Saludos, Franco Meloni, sempre movimentista, sempre democratico, sempre di sinistra.
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L’apologia del fascismo è reato
L’ANPI denuncia i fascisti di Acca Larentia
10 Gennaio 2024 su Democraziaoggi.
L’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) ha presentato una denuncia nei confronti dei partecipanti al raduno. Di “condotte”, parla l’Anpi, che “integrano il reato di apologia del fascismo e violano il divieto di manifestazioni fasciste” previsto dalla legge Scelba. “È sufficiente esaminare i video pubblicati sui siti dei giornali maggiormente diffusi – continua l’associazione dei partigiani, che si riserva di costituirsi parte civile – per verificare come serpeggi chiaramente tra i manifestanti il desiderio, neppure sottaciuto ma apertamente dichiarato e persino gridato, di un ritorno al passato”.
Pinocchia Giorgia Meloni
Riforme, le bugie di Meloni
10 Gennaio 2024 su Democraziaoggi.
di Massimo Villone
Possiamo assegnare alla conferenza stampa di Meloni un primato, perché mai con tante parole fu detto così poco. Una platea – con limitate eccezioni – piuttosto docile di giornalisti ha regalato alla presidente una passerella di 45 domande e tre ore, abilmente sfruttate. L’abilità, peraltro, non sopperisce al vuoto di contenuti. Ad esempio, Meloni ribadisce di non essere ricattabile rifiutando però di specificare chi, come, quando: «Non ho altro da dire su questo». Chiama in causa in vario modo quelli di prima, come per il MES, il caso del consigliere Degni, le concessioni balneari e altro ancora. Si rifugia, come per i migranti e il cd piano Mattei, nella necessità di trattative – su scala europea e non solo – ancora in mente dei. Non va meglio per le riforme. Ma come può ancora dire – dopo le polemiche e i fiumi di parole già spesi sul tema – che «abbiamo scientificamente scelto di non toccare i poteri del Capo dello Stato»? Secondo la scienza di chi? Persino La Russa ha avvertito la necessità di inventare la fantasiosa tesi per cui la riforma taglierebbe poteri abnormemente e abusivamente accresciutisi intorno al Quirinale al di là del disegno dei costituenti.
Assistiamo attoniti a una contesa tra La Russa e Meloni per la palma di migliore costituzionalista della destra.
Oggi mercoledì 10 gennaio 2024
La Sardegna piange Ovidio Marras, con grande fermezza si oppose a chi voleva speculare sulle sue terre. Un grande sardo, esempio di dignità
10 Gennaio 2024
A.P. su Democraziaoggi.
È morto a 93 anni Ovidio Marras, il pastore che bloccò il cemento a Capo Malfatano. Impedì la costruzione di un mega resort di lusso in riva al mare nella costa sud-occidentale della Sardegna.
Per farlo, un gigante immobiliare (la Sitas) aveva deviato l’antico stradello del suo podere. Si andò in tribunale: il pastore vinse la causa, sostenuto da Italia Nostra.
Il gran rifiuto risale al 2010: disse no a cifre spaventose per cedere la terra di famiglia alla Sitas, fallita poi nel 2018.
Ovidio Marras è morto a Teulada, dove si era ritirato a casa della famiglia perché le condizione di salute non gli consentivano di recarsi in campagna.
Questa è la notizia, stringata, semplice come fu la vita di Ovidio. Un proprietario di terreni fra Teulada e capo Malfatano, dove sempre è vissuto col suo bestiame come il padre, il nonno, il bisnonno e così sù sù fino alla notte dei tempi.
Cosa colpisce in questo uomo? La dignità. Mentre molte importanti famiglie sarde hanno venduto e svenduto non appena il mare è diventato merce, luogo di speculazione, lui no, ha detto no. Un gran rifiuto. E se molti in Sardegna avessero fatto come lui? Forse non si sarebbe lasciato tutto com’è, ma certo lo sviluppo sarebbe stato diverso. L’ambiente sarebbe stato salvato. Ha capito più lui dei tanti parolai e sedicenti esperti. Onore a Ovidio Marras!
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Regionali: i problemi della Sardegna richiedono una vasta mobilitazione popolare, non la divisione
9 Gennaio 2024
A.P. Su Democraziaoggi
Basta sfogliare l’Unione sarda per mettere sù un programma di governo regionale. Lavoratori in difficoltà in molte situazioni, a partire da P. Vesme, sanità allo sfascio, regrediscono molte strutture ospedaliere, mancano i medici di base, la scuola viene compressa, il territorio è aggredito da progetti di pale e pannelli di multinazionali e asfissiato da basi militari. Puro colonialismo. I rapporti fra Stato e Regione sono caratterizzati da un predominio del primo in forza di uno Statuto speciale, pensato fuori dall’elaborazione dei grandi pensatori sardi che da Angioy a Tuveri, da Asproni a Gramsci e Lussu hanno lanciato un’ipotesi federalista contro il feroce accentramento statale. Uno statuto di autonomia e di autogoverno deve fondarsi sulla storia e il pensiero democratico della comunità da regolare. Se non è così, bisogna con pazienza intervenire non con vaghe lamentazioni, ma con proposte precise e una mobilitazione democratica di ampio respiro. Per far questo occorre una grande unità delle forze politiche a partire da quelle progressiste e della sinistra.
Fantapolitica o realtà?
Diario elettorale #4 “Todde, arrenditi e mi ritiro!”: la strategia putiniana di Soru e altre facezie
09/01/2024 alle 21:33 Vito Biolchini su vitobiolchini.it
Però l’incontro del 4 gennaio già lo hai fatto lo stesso senza streaming, o Renato…
Caro Diario,
mancano 48 giorni alle elezioni regionali.
Non vedo l’ora che siano presentate le liste e ogni schieramento abbia finalmente il proprio candidato alla presidenza. Tutta questa incertezza ci sta impedendo di entrare nel merito dei diversi programmi e capire una volta per tutte da chi verremo presi in giro dalla sera del 25 febbraio.
Verso il 25 febbraio…
Regionali: Demos a fianco della Todde
8 Gennaio 2024 su Democraziaoggi.
Mario Arca a domanda risponde
Demos è una delle forze protagoniste della battaglia elettorale al fianco della Todde. Chiediamo a Mario Arca, reponsabile regionale, protagonista della mobilitazione contro l’autonomia differenziata, di parlarci di questo soggetto politico.
D. Mario, com’è nata Demos?
R. Abbiamo fondato Democrazia Solidale nel 2018, arrivando da percorsi diversi ma convergenti: l’impegno sociale, il […]
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Difficile ma possibile ricercare l’unità, più difficile ancora trovarla e sceglierla.
Ballata triste di una tromba ( di Nini Rosso) .
Per alcuni giorni, la stampa ci ha informato di una trattativa in corso per l’obiettivo, da molti auspicato, di giungere all’appuntamento elettorale con una sola lista dell’area del centro sinistra ed identitaria. Nel ripeterlo – anche riprendendo dichiarazioni delle maggiori organizzazioni interessate – ha riferito di un diffuso pessimismo sull’esito dei colloqui, che sono continuati sino a ieri ed hanno coinvolto la stessa segretaria del PD nazionale.
Oggi si viene a sapere che qualche pedina è stata mossa: uno dei due possibili candidati (Renato Soru) ha ufficialmente dichiarato la propria disponibilità a rinunciare alla candidatura in vista di un progetto comune, realizzabile con l’individuazione di una nuova candidatura diversa dalle due attualmente in campo.
Non sappiamo quale sia, ufficialmente, la risposta dell’altra componente che vede tra le principali forze dell’aggregazione il PD e il Movimento 5 stelle.
Si ipotizza che sarebbe stata rifiutata, ma non si è a conoscenza, se così fosse, di quale sia la controproposta “di mediazione” offerta dalla controparte.
Personalmente, mi pare evidente che che se due parti di impegnano in una mediazione, ciascuna, implicitamente, si dichiara disponibile a rinunciare a qualcosa.
Per essere ancora più chiaro, ritengo che allo stato dell’arte – e per il grado di avanzamento della campagna elettorale, praticamente già in atto da parte di entrambi i candidati in pectore –l’unica mediazione verosimilmente possibile sembrerebbe solo quella di un passo indietro reciproco da parte dei due schieramenti, in nome della costituzione di un unico schieramento unitario, perché solo in tale ipotesi lo schieramento di centro-sinistra avrebbe qualche chance di impedire il ritorno al potere del centro destra per altri 5 anni.
Vorrei anche ribadire, che ogni ragionamento improntato sullo stabilire chi sia il candidato migliore tra i due, o chi abbia ragione, o chi dei due ne abbia di più è un diversivo inutile. Se si insiste ad utilizzare la categoria delle ragioni, o del merito, di ciascuno dei due candidati proposti dai rispettivi schieramenti, abbiamo già perso, e quindi non mi interessa. Oltretutto, se così fosse, sarebbe stato più logico, e semplice, far decidere i militanti e simpatizzanti. Ma neppure questo mi convince. Le primarie sono una buona cosa, certo, ma non concordo sul fatto che siano indispensabili. Oltretutto, anche il tempo per questi ragionamenti è scaduto, quindi inutile parlarne ancora (magari qualcuno ci ritornerà, con il senno di poi, dopo aver preso una bastonata).
Altro aspetto da archiviare è quello di fingere che si tratti di una questione quasi personale tra due soggetti che fanno a gara in ambizione. I giocatori veri, quelli che ci interessano sono i partiti e i movimenti che ruotano intorno alla galassia. Smettiamola di insinuare che Alessandra Todde si sia imposta di suo. Al massimo potrà aver offerto la propria disponibilità, ma chi ha il potere di proporre la sua candidatura sono soprattutto due partiti di rilevanza nazionale e rimangono loro i principali interlocutori.
La rappresentazione di due candidati che dovrebbero incontrarsi per risolvere l’inghippo a livello personale, è un’altra deformazione della realtà.
Tutte distrazioni! Ed è anche per questo che mai confesserò – forse neppure a me stesso – quale dei due candidati (posto che li voterei entrambi senza turarmi il naso) eventualmente preferirei.
Smettiamola di fingere di trovarci di fronte ad una competizione sportiva dove siamo chiamati a far tifo per uno o l’altro dei perdenti.
Smettiamola, e chiediamo ai partiti ed ai movimenti, se siano disposti a discutere su un’aggregazione comune capeggiata da una nuova, o un nuovo candidato. Che ci dicano, con franchezza, perché mai questa possibilità non possa mettersi in pratica. Chi e cosa lo impedisca. Certamente non il tempo … Che ci dicano se hanno coscienza del fatto che, senza riaggregazione, parteciperemo ad una tornata elettorale priva di suspence.
Che capiscano l’umiliazione di tanti elettori che verrebbero chiamati alle urne, non con la speranza di un successo, ma solo per regolare qualche conto da retrobottega.
Almeno l’illusione di poter tornare a vincere, la speranza di poter salvare il poco di salvabile che ci rimane, ce la dovete lasciare. Almeno l’illusione. Almeno un poco di suspence.
Gianni Loy
Che succede? Le scelte elettorali dei Progressisti. Tra fake news scherzose e comunicati (veri) in stile doroteo.
Riceviamo da persona affidabile, ma sembra proprio una fake news. A partire dal simbolo dei Progressisti, grossolaneamente alterato (Prosessista). A ben vedere si tratta di uno scherzo di Banana (Intanto in viale Trento)
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Scusandoci con Massimo e con i lettori (per l’iniziale equivoco, a cui ci aveva per un momento indotto Banana), riprendiamo invece dal blog di Vito Biolchini, il comunicato ufficiale dei Progressisti.
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Documento conclusivo del coordinamento dei Progressisti del 7 gennaio 2024 Elezioni regionali sarde 2024
Il Coordinamento Regionale dei Progressisti, riunitosi in data odierna in forma allargata per l’esame della situazione politica sarda, conferma la convinzione, più volte espressa, che la Sardegna necessiti di una fase di ricostruzione economica, sociale ed istituzionale dopo l’azione demolitrice di cui è responsabile l’attuale Giunta regionale.
La Sardegna attraversa una profonda crisi sociale, economica, politica e istituzionale. La Regione è stata resa subalterna al neocentralismo dei poteri politici ed economici nazionali. Il Consiglio Regionale è stato paralizzato dalla inconcludenza della maggioranza e si è determinato uno sfilacciato rapporto tra Regione ed Enti locali. Tutto questo richiede una profonda revisione del sistema amministrativo regionale, una modifica radicale delle norme elettorali, la piena attuazione della legge statutaria in vigore per la definitiva codifica delle elezioni primarie e/o l’introduzione del ballottaggio tra i candidati alla Presidenza della Regione, per favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte che contano.
In proposito va ribadito il giudizio negativo sulle scelte operate dal PD e dal M5S di non promuovere le elezioni primarie nella individuazione della/o candita/o alla Presidenza. La pretesa di racchiudere tale scelta dentro le stanze delle segreterie (nazionali) dei due partiti ha rischiato di provocare un’insanabile rottura con l’elettorato e compromettere la possibilità di battere lo schieramento di destra sardo leghista e del mal governo di questi 5 anni alla Regione.
Sul metodo utilizzato per indicare la candidatura dello schieramento democratico abbiamo ritenuto, coerentemente con il nostro impegno politico, promuovere, insieme ad altri e in particolare a Renato Soru, una battaglia di principio, perché non si ripeta più l’errore di rendere marginali i sardi elettori nelle scelte dei candidati. Le liste bloccate e le imposizioni verticistiche sono concausa rilevante del pericoloso declino della partecipazione democratica, della crisi delle istituzioni parlamentari, del crollo della qualità politica, culturale e tecnica delle rappresentanze.
Non abbiamo mai rinunciato, in alcun momento di questo complicato percorso, ad affermare la necessità della costruzione di una proposta unitaria di governo della Regione. Anzi rivendichiamo, senza tema di smentita alcuna la primogenitura nella organizzazione delle occasioni di incontro tra i gruppi di opposizione in Consiglio Regionale, tra i partiti tutti di cultura democratica e progressista, e al fine di dare compattezza programmatica all’alleanza elettorale. Per questo non abbiamo mai pensato che potessero esistere due coalizioni contrapposte del medesimo schieramento avanzato. Per questo abbiamo lavorato e lavoriamo per l’unità.
In questo senso rivolgiamo l’invito a Renato Soru e alle altre formazioni politiche, che hanno condiviso con noi la fondata contestazione sul metodo centralista per la scelta della candidatura alla Presidenza, perché si promuova un atto collettivo di generosità e si valuti insieme l’utilità di costituire una lista unitaria che rafforzi nello schieramento democratico unito la posizione culturale e politica espressa nelle iniziative della “rivoluzione gentile”.
Oggi, in piena autonomia, in totale coerenza con le determinazioni adottate dagli organismi dirigenti dei “PROGRESSISTI”, confermiamo la decisione di costituire con tutte le altre forze politiche democratiche e progressiste, socialiste e autonomiste e dell’autodeterminazione, una unica coalizione programmatica per dare alla Regione un governo complessivo all’altezza delle necessarie soluzioni ai problemi di vita delle donne e degli uomini di Sardegna. Non consentiremo di aggiungere alle affermazioni elettorali della destra italiana anche la Regione Autonoma Sarda.
Nelle prossime ore concorderemo con gli alleati le necessarie iniziative politiche.
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Fantapolitica: Solinas come Sharon?
Una riflessione surrealista su un articolo di Vito Biolchini, sul suo blog vitobiolchini.it
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di Franco Meloni
Grazie Vito di questa allegra pausa in un periodo di forzata chiusura in casa per l’influenza. Sono d’accordo: davvero divertente, ma non impossibile, quanto scrivi. La Storia ci insegna quanto la realtà a volte può superare ogni fervida immaginazione: “…La terza ipotesi è quella di appoggiare la candidatura di Renato Soru. Inverosimile solo per chi pensa che quello dell’ex presidente (di centrosinistra sia chiaro) sia un progetto a lunga scadenza e non soltanto il tentativo di sabotare l’alleanza Pd-Cinquestelle e della candidata Alessandra Todde […] Come si sa, i contatti fra i due ex presidenti (ormai anche Solinas lo è) ci sono già stati e ora si tratta solo di capire […]
Giornalisticamente, mi auguro che prenda corpo questa terza ipotesi. Mi divertirei di più a vedere Soru e Solinas alleati e ci sarebbero molte più cose da raccontare. Ma credo che alla fine una poltrona per l’attuale presidente della Regione la troveranno e che i sardisti e la Lega resteranno nel centrodestra a sostegno di Paolo Truzzu.”
Sarebbe davvero interessante che Solinas, lasciasse il vecchio e logorato PSdAz, per fondare insieme a Soru un nuovo partito, sardo s’intende, come fece il generale israeliano e uomo politico di destra Ariel Sharon, che dopo averne combinato di tutti i colori, perfino vero e noto terrorista, lasciò il Likud e nel 2005 fondò Kadima (in italiano Avanti, in sardo A Innantis) incassando anche l’adesione del socialista Shimon Peres, premio Nobel per la pace. Vinse le elezioni, anche se purtroppo per lui (azzardo: anche per Israele e un possibile accordo con i palestinesi) un ictus lo portò in poco tempo alla inabilità e successivamente alla morte. Forse prima che qualche suo ex amico passasse a regolare i conti anticipatamente, come con Rabin.
Infine una ulteriore nota divertente, che poco o nulla c’entra.
Vito, mi sembri Amadeus, che nella sua trasmissione, “I Pacchi”, perché non si cambi canale, nell’interruzione pubblicitaria dice: “solo pochi momenti e poi sapremo tutto”.
Intanto non ci disconnettiamo. Troppo avvincenti gli avvenimenti …
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Sa cordula a sa musca
Sa cordula a sa musca…
La prima volta sentii dire questa frase dal
rettore dell’Università dí Cagliari Pasquale Mistretta. Ricordo precisamente la circostanza. Eravamo con il rettore, diversi professori e funzionari amministrativi, intorno a un tavolo in cui si discuteva di nuovo Statuto dell’Università. Erano circa le 18 di una sera invernale e l’incontro volgeva noiosamente al termine. Solo due professori mostravano ancora interesse, anzi sembrava non avessero intenzione di smettere. Si trattava di materia giuridica, peraltro estranea alle competenze accademiche dei due. Infatti uno era l’esimio docente di filosofia teoretica Alberto Pala, l’altro l’illustre docente di meccanica Giovanni Maria Piga, chiamato Ernest Hemingway, per la sua barba, l’immancabile pipa e dunque la davvero straordinaria somiglianza al famoso letterato. Nel diffuso disinteresse i due vieppiù si accaloravano, fino quasi a venire alle mani. Seguiva con crescente preoccupazione il precipitare della situazione il Rettore che alfine decise di intervenire, preliminarmente su Alberto Pala, forse per ragioni di età e confidenza, anche se Mistretta conosceva tutti i suoi colleghi come le tasche della sua giacca (era anche questa la sua formidabile capacità di gestione del potere accademico): “oh Bebo, accabbamidda, ses propiu faendi sa cordula a sa musca!” Il professor Alberto Pala, ci rimase talmente male che istantaneamente si zitti’. Così pure il prof. Piga. Fini’ tutto in una grande risata. E il Rettore restituì a tutti i convenuti la libertà di tagliare la corda per una serata che metteva male.
La frase sarda prende spunto dal prelibato piatto della cucina cagliaritana che consiste nell’intrecciare e quindi arrostire le interiora degli agnellini (o capretti) da latte, quando ancora si sono nutriti esclusivamente del latte materno senza aver mai brucato erba. Se già è difficile intrecciare le interiora di un agnellino, è praticamente impossibile farlo con quelle di una minuscola mosca! Ci possono solo provare gli ultra pignoli e i perditempo.
Chi ha orecchie per intendere, intenda!