Monthly Archives: giugno 2023

Oggi venerdì 30 giugno 2023

img_3099 L’eredità di Margherita Hack per le giovani donne di scienza
30 Giugno 2023 Democraziaoggi
di Ilaria Sesana – Altraeconomia
L’astrofisica e divulgatrice scomparsa il 29 giugno di dieci anni fa ha rappresentato un punto di riferimento importante per le studentesse e le ricercatrici che si avvicinano alle discipline scientifiche. Ne abbiamo parlato con Francesca Matteucci, che ha raccolto il suo testimone sulla cattedra di Fisica stellare all’Università di Trieste
Un ritratto […]
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In giro per Is Mirrionis mercoledì 28 giugno

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In giro nel quartiere con gli studenti della Scuola Estiva Internazionale sulla camminabilità, co-organizzata dalle Università di Cagliari, Sassari e Milano-Bicocca, abbiamo incontrato un abitante doc, Natalino Meloni, 87 anni. Lui ci aspettava a casa sua, in via Parragues, per offrirci un caffè.
Ma avevamo fretta e dunque è sceso in strada. E così, ci ha detto:
5660545e-fc42-4c6c-9cb3-4749ff66b61b“Peccato, io faccio un buon caffè e mi sarebbe piaciuto offrirvelo. Sarà per un’altra occasione. Allora cosa vi interessa sapere? Intanto vi dico che la casa dove abito era dei miei genitori, che, provenienti dal quartiere Stampace, l’hanno abitata con la famiglia dal 1962. Nel tempo babbo è morto a 66 anni, i figli (miei fratelli e sorelle) si sono sposati e sono andati a vivere altrove. Mamma, con una figlia, è tornata a vivere a Stampace fino alla morte nel 1999. Io abito in questa casa da oltre 20 anni, con mia moglie fino a quando alcuni anni fa è morta lasciandomi vedovo. Precedentemente, partito poco più che ventenne da Cagliari, ho vissuto circa 50 anni in Piemonte, dove lavoravo come camionista. Oggi sono solo. Ma non soffro di solitudine: ho tanti familiari e amici che riempiono la mia vita. La mia famiglia d’origine era composta da 11 figli (4 femmine e 7 maschi). Sono morti i genitori, un fratello in età avanzata e due sorelle (una in tenera età, l’altra anziana) pertanto siamo rimasti in otto, a cui si aggiungono nuore, cognati e uno stuolo di nipoti e pronipoti. Per la festa di compleanno di mamma, che ha vissuto 96 anni, affittavamo un ristorante. Ma lasciamo stare queste cose personali.
Veniamo ai problemi del quartiere, come mi avete chiesto e come io li percepisco, da anziano.
Intanto devo dirvi che amo il mio quartiere, Is Mirrionis, che è bello e non merita la nomea che gli ha attribuito la stampa.

Oggi giovedì 29 giugno 2022 Santi Pietro e Paolo

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Oggi giovedì 29 giugno 2023

img_3099 La legislatura è finita? Non c’è più niente da fare?
29 Giugno 2023
A.P. Su Democraziaoggi
L’opposizione di centro sinistra in Consiglio regionale non perde occasione per dire che la legislatura è finita. Si vuole intendere che il governo e la maggioranza sono così paralizzati da divisioni interne e dall’incapacità di affontare le gravi questioni sul tappeto da far meglio a togliersi di mezzo. Dimissioni del presidente? Scioglimento del Consiglio ed […]
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Lo Zar resiste

b8d4f079-0a9d-4306-b131-9b630a570a4ecostituente-terra-logo Costituente Terra Newsletter n. 123 del 28 giugno 2023 – Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 303 del 28 giugno 2023
LA GUERRA COME PRODOTTO

Cari amici,
L’ammutinamento della Wagner in Russia si è concluso in negativo per il soldataccio Prigozhin e per i Servizi occidentali che, se era vera la vanteria che sapessero tutto già prima, non hanno saputo come muoversi e che fare; si è risolta invece in positivo per Putin che avrebbe potuto fermare a cannonate il convoglio mercenario sull’autostrada per Mosca, e ha invece ben calcolato i rischi preferendo la soluzione politica (con i terroristi dunque si tratta!) ed evitando la guerra civile. Contro le gioiose profezie di un collasso della Russia e di una sua débacle militare, la controffensiva ucraina non ha tratto dalla crisi alcun vantaggio e la guerra è continuata tale e quale.
Piuttosto l’avventura della Wagner ha acceso i riflettori sulla piaga degli eserciti mercenari e dei “contractors” che hanno integrato o addirittura sostituito gli eserciti di leva. Il pacifismo in Occidente ha salutato come una sua vittoria la rinunzia degli Stati alla coscrizione obbligatoria, ma in realtà è stata la vittoria dei guerrafondai che, scottati dall’esperienza del Vietnam (le cartoline precetto bruciate nei campus universitari) e dalla legittimazione dell’obiezione di coscienza, hanno realizzato che non potevano più fidarsi dell’esercito di popolo e del suo gratuito amore per la Patria e hanno optato per la prostituzione alla guerra e all’acquisto delle prestazioni militari per denaro. In tal modo sempre più alla guerra sono venuti meno gli alibi ideali (e i comportamenti sognati dalle Convenzioni di Ginevra) e sempre più essa si è resa intrinseca al denaro; come tutta la realtà assoggettata dal capitalismo, e prima ancora dal Nomos dell’Occidente, alla legge della cosa, la guerra è diventata un prodotto e gli uomini e le donne alle armi sono diventati il producibile, non solo a profitto delle industrie e del mercato delle armi, ma anche delle guerre da fare e del bottino e dei morti da scambiare tra le parti in conflitto.
Il sistema di dominio e di guerra a cui, a partire dal grande evento politico della rimozione del muro di Berlino, è stato conformato l’ordine internazionale e resa schiava la stessa condizione umana sulla Terra (ricordiamo il ministro che durante la guerra del Golfo spiegò alla Camera che ormai non si poteva più distinguere il tempo di guerra dal tempo di pace), si è così istituzionalizzato e dotato di tutte le garanzie per non essere messo in discussione e contestato in democrazia sulle singole guerre da fare.
Paradossalmente se oggi si vuole lottare per la pace e il ripudio del sistema di guerra, bisognerebbe lottare per il ripristino del servizio militare obbligatorio, tale però da essere finalizzato alla creazione di eserciti atti a difendere, in molti modi, non uno solo ma molti beni comuni di cui constano le Patrie; e potrebbero queste Forze Armate non essere sempre con le armi al piede, come fu per la missione militare italiana che alla caduta di Hoxha si recò senza armi in soccorso all’Albania e non per caso fu chiamata “Pellicano”. E con la coscrizione obbligatoria potrebbe perfino tornare l’obiezione di coscienza che in Italia, unico Paese al mondo, la legge riformata che fu elaborata in Parlamento dal Gruppo Interparlamentare (e interpartitico) per la Pace (GIP) chiama, in positivo, “obbedienza alla coscienza”.
Nel sito [ripreso anche da Aladinpensiero di seguito] pubblichiamo un articolo di Domenico Gallo su come è stata impedita la pace in Ucraina e in Europa dopo i primi negoziati seguiti all’inizio della guerra.
Con i più cordiali saluti,

Chiesa Chiesadituttichiesadeipoveri- Costituente Terra (Raniero La Valle)
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968958b9-f372-49d5-b0be-f796a1d73e66Ucraina: chi ha stracciato una pace possibile?
23-06-2023 – di Domenico Gallo

Nell’era della comunicazione, in cui siamo interconnessi con tutto il mondo e possiamo ricevere qualunque notizia in tempo reale, ancora una volta viene fuori che le Cancellerie delle grandi potenze agiscono nel modo più occulto possibile e tengono rigorosamente nascoste le loro scelte di guerra che passano sulla testa dei popoli.

Credevamo che la diplomazia segreta, intessuta sulla pelle dei popoli appartenesse al passato, come avvenuto durante la Prima guerra mondiale quando, attraverso un Trattato segreto stipulato a Londra il 26 aprile 1915, un piccolo re concordò, all’insaputa del Parlamento e dell’opinione pubblica, l’entrata in guerra dell’Italia, ben sapendo che avrebbe determinato la morte di centinaia di migliaia di suoi sudditi. Invece adesso viene fuori che le Cancellerie dei principali paesi occidentali si sono mosse occultamente per sventare la pace, cioè per evitare che la sciagurata impresa bellica intrapresa dalla Russia si potesse rapidamente concludere con un accordo di pace, che ponesse le basi per la convivenza pacifica fra le due Nazioni. In verità il 16 marzo 2022 il Financial Times svelava un piano di pace in 15 punti, fondato sulla conciliazione dei diversi interessi in campo, che le parti avevano concordato nel corso dei negoziati russo-ucraini in Turchia. Si trattava di una anticipazione giornalistica, che non venne confermata dalle parti in causa. Però se ne potevano dedurre delle tracce dalle dichiarazioni di Zelensky e dei suoi più stretti consiglieri che, in più occasioni, riconobbero che l’Ucraina poteva rinunziare all’ingresso nella NATO e accettare uno status di neutralità. Già all’epoca, gli osservatori più attenti, come Jeffrey Sachs (intervista al Corriere della Sera del 1° maggio 2022) osservarono con sospetto che, a fronte di queste proposte di pace, l’Amministrazione USA aveva mantenuto un silenzio di tomba. In realtà non solo l’Amministrazione USA, ma anche la Gran Bretagna, i vertici dell’Unione Europea e le Cancellerie dei principali paesi europei hanno mantenuto un silenzio di tomba, in ciò aiutati dall’atteggiamento omertoso di quasi tutta la stampa che non ha mai posto domande che potessero disturbare il manovratore.

Adesso sappiamo che le indiscrezioni del Financial Time erano più che fondate: l’accordo di pace era stato raggiunto. Il 17 giugno, ricevendo la delegazione dei leader africani, guidata dal Sudafrica, il presidente russo Vladimir Putin ha reso noto che durante le trattative tra le delegazioni ucraina e russa svoltesi a Istanbul a fine marzo 2022, si era raggiunto un accordo molto dettagliato che prevedeva come punto centrale la neutralità dell’Ucraina e che, a seguito del ritiro delle truppe russe che circondavano Kiev, la guerra sarebbe finita. Putin ha mostrato il documento con la firma del capodelegazione dell’Ucraina. Subito dopo l’avvenuto ritiro delle truppe da Kiev e Charkiv, secondo Putin, l’accordo è stato stracciato dagli ucraini e gettato “nella pattumiera della storia”. Il documento, in 18 articoli, era denominato “Trattato sulla neutralità permanente e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. L’accordo non si limitava a petizioni di principio, ma conteneva un allegato dettagliato con clausole specifiche, fino alle unità di equipaggiamento da combattimento e al personale delle Forze armate. Si trattava, pertanto, di un accordo specifico, concreto, del tutto idoneo a porre fine alla guerra.

Un indizio è la prova di un fatto ignoto che si desume da un fatto noto. Qui il fatto noto è l’esistenza di un trattato di pace che avrebbe posto fine alla guerra. Da questo fatto, non più contestabile, si deduce che vi è stata un’attività segreta, che si è sviluppata sulla pelle del popolo ucraino e degli altri popoli europei per sventare la pace. I principali indiziati sono gli USA e la Gran Bretagna, in quanto principali fornitori di armi all’Ucraina. L’accordo non è stato attuato perché evidentemente Biden e Johnson hanno posto il veto, assicurando a Zelensky che gli avrebbero fornito una tale potenza di fuoco da rovesciare le sorti del conflitto.

L’accordo non poteva essere sconosciuto agli Stati indicati come garanti della protezione dell’Ucraina neutrale da ogni aggressione, fra cui Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Turchia; di conseguenza anche i vertici dell’Unione Europea ne dovevano essere a conoscenza. Essendo a conoscenza dell’accordo questi Stati e i vertici UE dovevano necessariamente essere a conoscenza anche delle manovre poste in essere per sventare la pace. Eppure hanno taciuto, hanno conservato un silenzio di tomba, evidentemente condividendo quelle condotte che hanno istigato l’Ucraina a stracciare l’accordo che i suoi stessi negoziatori avevano firmato. Quando si fanno dei misfatti occorre tenerli rigorosamente nascosti per poter conseguire lo scopo.

Lo scopo di inserire l’Ucraina nella grande “famiglia atlantica”, evidentemente, valeva centinaia di migliaia di morti, l’ecocidio dell’ambiente, sofferenze inenarrabili per le popolazioni coinvolte. Nascondendo questa verità, che la guerra poteva essere fermata dopo poche settimane dal suo scoppio evitando infiniti lutti, è stato compiuto un tradimento in danno di tutti i popoli europei. Per completare l’opera, anche adesso la notizia dell’accordo di pace sventolato da Putin è stata tenuta rigorosamente segreta da TV, giornali ed agenzie di stampa. Ma noi non possiamo tacere e la urliamo sui tetti.
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Oggi mercoledì 28 giugno 2023

img_3099 Molise. La destra vince ancora. L’unità elettorale PD/5S non basta
28 Giugno 2023
A.P. Su Democraziaoggi
Il risultato del Molise è preoccupante in se’, ma sopratutto perché l’opposizione alla destra benché unita non ha costituito un argine agli avversari. Ciò ci dice che l’unità non basta, ci vuole qualcos’altro. Ma andiamo con ordine.
Primo. Il PD non convince. La Schlein ha trascinato molti ai gazebo, ma non alle urne. Anzi le reazioni interne alla […]
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Cospito, accanimento ingiusto
28 Giugno 2023
A.P. Su Democraziaoggi
Avete saputo. Dopo che la Corte Costituzìonale ha correttamente annullato la norma che impediva di valutare e soppesare aggravanti ed attenuanti nel reato contestato a Cospito, la causa è tornata in appello a Torino. Applicando la disciplina risultante dall’intervento della Consulta all’anarchico la Corte d’assise d’Appello ha irrogato 23 anni di carcere e il 41 […]
————————————Ieri e Avantieri————
Giacomo Meloni. Intervista su “Che succede in Sardegna?”, a cura di Angelo Cremone su Radio Star Tv: https://fb.watch/lrBCz1jcch/

———Presentato il libro di Gianni Loy: “Madre Limba. Ideologia e pratica de bilinguismu in ambienti cuntrariu”.———-
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È online il manifesto sardo trecentosessantacinque

pintor il manifesto sardo
Il numero 365
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Oggi martedì 27 giugno 2023

img_3099Dal blog di Enzo Bianchi/Amici. Perché nel Mare Egeo è naufragata l’Europa, di Daniela Padoan: https://www.ilblogdienzobianchi.it/blog-detail/post/191306/perché-nel-mar-egeo-è-naufragata-leuropa
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L’economia politica pretesa da Calderoli
27 Giugno 2023
Mauro Sentimenti su Democraziaoggi.
Mario Pianta, presidente della società italiana di economia ha proposto (in Sbilanciamoci, 17 marzo 2023) un’analisi dell’economia politica dell’AD secondo cui essa va rintracciata nell’avvenuto
indebolimento strutturale del nostro paese, nella divisione europea del lavoro, nel cui ambito l’Italia, e parte dello stesso nord est, sarebbero territori “semiperiferici” dipendenti dall’economia
tedesca. Se ne ha conferma nel fatto […]
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Sardegna chiama

img_36855 proposte per il futuro della Sardegna | Assemblea pubblica | domenica 2 luglio 2023, Parco di Sant’Agostino, Abbasanta
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Guerra continua

968958b9-f372-49d5-b0be-f796a1d73e66Ucraina: chi ha stracciato una pace possibile?
23-06-2023 – di Domenico Gallo

Nell’era della comunicazione, in cui siamo interconnessi con tutto il mondo e possiamo ricevere qualunque notizia in tempo reale, ancora una volta viene fuori che le Cancellerie delle grandi potenze agiscono nel modo più occulto possibile e tengono rigorosamente nascoste le loro scelte di guerra che passano sulla testa dei popoli.

Credevamo che la diplomazia segreta, intessuta sulla pelle dei popoli appartenesse al passato, come avvenuto durante la Prima guerra mondiale quando, attraverso un Trattato segreto stipulato a Londra il 26 aprile 1915, un piccolo re concordò, all’insaputa del Parlamento e dell’opinione pubblica, l’entrata in guerra dell’Italia, ben sapendo che avrebbe determinato la morte di centinaia di migliaia di suoi sudditi. Invece adesso viene fuori che le Cancellerie dei principali paesi occidentali si sono mosse occultamente per sventare la pace, cioè per evitare che la sciagurata impresa bellica intrapresa dalla Russia si potesse rapidamente concludere con un accordo di pace, che ponesse le basi per la convivenza pacifica fra le due Nazioni. In verità il 16 marzo 2022 il Financial Times svelava un piano di pace in 15 punti, fondato sulla conciliazione dei diversi interessi in campo, che le parti avevano concordato nel corso dei negoziati russo-ucraini in Turchia. Si trattava di una anticipazione giornalistica, che non venne confermata dalle parti in causa. Però se ne potevano dedurre delle tracce dalle dichiarazioni di Zelensky e dei suoi più stretti consiglieri che, in più occasioni, riconobbero che l’Ucraina poteva rinunziare all’ingresso nella NATO e accettare uno status di neutralità. Già all’epoca, gli osservatori più attenti, come Jeffrey Sachs (intervista al Corriere della Sera del 1° maggio 2022) osservarono con sospetto che, a fronte di queste proposte di pace, l’Amministrazione USA aveva mantenuto un silenzio di tomba. In realtà non solo l’Amministrazione USA, ma anche la Gran Bretagna, i vertici dell’Unione Europea e le Cancellerie dei principali paesi europei hanno mantenuto un silenzio di tomba, in ciò aiutati dall’atteggiamento omertoso di quasi tutta la stampa che non ha mai posto domande che potessero disturbare il manovratore.

Adesso sappiamo che le indiscrezioni del Financial Time erano più che fondate: l’accordo di pace era stato raggiunto. Il 17 giugno, ricevendo la delegazione dei leader africani, guidata dal Sudafrica, il presidente russo Vladimir Putin ha reso noto che durante le trattative tra le delegazioni ucraina e russa svoltesi a Istanbul a fine marzo 2022, si era raggiunto un accordo molto dettagliato che prevedeva come punto centrale la neutralità dell’Ucraina e che, a seguito del ritiro delle truppe russe che circondavano Kiev, la guerra sarebbe finita. Putin ha mostrato il documento con la firma del capodelegazione dell’Ucraina. Subito dopo l’avvenuto ritiro delle truppe da Kiev e Charkiv, secondo Putin, l’accordo è stato stracciato dagli ucraini e gettato “nella pattumiera della storia”. Il documento, in 18 articoli, era denominato “Trattato sulla neutralità permanente e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. L’accordo non si limitava a petizioni di principio, ma conteneva un allegato dettagliato con clausole specifiche, fino alle unità di equipaggiamento da combattimento e al personale delle Forze armate. Si trattava, pertanto, di un accordo specifico, concreto, del tutto idoneo a porre fine alla guerra.

Un indizio è la prova di un fatto ignoto che si desume da un fatto noto. Qui il fatto noto è l’esistenza di un trattato di pace che avrebbe posto fine alla guerra. Da questo fatto, non più contestabile, si deduce che vi è stata un’attività segreta, che si è sviluppata sulla pelle del popolo ucraino e degli altri popoli europei per sventare la pace. I principali indiziati sono gli USA e la Gran Bretagna, in quanto principali fornitori di armi all’Ucraina. L’accordo non è stato attuato perché evidentemente Biden e Johnson hanno posto il veto, assicurando a Zelensky che gli avrebbero fornito una tale potenza di fuoco da rovesciare le sorti del conflitto.

L’accordo non poteva essere sconosciuto agli Stati indicati come garanti della protezione dell’Ucraina neutrale da ogni aggressione, fra cui Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Turchia; di conseguenza anche i vertici dell’Unione Europea ne dovevano essere a conoscenza. Essendo a conoscenza dell’accordo questi Stati e i vertici UE dovevano necessariamente essere a conoscenza anche delle manovre poste in essere per sventare la pace. Eppure hanno taciuto, hanno conservato un silenzio di tomba, evidentemente condividendo quelle condotte che hanno istigato l’Ucraina a stracciare l’accordo che i suoi stessi negoziatori avevano firmato. Quando si fanno dei misfatti occorre tenerli rigorosamente nascosti per poter conseguire lo scopo.

Lo scopo di inserire l’Ucraina nella grande “famiglia atlantica”, evidentemente, valeva centinaia di migliaia di morti, l’ecocidio dell’ambiente, sofferenze inenarrabili per le popolazioni coinvolte. Nascondendo questa verità, che la guerra poteva essere fermata dopo poche settimane dal suo scoppio evitando infiniti lutti, è stato compiuto un tradimento in danno di tutti i popoli europei. Per completare l’opera, anche adesso la notizia dell’accordo di pace sventolato da Putin è stata tenuta rigorosamente segreta da TV, giornali ed agenzie di stampa. Ma noi non possiamo tacere e la urliamo sui tetti.
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Solidarietà. Suor Anna: il primo tirocinio con Democrazia Proletaria

img_3669Suor Anna Cogoni, l’eskimo e il velo «Io, sempre dalla parte degli ultimi»
Una vocazione dedicata a ragazzi senza famiglia, donne in fuga dalla violenza e papà separati rimasti senza un tetto né soldi.
Piera Serusi, su L’Unione Sarda, lunedì 26 giugno 2023.
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Appuntamenti

img_3144db2b43fa-bd62-4ad4-a104-32f44d90f7e6Oggi Lunedì 26 giugno 2023, alle ore 18, sarà presentato l’ultimo libro di Gianni Loy dal titolo: LIMBA MADRE. Il sottotitolo è eloquente: “Ideologia e pratica di bilinguismo in ambiente ostile“. Duilio Caocci e Piersadro Pillonca presenteranno il volume. È prevista la graditissima presenza delle maestre che hanno seguito l’esperienza dei bambini nella scuola materna (al Satta): Maestra Maria e la dirigente Rita Cambuli. Da non perdere! L’incontro si terrà come di consueto alla biblioteca Emilio Lussu della città metropolitana di Cagliari, a Monte Claro, salendo da via Romagna. Sono graditi gli ospiti.
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Oggi lunedì 26 giugno 2023

img_3099 Tempi difficili per la Costituzione
26 Giugno 2023
Rosamaria Maggio su Democraziaoggi
Gustavo Zagrebelsky dedica la sua ultima fatica ad una riflessione sul costituzionalismo ed i costituzionalisti.
È un lavoro importante ed in una certa misura inquietante.
L’autore infatti sostiene che un tempo i costituzionalisti erano uniti su un punto:
la Costituzione sulla quale hanno dedicato studi ed energie deve essere difesa e promossa.
E poiché oggi molti […]
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Oggi domenica 25 giugno 2023

img_3099 Carbonia. Al Congresso Cgil di ottobre si annuncia il Piano di Lavoro. Solidarietà dei minatori con i moti popolari nel Meridione, mentre si prepara a Cagliari il Congresso della terra: operai e contadini, così si intende la Confluenza dei sardisti di Lussu nel Psi, durante quelle settimane
25 Giugno 2023
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Nuovo post domenicale sulla storia di Carbonia, dal 1.9.2019.
“Sotto il profilo sindacale, un anno particolarmente combattivo” il 1949, con le sue lotte per i contratti che, seppure assai modesti i livelli salariali, […]
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Russia. La Wagner si ferma: «No spargimento di sangue». Il Cremlino: nessun processo
Nello Scavo su Avvenire, sabato 24 giugno 2023
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Russia. Chi sono i mercenari del Gruppo Wagner, legione “fantasma”
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Iniziative

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