Monthly Archives: maggio 2023

Pensieri

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img_3032Citazione conclusiva da Brunetto Salvarani “Senza Chiesa e senza Dio”
Si legge nella Mishnà, nel trattato Pirkè Avot, in un detto attribuito a rabbi Torfòn: “La giornata è corta e il lavoro è tanto; gli operai sono pigri, il compenso è abbondante e il padrone di casa incalsa. Ma non è tuo il compito di complementare l’opera, né sei libero di esentartene”*. Se c’è un tempo per ogni cosa, questo è il tempo per non esentarsi dal tentare l’opera e dal sentirsi partecipi, tenendo conto che l’attuale cambiamento d’epoca richiede in primo luogo di mutare sguardi, cuori e pensieri: perchè “la Chiesa del futuro dipenderà dalla Chiesa di oggi che ascolta e risponde al mondo in cui vive“**
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* Pirkè Avot 2, 18-19.
** J. Cornelio, “Le sfide globali della Chiesa del futuro”, cit., p.57.
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img_3179Elogio di un pubblico dipendente per aver fatto con efficienza semplicità e cortesia il suo lavoro al servizio dei cittadini
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di Franco Meloni

Oggi giovedì 18 maggio 2023

c36b3140-af7a-44a9-a41f-f7f57986be1f Insieme per la pace
Giulio Marcon su Sbilanciamoci
4 Maggio 2023 | Sezione: Editoriale, Mondo
Non sono ore facili. L’escalation continua con il rischio di una deriva nucleare della guerra. Anche il riarmo continua. L’Ue pensa di utilizzare parte del Recovery Plan per le armi. Il 20 maggio Europe for Peace promuove una assemblea a Perugia, alla vigilia della marcia, per rilanciare la mobilitazione per la pace ovunque.
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L’atomica e il covid
18 Maggio 2023 su Democraziaoggi,
Raniero La Valle – Costituente terra

A missione conclusa, si capisce meglio il senso del giro delle Sette Chiese che il presidente Zelensky ha fatto, dalla Polonia a Roma, al Vaticano, a Berlino, a Parigi, a Londra e a Bruxelles. Tre erano i suoi obiettivi: la conferma dell’appoggio politico dei suoi alleati e l’assicurazione che esso […]
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https://www.reportsardegna24.it/notizie/politica/cagliari-protesta-contro-calderoli-venerdi-sit-in-sotto-il-consiglio-regionale/
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Che succede e ancor può succedere?

b8d4f079-0a9d-4306-b131-9b630a570a4ecostituente-terra-logo Costituente Terra Newsletter n. 117 del 17 maggio 2023 – Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 298 del 17 maggio 2023
L’ATOMICA E IL COVID

Cari Amici,

A missione conclusa, si capisce meglio il senso del giro delle Sette Chiese che il presidente Zelensky ha fatto, dalla Polonia a Roma, al Vaticano, a Berlino, a Parigi, a Londra e a Bruxelles. Tre erano i suoi obiettivi: la conferma dell’appoggio politico dei suoi alleati e l’assicurazione che esso non verrà meno anche se la controffensiva annunciata dovesse durare a lungo; chiedere più armi, e soprattutto i caccia per la guerra aerea con la Russia, perché non si vince una guerra senza il dominio del cielo; stanare il Papa, fargli compromettere la sua terzietà e il ruolo di mediatore, annettere anche lui alla crociata dell’Occidente contro la Russia, distoglierlo dal voler parlare con Putin.

Dei tre obiettivi il primo è stato raggiunto a partire dalla Polonia, la nuova pupilla degli Stati Uniti in Europa, fino alla promessa di nuove sanzioni alla Russia da parte di Ursula von der Leyen, e con la straordinaria accoglienza goduta in Italia; il secondo è stato solo in parte raggiunto perché gli sono stati negati i caccia, oltre quelli già forniti da Varsavia; il terzo si è risolto in un disastro.

La solidarietà dell’Italia è giunta fino all’identificazione tra le due leadership, al loro accomunarsi nel perseguimento della vittoria, e fino alla definizione della Russia come “il Nemico”, data da Giorgia Meloni nel discorso a Palazzo Chigi; qualifica di nemico che equivale allo stare in guerra contro qualcuno (Biden definisce Russia e Cina non come “nemici” ma “competitori strategici”) guerra che però in Italia può essere deliberata solo dalle Camere e dichiarata dal presidente della Repubblica. In cambio Zelensky ha preconizzato che anche l’Italia dovrà mandare i suoi figli a combattere in questa guerra quando la Russia, se non sarà sconfitta, invaderà i Paesi baltici, come diceva la “teoria del domino” ai tempi della guerra del Vietnam.

Del tutto mancato è stato invece il terzo obiettivo che metteva in gioco la “missione” perseguita dal Papa. Zelensky si è presentato da lui con il suo elenco di richieste, cha ha poi enunciato la sera nelle esternazioni di “Porta a porta”, nelle quali ha espresso tutta la sua delusione e ha licenziato il Papa dicendo di non aver bisogno di un mediatore. Nell’udienza era incorso in un grave infortunio regalando al Papa una piastra antiproiettile e un’icona della Madonna senza il bambino, sostituito da una cancellatura nera (per significare “la perdita” dei bambini nella guerra), che sarebbe come presentare il cristianesimo senza Cristo e non fare di Maria “la mamma di Gesù”, come si è poi affrettato a chiamarla il Papa all’ “Angelus” domenicale.

Da tutto ciò risulta che questa guerra non è un pezzo della “guerra mondiale a pezzi”, ma è già in nuce la guerra mondiale intera. Resta la grande incognita del ruolo che avrebbe l’arma nucleare. Interrogato sull’ipotesi che la Russia vi faccia ricorso (come è previsto nella sua strategia se fosse messa a rischio l’esistenza stessa dello Stato), Zelensky ha risposto che Putin ha paura di morire, come dimostra quando riceve i suoi ospiti seduto al tavolo lungo per non prendere il Covid, e perciò non userebbe la bomba perché anche lui morirebbe. Non sembra una risposta da statista, quando nella guerra fredda per scongiurare uno scontro nucleare fino a liberarsi dall’atomica si ricorse addirittura alla deterrenza e all’equilibrio del terrore, e si impegnarono i più grandi statisti, da Kissinger a Gorbaciov a Rajiv Gandhi.

Perciò bisogna fermare la guerra, perché oggi siamo in altre mani.

Nei siti [chiesadituttichiesadeipoveri e costituente terra] pubblichiamo una riflessione di papa Francesco, nel discorso tenuto recentemente all’Università cattolica di Budapest, sul rischio tecnocratico, e un testo di Raniero La Valle, “Allarme per la democrazia”, per la presentazione del libro “Guerra Ucraina” di Domenico Gallo.

Con i più cordiali saluti,

Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
Costituente Terra (Raniero La Valle)
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ALLARME DEMOCRAZIA
17 MAGGIO 2023 / COSTITUENTE TERRA / L’UNITÀ UMANA /

Divenuta strutturale la guerra non è compatibile con la democrazia. Le tre rovine del pensiero superate nel Novecento e riprese dal fascismo profondo: diseguaglianza, sovranità e guerra. La vera riforma della Meloni

Raniero La Valle

Pubblichiamo lo scritto di Raniero La Valle per la presentazione alla Fondazione Basso del libro di Domenico Gallo: Guerra ucraina, Delta 3 Edizioni

La visita di Zelensky in Italia e il suo giro per le capitali europee, con la benedizione degli Stati Uniti, conferma che la guerra è strutturale nella nostra società, nel senso che tutto l’ordine internazionale è fondato e strutturato sulla guerra, e dunque la guerra è la sua forma permanente, combattuta o in pausa che sia. Del resto è sempre stato così, dall’inizio della storia conosciuta, con l’eccezione nel Novecento della negazione della guerra come congenita all’uomo della Carta delle Nazioni Unite e della Pacem in terris di Giovanni XXIII e della Chiesa dopo di lui.

Ma la guerra non è compatibile con la democrazia; ciò vale anche in Italia dove, secondo l’art. 78 della Costituzione, lo “stato di guerra”, deliberato dalle Camere, è uno stato di eccezione – l’unico – che consente deroghe alle regole democratiche.

Tanto più ciò è vero nella comunità internazionale: non a caso all’inizio della guerra in Ucraina Zelensky ha chiesto lo scioglimento dell’ONU, poi non ha riconosciuto la Russia come presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, mentre sono compromessi i tentativi di instaurare un più avanzato costituzionalismo mondiale. Pertanto la democrazia internazionale è sospesa.

Tuttavia la guerra non è la sola cosa che mette a rischio la democrazia in Italia. Ci sono molti altri sintomi e simboli che fanno risuonare un “allarme democrazia”, che è necessario riconoscere.

Prima di tutto mentre per sua natura la democrazia è inclusiva, la politica è oggi concepita in Italia, come in molti altri Paesi dell’Occidente, come una contrapposizione amico-nemico, secondo la teorizzazione che ne ha fatto Carl Schmitt. Le leggi elettorali maggioritarie e bipolari ne sono la conseguenza.

A metterci oggi sul “chi vive?” c‘è poi il rischio che è di tutte le democrazie, ed è che la democrazia è un regime meraviglioso ma fragile, che in modo dissimulato abusando degli strumenti rappresentativi e giuridici può rovesciarsi in autocrazia. Così è avvenuto col fascismo in Italia e il nazismo in Germania; può accadere che una forza politicamente e culturalmente non egemone che per un caso fortuito vinca le elezioni sostenga di dover restare al potere per assicurare il bene o la salvezza del Paese; e può accadere, come effettivamente è accaduto col Forum economico di Davos, che grandi poteri economici o politici internazionali premano sulle politiche nazionali perché “raffreddino” la democrazia.

Molte sono le democrazie, anche tra le più note, che si sono dimostrate vulnerabili e a rischio. Basta pensare agli Stati Uniti, dove si stava rovesciando addirittura un’elezione presidenziale e dove ci sono più stragi che scuole, al Brasile dove Lula è stato messo in carcere, alla Francia che promulga leggi sottratte al Parlamento, a Israele che perseguita i palestinesi e sovverte l’ordine giudiziario e la stessa Corte suprema. Anche in Italia la democrazia è stata più volte a rischio, col governo Tambroni (1960), il piano Solo (1964), le stragi, la collusione Stato-mafia, le Brigate Rosse, l’uccisione di Moro: ma allora c’erano i partiti di massa a presidiare la democrazia e le sezioni comuniste erano allertate quando il pericolo si faceva maggiore.

E oggi sono via via crescenti i sintomi dl pericolo a pochi mesi di distanza da elezioni estive sbadatamente gestite dai partiti, e sinistrate da un gran numero di astensioni, che hanno prodotto quasi per caso un governo di matrice culturale fascista.

Molti sono i sintomi di un’emergenza democratica, Non c’è solo la lotta ai migranti, l’introduzione di nuovi reati; c’è un uso spregiudicato dello spoil system, che se purtroppo viene considerato normale nell’attuale sistema politico, è uno strumento delicato in mano a poteri non affidabili. Grazie a esso il governo mette le mani su polizia e guardia di finanza, e nello stesso tempo (cosa mai vista, secondo Bersani) lo fa sulla RAI, l’INPS l’INAIL, ENI, ENEL, LEONARDO e POSTE Sui migranti è già stato introdotto lo stato di emergenza e Salvini controlla la Guardia costiera. .Un sintomo grave è la lunga sospensione delle conferenze stampa, sostituite dagli spot televisivi autoprodotti a palazzo Chigi dalla premier. Grave è stata anche l’appropriazione distorsiva che è stata fatta del 25 aprile e del 1 maggio, l’affronto ai sindacati di convocarli la sera prima del varo del decreto lavoro, l’implicita citazione fascista del motto “qui non si fa politica si lavora” (a proposito della festa del 1 maggio). C’è un fascismo profondo della Meloni, come dice Carlo Rossella berlusconiano ed ex direttore del TG1, che viene da lontano, cioè dalla cultura che ha generato il fascismo del Novecento e da questo è stata assunta nella sua forma peggiore, una cultura con cui la storia stessa ha stabilito una rottura epocale con la guerra antifascista e antinazista conclusasi con la Liberazione.

Quali sono i filoni negativi di quella cultura, fatti propri dai fascismi del Novecento, che sono stati travolti dalla rivoluzione della II guerra mondiale?

Il primo è il pensiero della diseguaglianza per natura tra gli esseri umani. È un pensiero che viene dalla società signorile che discriminava tra signori e servi, è passato attraverso il regime di cristianità, ha legittimato la conquista dell’America e il genocidio degli Indios nella loro inferiorità rispetto agli Spagnoli (si sospettava non avessero l’anima). La diseguaglianza per natura è stata poi teorizzata da Hegel nella distinzione tra popoli della natura e popoli dello spirito, da Nietzsche per il quale “gli uomini non sono tutti eguali. E neppure devono esserlo!”, fino a Croce che contrappone gli “uomini che appartengono alla storia e uomini della natura, uomini capaci di svolgimento e di ciò incapaci”, i quali ultimi “zoologicamente e non storicamente sono uomini”, motivazione questa di tutti i razzismi passati e presenti: è chiaro quindi perché i post-fascisti cultori dell’integrità della “Nazione” militano contro “la sostituzione etnica” e sognano il blocco navale contro i migranti.

Il secondo tabù che è stato rimosso dopo la sconfitta dei fascismi novecenteschi è il pensiero della sovranità incondizionata. Essa viene dall’età degli antichi Imperi, è passata attraverso la definizione di Marino da Caramanico della sovranità come la sovranità del potere che non riconosce alcun altro potere “superiorem” (souverain”), al di sopra di sé, è stata teorizzata da Hobbes che nello Stato moderno vede un mostro biblico, il Leviatano, che uscendo dallo stato di natura e facendosi, come dice Ferrajoli, “lupo artificiale” , monopolizza la violenza e promette sicurezza in cambio della libertà. Il feticcio della sovranità giunge poi fino allo Stato etico del nazismo e a Giovanni Gentile; è chiaro quindi perché i sovranisti ce l’hanno con l’unità europea e preferiscono obbedire alla NATO e al Pentagono piuttosto che sposare il multilateralismo costituzionale e appellarsi al sistema di sicurezza dell’ONU.

La terza costante perversa che ha attraversato la storia è il pensiero di guerra. Esso viene dagli albori della nostra cultura, dal frammento di Eraclito che fa della guerra “il padre e il re di tutte le cose”, passa attraverso la teologia medioevale della guerra giusta, sopravvissuta fino a papa Giovanni; nel passaggio alla modernità la guerra è esaltata dallo stesso Hegel quale igiene dei popoli e antidoto al loro “infiacchimento” allo stesso modo in cui “il movimento dei venti preserva il mare dalla putrefazione come vi ridurrebbe i popoli una pace durevole o perpetua”, essa è poi teorizzata dal generale prussiano von Clausewitz, è assunta, col Nemico, da Carl Schmitt quale “criterio del politico”, fino al “credere obbedire combattere” del fascismo. Dopo la sospensione garantita dalla deterrenza nucleare durante la guerra fredda, è recuperata appena la guerra fredda finisce nel conflitto del Golfo e giunge fino alla “competizione strategica” di Biden che “culmina nella sfida con la Cina” e al “vinceremo” di Zelensky; è chiaro quindi perché chi manda le armi nella gara che sta devastando l’Ucraina e convoca poi le imprese per restaurarla, ignora il ripudio costituzionale della guerra e recita due parti in commedia, di distruzione e ricostruzione.

Dalla vecchia cultura viene anche la concezione del lavoro come spregevole, tanto che all’inizio era addossato ai servi e risparmiato ai signori, ed attraverso una lunga storia è arrivato a noi come lavoro schiavo, lavoro merce, sempre alienato e sfruttato, mentre la Costituzione lo mette a fondamento stesso della Repubblica democratica

Ma il segnale più grave della crisi democratica è il precipitoso tentativo di Giorgia Meloni di istituzionalizzare un potere personale mediante riforme costituzionali volte al presidenzialismo e al premierato. Giorgia Meloni, benché affermi di voler instaurare un sistema che dia più stabilità ed efficienza al sistema, si dice indifferente alla scelta tra presidenzialismo e premierato elettivo, anche se c’è una grande differenza tra le due ipotesi: le basta che ci sia qualcuno eletto al comando. Ciò rivela la ragione personalissima per cui la presidente del Consiglio intraprenda con tale urgenza la via delle riforme costituzionali. Il suo governo è scaturito da un’elezione estiva, con la complicità di una cattiva legge elettorale, di un forte astensionismo e della sbadataggine dei partiti oggi all’opposizione. È molto difficile, se non impossibile, che queste condizioni abbiano a ripetersi. Volendo perpetuare il suo potere oltre gli anni di questa legislatura, l’unica strada per lei è l’elezione popolare diretta, non importa a quale delle due cariche, nell’idea che il favore degli attuali sondaggi ad personam si traducano in un voto plebiscitario a suo favore. D’altra parte le riforme sono state sbrigativamente proposte all’opposizione parlamentare ma dalla destra predestinate a farle “anche da sola”. Ora elezione diretta e autonomia differenziata per le regioni come ha scritto Tomaso Montanari, sono la tenaglia con cui verrebbe distrutta la Costituzione della Repubblica.

Tutto ciò inserito nella struttura di guerra imposta all’ordine mondiale, nella ormai iperbolica diseguaglianza di condizioni di vita e di reddito tra ricchi e poveri, nella sovranità del capitalismo globalizzato, susciterebbe allarme chiunque fosse al potere.

In Italia c’è oggi il rischio aggiunto della debolezza della eventuale resistenza che fosse necessaria: i partiti sono stati smontati e solo ora in via di restaurazione-le culture democratiche sono appannate; anche tra i cattolici avanza una nuova debolezza, molti sono diventati post-teisti, pensano che Dio sia una cosa del passato, premoderna, e ora bisogna fare tutto da soli. Ma i cattolici che fanno tutto da soli non sono un gran che.

Tutto questo oggi dice perché oggi ci sia un “allarme democrazia”. Personalmente non vorrei che quello che non ho fatto a 13 anni per conquistare la democrazia, dovessi farlo a 92 anni per difenderla.
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Partnership della Caritas di Cagliari con la Caritas di Gerusalemme con il progetto “Reti di Famiglie” a sostegno di famiglie bisognose in Palestina.

caritas_buttonimg_3172La Caritas di Cagliari ha da tempo rapporti di collaborazione con la Caritas di Gerusalemme, rafforzatisi nel Pellegrinaggio solidale di fine anno 2022 / inizio 2023. In questo quadro ha aderito al Progetto “Family to Family” [Reti di Famiglie], il cui obbiettivo è fornire sostegno finanziario (e non solo) a famiglie bisognose in Palestina.

Oggi mercoledì 17 maggio 2023

c36b3140-af7a-44a9-a41f-f7f57986be1f Quanti ucraini e russi devono morire ancora perché si faccia la pace?
17 Maggio 2023
A.P. su Democraziaoggi
L’azione di Zelensky è, a dir poco, scellerata. Il suo no alla proposta del cessate il fuoco e trattare del papa ha come necessaria conseguenza un bel po’ di morti russi ed ucraini. Zelensky dice di voler vincere. E per questo gira l’Europa in cerca d’armi sempre più potenti. Ma è realistico? E poi vincere […]
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Ucraina e geopolitica a pezzi. Il buco nero del conflitto
Il buco nero del conflitto
Giorgio Ferrari su Avvenire.
mercoledì 17 maggio 2023

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img_3164 Su Avvenire. Per la prima volta l’ONU ha commemorato la Nakba, l’esodo dei palestinesi dopo la nascita dello stato d’Israele. Per la prima volta l’ONU ha commemorato la Nakba, l’esodo dei palestinesi dopo la nascita dello stato d’Israele – Il Post – https://www.ilpost.it/2023/05/16/nakba-onu/
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Il sol dell’avvenire: riflessioni a margine.

img_3122img_3163Torno ora da vedere il film di Nanni Moretti “Il sol dell’avvenire”. A caldo dico che non mi è piaciuto, complessivamente. So di confondere il film con le vicende che narra: di un partito comunista bigotto e realista fino a giustificare (anzi osannare per) la repressione sovietica sull’Ungheria nel 1956. Forse Togliatti non poteva fare diversamente, troppi i condizionamenti dell’URSS. E un esito diverso, come decide Moretti riscrivendo la Storia, sarebbe stato impossibile. Ma a rileggere quegli avvenimenti dico: W il ‘68! W l’eresia del Manifesto, che si manifestò contro l’accettazione da parte del PCI del sistema sovietico, sebbene il PCI si schierò con Dubček contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nell’agosto 1968*. Onore al grande partito comunista per aver sostenuto la crescita democratica dell’Italia, ma distinti e distanti per quanto possibile da quell’esperienza di partito.

Oggi martedì 16 maggio 2023

c36b3140-af7a-44a9-a41f-f7f57986be1f Zelensky, molte ragioni ma non tutte
16 Maggio 2023
di Sandro Antoniazzi su C3dem.
Dopo il viaggio di Zelensky in Europa, diversi sono gli interrogativi su come si possa mettere fine ad un conflitto armato senza sblocchi negoziali. Il continuo riarmo non è un’opzione per il nostro futuro. Da C3dem riprendiamo una riflessione al riguardo di Sandro Antoniazzi.
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Perché pace e giustizia si parlino. Il “terzo” necessario
Il “terzo” necessario

Mauro Magatti
martedì 16 maggio 2023 su Avvenire.
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Autonomie, autogoverno e federalismo nell’autunno della democrazia italiana
16 Maggio 2023
Fernando Codonesu su Democraziaoggi.
Oggi chi è il sovrano e dove sta la sovranità?
Da tempo si parla giustamente di inverno della natalità in Italia con tutto quel che ne consegue. […]
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E’ online il nuovo numero di Rocca

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L’editoriale di Mariano Borgognoni
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In questo numero troverete un bel Forum sulla spiritualità. Essa segue a precedenti interventi di padre Bernardo Gianni, di Guidalberto Bormolini, di Enzo Bianchi e sarà seguita da altre persone ed esperienze che, nella loro diversità, costituiscono il pluriverso della spiritualità contemporanea. In questa direzioni ci sono pervenuti tanti suggerimenti e incoraggiamenti da parte di lettrici e lettori antichi e nuovi della nostra rivista. Bisogna interrogarsi su cosa questo interesse significhi. E una cosa certamente non significa per Rocca e i suoi lettori: la disattenzione per le dinamiche che riguardano la vita della e nella polis, tanto più in un momento drammatico, nel quale, molte situazioni, a cominciare da quelle belliche, tendono ad andare fuori controllo e i fenomeni di marginalizzazione sociale producono disuguaglianze che fanno tornare indietro di decenni. Quindi niente disimpegno sociale e politico.

Oggi lunedì 15 maggio 2023

c36b3140-af7a-44a9-a41f-f7f57986be1fauton-diff-19-5-2023La conferenza stampa del Comitato sardo contro l’autonomia differenziata, per illustrare ai media le ragioni della protesta, si terrà il giorno 17 c.m. presso la sala dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, a Cagliari in via Barone Rossi 29.
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genuflessione-al-reNo a Calderoli. Alla genuflessione umiliante di Solinas e Pais opponiamo una protesta forte e una proposta giusta
15 Maggio 2023
A.P. Su Democraziaoggi
Questa non è una settimana come le altre in Sardegna. Arriva Calderoli ad illustrare al Consiglio regionale la “bontà” della sua legge sull’Autonomia differenziata. Coi governanti sardi ha già trattato. Ha promesso loro di riprodurre nella sua legge il principio d’insularità e in cambio i nostri eroi hanno aderito all’iniziativa del ministro.
Non ci vuol molto […]
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Palestina martoriata

a6e89a40-ed21-4a31-a2d5-6d37fbdc81e0nakba7575 anni di Nakba
Giovedì 18 maggio 2023 siamo invitati a partecipare all’evento organizzato dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina in occasione del 75° anniversario della Nakba e della pulizia etnica e il suo protrarsi fino ai giorni nostri, come ci confermano gli eventi di queste ultime ore.
Ne parleremo con:
Tina Marinari – Amnesty international
Apartheid israeliano contro i palestinesi, un terribile sistema di controllo e dominio
Hanaa Mahameed – Giornalista palestinese corrispondente a Gerusalemme della TV Al Mayadeen
75 anni di occupazione e discriminazione
Raya Radwan – Attivista UPWC (Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi)
La Nakba e le nuove generazioni palestinesi
Introduzione e moderazione a cura dell’associazione (Veronica Canu e Fawzi Ismail).
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“IO SONO MOLTO EBREO, MA NON SONO PER NIENTE SIONISTA”
di Moni Ovadia
La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio
Non ha giustificazioni, è infame e senza pari
Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge

Oggi domenica 14 maggio 2023

c36b3140-af7a-44a9-a41f-f7f57986be1f Zelensky a Roma, Caracciolo: “La Chiesa rientra clamorosamente in gioco nella guerra in Ucraina”
12/05/2023 su La7.
Zelensky incontra Papa Francesco, Lucio Caracciolo: “La Chiesa rientra clamorosamente nella partita della guerra in Ucraina”
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Il presidente ucraino ospite da Bruno Vespa
Zelensky a ‘Porta a Porta’: “Xi Jinping non darà armi a Putin. Nessuna mediazione, solo pace giusta”
. Su Il Riformista.
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democraziaoggi-loghettoCarbonia. Mentre la produzione Sulcis si vende al completo, ed è in arrivo la sovvenzione straordinaria di 800 milioni di lire all’ACaI, il prefetto annuncia duemila licenziamenti. Molto serio il rischio di denunce in Procura, non avendo la SMCS saldato “i contributi alle mutue per oltre 200 milioni”. Riprendono gli “scioperi a scacchiera”, si risponde con la serrata
14 Maggio 2023
Gianna Lai su Democraziaoggi.

Nuovo post domenicale sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Il prefetto a dare il quadro della vicenda sulcitana, con la nota dell’Ufficio Provinciale, “Situazione pesante nell’industria”, e poi la […]
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Carlo Maria Martini, “Norberto Bobbio: un ateo nel giusto”

img_3122Mi ha colpito una frase molto bella di Norberto Bobbio, il quale – come non credente – dice: “La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono”. E aggiunge (è un’osservazione un po’ amara, forse troppo pessimistica): “La specie degli indifferenti, che è di gran lunga la più numerosa, si trova tanto fra i credenti quanto fra i non credenti”.
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Una riflessione condivisa dal filosofo Norberto Bobbio e dal cardinale Carlo Maria Martini.
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Per la Pace

eventi-01 manifesto_marcia_2023VIENI ANCHE TU!
La guerra continua ma non ci possiamo rassegnare. Rischiamo l’autodistruzione! Per questo, domenica 21 maggio ti invitiamo a marciare per la pace da Perugia ad Assisi.

COSTRUIAMO ASSIEME
UN MONDO PIÙ UMANO

CESSATE-IL-FUOCO

La guerra è la madre di tutti i crimini, cancella la vita, distrugge tutto quello che intere generazioni hanno costruito, devasta ciò che la natura ha generato. Per questo l’Italia ripudia la guerra. Per questo è nata l’Unione Europea. Per questo sono state create le Nazioni Unite. Grazie a queste conquiste, abbiamo potuto crescere in pace. Non permettiamo che tutto questo venga cancellato!

La continuazione della guerra e l’assurda pretesa di vincerla con le armi si stanno anche mangiando i soldi che servono per prenderci cura di noi tutti e del nostro pianeta, per fermare il cambiamento climatico e accelerare la conversione ecologica, per affrontare e soccorrere le vittime delle guerre e delle catastrofi ambientali, per liberare gli impoveriti dalla schiavitù della miseria, per creare nuovo lavoro dignitoso, per ridurre le disuguaglianze e i conflitti che generano. Fermiamo questa follia!

LA PACE È ANCORA POSSIBILE. È SEMPRE POSSIBILE!

Con il semplice gesto del camminare assieme, segno di solidarietà e vicinanza alla povera gente in fuga dal terrore e dalla miseria, noi possiamo rompere lo “schema della guerra”, dare voce alle vittime di tutte queste sofferenze, denunciare le mostruosità che si susseguono e i pericoli enormi che incombono, difendere i valori e le carte fondamentali su cui sono cresciuti il nostro benessere e le nostre istituzioni democratiche, lottare per l’attuazione della nostra Costituzione e del Diritto Internazionale dei Diritti Umani, rinnovare i nostri legami di solidarietà e fratellanza universale, dare un corpo nuovo alla domanda di cambiamento, trasformare il futuro.

DOMENICA 21 MAGGIO 2023
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Oggi sabato 13 maggio 2023

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Giorgia Meloni e le riforme istituzionali: attacco alla Costituzione
11-05-2023 – di Domenico Gallo su Volerelaluna
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democraziaoggiUE: All’armi! imboscata socialista
13 Maggio 2023 su Democraziaoggi
Per la destra italiana “i sedicenti europeisti di sinistra” starebbero macchinando una vera e propria “imboscata dei socialisti” contro Giorgia Meloni. Lo afferma Il Giornale sostenendo che alla grave emorragia di consensi del PSE si sarebbe ora aggiunta l’ossessione antifascista contro il governo di Roma, in quanto […]
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a6e89a40-ed21-4a31-a2d5-6d37fbdc81e0Guerra a Gaza. P. Romanelli (parroco): “Subito il cessate-il-fuoco. Un incendio non si doma usando benzina”
11 Maggio 2023 su SIR Agenzia di informazione.
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Oggi 12 maggio 2023 venerdì sera a Stampace

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