Monthly Archives: febbraio 2023
Chiesadituttichiesadeipoveri – Costituente Terra News
Che succede in Palestina
Rapporto OCHA del periodo 10 – 30 Gennaio 2023
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Cos’è l’OCHA? E’ l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (abbr. OCHA dall’inglese Office for the Coordination of Humanitarian Affairs)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ufficio_delle_Nazioni_Unite_per_gli_affari_umanitari
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Che tempi!
I cristiani di domani? Iniziamo a immaginarli
di Armando Matteo
Come sarà il cristianesimo del futuro? Nel libro Opzione Francesco. Per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro (San Paolo) del quale proponiamo qui sopra un ampio estratto, il teologo Armando Matteo prova a “immaginarlo” alla luce del magistero del Papa. L’idea è di un cristianesimo che coltiva prassi e sogni di fraternità; che sa abitare le periferie e fare comunione con chi le abita; un cristianesimo che denuncia un sistema economico e sociale che ci prende soldi e anima; un cristianesimo che torna allo sguardo misericordioso di Gesù. Questo richiede coraggio, amore per il Vangelo e per l’umanità.
A dieci anni dall’arrivo di papa Francesco, è apparso opportuno a chi scrive rilanciare in modo semplice quello che ai suoi occhi rappresenta la linea principale del magistero di papa Francesco e convocare i suoi fratelli e le sue sorelle nella fede a un momento di vero discernimento e di vera azione. Per papa Francesco, in verità, il dramma della Chiesa attuale – principalmente in Occidente ma con cause e ricadute che travalicano i suoi meri confini culturali e politici – è che non facciamo più cristiani e cristiane. La rottura nella trasmissione generazionale della fede è il vero nodo intorno al quale egli ha convocato il popolo santo di Dio: il cambiamento d’epoca e la fine dell’epoca della cristianità hanno semplicemente reso inefficaci le antiche pratiche di iniziazione alla fede dei nostri cuccioli. Serve, allora, un cambiamento radicale della mentalità pastorale e ancora di più serve una nuova immaginazione del cristianesimo futuro.
In vista dell’esecuzione di questo duplice compito, Bergoglio ci ha consegnato, sin dall’inizio del suo pontificato, la cifra della gioia del Vangelo e il grande tema dell’amicizia che Gesù a tutti propone. Ha poi declinato questo secondo tema nella logica di un rinnovato sogno di fraternità universale, che possa riscattare la nostra esistenza umana dal terribile processo di commercializzazione che il capitalismo avanzato porta avanti con un cinismo di altissima precisione che non può che lasciare stupiti, incurante ovviamente dei tanti feriti e morti che lascia sul terreno in cui prepotente avanza. Ed è in questo mondo che i credenti debbono tornare con coraggio e con entusiasmo a portare lo sguardo di misericordia e di elezione di Gesù che sta all’origine della loro fede e al quale sempre debbono ritornare per alimentare quella fede.
Questo è l’invito immenso che ogni giorno di ogni mese di ogni anno di questi dieci anni ci è venuto da papa Francesco: che quello sguardo di misericordia vada al mondo intero, raggiunga ogni angolo di umanità, tocchi e sani le esistenze ferite, risvegli le coscienze e i cuori addormentati, converta il cuore di chi ha in mano le sorti finanziarie e politiche della società, metta fine alla globalizzazione dell’indifferenza, instauri un’ecologia umana integrale, riporti finalmente il cuore dei padri verso i figli.
Ecco perché è essenziale prendersi cura della concreta fecondità della Chiesa: ci servono sempre uomini e donne che vivano della passione genuinamente evangelica di dare un volto umano al mondo – un volto fatto di dignità di tutti, di giustizia per tutti, di fraternità con tutti, di pace in cielo e in terra [...].
Non cedere alla cattiva paura
L’emozione della paura rappresenta una grande risorsa per l’essere umano. Non avendo, infatti, quest’ultimo un corredo istintuale completo, deve affidarsi all’esperienza diretta per fare conoscenza del mondo e di ciò che è presente nel mondo. Lentamente egli procede a una abitazione del mondo in cui può fare affidamento a ritmi ben stabiliti, ad azioni già sperimentate, a punti di riferimento efficaci e a previsioni molto realistiche. Accade ciò che possiamo chiamare una sorta di “addomesticazione” del mondo ovvero la trasformazione del mondo in una casa abitabile per l’uomo [...].
Accanto a questa forma, diciamo così, buona e decisamente vitale della paura, ne esiste una che definiamo cattiva paura. Intendiamo la situazione di chi alla fine dei conti ha paura della stessa paura: ha paura cioè di venirsi a trovare di fronte a qualcosa di non conosciuto, di inedito, di non ancora pensato e vissuto, che potrebbe causare un profondo mutamento nella propria condizione di vita. In questo caso, si reagisce a questa cattiva paura, provando a restare dentro il sentiero già conosciuto e sperimentato da tempo immemorabile. La cattiva paura rende colui che ne è ostaggio prigioniero del proprio passato e dunque di se stesso.
A me sembra ora di poter dire che uno degli ostacoli che può frenare, in molti credenti, il desiderio di sintonizzarsi con l’appello di papa Francesco a un urgente cambiamento della mentalità ecclesiale e pastorale possa essere proprio la cattiva paura sin qui descritta. È la paura del nuovo, del rischio, dell’uscita dagli schemi già conosciuti e utilizzati milioni di volte, del prendere l’iniziativa, del dare vita a nuovo modo di essere e agire da credenti in questo cambiamento d’epoca [...].
Non cedere al risentimento
Oggi la Chiesa – soprattutto in Occidente – si trova in una situazione di effettiva marginalizzazione rispetto alla vita concreta di tantissimi individui. Nessuno pensa di dover ricevere da lei alcuna autorizzazione per l’esercizio della sua libertà né ritiene in modo assoluto che la condizione dell’essere credente sia indispensabile per una vita compiuta. Gli unici paradisi che oggi si cercano sono quelli fiscali o quelli ai quali si accede tramite le droghe. I suoi seminari sono vuoti, i suoi conventi sono vuoti, i suoi monasteri sono vuoti, i suoi edifici di culto sono vuoti o appena semivuoti, i sacramenti che dispensa tantissime volte sono più un’occasione di festa familiare che non di reale crescita nell’esperienza cristiana, gli stessi movimenti – la sua primavera – iniziano a perdere forza d’attrazione sulle nuove generazioni, mentre quella calcistica è ormai quasi l’unica fede per la quale si è pronti pure a dare la vita. Senza passare sotto silenzio il fatto che, nella memoria collettiva, non sopravvive praticamente più nulla di quelle antiche parole che per secoli hanno indicato all’anima umana le coordinate per contenere le altezze e le bassezze di ogni piccola e grande esistenza: parole come sacrificio, dono, riparazione, peccato, espiazione, redenzione attraverso la croce, remissione della colpa, attesa escatologica, parusia, giudizio finale, paradiso, inferno, purgatorio, e infine salvezza. Per non parlare, infine, del continuo discredito che i mass media alimentano nei confronti del clero, dei vescovi e del Papa a seguito della terribile piaga degli abusi sessuali e di potere. I pochi credenti debbono così, quasi ad ogni piè sospinto, scusarsi del loro restare ancora tali.
È così naturale che un certo risentimento abiti nel cuore di non pochi credenti di fronte a un mondo che da un momento all’altro ha voltato completamente le spalle al cristianesimo. Eppure, si deve onestamente riconoscere la verità di ciò che papa Francesco dice a proposito del risentimento, della sua forza oscura, del suo precipitare veloce verso i lidi del pessimismo e della tristezza e del condurci alla fine verso posizioni che di cristiano non hanno più nulla. Non cediamo, allora, al risentimento. Facciamo piuttosto nostro “lo sguardo che discerne”, il quale, dice ancora papa Francesco, «mentre ci fa vedere le difficoltà che abbiamo nel trasmettere la gioia della fede, allo stesso tempo ci stimola a ritrovare una nuova passione per l’evangelizzazione, a cercare nuovi linguaggi, a cambiare alcune priorità pastorali, ad andare all’essenziale». Mettiamo, allora, da parte la questione della consistenza e rilevanza culturale o materiale della Chiesa e facciamo spazio al desiderio di una Chiesa che sia sempre di più percepita quale spazio per chiunque disponibile a incontrarsi con Gesù e sperimentare la gioia della fede.
Non cedere all’indietrismo
Un ultimo ostacolo all’assunzione dell’Opzione Francesco viene dalla terza delle tentazioni a cui oggi i credenti, secondo papa Francesco, sono sottoposti: la tentazione dell’indietrismo [...]. In questo cambiamento d’epoca, quando è richiesto ai discepoli del Signore un improcrastinabile lavoro di immaginazione nuova del cristianesimo futuro e di conversione pastorale, al fine di assicurare il procedere della tradizione del messaggio del Signore agli uomini e alle donne di questo tempo, la tentazione dell’indietrismo fa di nuovo la sua apparizione con la promessa di una soluzione semplice a un problema complesso: e la soluzione è quella di non cambiare, ma di perseverare in quel sistema di trasmissione del messaggio del Signore che ha funzionato sinora.
In questo modo, però, ha ricordato papa Francesco, il 24 novembre del 2022, alla Commissione teologica internazionale, la tradizione semplicemente muore [...]. Non si può pertanto cedere all’indietrismo. Esso costituisce, in linea di diritto e di fatto, un vero tradimento della missione della Chiesa. La tradizione o cresce o muore. Oggi è il tempo di farla crescere di nuovo. Il bene della Chiesa ce lo chiede. Il bene del mondo ce lo chiede. Papa Francesco ce lo chiede.
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Convivenze difficili
La Repubblica – 28 Febbraio 2023
di Enzo Bianchi (sul suo blog).
Un mondo a pezzi! Un’umanità che conosce divisioni e contrapposizioni che sfociano in conflitti violenti. Dalle catene dell’Himalaya, al Caucaso, al Medio Oriente, fino all’Europa della penisola balcanica e dell’Ucraina si registrano guerre da decenni senza che si intravvedano vie di riconciliazione: popoli quasi tutti poveri e oppressi, gente che vorrebbe soltanto vivere in pace. Facciamo finta di non saperlo, ma in Kosovo la situazione non è certo di convivenza pacifica: siamo al preludio di una nuova guerra per uscire dallo stillicidio di ostilità tra le nazioni nate dalla deflagrazione iugoslava. E in questi giorni anche la Moldavia è riemersa come terra contesa, ai confini dell’Ucraina e della Russia già in guerra tra loro.
Che tempi!
I cristiani di domani? Iniziamo a immaginarli
di Armando Matteo
- Su Aladinpensiero online dal blog di Enzo Bianchi
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Oggi martedì 28 febbraio 2023 ultimo giorno del mese
Eventi,Opinioni,Commenti e Riflessioni————
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Giorgio mi scrive sulla guerra
28 Febbraio 2023 su Democraziaoggi
A Giorgio rispondo
Gentile Professore,
frequento spesso il suo blog perché le riconosco una onestà intellettuale che non ritrovo in tanti altri urlatori seriali del web.
Venendo al conflitto in Ucraina, tuttavia, non posso non constatare come, talvolta, nei suoi interventi Putin appaia quasi la vittima della situazione. Nessuno di noi è un ingenuo. […]
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Domani
[Riceviamo e volentieri pubblichiamo] COMUNICATO STAMPA
“Ergastolo ostativo e diritto alla speranza. Riflessioni e interrogativi”
saranno i temi al centro dell’incontro, organizzato dal MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), in programma martedì 28 Febbraio 2023, ore 19.00, presso l’Oratorio della Chiesa di San Lucifero ( Via S. Lucifero, n. 78 Cagliari).
Dopo le relazioni dell’avv. Federico Carta (Presidente del MEIC diocesano) e di padre Gabriel Iiriti (cappellano del carcere di Uta), il dibattito aperto al pubblico.
La segreteria organizzativa
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Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito democratico
Bene, benissimo. Complimenti e Auguri di
Buon lavoro al servizio del bene comune.
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https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/02/26/schlein-e-la-nuova-segretaria-del-pd-_36c0b476-cfd5-4704-8270-5860e31bf216.html
———————riflessioni e commenti—————-
PD. Vince Schlein. E ora? Sulla guerra? E sui diritti sociali?
27 Febbraio 2023
A.P. su Democraziaoggi
«Una piccola grande rivoluzione, ho il mandato a cambiare davvero», Questa la prima dichiarazione della nuova segretaria del PD dopo la vittoria sul rodato Bonaccini.
Il risultato è una sorpresa, che ha ribaltato quello espresso dai circoli. Ciò dimostra che i riti involuti del partito democratico, si sfaldano come un vaso di coccio quando impattano col […]
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«Sono immensamente grata, perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare», ha detto Elly. «Il popolo democratico è vivo: il mio è un mandato chiaro a cambiare davvero. Le priorità sono il contrasto a ogni forma di disuguaglianza, il diritto a un lavoro dignitoso, la necessità di affrontare con massima urgenza l’emergenza climatica. Dobbiamo ricostruire fiducia là dove s’è spezzata. Il popolo democratico si è riunito: e questa è la nostra responsabilità, non tradire mai la sua fiducia. Abbiamo fatto anche da ponte intergenerazionale: mi hanno colpito i messaggi di donne di 100 anni che hanno votato per me, e mi hanno scritto che da sempre aspettavano di poter votare per una segretaria. Sento che è il momento di ringraziare. Noi dobbiamo avere l’ossessione di quelli che oggi non hanno partecipato, di quelli che alle ultime elezioni non si sono espressi. Saremo un bel problema, per il governo Meloni. E dobbiamo iniziare difendendo la dignità del lavoro; la scuola pubblica, nel momento in cui il governo tace di fronte ad aggressioni squadriste davanti alle scuole. Faremo le barricate contro ogni taglio della sanità pubblica, universalistica. Oggi c’è stata una altra strage che pesa sulle coscienze di chi pochi giorni fa ha approvato un decreto che impedisce i salvataggi in mare quando occorrerebbero vie legali di ingresso in Europa. Saremo al fianco di chi lotta per la giustizia climatica, accanto a quella sociale. Lavoreremo per una vera, profonda conversione ecologica; vorremo essere i peggiori avversari della paura di futuro che colpisce tanti giovani. Non ci daremo pace finché non avremo posto un limite alla precarietà».
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Elly Schlein
https://youtu.be/EemGrhAyfOI
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[segue]
Oggi lunedì 27 febbraio 2023
Eventi,Opinioni,Commenti e Riflessioni—-——————–——————————-
Riconoscimento del diritto di asilo – spunti di Analisi e riflessione
25 Febbraio 2023 su C3dem.
di Giovanni Lattarulo su C3dem
Spunti di analisi e riflessione per la conoscenza e il pieno riconoscimento del diritto di asilo. In collaborazione con Il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.
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Guerra Russia-Ucraina. I 12 punti della Cina per il cessate il fuoco e l’avvio delle trattative.
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Di seguito i 12 punti del piano cinese.
1) Rispettare la sovranità nazionale di tutti i Paesi.
2) Abbandonare la mentalità della guerra fredda.
3) Cessare le ostilità.
4) Riprendere i colloqui di pace.
5) Risolvere la crisi umanitaria.
6) Proteggere i civili e i prigionieri di guerra.
7) Mantenere al sicuro i siti nucleari.
8) Ridurre i rischi strategici.
9) Favorire le esportazioni dei cereali.
10) Mettere fine alle sanzioni unilaterali.
11) Mantenere stabili i canali di rifornimento e dell’industria.
12) Favorire la costruzione post conflitto.
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[Da AGI, Avvenire e altri media] I 12 punti con cui la Cina chiede il cessate il fuoco e l’avvio di trattative tra Russia e Ucraina e ribadisce il no all’uso (e alle minacce) di armi nucleari, il no agli attacchi alle centrali nucleari. Il piano, pubblicato dal ministero degli Esteri cinese nel primo anniversario dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, rilancia le note posizioni della Cina rispetto al conflitto in corso.
Ecci di seguito i 12 punti:
1. Rispettare la sovranità di tutti i paesi. Le leggi internazionali riconosciute, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, dovrebbero essere rigorosamente osservate e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere effettivamente garantite. Tutti i paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, forza o ricchezza. Tutte le parti dovrebbero sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale dovrebbe essere applicato in modo equo e uniforme e non dovrebbero essere adottati doppi standard.
2. Abbandonare la mentalità della guerra fredda. La sicurezza di un paese non può andare a scapito della sicurezza di altri paesi e la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari. I legittimi interessi e le preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi dovrebbero essere presi sul serio e adeguatamente affrontati. Problemi complessi non hanno soluzioni semplici. Dovremmo aderire a un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile, concentrarci sulla stabilità a lungo termine del mondo, promuovere la costruzione di un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile e opporci all’instaurazione della sicurezza nazionale su la base dell’insicurezza di altri paesi e prevenire la formazione di scontri di campo. Salvaguardare congiuntamente la pace e la stabilità del continente eurasiatico.
3. Cessare il fuoco e smettere di combattere. Non ci sono vincitori nelle guerre di conflitto. Tutte le parti dovrebbero mantenere razionalità e moderazione, non aggiungere benzina sul fuoco, non intensificare i conflitti, impedire che la crisi ucraina si aggravi ulteriormente o addirittura vada fuori controllo, sostenere Russia e Ucraina affinchè si incontrino, riprendere il dialogo diretto non appena possibile, promuovere gradualmente l’allentamento e il rilassamento della situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.
4. Avviare colloqui di pace. Il dialogo e il negoziato sono l’unica via d’uscita praticabile per risolvere la crisi ucraina. Tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti. La comunità internazionale dovrebbe attenersi alla giusta direzione per persuadere la pace e promuovere i colloqui, aiutare tutte le parti in conflitto ad aprire la porta a una soluzione politica della crisi il prima possibile, e creare le condizioni e fornire una piattaforma per la ripresa dei negoziati. La Cina è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.
5. Risolvere la crisi umanitaria. Tutte le misure che contribuiscono ad alleviare le crisi umanitarie dovrebbero essere incoraggiate e sostenute. Le azioni umanitarie devono rispettare i principi di neutralità e imparzialità e impedire la politicizzazione delle questioni umanitarie. Proteggere efficacemente la sicurezza dei civili e stabilire corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle zone di guerra. Aumentare l’assistenza umanitaria nelle aree interessate, migliorare le condizioni umanitarie, fornire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza barriere e prevenire crisi umanitarie su vasta scala. Sostenere il ruolo di coordinamento delle Nazioni Unite nell’assistenza umanitaria alle aree di conflitto.
6. Protezione dei civili e dei prigionieri di guerra. Le parti in conflitto dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale, astenersi dall’attaccare civili e strutture civili, proteggere le donne, i bambini e le altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e tutte le parti dovrebbero creare condizioni piu’ favorevoli per questo.
7. Mantenere la sicurezza delle centrali nucleari. Opporsi agli attacchi armati contro impianti nucleari pacifici come le centrali nucleari. Chiediamo a tutte le parti di rispettare le convenzioni sulla sicurezza nucleare e altre leggi internazionali e di evitare risolutamente incidenti nucleari provocati dall’uomo. Sostenere il ruolo costruttivo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nella promozione della sicurezza e della protezione degli impianti nucleari pacifici.
8. Ridurre i rischi strategici. Le armi nucleari non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta. L’uso o la minaccia di uso di armi nucleari dovrebbe essere contrastato. Prevenire la proliferazione nucleare ed evitare una crisi nucleare. Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi paese e in qualsiasi circostanza.
9. Garantire l’esportazione di grano. Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo sul trasporto di cereali nel Mar Nero firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite in modo equilibrato, completo ed efficace e sostenere le Nazioni Unite affinchè svolgano un ruolo importante in tal senso. L’iniziativa di cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale.
10. Stop alle sanzioni unilaterali. Le sanzioni unilaterali e le pressioni estreme non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi. Opporsi a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata dal Consiglio di Sicurezza. I paesi interessati dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a braccio lungo” contro altri paesi, svolgere un ruolo nel raffreddare la crisi in Ucraina e creare le condizioni affinchè i paesi in via di sviluppo sviluppino le loro economie e migliorino i mezzi di sussistenza delle persone.
11. Garantire la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento. Tutte le parti dovrebbero seriamente salvaguardare l’attuale sistema economico mondiale e opporsi alla politicizzazione, alla strumentalizzazione e all’uso di armi dell’economia mondiale. Mitigare congiuntamente gli effetti di ricaduta della crisi e impedire che l’energia, la finanza, il commercio di cereali, i trasporti e altre cooperazioni internazionali vengano interrotte e danneggino la ripresa dell’economia globale.
12. Promuovere la ricostruzione postbellica. La comunità internazionale dovrebbe adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle aree di conflitto. La Cina è disposta a fornire assistenza e svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.
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Su ilsole24ore: https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEcO8xsC
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Ucraina: è arrivata l’ora della diplomazia ?
26.02.23 – di Olivier Turquet
- Quest’articolo è disponibile anche in: Spagnolo
Uno dei punti fermi che hanno caratterizzato le manifestazioni per la pace in Ucraina che si sono svolte numerose in molte parti del mondo in questi ultimi giorni e di cui Pressenza ha cercato di dare conto è stata la necessità di un cessate il fuoco e di un intervento serio della diplomazia.
Vari hanno ricordato che l’arte della diplomazia è quella di parlare con il nemico, non quella di costringere il nemico alla resa, prerogativa di chi, anche in questo caso, pensa che la guerra finisca grazie alla vittoria di una parte sull’altra.
In questo senso il piano cinese in 12 punti presentato in questi giorni è, salvo smentite, l’unico piano che propone una soluzione diplomatica basata su principi, come l’integrità territoriale, la protezione dei civili, l’aiuto umanitario e il cassate il fuoco come condizione previa al dialogo riconosciuti universalmente e cardini della diplomazia.
Così sembra un po’ curioso che la risposta di molti attori occidentali (NATO, USA, Unione Europea) abbiano immediatamente bocciato il piano come un “non piano”; quegli stessi attori che non hanno come piano altro che la risposta militare e le sanzioni alla Russia. Ancora più curioso il fatto che Zelensky stesso ne abbia elogiato il tentativo prima di essere smentito dai falchi del suo governo e dal Segretario Generale della NATO.
Il piano cinese è criticato perché non condanna l’invasione russa di un anno fa; ma, essendo un piano basato sulla diplomazia, esso invoca il cessate il fuoco, la messa in sicurezza delle centrali nucleari, l’aiuto immediato alle popolazioni e la condanna del coinvolgimento dei civili nel conflitto: tutto questo suona, nel linguaggio della diplomazia, come una forte condanna dell’invasione perché se no questi punti non sarebbero nemmeno nominati. Se qualcuno non sa leggere tra le righe del testo, o non vuole farlo, l’ipocrisia di chi vuole la guerra facendo finta di volere la pace è facilmente svelata.
Esiste il partito trasversale della guerra che include una quantità di interessi legati direttamente o indirettamente all’industria militare e a quella energetica e che travalica le frontiere geopolitiche classiche, arrivando infine, come sempre, agli interessi della speculazione finanziaria che gioca indifferentemente sui tavoli delle armi, su quello dell’energia ma anche già scommette sulla lucrosa ricostruzione: è un partito che unisce realtà esplicite e implicite che, mediaticamente, fanno a gara a fare i “nemici” ma sono pronti a siglare accordi per il loro bene comune, che si chiama profitto. E’ un partito forte ma sta perdendo pezzi perché da molte parti ci si rende conto che questo stato di destabilizzazione permanente che aleggia dalla pandemia in poi non è nemmeno funzionale al mantenimento di un apparente stato di benessere in alcune, poche, parti del mondo. La domanda è: fin quando potremo tirare il collo alla popolazione mondiale, in particolare a quella che sta sull’orlo del baratro, senza una risposta di qualche tipo?
I cinesi è da tempo che dichiarano pubblicamente che la guerra è un ostacolo al loro interesse principale che è il commercio multilaterale. La Cina ha superato la crisi del Covid mantenendo una posizione leader nell’economia mondiale, nonostante tutti gli analisti occidentali passino il tempo a fare gli uccelli del malaugurio. Pragmaticamente (non sono comunisti, sono confuciani) la Cina sta rapidamente correggendo gli errori di una politica di espansione industriale selvaggia con interventi statali a favore di un maggiore equilibrio ecologico, mentre l’Occidente resta ancorato al businness as usual, riuscendo a fare della transizione ecologica soltanto un grande affare, evitando di affrontare i problemi di fondo che riguardano lo stesso modello di “sviluppo” delle società occidentali. E in quel modello la violenza è intrinseca e giustificata, al di là dei proclami “buonisti”: la violenza economica innanzi tutto ma poi anche quella della pretesa superiorità intellettuale, quella della discriminazione e del disprezzo delle altre culture e degli altri popoli, quella maschilista che pervade il suprematismo bianco, l’autoritarismo.
Ora la Cina ha fatto la sua mossa per limitare i danni di una guerra che, innanzi tutto, la danneggia economicamente direttamente (Ucraina era un buon mercato) e indirettamente.
Di fatto sarebbe il caso di ricordare che i cinesi non fanno guerra a nessuno da parecchio tempo e che anche i loro interventi indiretti in alcune crisi del dopoguerra sono stati molto ponderati ed hanno consentito il mantenimento sostanziale della pace in Asia; non possiamo dire esattamente la stessa cosa delle potenze occidentali, in particolare degli Stati Uniti, con il loro amore per l’interventismo “in nome della democrazia”.
In sintesi ci pare che il piano cinese riproponga con forza e autorevolezza quello che stanno dicendo i pacifisti mondiali: cessate il fuoco, cessate l’escalation armamentista, soccorrete le popolazioni e allontanate la minaccia atomica, sia scaturita da un incidente che dalla stessa guerra nucleare. Su quest’ultimo tema chiederemmo al Governo Cinese uno sforzo ulteriore per ratificare la bontà delle loro intenzioni: l’adesione al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. Sarebbe un modo concreto per rispondere a chi dice che il piano di pace sia solo propaganda.
In ogni caso lo spiraglio aperto dal piano di pace cinese, qualunque sia il suo esito, deve essere l’occasione per i pacifisti per dire che la diplomazia è l’unica via d’uscita e per i nonviolenti di affermare con forza che le strade dell’obiezione di coscienza, della Difesa Popolare Nonviolenta, della non collaborazione con la violenza sono strade da praticare, da conoscere e da approfondire, oltre che l’unica soluzione di fondo alla follia che stiamo vivendo.
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I 12 punti cinesi per il cessate il fuoco e l’avvio delle ti
I 12 punti: https://www.aladinpensiero.it/?p=141050
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Oggi domenica 26 febbraio 2023
Eventi,Opinioni,Commenti e Riflessioni—-——————–——————————-
Carbonia. Spartizione degli aiuti Marshall a beneficio dei grossi gruppi industriali. Velio Spano contro il monopolio SES nell’isola, Emilio Lussu e Cavallera contro Montecatini. Nella penisola il Consorzio Carboni Italiani.
26 Febbraio 2023
Gianna Lai su Democraziaoggi
Come ogni domenica, dal 1° settembre 2019, un nuovo post sulla storia di Carbonia.
Perché i giochi si determinano a livello nazionale e internazioanle, ben lo capiscono i dirigenti sindacali e di partito. Così nel rimando ai gruppi che controllano la SES, in questo passo tratto dal Candeloro, fin dalla spartizione degli “aiuti Marshall che […]
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Pace
Oggi corteo a Cagliari per la ☮️
25 Febbraio 2023
Dopo la manifestazione di ieri indetta dalla CGIL, con l’ANPI, nel contesto della tre giorni di mobilitazione per la pace, promossa da Europe for peace, ecco oggi il corteo di “Prepariamo la pace”, che parte alle 9,30 da Piazza Garibaldi e si conclude in Piazza Yenne.
Di fronte ai pericoli di estensione della guerra e per […]
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C3dem rassegna stampa
Una servitù volontaria del lavoro?
25 Febbraio 2023 su C3dem
di Sandro Antoniazzi
Il lavoro, in quanto problema politico e sociale, ha conosciuto nell’epoca recente una caduta verticale. Il motivo è evidente e non ha bisogno di spiegazioni: è tramontata la classe operaia, cioè il soggetto storico attorno a cui il lavoro aveva assunto uno straordinario valore politico per oltre un secolo.
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Un anno di guerra in Ucraina. Tregua e negoziato nel 2023?
25 Febbraio 2023 su C3dem
di Nino Sergi
Non si vedono ancora le condizioni per un cessate il fuoco in Ucraina che porti ad una tregua e all’avvio di un negoziato. Forse la guerra sarà più lunga di quanto si possa supporre. Potrebbe trasformarsi in una sanguinosa guerra di logoramento o perfino in un conflitto mondiale. Ma non per questo deve venir meno la convinzione che la pace va costruita ora, giorno dopo giorno.
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Pregare per la pace, non per la vittoria.
25 Febbraio 2023 su C3dem
di Enrico Peyretti
Dio concede la pace, non la vittoria.
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Interrogarsi di fronte agli abusi
24 Febbraio 2023 su C3dem
Fare i conti di fronte agli abusi: Selene Zorzi, Caso Rupnik, la linea sottile (Rocca)
Federica Tourn, I gesuiti fanno i conti con il caso Rupnik, ma non fino in fondo (Domani)
Iacopo Scaramuzzi, Da padre Rupnik anni di violenze Quindici testimoni nel nuovo dossier (la Repubblica).
Sara Gandolfi, Le fosse comuni e quei bambini che il Canada tolse ai nativi (Corriere della Sera)
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Oggi sabato 25 febbraio 2023
Eventi,Opinioni,Commenti e Riflessioni—-——————–————————
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Chiesa in cammino
24 Febbraio 2023 su C3dem
Chiesa: papa Francesco, «Il Vangelo non è un’ideologia ma annuncio che tocca i cuori»(Avvenire)
Marco Gasperetti, «Le suore di Pienza sono troppo social: via la superiora» E il convento si ribella (Corriere della Sera). Matteo Zuppi, Don Milani cercava solo l’amore (Avvenire)
Cristina Arcidiacono, Educazione sessuale e affettiva: esiste un ruolo per le nostre chiese? (Riforma).
Leggi tutto →
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Scuola, Costituzione, antifascismo. La distruzione del ministro Valditara
25 Febbraio 2023 su Democraziaoggi
Andrea Liparoto
Ha taciuto sull’aggressione al liceo Michelangiolo di Firenze per poi attaccare la preside di un altro istituto della città, rea di aver sollecitato i suoi studenti a non restare indifferenti alla violenza che portò al fascismo
Antifascismo Costituzione Istituzioni Scuola […]
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