Monthly Archives: novembre 2022
Oggi martedì 8 novembre 2022
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Il governo sui migranti è fuori dalla Costituzione
8 Novembre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
La vicenda dei migranti è vergognosa. Si è giunti addirittura a dividerli in gruppi. C’è chi può sbarcare (i fragili) e chi no. Come se questi poveracci non fossero tutti fragili. Si fa un gran parlare di diritto del mare, di nazionalità delle navi a seconda della bandiera, ma si dimentica la Costituzione. L’art. […]
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Perché ascoltare i giovani
Sono sempre più sotto osservazione da parte della società e si rinchiudono nella solitudine dei social network. I Maneskin sono il loro vero urlo
La Repubblica – 07 Novembre 2022
di Enzo Bianchi
(Segue)
No all’autonomia differenziata
No all’autonomia differenziata. Iniziative nazionale e locale.
Conferenza stampa il 9 novembre 2022, ore 11.30
No all’autonomia differenziata
Conferenza stampa
Mercoledì 9 novembre ore 11.30
Roma, Hotel Nazionale, Piazza Monte Citorio.
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Martedì 8 novembre ore 9.30
Autonomia differenziata: un’ulteriore mazzata sulla sanità pubblica. Quale mobilitazione per contrastarla.
A cura dello Spi-Cgil
Relatore Alfio Desogus – Coordina Carlo Boi
Sala riunioni Camera del Lavoro – Viale Monastir Cagliari.
[seguono approfondimenti]
Auguri Gigi Riva grande sardo!
GIGI RIVA
Oggi è il compleanno di Gigi Riva. E sono 78!
Infatti è nato a Leggiuno, provincia di Varese, il 7 novembre 1944.
Arrivato a Cagliari quando aveva 18 anni, ormai è uno di noi.
Lombardo, ha voluto e saputo farsi sardo, un’impresa che a molti sardi non riesce. Auguri Giggirriva.
Oggi lunedì 7 novembre 2022
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Il 5 novembre in piazza, per la pace. Una risposta a Flores D’Arcais
7 Novembre 2022 su Democraziaoggi
Mauro Sentimenti ( LEFT Novembre 2022)
Chi lo ha detto che l’Ucraina, la sua popolazione e i suoi confini si possono difendere solo con la guerra e non all’opposto tramite la mediazione internazionale che come primo obiettivo deve proporsi di garantire la sua integrità territoriale?
Due modi di intendere la pace e la guerra: a proposito […]
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Newsletter n. 99 del 6 novembre 2022
TRAVISATI
Cari Amici, [segue]
Pace. «Una foresta di persone contro la logica delle armi»
«Una foresta di persone contro la logica delle armi»
intervista a Giovanni Ricchiuti a cura di Luca Kocci
in “il manifesto” del 5 novembre 2022
Nel popolo che oggi scende in piazza contro la guerra ci sono anche molti cattolici. Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, giovedì scorso su Avvenire ha scritto una lettera aperta «a chi manifesta per la pace» per dire «liberi insieme dalla guerra». Pochi giorni prima i presidenti di 47 associazioni e movimenti cattolici hanno firmato un documento con cui chiedono non armi ma dialogo e diplomazia. Fra loro anche Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura e presidente di Pax Christi.
Monsignore cosa risponde a chi dice che oggi c’è la solita manifestazione delle “anime belle” prive di realismo politico o dei filo-Putin?
Io continuo a preferire un’anima bella, anzi tante anime belle, a quanti invece sono senza anima, cioè sono talmente rassegnati e pessimisti che non vedono soluzioni se non quelle armate. E poi non sono anime, ma corpi e voci che in tante occasioni non si sono limitate a scendere in piazza, ma sono andati sui luoghi delle sofferenze e delle guerre, per esempio in Ucraina con le carovane per la pace. Inoltre nessuno di noi ha mai messo in dubbio che l’aggressore è la Russia, l’aggredito è l’Ucraina.
Il movimento per la pace si sta rianimando?
Penso e spero di sì. Molti, come al solito, ironizzano sui pacifisti. A me viene sempre in mente quel proverbio: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Oggi in piazza ci saranno decine di migliaia di persone, questo significa che la foresta è silenziosamente cresciuta, in mezzo al rumore delle bombe di una guerra che da otto mesi sta insanguinando l’Europa. In questi anni le strade si sono un po’ svuotate, ma i pacifisti, anzi gli operatori di pace, hanno continuato a portare avanti tante iniziative, quindi forse il bilancio non è così negativo o fallimentare come qualcuno vuole far credere.
Il documento delle associazioni cattoliche chiede «un impegno più determinato nella ricerca della pace» perché «affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica». In questi mesi però ci si è affidati alle armi, non alla diplomazia. Perché? Per almeno due motivi. Il primo è l’assenza di una cultura di pace in chi ha la responsabilità di orientare e guidare la politica. «Parlano di pace, ma hanno nel cuore hanno la guerra», dice un salmo. Noi abbiamo sentito pronunciare tante volte la parola pace, poi nelle azioni politiche abbiamo visto prevalere la logica delle armi. In questi otto mesi non ci sono stati seri tentativi di dialogo e di negoziato o proposte di interposizione non armata, l’unica risposta è stata quella di fornire armi all’Ucraina per la propria difesa.
E il secondo?
Interessi politici ed economici, spesso ben mascherati. Nel 2021 l’Italia ha esportato armi per oltre quattro miliardi e mezzo di euro. E poi l’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil: ne vogliamo parlare? È un muro di interessi davvero difficile da abbattere.
Il nuovo governo italiano ha confermato la linea di fedeltà assoluta alla Nato, e quindi l’invio di armi. Non sembra emergere l’intenzione di farsi promotori di una seria iniziativa diplomatica per la pace…
Per niente! Del resto non c’era da sperare qualcosa di diverso rispetto al passato più recente. E purtroppo credo che a livello politico le cose non cambieranno nemmeno per il futuro.
Le associazioni cattoliche hanno rinnovato la richiesta al governo di ratificare il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, per affermare «che non vogliamo armi nel nostro territorio». Anche qui però non si vede una svolta. Anzi pare che gli Usa stiano potenziando gli arsenali atomici di Ghedi e Aviano.
Abbiamo voluto ricordare al governo che l’Onu, con un trattato entrato in vigore nel gennaio 2021, ha dichiarato illegali le armi nucleari. Oltre cinquanta Stati lo hanno ratificato. L’Italia no, perché siamo membri della Nato. Ci si difende ancora dietro il principio della deterrenza. Addirittura alcuni teologi hanno rispolverato la dottrina della guerra giusta. Poi per fortuna papa Francesco ha detto che il possesso delle armi nucleari non è solo illegale, ma anche immorale.
Con la guerra aumentano le disuguaglianze sociali, a pagare sono sempre gli ultimi, come diceva Brecht. Subito dopo le elezioni del 25 settembre, la Cei aveva dichiarato che avrebbe vigilato sui diritti dei più deboli. Il nuovo governo va in questa direzione?
I primi segnali destano molta preoccupazione. Continueremo a denunciare le ingiustizie e le ineguaglianze sociali. A dire che di fronte a cinque milioni e mezzo di poveri assoluti, secondo l’ultimo rapporto Caritas, occorrono misure di redistribuzione del reddito, di riduzione delle spese militari e aumento delle spese sociali. Ma temo che non ascolteranno.
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Newsletter n.282 del 6 novembre 2022
TRAVISATI
Cari Amici,
sabato ci sono state le manifestazioni. Ci sono andati in centomila. A Roma e in Bahrein, per la pace, a Milano per la guerra. Il cardinale Zuppi per la pace: “Caino vide nel fratello Abele solo un nemico”, Francesco: “Amare tutti, amare i nemici”; Letta e Micromega per la guerra: “Solidarietà con l’Ucraina, Putin go home”, “Si alle armi, coerenti alle nostre posizioni dal 24 febbraio”. Interdette le bandiere di partito, cioè interdetto il discernimento delle ragioni, se ci sono, delle due parti.
Sabato c’è stato anche il blocco delle navi delle ONG, il divieto di sbarco, fuori dai porti negati.
C’è dunque una divergenza tra chi decide che la gente deve morire e chi pensa di salvarla, di preservarne la vita. Nel vocabolario la prima posizione si chiama assassinio, la seconda soccorso. Scongiurare la guerra significa buongoverno, sacrificare tutto alla vittoria significa terrore.
Se è un assassinio lasciare uomini, donne, bambini (quelli accompagnati , vispi e senza dissenteria) in mezzo al mare perché vadano alla deriva e muoiano non subito ma in differita, gli assassini sono travisati , perché si mascherano con la buona azione di “farsi carico delle emergenze sanitarie, di minori, donne incinte, donne con bambini piccoli, gente con la febbre”, e che gli altri si perdano.
Se è un assassinio mandare armi e sempre più armi perché i Russi siano scannati non meno degli Ucraini, gli assassini sono travisati perché si mischiano con il popolo della pace e con le sue bandiere.
Se la guerra, quella che una volta era dichiarata in buona e debita forma, è ordinata all’annientamento del nemico che va “debellato”, allora c’è una guerra che non mira all’annientamento dell’Ucraina ma è stata motivata dalla sua negata neutralità, e c’è una guerra che mira all’annientamento della Russia, a metterla “in condizioni di non poter mai più combattere” e a ridurla “con sanzioni mai viste prima” allo stato di paria.
Se la guerra è essa stessa un crimine, non essere equidistanti significa cercare i criminali di guerra sia ad Est che ad Ovest, compresa la NATO.
Se la difesa dei confini della Patria consiste nello sbarrare porti e coste contro Saraceni che non ci sono e naufraghi senz’armi, questa è una ragione di irreparabile rottura tra un Paese che ieri nella Resistenza ha lottato per un mondo accogliente per tutti e un governo dell’altro ieri che si mette in stato d’assedio sul mare, anche se la sua Presidente non ha simpatia per il regime dei Tribunali speciali per la difesa dello Stato che pregava Dio di “stramaledire gli Inglesi”.
Con i più cordiali saluti,
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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Documento. Il mondo cattolico è pronto alla sfida: «Insieme a Francesco, per la pace»
I 54 firmatari sabato 29 ottobre 2022
A pochi giorni dalla grande manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma e uniti a Papa Francesco, offriamo questo contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace.
Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi.
Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate… fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi.
Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come «una follia, un’inutile strage». E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: «Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno»?
Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali.
Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è «una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa»: «Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni» (Angelus di domenica 3 ottobre 2022).
Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace.
Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione.
Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. L’abbiamo già chiesto ad alta voce in 44 presidenti nazionali di realtà del mondo cattolico e come movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, con la sottoscrizione, nella primavera del 2021, del documento “L’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, e poi con un secondo documento del gennaio 2022. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile.
Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, a indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace. Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra.
Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava «l’utopia della pace ». Prima che sia troppo tardi.
«La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali» (papa Francesco, 24 marzo 2022).
Ecco tutti i firmatari dell’appello
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Che succede?
RASSEGNA 6.11.2022. SULLA PACE, SUL PD, SUI MIGRANTI
6 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
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Domenica 6 novembre 2022
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Carbonia. Nei 72 giorni c’è un importante movimento delle donne. Il contesto delle organizzazioni unitarie di massa, le dirigenti del Psd’az e del Psi. Ancora da sottolineare, tuttavia, la marginalità dell’impegno femminile nella ricostruzione, sopratutto in Sardegna
6 Novembre 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Anche oggi, come ogni domenica, il post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Fin dal 1945 si preparano le sezioni femminili del Psd’az, già annunciate da Margherita Bellieni, la più impegnata tra le donne sardiste, ne Il Solco del 24 giugno di quell’anno. Perché costituiamo le sezioni femminili, il titolo del suo intervento […]
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Per la pace bel sit-in anche a Cagliari
5 Novembre 2022
Red su Democraziaoggi
Bel sit-in a Cagliari con la partecipazione di qualche centinaio di persone in piazza Garibaldi. Sono intervenuti rappresentati delle tante associazioni promotrici e aderenti. L’elemento unificante è che tutti hanno messo al centro dei loro interventi la persona e i popoli. Non i governanti e gli interessi imperialistici, che conducono alla guerra, ma i ceti […]
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Europe for Peace, a Roma il “No alla guerra” di un fiume umano
Pressenza 05.11.22 – Redazione Roma
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Che succede?
RASSEGNA STAMPA 5.11.2022. SUL PACIFISMO E OLTRE
5 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
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Oggi sabato 5 novembre 2022. E’ tempo per la Pace
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——————–——Opinioni, Commenti e Riflessioni———————————-
LETTERA A CHI MANIFESTA PER LA PACE (MATTEO ZUPPI)
3 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, ha scritto una lettera a coloro che parteciperanno, il prossimo 5 novembre, alle manifestazioni per la pace.
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Oggi sabato 5 novembre, tutti in piazza per la pace
5 Novembre 2022
Oggi tutti in piazza per la pace
A Cagliari sit-in in Piazza Garibaldi alle ore 17
A Roma la manifestazione di Europe for peace. E’ importante esserci tutti, è questo il tempo di gridare ad alta voce per la pace se vogliamo invertire il corso degli eventi che ci sta portando sull’orlo della catastrofe nucleare.
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L’ANPI ci dà una ragionevole indicazione per la pace e per lo sviluppo democratico del Paese
5 Novembre 2022
Pubblichiamo, perché enunclea una posizione importante per tutto il movimento democratico e pacifista del nostro Paese, la
Relazione di Gianfranco Pagliarulo al Comitato nazionale ANPI del 29 ottobre 2022
Viviamo un tempo di cose straordinarie. Per questo svolgiamo oggi il terzo Comitato Nazionale nel giro di poco più di 40 giorni. Il 17 settembre abbiamo discusso […]
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Si vis pacem para pacem
di Tonino Perna
in “il manifesto” del 4 novembre 2022
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Costituente Terra news
Newsletter n. 98 del 2 novembre 2022
NIENTE NEGOZIATO
Cari amici,
Segnaliamo nel sito un articolo di Domenico Gallo sulla Crimea opposta da Zelensky come impedimento al negoziato con la Russia.
Cordiali saluti,
www.costituenteterra.it
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Rassegna stampa 2, 3, 4 novembre 2022.
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Sardegna chiama Sardegna: il 6 novembre la grande assemblea pubblica
Si terrà domenica 6 novembre a Sant’Anna (OR), a partire dalle ore 10, presso il Centro polivalente Padre G.Vaira, una grande assemblea politica promossa con un appello firmato da quasi 80 under 40 provenienti da tutta la Sardegna e pubblicato sul sito www.sardegnachiamasardegna.eu. Attese quasi 300 persone, registratesi in soli 10 giorni grazie al passaparola e al tam-tam sui social network.
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Venerdì 4 novembre 2022
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LETTERA A CHI MANIFESTA PER LA PACE (MATTEO ZUPPI)
3 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, ha scritto una lettera a coloro che parteciperanno, il prossimo 5 novembre, alle manifestazioni per la pace.
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Spesso si ricorre alla legge per problemi che sono solo amministrativi
4 Novembre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Si dice che c’è un eccesso di legislazione. Troppe leggi difficili da intepretare, aumento del contenzioso, crisi anche della giustizia. Versiamo in questa situazione anche nei caso dei rave? Probabilmente sì. Fermo restando che la libertà di riunione è disciplinata dall’art. 17 Cost. e che il legislatore ordinario non può […]
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Liberiamoci dalla guerra: Tre Sit-in per la pace il 5 novembre in Sardegna
Liberiamoci dalla guerra: Tre Sit-in per la pace il 5 novembre in Sardegna
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