Monthly Archives: ottobre 2022

Oggi sabato 15 ottobre 2022

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disperazione AladinChe bella Italia! Fascisti e omofobi ai vertici del Parlamento e del paese. La Costituzione è in pericolo
15 Ottobre 2022
A.P. su Democraziaoggi.
Tutto poteva immaginarsi, ma che ai vertici del parlamento e del paese si piazzasse la più becera rappresentanza di nostalgici fascisti, omofobi e passatisti proprio non era pensabile. Eppure la furbizia dei Letta e del PD sono riusciti anche in questa davvero difficile impresa. Poi ci sono i Renzi sempre pronti a incursioni e a […]
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Costruttori di Pace o di Cimiteri?

Il Parlamento Europeo ha votato un programma di guerra totale alla Russia nella convinzione che la “vittoria” sia l’unico obiettivo perseguibile. In pratica hanno deciso di aprire tanti nuovi cimiteri di guerra.
di Domenico Gallo​
14.10.2022
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Il leghista Lorenzo Fontana eletto presidente della Camera dei deputati

disperazione AladinGoverno, le ultime news. Il leghista Lorenzo Fontana eletto presidente della Camera ma mancano 15 voti del centrodestra. Nel suo discorso elogia il Papa e ringrazia Bossi
di Tommaso Ciriaco, Valeria Forgnone, Emanuele Lauria, Serenella Mattera, Matteo Pucciarelli, Conchita Sannino, Giovanna Vitale su Repubblica.

Oggi venerdì 14 ottobre 2022

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a0674275-9aed-4e04-a817-25e386ec3acdEmilio Lussu nella storia del ‘900
14 Ottobre 2022
Giuseppe Caboni su Democraziaoggi.
Continuiamo la presentazione del bel libro di Bistarelli sulla vita di Emilio Lussu con questa impegnata riflessione di Giusppe Caboni.
Le generazioni più giovani – digitarians, millennias, Zeta – conoscono bene la storia del ‘900, ed Emilio Lussu come uno dei suoi più importanti protagonisti, in Italia, come maestro di vita? Temo di no.
Agostino Bistarelli, […]
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Costituente Terra news

cost-terra-logoCostituente Terra Newsletter n. 96 dell’11 ottobre 2022

MANIFESTAZIONE PER LA PACE

Cari amici,
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Sinodo

25c9edc2-ec14-45c4-a911-0e99e137d0dcDiocesi di Cagliari
Ufficio stampa
COMUNICATO STAMPA
L’ASSEMBLEA ECCLESIALE DIOCESANA RIUNITA PER IL SINODO
Si è svolto questo pomeriggio, giovedì 13 ottobre presso l’Aula Magna del Seminario arcivescovile di Cagliari, il terzo e ultimo incontro previsto in occasione dell’apertura del nuovo anno pastorale della Diocesi di Cagliari. Il ciclo di appuntamenti, previsti per l’occasione, era stato inaugurato domenica scorsa in Cattedrale, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo e segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor Giuseppe Baturi.
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Sopra una conchiglia fossile

c989aa25-b844-4540-b41f-d434e4165b2cdi Giacomo Zanella

Sul chiuso quaderno
di vati famosi,
dal musco materno
lontana riposi,
riposi marmorea
dell’onde già figlia,
ritorta conchiglia.
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Dal Senato. Ignazio La Russa presidente.

41d9593c-7fc7-42dd-80f5-01f3ed8f6463Il discorso di La Russa in Senato: «Segre? Non c’è una sola sua parola che non abbia meritato il mio applauso»
Sul Corriere della Sera online.

Liliana Segre, senatrice a vita, presiede la seduta inaugurale del Senato della Repubblica.

f5289dcd-019e-4a50-ac27-cad2cd0192fbPer l’apertura della XIX legislatura
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti, colleghe senatrici e colleghi senatori.
Rivolgo il più caloroso saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Assemblea (Applausi). Con rispetto, rivolgo un pensiero a Papa Francesco. (Applausi).
Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al presidente emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri, con la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato. (Applausi). Il presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole: «Desidero esprimere a tutte le senatrici e i senatori di vecchia e nuova nomina i migliori auguri di buon lavoro al servizio esclusivo del nostro Paese e dell’istituzione parlamentare, ai quali ho dedicato larga parte della mia vita». (Applausi).
Anch’io, ovviamente, rivolgo un saluto particolarmente caloroso a tutte le nuove colleghe e a tutti i nuovi colleghi, che immagino sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dall’austera solennità di quest’Aula, così come fu per me quando vi entrai per la prima volta in punta di piedi.
Come da consuetudine, vorrei però anche esprimere alcune brevi considerazioni personali. [segue]

LIBERTA’ PER JULIAN ASSANGE. “Manifestazione in tutto il Pianeta”

1dda99fd-3f2d-497f-8f6f-b095e4f126b1COMUNICATO STAMPA. LIBERTA’ PER JULIAN ASSANGE. “Manifestazione in tutto il Pianeta”
-Cagliari, sabato. 15 Ott. ore 18,00- Scalinata Bastione Saint Remy Piazza Costituzione.
Partecipiamo a un’iniziativa grandiosa che si svolgerà in tutto il Pianeta, dove manifesteranno giornalisti, attivisti, artisti, persone di cultura, per la libertà di Assange. Julian Assange è un Uomo, un Giornalista che ha rivelato i crimini delle guerre in Afghanistan e in Irak commessi dagli Stati Uniti.
Assange rischia di essere estradato negli Stati Uniti e condannato a morte con 175 anni di carcere. Julian Assange è il simbolo di tutti i giornalisti, le giornaliste, le voci libere che non possono e non devono essere messe a tacere.
Sabato 15 Ottobre, interverrà telefonicamente da Londra, la giornalista Sara Chessa.
Sarà presente con sua esibizione dedicata “Libertà per Assange” la cantante Ambra Falconi.
Contributo della Carovano SMI: “Voci in transito”, performance con Raul Boongaling (Filippine), Sambiry Fofana (Mali), Fazlullah Moslim (Afganistan), Oleksandra Sodorova (Ucraina), Enrico Deiana (Italia), concept e regia di Ornella D’Agostino.
Contributo di Theandric – Teatro Nonviolento: “Verità è poesia”, regia di Virginia Siriu. Sono previsti collegamenti telefonici con altre manifestazioni in contemporanea in Italia.
Cagliari 15 Ottobre 2022.
“DonneAmbienteSardegna -
Movimento Nonviolento Sardegna-Sardegna Pulita”
HANNO ADERITO : [segue]

Oggi giovedì 13 ottobre 2022

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e633f3e2-43e4-435a-b0e7-e328f2818748Pare che la follia bellicista si stia attenuando, ma bisogna fare in fretta la trattativa
13 Ottobre 2022
A.P. Su Democraziaoggi
Pare che anche Biden lo stia capendo. Mettersi agli ordini di Zelensky è controproducente. Ha fatto assassinare una giovane a Mosca solo perché figlia di un convinto Putiniano, consigliere dello stesso Putin. Forse meglio stare in galera che in una bara, come il mggior oppositore del regime, che comunque dovrebbe essere liberato subito. O come […]
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Luigi Bettazzi, padre conciliare: «Il Vaticano II che ho vissuto»

57f26a0b-1b2d-49d9-905c-9635ec2e2a2bPadre conciliare. Luigi Bettazzi: «Il Vaticano II che ho vissuto»
Riccardo Maccioni martedì 11 ottobre 2022 su Avvenire.
A 60 anni dall’apertura, parla il vescovo emerito di Ivrea. «Io giovane presule mi trovai immerso nell’episcopato mondiale. Mi resi subito conto della libertà del dibattito»
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Quasi sempre a definire la grandezza di un evento sono le statistiche: quanti partecipanti e da quali Paesi, i giornalisti accreditati, i litri d’acqua che verranno bevuti. Nell’immaginario collettivo, nel cuore della gente semplice, invece, l’11 ottobre 1962, il giorno di apertura del Concilio Vaticano II, è segnato soprattutto dalle parole di Giovanni XXII, dal “discorso della luna”. Quell’invito tenerissimo a portare ai bambini la carezza del Papa, la spinta a dire una parola buona a chi è nella tristezza, sono un’eredità trasmessa dai genitori ai figli e conosciuta anche da tanti ragazzi di oggi. Un messaggio meraviglioso, certo, ma che andrebbe quantomeno collegato all’allocuzione “Gaudet Mater Ecclesiae” in cui, inaugurando l’assise, il Pontefice sottolineava come la Chiesa, nel combattere gli errori, «preferisse usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore». Una svolta, l’annuncio di un cambiamento profondo di cui forse non si resero conto neppure tutti i padri conciliari. Allora, monsignor Luigi Bettazzi, emerito di Ivrea, già presidente di Pax Christi aveva 39 anni. Avrebbe partecipato direttamente al Concilio nella seconda sessione.
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Oggi mercoledì 12 ottobre 2022

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a0674275-9aed-4e04-a817-25e386ec3acdEmilio Lussu, la storia di una vita. Un libro di Bistarelli sul Capitano dei Rossomori
12 Ottobre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
In questa recensione al bel volume di Bistarelli, trasfondiamo alcune considerazioni tratte dal mio volume da poco in libreria “Da Angioy a Lussu – un sentimento che in Sardegna attraversa il tempo: l’autogoverno“, Arkadia ed., 2022.
Bello il libro di Bistarelli, una storia d’Italia attraverso la vita di Emilio Lussu. Sì perché in qualsiasi evento […]
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No al “principio guerra” come vanto e stato del mondo. E questo vale per Zelensky. E dire quattro Si: Si al “Cessiamo il Fuoco”. Si all’unità umana. Sì alla Terra di Tutti. E in questo 11 ottobre che ricorda quello del 1962, in faccia ai popoli oppressi dire Si alla Terra di Tutti e particolarmente alla Terra degli altri. E questo vale per noi.

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Newsletter n.278 dell’11 ottobre 2022

MANIFESTAZIONE PER LA PACE

Cari amici,
Lunedì 10 ottobre l’Occidente si è accorto di avere dichiarato guerra alla Russia, una guerra di cui si dice che non possa avere alcun altra fine che la sua sconfitta, con la vittoria dell’Ucraina, cosa che nessuno aveva mai osato pensare durante tutto il lungo calvario della guerra fredda, neppure il peggior Biden che gli Stati Uniti possono avere avuto, Nixon o Johnson che fosse La sorpresa è che la Russia questa guerra si è messa a combatterla, invece di scappare, come aveva detto mettendola alla gogna Zelensky.
E che cos’altro ci si poteva aspettare nell’escalation perversa innescata dalla guerra portata dalla Russia nel cuore dell’Ucraina? Si credeva davvero che la Russia avrebbe scatenato la nuova Apocalisse con l’arma nucleare tattica? E invece lei ha ripetuto le vecchie Apocalissi ben note, al netto di Hiroshima e Nagasaki, con bombe missili e droni “convenzionali”, quelli che come di norma ammazzano, e perché no?, pure i bambini.
E quanto alla NATO, cui è gloria per noi appartenere, è proprio lei a stare in guerra con la Russia, ne affonda la flotta nel mar Nero, ne distrugge l’oleodotto nel Baltico, gioisce per il sabotaggio del ponte per la Crimea, annuncia l’invio di 3000 soldati al suo confine, pianifica e dirige la controffensiva militare dell’Ucraina. Biden poi ha assicurato alla Russia che con le sue sanzioni, “quali non si sono mai viste prima” l’avrebbe messa nella condizione in cui sono i fuori casta, gli “intoccabili” indiani, che appunto non devono essere toccati perché contaminanti, meno che uomini. E ai suoi officianti europei manda dollari e armi obsolete.
Quanto all’Europa, essa è vociante e introversa, indossa i colori dell’Ucraina come i ragazzi le magliette dei calciatori, ma tifa per il suo olocausto, tutta atlantismo e niente visione. E il suo Parlamento ben più che votare i crediti di guerra come fecero i socialisti nel 1914, proclama e incoraggia il conflitto, e chiama alle armi per la guerra totale alla Russia. Né mai nomina “negoziati” o “trattative”, che Zelensky ha proibito per legge, non lasciando aperta altra strada, che non sia la guerra, questa sì nucleare.
L’Italia poi manda le armi su liste segrete, bacia la destra ma pensa alle bollette.
E nessuno pensa che tra i popoli da difendere ci sono pure quelli del Donbass, che hanno diritto anche loro all’autodeterminazione, e per i quali tutto è cominciato già otto anni fa.
In tutto questo la posizione più decente sarebbe il silenzio, è impossibile dire qualcosa che non produca la veemente ripulsa di qualcuno. Basta leggere i giornali, accendere, finché c’è la luce, la TV. La guerra e i dibattiti sulla guerra sono i soli spettacoli che agli editori non costano niente; c’è un profitto anche per loro.
Tuttavia in questa situazione nessuno può mettersi fuori. Ciò che comunque e sempre è da fare, è testimoniare per la pace: e infatti finalmente si sta pensando a una o più grandi manifestazioni per la pace il che vuol dire condannare e lottare per sopprimere la guerra che già noi avevamo ripudiato. Conte ne promuove una senza bandiere di partito, e questa è purtroppo una richiesta fondata perché non possono scagliare la prima pietra i partiti che con la ripudiata erano tornati a far causa comune e a fornicare. Però non si può scendere in piazza senza aver chiaro per che cosa si manifesta, che cosa veramente si vuole, qual è il grido per striscioni e manifesti. Perché, come la destra rinfaccia giustamente a molti, tutti dicono di volere la pace, tutti si ammantano della livrea della pace, ma la pace non la fanno. E c’è chi dice no all’aggressione, ma sì alle armi, sì alle sanzioni,, sì alla vittoria contro i russi invasori , e chi esige che il metro di ogni misura sia il voler stare dove già stiamo, la fedeltà alle alleanze, il professarsi, magari anche senza esserlo, europeisti e atlantisti. E dunque che pace sarebbe? E si manifesterebbe per cosa? Bisogna allora ricordare che la pace non è la vittoria, come non può essere la sconfitta. E bisogna dire almeno quattro No: No all’invasione e alle annessioni. E questo vale per Putin. No all’invio di armi per attizzare il fuoco. E questo vale per la NATO, per Draghi e per Guerini. No alle sanzioni. E questo vale per Biden e mezzo mondo che vuole buttare fuori della storia l’altro mezzo mondo. No al “principio guerra” come vanto e stato del mondo. E questo vale per Zelensky. E dire quattro Si: Si al “Cessiamo il Fuoco”. Si all’unità umana. Sì alla Terra di Tutti. E in questo 11 ottobre che ricorda quello del 1962, in faccia ai popoli oppressi dire Si alla Terra di Tutti e particolarmente alla Terra degli altri. E questo vale per noi.
Nel sito pubblichiamo un articolo di Domenico Gallo su una scandalosa risoluzione del Parlamento europeo.
Un cordiale saluto,

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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Una risoluzione scandalosa
L’EUROPA VA ALLA GUERRA
11 OTTOBRE 2022 / EDMINXTRATOR / DICE LA STORIA /
di Domenico Gallo
Il Parlamento europeo ha votato un programma di guerra totale alla Russia nella convinzione che la “vittoria” sia l’unico obiettivo perseguibile, costi quel che costi. Un voto quasi unanime. L’eccezione dei Cinque Stelle

Domenico Gallo

“Invita gli Stati membri e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina a rafforzare massicciamente la loro assistenza militare, in particolare negli ambiti in cui è richiesta dal governo ucraino, al fine di consentire all’Ucraina di riacquisire il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale e di difendersi efficacemente da qualsiasi ulteriore aggressione da parte della Russia; chiede che sia presa in considerazione la possibilità di istituire uno strumento di assistenza militare a lungo termine del tipo “lend-lease” (affitto e prestito) per l’Ucraina; invita in particolare gli Stati membri esitanti a fornire la loro giusta parte di assistenza militare necessaria per contribuire a una conclusione più rapida della guerra”.

Non è il Summit di Madrid della NATO che ha partorito questo invito; incredibile a dirsi, si tratta di un documento ufficiale del Parlamento europeo, la Risoluzione del 6 ottobre 2022 sull’escalation della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Con questa Risoluzione il Parlamento Europeo, non si è limitato a confermare la scontata condanna della Russia per l’aggressione condotta contro l’Ucraina e a constatare l’illegalità dell’annessione dei territori occupati a seguito di referendum farlocchi, ma ha praticamente dichiarato guerra alla Russia impegnando tutti i paesi UE a diventare attivamente cobelligeranti, sia incrementando il flusso di armi e finanziamenti a favore del Governo Ucraino, con l’indicazione persino del tipo di sistemi d’arma fornire (carri armati Leopard), sia attivando immediatamente l’addestramento dei soldati ucraini all’uso dei sofisticati armamenti occidentali. Quel che è peggio la risoluzione istiga l’Ucraina a portare la guerra sino alle sue estreme conseguenze: “al fine di consentire all’Ucraina di riacquisire il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale”. Insomma per il Parlamento Europeo, la guerra non si deve limitare a respingere l’aggressione russa, ma deve consentire all’Ucraina di riprendere quei territori (come la Crimea e le autoproclamate repubbliche del Donbass) sui quali non esercita più la sua sovranità dal 2014. Orbene i territori delle autoproclamate repubbliche di Donetsk, Lugansk si sono distaccati dalla Crimea nel 2014 in virtù di una sanguinosa guerra civile che ha causato, secondo varie fonti, oltre 14.000 morti. Il loro status è stato oggetto di negoziati e, con l’accordo di Minsk II, fu stabilito che dovessero tornare sotto la sovranità Ucraina, previo riconoscimento di un loro status speciale di autonomia (tipo l’Alto Adige in Italia). Kiev non ha mai dato seguito a questi accordi per cui questi territori non sono stati più sottoposti alla sovranità dell’Ucraina. Diverso è il discorso per la Crimea, regione che solo amministrativamente fu unificata all’Ucraina nel 1954. Nel 2014 il Parlamento della Crimea votò la secessione da Kiev e l’annessione alla Federazione russa. La decisione fu confermata da un referendum popolare e la Crimea fu annessa alla Russia con lo status di Repubblica autonoma.

Dal 2014 l’Ucraina è una Repubblica autonoma inserita nella Federazione russa. La NATO e la UE non hanno riconosciuto la separazione della Crimea dall’Ucraina, ritenendola contraria al principio dell’inviolabilità delle frontiere, così come la Russia non ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, che la NATO ha violentemente distaccato dalla Serbia, a seguito di una guerra aerea durata 78 giorni. Tuttavia per la Crimea, come per il Kosovo, si è ormai consolidato uno stato di fatto per cui questi territori sono diventate entità indipendenti, non più soggette alla originaria sovranità. Una eventuale azione militare per rovesciare questo stato di fatto costituirebbe una palese violazione del divieto dell’uso della forza di cui all’art. 2, comma 4 della Carta dell’ONU. La pretesa dell’Ucraina di distaccare manu militari la Repubblica autonoma di Crimea dalla Federazione russa costituirebbe un’aggressione, al pari di quella perpetrata dalla Russia contro l’Ucraina il 24 febbraio. Eppure incredibilmente il Parlamento Europeo ha legittimato l’ambizione del Governo ucraino di proseguire la guerra fino al punto di recuperare il pieno controllo della Crimea e di tutto il Donbass.

Non a caso il documento parla di escalation della guerra, perché è proprio l’escalation della guerra l’obiettivo a cui punta la Risoluzione, assegnando i compiti agli Stati membri perché forniscano all’Ucraina l’assistenza militare necessaria per sconfiggere e umiliare il nemico.

Se si considera che il territorio della Crimea ha per la Russia una valenza strategica insuperabile perché è la sede della sua flotta principale, è evidente che sostenere la pretesa del Governo ucraino di “riacquisire il pieno controllo su questo territorio incide su interessi vitali della Federazione, che non potrebbe mai accettare di essere estromessa dall’Ucraina. Così come gli abitanti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, non potrebbero mai accettare di ritornare sotto il controllo dell’Ucraina, dopo essersi ribellati a prezzo di una durissima guerra civile. Legittimare queste pretese significa boicottare la volontà di trovare una soluzione pacifica al conflitto.

Del resto l’intenzione dell’Ucraina di alzare il livello dello scontro proprio sulla Crimea è testimoniata dall’attacco che ha parzialmente distrutto il ponte che collega la penisola di Crimea alla Russia attraversando il Mar d’Azov.

Se si progetta di mettere la Russia con le spalle al muro e di privarla di territori che hanno un alto valore strategico e da molti anni sono stati inclusi nella Federazione, è evidente che si sta spingendo per un’escalation della violenza militare.

Il Parlamento europeo ne è perfettamente consapevole prendendo atto:

“che il 21 settembre 2022 Vladimir Putin ha annunciato la prima mobilitazione della Russia dalla seconda guerra mondiale; che, secondo quanto riportato dai media, la mobilitazione riguarda tra i 300 000 e gli 1,2 milioni di riservisti che saranno chiamati alle armi”;

che, in un discorso televisivo tenuto il 21 settembre 2022, Vladimir Putin ha avvertito che se fosse minacciata l’integrità territoriale della Russia, ossia i territori ucraini illegalmente annessi, utilizzerebbe certamente “tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo”; che l’espressione “tutti i mezzi a nostra disposizione” sottende una minaccia nucleare neppure tanto velata;

Però dalla consapevolezza di questa svolta nella guerra non ne trae alcuna spinta volta a contrastare l’indurimento del conflitto, non a caso nel lunghissimo testo della Risoluzione non compaiono mai le parole “pace”, “cessate il fuoco”, “trattative”, “negoziato”, “conferenza internazionale”. Anzi si arriva al punto di banalizzare il rischio del ricorso alle armi nucleari, minacciando serie ritorsioni in caso del loro uso e dichiarando spavaldamente che la minaccia nucleare non dissuaderà l’UE dal fornire ulteriore assistenza all’Ucraina. Testualmente il Parlamento Europeo:

condanna le recenti minacce russe circa l’utilizzo di armi nucleari, ritenendole irresponsabili e pericolose; invita gli Stati membri e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisa qualora la Russia compia un attacco nucleare contro l’Ucraina; invita la Russia a porre immediatamente fine alle minacce di un’escalation nucleare, date le ripercussioni globali che un’eventuale catastrofe nucleare avrebbe sulla vita umana e l’ambiente per decenni a venire; ricorda che qualsiasi tentativo da parte della Russia di far passare gli attacchi ai territori occupati come un’aggressione contro la Russia e quindi come un pretesto per un’offensiva nucleare è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione europea dal fornire ulteriore assistenza all’Ucraina ai fini della sua autodifesa;

In pratica è stato votato un programma di guerra totale alla Russia, dando per scontato anche la possibilità che si usino armi nucleari, nella convinzione che la “vittoria” sia l’unico obiettivo perseguibile, costi quel che costi. L’appello rivolto dal Papa: In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco, non solo è rimasto inascoltato, ma è stato ripudiato con una scelta politica diametralmente opposta. Evidentemente nessun senso di umanità alberga nel cuore dei parlamentari europei, che hanno approvato la Risoluzione quasi all’unanimità. In particolare per quanto riguarda l’Italia hanno votato a favore tutti i gruppi politici, di destra, di centro e di sinistra (escluso il Movimento 5 Stelle).

Ma noi sappiamo che quando la politica ripudia il senso di umanità che alberga nel cuore di ogni uomo si apre la strada verso l’abisso, la guerra è una sconfitta per l’Umanità. Ricordiamo il manifesto di Bertrand Russel ed Albert Einstein: “Ci appelliamo in quanto esseri umani ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate tutto il resto”.

Questo è il momento di dire basta e di alzare alta la voce per la pace.

Domenico Gallo
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OSSERVATORIO GLOBALIZZAZIONE
La dottrina Bergoglio per la pace

6 OTTOBRE 2022 BY ANDREA MURATORE
Papa Francesco sul conflitto russo-ucraino ha varato la “dottrina Bergoglio”, una via cattolica alla diplomazia, una “geopolitica della misericordia” proiettata alla Pace che unisce al portato della visione cattolica delle relazioni internazionali (vocazione universalistica, impegno per la compensazione delle rivalità, apertura trasversale al dialogo) un sostanziale realismo fondato su pochi e chiari capisaldi.
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Oggi martedì 11 ottobre 2022 aladinpensiero online

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La guerra è un errore e un orrore: cessate il fuoco subito!
11 Ottobre 2022 su Democraziaoggi

Cessate il fuoco
Con l’annessione delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, la Russia ha scavato una trincea “politica” lungo le linee dei territori occupati, facendo sapere al nemico che da quelle linee non si muoverà, costi quel che costi.
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La Repubblica – 10 Ottobre 2022
La strada della Pace.
di Enzo Bianchi
[segue]

Oggi lunedì 10 ottobre 2022

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——————–——Opinioni, Commenti e Riflessioni————————————————————
Cessate il fuoco
10 Ottobre 2022 su Democraziaoggi

Si intensificano la prese di posizione e le iniziative per la pace e la soluzione diplomatica ad una guerra sempre più pericolosa e senza sbocco. Ecco l’appello del Coordinamento per la democrazia costituzionale.

Cessate il fuoco
Con la formale annessione alla Federazione Russa delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson si è verificato un fatto nuovo […]
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