Monthly Archives: ottobre 2022

Oggi venerdì 21 ottobre 2022

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——————–——Opinioni, Commenti e Riflessioni———————————————————–———-Oggi all’Universita’——-
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Che bizzarria! B., per una volta che dice la verità, vien preso per matto!
21 Ottobre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Per una volta che dice la verità, Berlusconi viene preso per matto. E si fanno strani commenti sulle gole profonde, che hanno svelato le sue dichiarazioni. Invece, la vicenda ha tutta l’aria di essere vera anche nell’esternazione. l’ex Cavaliere ha detto ciò che pensa e ha voluto che si sapesse proprio mentre la formazione […]
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Salviamo l’Universita’ dal crollo

Crollo all’Università di Cagliari, quattro indagati: ecco i nomi. Consegnati gli avvisi a comparire per dare l’incarico a un perito: previsto un sopralluogo di esperti nell’area del disastro a Sa Duchessa. Su L’Unione Sarda online..
L’Universita’ è “gli studenti, i professori, il personale tecnico/ammuinistrativo”. Sono molto affezionato all’istituzione universitaria e particolarmente alla mia Università e vorrei per essa rispetto, considerazione e investimenti adeguati. Per questo ci uniamo agli studenti e a quanti chiedono massima chiarezza su quanto accaduto con l’individuazione delle responsabilità.
Questa è la prima condizione perché queste situazioni non si ripetano e perché si metta subito mano a un piano di messa in sicurezza delle strutture universitarie con adeguati finanziamenti. In questa direzione le richieste avanzate da Francesca Ghirra nella sua tempestiva interrogazione parlamentare (fm).
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Oggi giovedì 20 ottobre 2022

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Lettera aperta dei “sardi nel mondo” al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
20 Ottobre 2022
Pietro Casula – Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo. Su Democraziaoggi.
Egregio Presidente Solinas,
Viviamo un grave disagio ormai persistente e chiaramente riconducibile a questa fase di sconvolgimenti ambientali, socioeconomici e demografici che stiamo attraversando e che la politica deve non solo capire ma affrontare al meglio cogliendo tutte le possibilità di cambiamento che il momento […]

News

logo76Newsletter n.279 del 19 ottobre 2022

LETTURE

Carissimi,
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Venerdì all’Universita’ per promuovere la partecipazione dei cittadini alla socialità. Sarà presentato il progetto NeighbourHub.

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L’invito dell’Universita’

Care amiche,
Cari amici,
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Gent.me e Gent.mi,

Vi rinnoviamo l’invito a partecipare al convegno di presentazione finale del progetto NeighbourHUB che si terrà venerdì 21 ottobre 2022 dalle ore 16.00 presso l’Aula Magna “Mario Carta” della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari, in via Marengo 2 a Cagliari.

In calce troverete maggiori informazioni sull’evento e, in allegato, la locandina del convegno e il pieghevole che sintetizza le caratteristiche principali del progetto che presenteremo.
Abbiamo previsto in coda interventi delle amministrazioni e delle associazioni partner, per questioni organizzative vi chiediamo di confermare in anticipo la vostra partecipazione ed eventualmente l’interesse ad intervenire alla discussione.

Fiduciosi in un Vostro positivo riscontro.
Le porgiamo un cordiale saluto,
Valeria Saiu, Ivan Blečić ed Emanuel Muroni/ DICAAR, Università di Cagliari

Progetto NeighbourHub
Attività in cerca di spazi – spazi in cerca di attività

La grande forza delle città sono le sue “energie sociali”, i molti soggetti che promuovono attività culturali e socio-assistenziali, animano gli spazi, favoriscono l’accesso dei cittadini alla cultura, allo sport, ai servizi ricreativi, socio-sanitari e assistenziali. Spesso, queste attività non sono sufficientemente coordinate e messe a valore, pur rappresentando una grande possibile leva di vitalità e sviluppo urbano. Molte di queste attività, inoltre, vengono promosse da associazioni a scopo volontaristico che non dispongono di adeguate strutture, che dunque sono “in cerca di spazi”.
Allo stesso tempo nelle città esiste un vasto patrimonio di edifici e spazi pubblici inutilizzati o sottoutilizzati, spazi che è difficile ed oneroso manutenere, gestire, e trovare per loro usi e funzioni.
Questa condizione – che vede da un lato “attività in cerca di spazi” e dall’altro “spazi in cerca di attività”, che non riescono ad incontrarsi – rappresenta una formidabile opportunità per la (ri)generazione e la (ri)vitalizzazione della città, per la riqualificazione dello spazio pubblico attraverso interventi e modelli innovativi capaci di ridare centralità e garantire un presidio costante dei luoghi e degli spazi urbani, rafforzandone la cura e l’uso.
Il progetto NeighbourHub (NHub) – finanziato dalla Fondazione di Sardegna nell’ambito del bando “Sviluppo locale” per le annualità 2020 e 2021 – è un progetto di ricerca-azione che nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) dell’Università di Cagliari e numerose associazioni socio-culturali che operano nella città.
Il progetto si è posto l’obiettivo di affrontare un’esigenza concreta e urgente che ancora oggi appare irrisolta: conciliare la necessità di una più efficace cura dei Beni Comuni Urbani con la richiesta di spazi per attività sociali e culturali da parte delle diverse forme organizzate della comunità.
Per rispondere a questa domanda, NHub propone un innovativo modello di cura e gestione che permette di semplificare le procedure di assegnazione, facilitando l’incontro tra domanda e offerta, e riducendo i tempi e gli oneri che spesso tendono ad immobilizzare sia le amministrazioni pubbliche che queste preziose energie sociali.
Il convegno sarà l’occasione per presentare il modello NHub e per mostrarne le potenzialità applicative nei quartieri Is Mirrionis e San Michele a Cagliari, assunti come caso di studio pilota, nonché per ragionare più in generale sul tema della rigenerazione urbana su base culturale.

PROGRAMMA

16.00 | SALUTI ISTITUZIONALI

Fabrizio Pilo | Prorettore delegato per il territorio e l’innovazione – UniCa
Giorgio Massacci | Direttore del Dipartimento di Ingegneria, Civile, Ambientale e Architettura – UniCa
Graziano Milia | Fondazione di Sardegna, responsabile delle relazioni esterne
16.30 | “RIGENERARE CITTÀ CON LA CULTURA”

Ezio Micelli | Università IUAV di Venezia
17.00 | PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “NEIGHBOURHUB”

Ivan Blečić, Valeria Saiu, Emanuel Muroni | Dipartimento di Ingegneria, Civile, Ambientale e Architettura – UniCa
Ester Cois | Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali – UniCa
Gianmario Demuro, Salvatore Lovicu | Dipartimento di Giurisprudenza – UniCa
Carlo Atzeni | Delegato d’Ateneo per gli spazi e la sostenibilità
Per le associazioni partner del progetto intervengono:
Sabrina Perra | Istituto Gramsci della Sardegna
Terenzio Calledda, Franco Meloni, Maurizio Fanzecco, Anna Loddo, Giorgio Seguro | Associazione Casa del Quartiere – Is Mirrionis
Stefano Ledda | Associazione Teatro del Segno
18.00 | DIBATTITO

Paolo Truzzu | Sindaco di Cagliari
Roberto Mura | Vice Sindaco della Città Metropolitana di Cagliari
Francesca Ghirra | Camera dei Deputati
Antonello Angioni | Presidente Commissione Urbanistica, Comune di Cagliari
Con interventi delle/dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni partner.

Per maggiori informazioni e il programma:

https://sites.unica.it/g-lab/neighbourhub/

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La Casa del quartiere Is Mirrionis
Per noi della Casa del quartiere Is Mirrionis il convegno di venerdì è davvero importante per diverse ragioni sia con riferimento agli obbiettivi raggiunti (che sintetizziamo nel censimento degli spazi a disposizione della cittadinanza e nella proposta di regolamentazione del loro uso da parte dei cittadini e delle loro associazioni, nonché nella gestione digitalizzata delle procedure di assegnazione degli stessi spazi), sia per quanto si riferisce alle ulteriori prospettive che si presenteranno anche dopo una fase di sperimentazione, con la possibilità di estendere il progetto a tutta la città metropolitana.
Vi è poi una ragione particolarmente rilevante costituita dal rapporto fecondo con l’Universita’, che anche con questo progetto si pone al servizio del territorio, nella realizzazione della sua terza missione. A 51 anni dall’avvio dell’esperienza della Scuola popolare dei lavoratori di Is Mirrionis, ci auguriamo che il progetto possa dare un’ulteriore spinta al ricupero dell’edificio che ospitò la stessa Scuola. Come Comitato Casa del quartiere Is Mirrionis ci sentiamo “committenti sociali” del progetto NeighbourHub, che con l’Universita’ e gli altri partner, sentiamo nostro. All’amministrazione comunale della città e alle altre amministrazioni coinvolte (Regione, città metropolitana, Area) la responsabilità che loro istituzionalmente competono.
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https://www.radiox.it/programmi/extralive/is-mirrionis-spazi-in-condivisione-per-cittadini-e-associazioni-al-via-il-progetto-neighbourhub/

Is Mirrionis, spazi in condivisione per cittadini e associazioni: al via il progetto “NeighbourHub” https://www.radiox.it/programmi/extralive/is-mirrionis-spazi-in-condivisione-per-cittadini-e-associazioni-al-via-il-progetto-neighbourhub/
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Approfondimenti sul progetto NeighbourHub

Il progetto NeighbourHUB nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari e numerose associazioni culturali e di promozione sociale, nonché organizzazioni di cittadini che di fatto rappresentano il “committente sociale” della ricerca. Si tratta, infatti, di un progetto di ricerca-azione che prova a rispondere ad un’esigenza concreta che ancora oggi risulta irrisolta: conciliare la necessità di cura dei beni comuni urbani, favorendone l’utilizzo da parte delle comunità.
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Attività in cerca di spazi – spazi in cerca di attività

La grande forza delle città sono le sue “energie sociali”, i molti soggetti che promuovono attività culturali e socio-assistenziali, animano gli spazi, favoriscono l’accesso dei cittadini alla cultura, allo sport, ai servizi ricreativi, socio-sanitari e assistenziali. Spesso, queste attività non sono sufficientemente coordinate e messe a valore, pur rappresentando una grande possibile leva di vitalità e sviluppo urbano. Molte di queste attività, inoltre, vengono promosse da associazioni a scopo volontaristico che non dispongono di adeguate strutture, che dunque sono “in cerca di spazi”.
Allo stesso tempo nelle città esiste un vasto patrimonio di edifici e spazi pubblici inutilizzati o sottoutilizzati, spazi che è difficile ed oneroso manutenere, gestire, e trovare per loro usi e funzioni.

Questa condizione – che vede da un lato “attività in cerca di spazi” e dall’altro “spazi in cerca di attività”, che non riescono ad incontrarsi – rappresenta una formidabile opportunità per la (ri)generazione e la (ri)vitalizzazione della città, per la riqualificazione dello spazio pubblico attraverso interventi e modelli innovativi capaci di ridare centralità e garantire un presidio costante dei luoghi e degli spazi urbani, rafforzandone la cura e l’uso.
Il modello NeighbourHub

Il progetto NeighbourHub propone l’istituzione di “Distretti culturali e sociali” nei quartieri, per la gestione degli spazi per usi temporanei, definendo il funzionamento, le procedure, le modalità e gli strumenti per la gestione e la concessione di spazi per usi temporanei.
In particolare, un Distretto cura:
la presa in carico di spazi di diversi tipi (parti di immobili, pertinenze, aree verdi, spazi all’aperto, spazi pubblici), conferiti con adesione volontaria al Distretto di chi ne ha titolo di proprietà o d’uso;
la concessione di tali spazi in uso temporaneo per proposte di attività rivolte al pubblico – sotto forma di organizzazione di eventi, spettacoli, incontri culturali, corsi, laboratori, o sotto forma di servizi di assistenza e di cura delle persone o dell’ambiente urbano – da parte di operatori, associazioni e gruppi culturali, educativi, sociali.
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I quartieri pilota

Il modello è stato elaborato attraverso uno studio esplorativo condotto in due quartieri – Is Mirrionis e San Michele – del Comune di Cagliari particolarmente interessanti per la ricchezza di edifici e spazi pubblici e per la numerosità e vivacità delle associazioni che operano nei quartieri.
Le attività, sviluppate in due anni hanno riguardato:
la mappatura e valutazione delle caratteristiche dei beni (spazi ed edifici pubblici);
ampie interlocuzioni e coinvolgimento delle associazioni, degli operatori culturali e socio-sanitari, delle parrocchie locali e di altri soggetti;
definizione di uno schema di regolamento per l’istituzione del Distretto e per l’assegnazione degli spazi per usi temporanei;
progetto del prototipo della piattaforma telematica per la gestione e comunicazione

Mappatura dei beni e spazi
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Piattaforma digitale

NeughbourHub propone lo sviluppo di una piattaforma per la gestione e l’automazione delle procedure di concessione in uso temporaneo degli spazi per attività di interesse pubblico, e per la comunicazione pubblica sulle attività e iniziative del Distretto. La piattaforma consente ai soggetti proponenti delle attività culturali e socio-sanitarie di fare proposte e “prenotare” gli spazi per le attività attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva che permette la visualizzazione degli usi, delle assegnazioni e delle disponibilità di spazi in tempo reale.

Partner del progetto
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Oggi mercoledì 19 ottobre 2022

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Che orrore la guerra! Ora anche l’atomica. Come si fa a non battersi contro, per la trattativa?
19 Ottobre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Non so cosa succede a voi. Io non riesco più a sentire tg, giornali radio e talk show. Non perché i media generalmente sono smaccatamente di parte e dunque falsi anche quando dicono qualche verita’, ma perché mettendo tutto insieme emerge un orrore. Ora si considera possibile perfino l’atomica e si discetta finemente e […]
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Il Sinodo sulla scia del Concilio

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15 Ottobre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
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Oggi martedì 18 ottobre 2022

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Pd, il Sud non passa per Bonaccini
18 Ottobre 2022
Massimo Villone su Democraziaoggi
L’ha fatto di nuovo. Dopo la Carta di Taranto, anche nella direzione Pd del 6 ottobre Letta ha mostrato che la parola Sud gli provoca una insopprimibile allergia, e proprio non gli riesce di pronunciarla. La cosa ci preoccupa. Perché se il Pd vuole avere un senso come partito deve mettere in campo […]
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Che succede a Is Mirrionis?

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Oggi lunedì 17 ottobre 2022

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cf25142c-f3ed-4983-b33d-8a862dbf151dAdesione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale alla manifestazione nazionale per la pace che si terrà il 5 novembre a Roma
17 Ottobre 2022 su Democraziaoggi.
E’ in preparazione la Manifestazione nazionale per la pace indetta a Roma per il 5 novembre da Europe for peace. Le associazioni democratiche da ogni parte d’Italia inviano le loro adesioni. Ecco quella del Coordinamento per la democrazia costituzionale.
Aderiamo alla Manifestazione nazionale per la pace indetta per il 5 novembre a Roma da Europe for […]
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Appello per la Pace

ed769876-dd6d-4a32-967f-848d7679851dGuerra in Ucraina, l’appello degli intellettuali: ecco sei punti per fare pace davvero

SOLUZIONI – Neutralità Ucraina, autonomia dei russofoni e de-escalation di bombe russe e sanzioni
DI FQ 16 OTTOBRE 2022

Pubblichiamo stralci dell’appello “Un negoziato credibile per fermare la guerra” sottoscritto da Antonio Baldassarre, Pietrangelo Buttafuoco, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Agostino Carrino, Francesca Izzo, Mauro Magatti, Eugenio Mazzarella, Giuseppe Vacca, Marcello Veneziani, Stefano Zamagni
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La minaccia di un’apocalisse nucleare non è una novità. L’atomica è già stata usata. Non è impossibile che si ripeta. Di fronte a questa minaccia l’opinione pubblica sembra pericolosamente assuefatta. Si diffonde una pericolosa sensazione di inevitabilità e di rassegnazione, o, peggio, l’idea che solo una “resa dei conti” possa far nascere un nuovo e stabile ordine mondiale. Ma oggi nessuna guerra può imporre un ordine sotto le cui macerie non restino il pianeta, i popoli, l’umanità tutta. Non ci si può rassegnare. Ma a una volontà razionale di pace bisogna offrire uno scenario credibile per chiudere questo conflitto, divampato con l’aggressione russa al di là delle gravissime tensioni nel Donbass. Un conflitto che non può avere la vittoria tutta da una parte e la sconfitta tutta dall’altra. Tutti gli attori in conflitto, quelli che stanno sul teatro di guerra e quelli che l’alimentano o non lo impediscono, ne devono essere consapevoli. Riteniamo che i governi responsabili debbano muoversi su queste linee: 1) neutralità di un’Ucraina che entri nell’Ue, ma non nella Nato, secondo l’impegno riconosciuto, anche se solo verbale, degli Usa alla Russia di Gorbaciov dopo la caduta del Muro e lo scioglimento unilaterale del Patto di Varsavia; 2) concordato riconoscimento dello status de facto della Crimea, tradizionalmente russa e illegalmente “donata” da Krusciov alla Repubblica Sovietica Ucraina; 3) autonomia delle regioni russofone di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina secondo i Trattati di Minsk, con reali garanzie europee o in alternativa referendum popolari sotto la supervisione Onu; 4) definizione dello status amministrativo degli altri territori contesi del Donbass per gestire il melting pot russo-ucraino che nella storia di quelle regioni si è dato ed eventualmente con la creazione di un ente paritario russo-ucraino che gestisca le ricchezze minerarie di quelle zone nel loro reciproco interesse; 5) simmetrica de-escalation delle sanzioni europee e internazionali e dell’impegno militare russo nella regione; 6) piano internazionale di ricostruzione dell’Ucraina.

Questi possono essere i punti di partenza per un cessate il fuoco. In una direzione simile va da ultimo la proposta di Elon Musk, e da tempo le sollecitazioni di Henry Kissinger a una soluzione che nel rispetto delle ragioni dell’Ucraina offra una via d’uscita al fallimento militare di Putin sul terreno. Sono le linee più credibili di un negoziato possibile e necessario, anche per l’unica Agenzia mondiale all’opera davvero per la pace, la Chiesa di Roma. Questa soluzione conviene a tutti, anche all’Occidente e in particolare ai Paesi dell’Ue, i più minacciati dall’ipotesi di un disperato attacco nucleare russo. E all’Ucraina stessa, se non vorrà essere la nuova Corea nel cuore dell’Europa per i prossimi 50 anni.
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Pace

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È il momento di scegliere la pace
Giulio Marcon

Sbilanciamoci 10 Ottobre 2022 | Sezione: Editoriale, Politica
Di fronte al rischio nucleare non è il momento delle tifoserie. È il momento della pace, della responsabilità, della nonviolenza. Come diceva Aldo Capitini: «A ciascuno di fare qualcosa». Dal 21 al 23 ottobre con la rete Europe for Peace organizziamo manifestazioni e iniziative in oltre 100 città italiane.
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Oggi domenica 16 ottobre 2022

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Carbonia. Nei 72 giorni c’è anche un importante movimento delle donne. Il contesto delle organizzazioni unitarie di massa, Udi e Cif in Sardegna. Le dirigenti comuniste sulla stampa di partito parlano delle donne nella Resistenza e del loro impegno attuale in difesa della pace
16 Ottobre 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Ecco il post domenicale sulla storia di Carbonia dal 1° settembre 2019.
Era nata nel 1944 anche a Cagliari la sezione dell’Udi, L’Unione Donne Italiane, il cui Comitato provvisorio è formato […]
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“CIÒ CHE ABBIAMO VISTO È SOLO IL PROLOGO”
di Guido Puccio
Ott 16, 2022 – 07:56:34 – CEST su PoliticaInsieme.
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https://www.politicainsieme.com/cio-che-abbiamo-visto-e-solo-il-prologo-di-guido-puccio/
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Che succede?

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15 Ottobre 2022 su C3dem.
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SINISTRO SINISTRA aggiustare o rifare?

Rocca è online
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SINISTRO SINISTRA
aggiustare o rifare?

di Mariano Borgognoni

All’indomani delle elezioni politiche è iniziata e continua (anche sulle nostre pagine) una riflessione sulla Sinistra, sui suoi fondamenti e sul suo destino in Italia. È una riflessione più che necessaria per la democrazia, i diritti sociali e civili, i valori costituzionali della Repubblica.

Tanto più dopo un voto che ha di fatto messo in discussione il collante antifascista della Nazione come terreno condiviso e ha posto, per la prima volta in un grande Paese fondatore della comunità europea, la destra postfascista e sovranista alla guida del governo. Non è cosa di poco conto e proprio per la sostanziale coerenza di cui ha dato prova Giorgia Meloni dobbiamo immaginare che le sue politiche non si discosteranno troppo da quanto ha sostenuto nell’ultimo quinquennio e da quanto è nel dna della sua formazione culturale e politica. Di questa trincea identitaria ci parlano anche le elezioni dei Presidenti delle Camere. E ciò dentro la drammatica situazione di guerra, di estensione della povertà e dell’impoverimento.
Di fronte a questo processo politico che va ben oltre la dimensione nazionale, sarebbe necessario organizzare una ferma e forte presenza democratica, popolare, di sinistra.
E intanto, da subito un movimento unitario per la pace, contro il riarmo dentro lo schema atlantista (niente affatto europeista), per il lavoro e la sua dignità, per il mantenimento e lo sviluppo di l’editoriale uno welfare veramente universalistico e che protegga milioni di persone cadute in una situazione di bisogno (disoccupa- ti, lavoratori poveri etc.), per una redistribuzione del reddito verso il basso e non verso l’alto come è avvenuto in questi anni di intollerabile ed economicamente miope apertura della forbice del- le disuguaglianze.
Ma se lo stato del Paese è questo già da sé ci parla di grandi responsabilità della Sinistra che ha segato, con dete zione degna di miglior causa, il ramo su cui era seduta. Ed è chiaro da sempre che quando la Sinistra è senza popolo, senza un progetto di avanzamento delle sue condizioni economiche e sociali, quel popolo si rifugia in modo subalterno nella protezione della Destra. Se la Sinistra non si propone di lavorare per una partecipazione consapevole e organizzata quel suo popolo diventa gente totalmente atomizzata, folla arrabbiata di individui solitari.
Non c’è dubbio che la nuova articolazione del mondo del lavoro ha cambiato il paesaggio sociale del passato anche recente, ma il compito di una Sinistra moderna è quello di leggere «i segni dei tempi» e comprendere come permangano e talvolta si aggravino nel presente situazioni di alienazione e di sfruttamento. Se invece ci si rassegna ad essi o addirittura li si favorisce, si finisce per rompere quel legame sentimentale, di cui tanti stucchevolmente ora parlano, con il mondo che ha più bisogno che il mondo cambi.
Sarà possibile dar vita ad un profondo cambiamento, a cominciare dal Pd? Purtroppo non è scontato poiché un gruppo dirigente, ormai autoreferenziale, che non si è preoccupato neanche di modifi- care una legge elettorale che impedisce di fatto di eleggere davvero il Parlamento, tende, direi quasi naturaliter ad eternizzare se stesso. Il rosatellum serve a questo: riservare il gioco della politica a quelli che sono rimasti dentro i palazzi (dove peraltro ben poco si decide) dopo la fine della politica che si reggeva sui partiti di massa e sul protagonismo dei corpi intermedi. All’interno di questa logica il Pd è diventato via via un partito tecnico (non esistono solo i governi tecnici), di competenti gestori del mondo co- m’è, poiché «del doman non v’è certezza» e non c’è nessun principio-speranza a cui affidarsi. Esiste tuttavia un mondo di militanti, di simpatizzanti, di elettori nasoturatisti, di consapevoli astensionisti, che, forse, possono ancora bombardare
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ROCCA 1 NOVEMBRE 2022
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Urgente un protagonismo sociale che spinga la sinistra politica a muoversi
di Alfiero Grandi​
14.10.2022

La sconfitta elettorale delle “non destre” è ancora fresca, siamo all’inizio della nuova legislatura e già nei primi passaggi importanti si manifesta con chiarezza che la sconfitta non è stata un incidente di percorso. Se si rivotasse oggi il risultato sarebbe ancora peggiore, per le “non destre”. Certo, le destre dimostrano che non basta vincere per sanare le ferite al loro interno che restano vistose, addirittura tali da offrire spazi alle opposizioni, che purtroppo non sono in grado di approfittarne perché restano confuse, stordite da una sconfitta elettorale cocente, per certi versi storica, che è stata possibile solo per la frammentazione dello schieramento potenzialmente in grado di presentarsi come un’alternativa alle destre.

Per questo non vanno sottovalutati i limiti e per certi versi la vera e propria crisi politica e di valori delle “non destre”. Ci sono questioni di fondo da affrontare.
Tuttavia, la sconfitta delle “non destre” è il risultato di errori politici madornali e imperdonabili, altrimenti lo schieramento di destra che ha preso il 44% dei voti e ha ottenuto il 59% dei seggi in parlamento non avrebbe vinto, malgrado un aumento del 10% delle astensioni.

Sarebbero state possibili alternative politiche.
Naturalmente era decisivo cambiare per tempo questa infame legge elettorale. Un misto tra un flipper impazzito che scarica gli eletti a casaccio nel paese e una camicia di forza per gli elettori, costretti ad un voto unico, che premia le coalizioni, vere o finte che siano, e per di più finge di ignorare che con il taglio dei parlamentari la soglia per ottenere l’elezione del 3% (quando è tale, altrimenti molto più alta) è in realtà più alta del 33%, quindi è circa il 4,5 %. Si scrive 3% e si legge 4,5%.

Questi ed altri aspetti della legge elettorale, come i voti degli elettori che hanno pesi enormemente diversi tra loro, dovevano portare le “non destre” ad ingaggiare una lotta senza quartiere per cambiare la legge elettorale per tempo e c’è stato almeno un momento in cui avrebbero potuto farlo: quando la maggioranza rosso/gialla aveva i numeri per farla approvare e le condizioni politiche per farlo perché il taglio dei parlamentari meritava almeno una contropartita in cambio dell’approvazione definitiva. La verità è che l’incertezza, la confusione, l’illusione delle “non destre” di rinviare all’infinito la prova elettorale, senza mai chiedersene il prezzo, hanno portato a perdere tutte le occasioni per procedere alla riforma della legge elettorale che le destre non volevano perché puntavano a tornare insieme dopo essersi divise per tutta la passata legislatura.

Eppure, a Letta, appena eletto segretario del Pd, era stato spiegato con cura dal Cdc che la nuova legge elettorale era una condizione indispensabile da ottenere ad ogni costo prima del voto. Del resto, la stessa cosa era stata già esposta con forza anche al M5Stelle e a S.I. Sono arrivate le elezioni e il risultato è (purtroppo) noto. Neppure le indicazioni venute da diverse parti ad usare al meglio la legge elettorale in vigore, almeno per difendersi nel modo migliore, non ha trovato ascolto. Era sufficiente presentare candidature uniche nei collegi uninominali per evitare il cappotto della destra. Il voto nei collegi uninominali si sarebbe riverberato, esattamente come per la destra, tra tutte le componenti delle “non destre”. Un risultato Win Win, nessuno guadagna e nessuno vince sugli altri coalizzati, ma prende seggi alle destre.

Si è detto che non si poteva fare uno schieramento con chi aveva provocato la caduta del governo Draghi, ora si dovrà fare la stessa cosa in condizioni enormemente più difficili se non si vuole regalare alle destre una prateria per le incursioni dentro l’opposizione, come è già accaduto in occasione dell’elezione di La Russa, eletto con il soccorso di una parte dell’opposizione, una sorta di ripetizione dei 101 di Prodi. In realtà, un accordo almeno temporaneo contro le destre era del tutto possibile sulla base di una piattaforma formidabile – ricordata anche da Liliana Segre in apertura dei lavori del Senato – la Costituzione, la sua difesa e la sua attuazione.

Denunciare i pericoli per la Costituzione e poi non trarne le conseguenze costruendo uno schieramento per impedirne lo snaturamento è una contraddizione inspiegabile. Anche perché la maggioranza di Draghi comprendeva Lega e Forza Italia che hanno condizionato le politiche del governo. Quindi schierarsi in una difesa acritica di tutto l’operato del governo Draghi aveva (ed ha) poco senso, tanto più che la destra invece millantava ben altri obiettivi in caso di vittoria elettorale, quindi manteneva uno spazio di manovra.

La guerra.
Qui forse c’è il vero punto della difficoltà a creare uno schieramento politico alternativo, per lo meno nei collegi uninominali della Camera e del Senato. L’impressione è che sia arrivato un messaggio (dalla Nato, dagli Usa?) che il temperamento nell’invio delle armi dall’Italia sostenuto da Conte insieme alla richiesta di avviare trattative di pace doveva portare a posizioni diversificate tra Pd e M5Stelle. Comunque sia questo è stato un errore politico. La pace riguarda tutti e non è più accettabile che il tema trattative per la pace resti oscurato da una continua escalation nell’invio delle armi, di crescenti difficoltà nell’economia e nell’energia, mentre gli Usa queste difficoltà non le hanno, anzi vendono il loro Gnl liquefatto a prezzi molto più alti che sul loro mercato interno contribuendo ad una disparità concorrenziale crescente tra Usa ed Europa.
Viene sottovalutata la questione che un’Europa più povera, in recessione e in crisi occupazionale diventerà una polveriera sociale ed economica e l’Unione europea, incapace di iniziativa autonoma per la pace e per salvaguardare la sua economia, ricorda – purtroppo – l’orchestra del Titanic.

Bisogna prendere atto che le “non destre” politiche ci metteranno tempo, se ci riusciranno, a svolgere un’opposizione efficace. La speranza è nelle mani della società, dove la sinistra esiste, ben oltre la definizione di “non destre”, che chiamo così perché nessuno sa oggi come chiamare quelli che non sono destre. Occorre fare crescere movimenti, iniziative, associazioni, cercando di unificare il più possibile. È un buon senso immediatamente comprensibile: occorre unire le forze, sottinteso non come è accaduto con i partiti.

Ad esempio, è arrivata la notizia importante che il 5 novembre ci sarà una grande manifestazione unitaria per la pace a Roma, di straordinaria importanza per invertire una tendenza remissiva e sbagliata.

Occorre dare maggiore respiro ed unità agli obiettivi cominciando dal lavoro per la pace che deve essere un assillo quotidiano, in alternativa alla ripetitiva insistenza sulle armi e sulla rincorsa agli armamenti, in cui si è distinto il segretario generale della Nato.

Pace, ambiente, contrasto al cambiamento climatico, investimenti massicci nelle energie alternative, politiche industriali e occupazionali, cancellazione del Jobs Act e nuovi diritti per chi lavora, contrasto radicale alla povertà ormai in crescita esponenziale. Se questo dovesse suonare come smentita di precedenti comportamenti pazienza, chi ha deciso sbagliando se ne farà una ragione e finalmente le destre si confronteranno con piattaforme forti e alternative nate dalla società, anziché dai partiti.

È una speranza che potrebbe diventare una certezza di cambiamento della stessa politica, che dovrà raccogliere le istanze, cambiare o affondare.
Dalla società debbono venire scelte nette e forti, di protagonismo attivo, nella consapevolezza di un ruolo insostituibile, tale da provocare un terremoto politico nelle “non destre”, che dovranno adeguarsi o lasciare il posto ad altro/i.

Non è certo il momento di frenare ma di suscitare partecipazione attiva, consapevole, protagonismo, capacità di iniziativa e la responsabilità oggi è sulle spalle della società, dei movimenti che la percorrono, per creare un salto di qualità nella stessa politica.
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Ufficio stampa: Andreina Albano 3483419402 – andreinaalbano@gmail.com
Adesione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
alla manifestazione nazionale per la pace che si terrà il 5 novembre a Roma

Aderiamo alla Manifestazione nazionale per la pace indetta per il 5 novembre a Roma da Europe for peace, con l’adesione di tantissime organizzazioni sociali, sindacali, laiche, cattoliche, culturali, di volontariato. Una manifestazione che è espressione della volontà di pace che viene in primo luogo dalla società civile.
L’escalation della guerra in Ucraina sta rischiando di portare il mondo sull’orlo di uno scontro nucleare. Di fronte a questo pericolo per l’intera umanità si è levata forte la voce di papa Francesco: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? … Si giunga subito al cessate il fuoco” La manifestazione del 5 novembre risponde quindi all’accorato appello del Papa e di tutte le voci che si sono levate dal mondo laico e pacifista perché le armi tacciano e si imbocchi con decisione la strada di una trattativa con la mediazione dell’Onu e di paesi che agiscono sotto la sua egida, che possa portare ad una conferenza internazionale di pace, come fu quella di Helsinki nel 1975, in piena guerra fredda che permise di evitare per molti anni uno scontro tra le maggiori potenze.
La continuazione della guerra iniziata con l’invasione russa, l’invio di armi sempre più potenti all’Ucraina da parte dei paesi della Nato, fra cui il nostro, la minaccia di usare armi nucleari da parte della Russia, il decreto del Presidente Zelensky che vieta di aprire negoziati con Mosca si muovono in direzione contraria alla pace e spingono il mondo sull’orlo di un baratro.
Non c’è vittoria sul campo per nessuno. Questa è una guerra a perdere per tutti. Per questo va fermata subito.
L’Unione europea deve uscire da un comportamento di appiattimento alle decisioni americane e assumere un ruolo politico autonomo sullo scenario mondiale esercitandolo in nome della pace. Il nostro paese, sulla base della nostra Costituzione, deve assumere immediatamente nella Ue e nelle relazioni con gli altri stati la funzione di proposta e di stimolo alle iniziative necessarie per creare le condizioni della pace.
Il Cdc invita quindi tutti gli aderenti e i comitati locali ad organizzare la massima partecipazione il 5 novembre a Roma e a partecipare attivamente a tutte le iniziative sul piano locale, come quelle già previste tra il 21 e il 23 ottobre, per il cessate il fuoco e per arrivare alla pace.
La presidenza del Coordinamento per la democrazia costituzionale
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