Monthly Archives: giugno 2022

Che succede?

EMERGENZA ENERGETICA E “CITTADINI CONTRIBUTORI”. LA “SINISTRA” A 5 STELLE
6 Settembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
[segue]

Oggi martedì 7 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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charles-de-foucauldCharles de Foucauld, l’uomo del dialogo con i musulmani e della fraternità universale
Giugno 2022 [Franco Meloni].
- Su il manifesto sardo online.
- Su Giornalia online.
Oggi martedì 7 giugno, alle ore 18, nei locali della Parrocchia di S. Anna, in via Fara 19, piano terra, a Cagliari, si svolgerà un convegno sulla figura di Charles de Foucauld.
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Interrompere la spirale di guerra, virare verso la pace
7 Giugno 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi
Pubblichiamo questo articolo di Alfiero Grandi che diventa tanto più attuale nel momento in cui Putin annuncia quale sarà la risposta russa all’invio di armi pesanti e di lungo raggio. Una intensificazione degli attacchi, diretti anche ad obiettivi finora risparmiati, come le sedi istituzionali ucraine. Si tocca così con mano quanto sia evidente […]
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E’ online il manifesto sardo trecentoquarantanove

pintor il manifesto sardoIl numero 349
Interrompere la spirale di guerra, virare verso la pace (Alfiero Grandi), Oltre 60 mila cittadini chiedono la tutela del Cervo sardo e la Regione Sardegna che fa? Il pesce in barile? (Stefano Deliperi), La Colombia in bilico tra il progressista Petro e il populista Hernández (Maurizio Matteuzzi), Il lungo viaggio ecologista di Carola Farci e Polly (red), Charles de Foucauld, l’uomo del dialogo con i musulmani e della fraternità universale (Franco Meloni), Crescono le adesioni all’appello “no armi e trattativa subito” (red), Le torbide acque in cui si muove il governo Sánchez (Maurizio Matteuzzi), L’Anpi contro le esercitazioni militari in Sardegna (red), Buoni motivi per partecipare alla manifestazione contro la presenza militare in Sardegna (red), L’Asarp: “La salute mentale in Sardegna è un disastro” (Gisella Trincas), Le sfide dei femminismi del futuro (Giulia Carta), Habeas corpus (Paolo Deidda).

Oggi lunedì 6 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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Sulla guerra Russia/Ucraina una voce fuori dal coro
6 Giugno 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Per fortuna ci sono letture spiazzanti della guerra come quella che la racconta come una guerra civile in Occidente. Raniero La Valle la vede così. In fondo Putin lo ha messo su l’occidente quando non ha saputo fare come diceva Gorbaciov una rivoluzione democratica capace di coinvolgere i due fronti usciti dalla guerra fredda, […]
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SOLO FAR FINIRE LA GUERRA È NORMALE E NON BASTA IL MERCATO A FARE PACE
logo-firma-luigino-bruniNote di un cristiano ingenuo in margine al conflitto riacceso dall’invasione russa dell’Ucraina
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 26/05/2022
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Compie oggi 90 anni don Dino Pittau, storico assistente spirituale della Toniolo

don-dino-pittauCompie oggi 90 anni mons. Aldo Pittau, a tutti noto don Dino, presbitero e canonico della Cattedrale, che ha svolto le funzioni di parroco nelle parrocchie di diversi paesi e in diverse parrocchie cittadine della Diocesi di Cagliari. Lo festeggiano i numerosi fedeli e amici dell’intera Diocesi e oltre. Tra tutti in modo speciale quanti frequentarono negli anni 50-60-70 l’associazione giovanile di azione cattolica (Giac) Giuseppe Toniolo della parrocchia di Sant’Anna, quartiere Stampace, Cagliari, del quale è stato storico, indimenticato, stimatissimo assistente spirituale, tuttora “in servizio permanente ed effettivo” della ricostituita associazione Giuseppe Toniolo animata dagli ex soci e dagli estimatori della stessa. Grazie e Auguri don Dino carissimo!
toniolo-per-il-lavoro-a-ca Un’iniziativa dell’associazione Giuseppe Toniolo, del 4 aprile 2018. Tra gli altri, con don Dino, l’allora arcivescovo di Cagliari, neo cardinale, mons. Arrigo Miglio.

Comitato No Armi Trattativa subito. Aggiornamento Appello [al 5 giugno 2022]

img_9189Noi condanniamo senza se e senza ma l’invasione dell’Ucraina. Putin dovrà risponderne al suo popolo e alla Storia.
Per porre fine al massacro abbiamo di fronte due strade: affidarsi alla forza delle armi o mobilitarsi con un’azione nonviolenta per una trattativa immediata e una soluzione diplomatica. (segue)

Che succede? Un Mondo nuovo è possibile. Riprendiamo il percorso della Pace!

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GUERRA CIVILE
raniero-lavalledi Raniero La Valle, su fb
A questo punto della guerra d’Ucraina se ne può forse avanzare una lettura diversa da quella vigente fin qui. Nulla di ciò che con tanta sicurezza è stato affermato è infatti avvenuto. Quella che è in corso è in effetti una guerra efferata ma circoscritta, messa in scena come uno spettacolo, dove a contare non sono le tragiche moltitudini delle vittime, tranquillamente immolate da una parte e dall’altra, ma i primi attori solitari, i Putin, gli Zelensky, i Biden, gli Stoltenberg; è una guerra combattuta con altri mezzi, l’economia, l’Intelligence, le fake news, più ancora che con le armi; una guerra in cui le armi girano da un Paese all’altro, ma sono più propagandate come offerta di omertà e promemoria di sterminio, che destinate alla difesa e alla conquista; una guerra intesa a fiaccare un antagonista che si oppone a un potere mondiale esclusivo e a cacciarlo tra i paria, ma senza arrivare a distruggere tutto; una guerra preventiva fatta da un lato per fermare un cane al confine che abbaia ma non morde e dall’altro per rassicurare Paesi che nessuno minaccia.
Questi sono i fatti. Ciò che invece non è avvenuto è che l’Ucraina, gestita dalla NATO, riuscisse a difendersi e a vincere la guerra. Non è avvenuto che la Russia, accusata di voler invadere l’Europa dopo l’Ucraina, fosse sconfitta, umiliata ed esclusa dal mercato globale e dal mondo civile. Non è avvenuto che Putin, mezzo zar e mezzo pazzo, fosse rovesciato dai suoi e che la Russia fosse balcanizzata, ridotta a ranghi subalterni e pressoché dissolta. Non è avvenuto che Biden, dopo aver dettato la sua legge all’Europa, si volgesse a giocare il finale di partita con la Cina. Non è avvenuto che la guerra mondiale a pezzi diagnosticata dal papa si trasformasse in una guerra mondiale intera e totale, fino al ricorso alle armi nucleari, a cominciare dalle ormai demitizzate atomiche tattiche e di teatro.
Tutto questo non è avvenuto e non avverrà, perché questa non è una guerra tra due mondi estranei e nemici, ma è una guerra civile interna all’Occidente di cui la Russia di Putin, approdata al mercato neoliberale e sfigurata dagli oligarchi, ormai fa parte. In questo senso è una buona notizia: non è una guerra senza chiaroscuri e senza speranze, come ce l’hanno venduta gli analisti e i crociati nostrani, ma una guerra che ancora possiamo prendere in mano, arginare, far finire, riportare alla ragione.
Il precedente per capire questa guerra non è infatti la guerra nascosta nell’equilibrio del terrore del secolo scorso, ma è la guerra del Golfo in cui abbiamo dissipato il dividendo della pace che ci era stato offerto dalla caduta, o rimozione, del Muro di Berlino. Fu allora che perdemmo il patrimonio degli ideali e i frutti della rinascita seguiti ai conflitti mondiali del Novecento.
Quando la guerra del Golfo fu intentata ci volle molta fatica e un gran uso di menzogne perché le opinioni pubbliche, ormai persuase del ripudio e della irrazionalità della guerra ne accettassero il ripristino e il ritorno come indissolubile compagna dell’uomo nella storia. Padre Ernesto Balducci di cui a ragione si celebra ora il centenario della nascita, disperato al vedere lo scacco delle speranze di un mondo nuovo, scrisse che essa annunciava “il declino, anzi la fine dell’età moderna”, che voleva dire per lui “la fine dell’età dell’egemonia mondiale euro-atlantica”, cioè di quel sistema di legge e di mercato identificato con la coalizione occidentale che – diceva – “ha reciso nella coscienza profonda dei popoli del Sud la speranza di una conquista pacifica del diritto a prendersi in mano la propria storia”. Quei popoli che anche allora il conflitto in Medio Oriente aveva messo ai margini del sistema sono quelli stessi che oggi si sono rifiutati di schierarsi nella guerra che si combatte in Europa, gli 82 Paesi che non hanno votato per l’esclusione della Russia dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU; tra loro c’è tutta l’Asia, escluso il Giappone, gran parte dell’Africa, dell’America Latina, del Medio Oriente, una parte preponderante cioè della popolazione della Terra, che la Terra vorrebbe salvaguardare, conservare, difendere, il vero mondo che non va umiliato ed escluso, come invece l’America atlantica vuole fare della Russia.
A maggior ragione si può dire che la riesumazione della guerra in Ucraina chiude l’età moderna; ciò significa andare oltre un mondo fatto a misura dell’Occidente, secondo il modello economico, culturale, politico che per secoli si è imposto come normativo, eccelso ed atroce nello stesso tempo. La Chiesa cattolica, che a lungo l’ha fatto proprio , è giunta a prenderne le distanze: da quando nel Concilio Vaticano II il cardinale Lercaro e Dossetti sostennero che la povertà della Chiesa dovesse consistere anche nel distacco dalle ricchezze dell’ “organon” culturale dell’Occidente, fino a papa Bergoglio che ha messo la Chiesa “in uscita”. L’altro grande esodo in corso dalle strettoie dell’ideologia storicamente egemone, è quello dell’universo femminile, discriminato nella realtà e nel diritto dal privilegio maschile, come ci ha ricordato la lezione di Marina Graziosi che ci ha lasciato in questi giorni.
E allora è questo il vero cimento a cui siamo chiamati: chiudere la parentesi infausta che abbiamo aperto ripristinando la guerra dopo la fine dei blocchi, uscire dal mondo che con ottusità e violenza abbiamo costruito fin qui e intraprendere la ricostruzione della storia quale avevamo cominciato a concepirla nel Novecento: dalla Carta atlantica di Roosevelt e Churchill in piena guerra mondiale (niente a che fare col Patto atlantico) al pensiero politico nuovo di Gorbaciov; dalla Dichiarazione di Nuova Delhi per “un mondo libero dalle armi nucleari e non violento” alla Carta di Abu Dhabi che attribuisce il pluralismo delle religioni alla stessa volontà divina; dalle Costituzioni postbelliche all’ “uscita dal sistema di dominio e di guerra” dei convegni della Sinistra cattolica a Cortona; dal Progetto per un’etica mondiale di Hans Kung alla Carta di Algeri per il diritto e la liberazione dei popoli, dal Concilio ecumenico Vaticano II alla “Fratres omnes” di papa Bergoglio. Questo è il futuro, al netto della Bomba , a condizione cioè che la Bomba sia licenziata e interdetta, come già stabilisce il Trattato più importante e profetico che l’ONU abbia mai partorito.
(da “Il fatto quotidiano” del 4 giugno)

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DONNE E POLITICA: PENNY WONG. ITALIA: SALARIO MINIMO, PNRR, REFERENDUM
5 Giugno 2022 su C3dem
Paolo Lepri, “Penny Wong: Alt alla Cina” (Corriere della sera). ITALIA/SALARIO MINIMO/PNRR: Paolo Gentiloni, “In Italia serve il salario minimo” (intervista a La Stampa). Ignazio Visco, “Tasse e salario minimo, è ora di agire. I partiti devono attuare il Pnrr” (intervista a La Stampa). Fabio Savelli, “La grande sfida del salario minimo. Sì di Letta. Brunetta: non per legge” (Corriere della sera). Emanuele Felice, “La nostra ultima occasione per fermare il declino” (Domani). ITALIA/LAVORO: Paolo Pombeni, “Se il lavoro non è più un obiettivo per i giovani” (Messaggero). Chiara Saraceno, “Quando il lavoro non dà più dignità” (La Stampa). Niccolò Zancan, “Poveri, con lo stipendio” (La Stampa). Maria Cecilia Guerra, “Basta lavori usa e getta, disboschiamo la giungla dei contratti” (intervista a Repubblica). Marco Bentivogli, “Partiamo dalla produttività” (Repubblica). PARTITI: Alessandro Campi, “Perché oggi i leader politici si bruciano rapidamente” (Libero). Franco Monaco, “Il partitone americano per l’asse Letta-Meloni” (Il Fatto). Francesco Verderami, “Manovre al centro, ma bisogna trovare il ‘papa straniero’” (Corriere della sera). Emilia Patta, “Incognita Conte. Letta blinda il Pd. Ipotesi renziani e bersaniani in lista” (Sole 24 ore). Marcello Sorgi, “Se al Pd non conviene l’alleanza” (La Stampa). REFERENDUM: Guido Salvini (magistrato), “Voterò ma senza entusiasmo. Il referendum abrogativo è un’arma sbiadita. Si ripensi la democrazia partecipativa” (Il Dubbio). Michele Ainis, “L’ignoranza sui referendum” (Repubblica). Giulia Merlo, “Cosa dicono i referendum. Le ragioni del sì e del no” (Domani). Luciano Violante, “Voto Sì sull’abrogazione della legge Severino” (intervista a Il Dubbio). Armando Spataro, “Perché votare No al referendum” (Repubblica). SULLA LETTERA DI ZUPPI AI PUBBLICI DIPENDENTI: Roberto Napoletano, “La Chiesa di Zuppi attore della nuova coesione sociale” (Il Quotidiano). Franco Monaco, “La lettera di Zuppi. Mai disprezzare chi serve la cosa pubblica” (Avvenire). MIGRANTI: Don Mattia Ferrari, “Le rotte dei migranti. Io minacciato perché aiuto. L’Europa smetta di tradirci” (intervista a La Stampa). Francesco Grignetti, “Le nuove rotte dei migranti” (La Stampa).
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LA VIOLENZA CONTRO L’INFANZIA UCRAINA. LA “REALTA’ PARALLELA” IN RUSSIA
4 Giugno 2022 su C3dem
Raffaele K. Salinari, “Nella guerra la violenza dei crimini contro l’infanzia ucraina” (Manifesto). Gianfranco Pasquino, “La gradualità delle sanzioni è la strada giusta su cui continuare” (Domani). Massimo Villone, “Mattarella sul 2 giugno: parole nette sulla Costituzione e sulla pace” (Manifesto). UCRAINA/RUSSIA: Andrej Gromyko, “La base di un negoziato? Ucraina neutrale” (intervista al Corriere della sera). Marta Ottaviani, “’Nessuna guerra, tutto va bene’. 100 giorni nella realtà parallela” (Avvenire). Oleg Brindak, vice sindaco di Odessa, “Le navi devono salpare entro 20 giorni o i cereali marciranno” (intervista a Repubblica). Vittorio Da Rold, “La crisi del grano estende la guerra al resto del mondo” (Domani). Daniele Raineri, “Le prime critiche, le epurazioni, s’incrina il fronte del leader ucraino che però resta insostituibile” (Repubblica). Lucio Caracciolo, “Guerra senza vincitori” (La Stampa). Marek Halter (scrittore), “Caro Vladimir, sorprenda i suoi nemici: accolga a Mosca la carovana della pace” (La Stampa). Rosalba Castelletti, “Il filo rosso tra Putin e Kirill” (Repubblica). Graziella Melina, “La migrazione per fame preoccupa anche l’Italia. Flussi aumentati del 30%” (Messaggero). Sergio Ventura, “Il nuovo cristianesimo dell’Ucraina” (La Lettura). EUROPA: Beda Romano, “L’Unione cede a Budapest. Al via le sanzioni senza Kirill” (Sole 24 ore). IDEE: Enrico Morando, “La terza via tra socialismo reale e socialdemocrazia? Non esiste” (intervista a Il Riformista). Sigmund Ginzberg, “I nazionalismi, sempre necessari ma spesso letali” (Foglio). Dani Rodrik, “E’ ora che l’economia globale torni al servizio di prosperità, equità e piena occupazione” (Sole 24 ore).
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MATTARELLA: IL NOSTRO IMPEGNO È PER “IL RITIRO DELLE TRUPPE OCCUPANTI”
3 Giugno 2022 su C3dem
Sergio Mattarella, intervento alla vigilia della festa della Repubblica. Lina Palmerini, “Italia impegnata per ritiro delle truppe e ricostruzione” (Sole 24 ore). Ugo Magri, “Il ritiro dei russi, poi la pace” (La Stampa). Marcello Sorgi, “Re Sergio e i valori della Repubblica” (La Stampa). Moises Naim, “Così Biden prolunga la guerra. L’Ucraina non deve cedere territori” (intervista a La Stampa). Davide Maria De Luca, “Zelensky: tra morti e feriti perdiamo 600 soldati al giorno” (Domani). Paolo Valentino, “Nella Ue c’è un caso Berlino e si chiama Olaf Scholz, il cancelliere che sussurra” (Corriere della sera). Stefano Stefanini, “L’indecenza di Orban” (La Stampa). REFERENDUM GIUSTIZIA: Giovanni Guzzetta, “Referendum del 12 giugno. Non è un voto contro la magistratura” (Il Riformista). Stefano Ceccanti, “Votare no ai referendum significa contraddire la riforma Cartabia” (intervista a Il Tempo). Elisa Calessi, “Letta boicotta i quesiti, ma è solo” (Libero). INOLTRE: Un’acuta riflessione di Mario Del Pero, “Quello che la geopolitica non dice” (treccani.it). L’ironia amara di Adriano Sofri, “Arrendersi alla pace” (Foglio). La lucida sintesi di Sabino Cassese, “I partiti servono ancora, ma devono cambiare” (Corriere della sera). Il racconto di Maurizio Stefanini, “Salvini ostaggio di Putin” (Foglio). Angelo Panebianco, “Manca la capacità di parlare chiaro” (Corriere della sera 30/5). Alessandro Cappelli, “Come i giornali stranieri raccontano la propaganda filorussa nei media italiani” (linkiesta). Marcello Pera, “Cattolici che stanno dalla parte di Putin” (Foglio, 30/5). Dario Di Vico, “Le culle vuote e il costo di un figlio” (Corriere della sera). Matteo Zuppi, “Grati a chi lavora nelle istituzioni” (lettera per il 2 giugno – Avvenire).

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LA NATO E IL 2 GIUGNO. L’IGNORANZA ATTIVA. LA SEDUZIONE SOVIETICA
1 Giugno 2022 su C3dem
Antonio Polito, “La Nato e il 2 giugno, doppia lezione” (Corriere della sera). Giancarla Codrignani, “Ragazzi, ragazze, è il 2 giugno!” (Confronti). Natalino Irti, “I pericoli dell’ignoranza attiva” (Sole 24 ore). Massimo Recalcati, “La seduzione sovietica” (Repubblica). Giuseppe De Rita, “Il cinismo di un conflitto nel silenzio dei valori” (Corriere della sera). UCRAINA/RUSSIA: Ian Bremmer, “Le armi più potenti arriveranno. La priorità resta fermare Putin” (intervista a La Stampa). Ampia intervista a Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino: “Sui cereali accordo entro 14 giorni se Mosca garantirà di non attaccare Odessa” (Repubblica). La testimonianza di Oleksandr Struck, sindaco di Severodonetsk: “La mia gente è in ginocchio. Ma siamo forti, ci sapremo rialzare” (intervista al Corriere della sera). Irina Flige (della ong Memorial), “Dall’Urss a un regime fascista. Ma il dissenso sta crescendo” (intervista ad Avvenire). Federico Fubini, “Il decreto di Mosca che autorizza la russificazione dei bambini rapiti” (Corriere della sera). Micol Flammini, “Imprigionati nei confini russi” (Foglio). Paola Peduzzi, “Prigionieri di Erdogan” (Foglio). Paolo Lambruschi, “Bielorussia, violenza contro i profughi, e ricatto” (Avvenire). Nello Scavo, “La Corte penale: Mezza Europa darà la caccia ai criminali di guerra” (Avvenire). PER CONOSCERE: Giordano Cavallari, “La Russia vista da Anna Zafesova” (ampia intervista su Settimana news).
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IL LAVORO DI DRAGHI IN EUROPA. LO STATO DELL’ECONOMIA ITALIANA
1 Giugno 2022 su C3dem
Claudio Tito, “Petrolio. L’Ue trova l’accordo: stop al 90% del greggio russo”. Marco Galluzzo, “Draghi: tetto al prezzo del gas, siamo stati accontentati. Tra i grandi solo noi per l’Ucraina nell’Unione” (Corriere della sera). Alberto Gentili, “Draghi: ascoltata l’Italia, ma ora debito comune” (Messaggero). Davide Tabarelli, “La Russia colpita al cuore, ma non sarà facile fare a meno del loro petrolio” (Sole 24 ore). Claudio Cerasa, “Le sanzioni che funzionano” (Foglio). L’ECONOMIA ITALIANA: Gianni Trovati, “Visco: no alla rincorsa prezzi-salari e a nuovo debito. Recovery permanente” (Sole 24 ore). Paolo Balduzzi, “Gli stipendi e l’eterna fuga del costo della vita” (Messaggero). Alberto Orioli, “Il patto che manca per evitare la spirale prezzi-salari” (Sole 24 ore). Stefano Lepri, “Ma il male italiano è la produttività” (La Stampa). Stefano Cingolani, “Bankitalia e quella ricchezza media netta aumentata del 2%” (Foglio). Francesco Guerrera, “La lotta contro l’Apocalisse” (Repubblica). Enzo Risso, “La politica deve prendere sul serio il divario italiano tra inclusi ed esclusi” (Domani). Chiara Saraceno, “I veri nemici del lavoro” (Repubblica). Marcello Clarich, “La sfida non è modificare la struttura del Pnrr ma attuarlo bene” (Milano Finanza). GOVERNO/PARTITI: Marcello Sorgi, “I partiti e l’economia di guerra” (La Stampa). Stefano Folli, “Il dopo Salvini? E’ già iniziato” (Repubblica). Federico Capurso, “Conte-Draghi, scontro finale” (La Stampa). Lina Palmerini, “Dall’Umbria alle comunali, patto Pd-M5s ad un nuovo test” (Sole 24 ore). Susanna Turco, “Pd-5stelle, l’alleanza dei tardigradi” (Espresso). Salvatore Vassallo, “Il compromesso possibile tra Pd e Fratelli’d’Italia è solo sul bipolarismo” (Domani). Enzo Cheli, “Rosatellum o nuova legge elettorale?” (rivistailmulino). Filippo Barbera, “Va al voto il paese della provincia profonda, dove la politica annaspa” (Manifesto).

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SCONFIGGERE L’UOMO FORTE
28 Maggio 2022 su C3dem
Paolo Lepri, “Noi e la guerra. Una battaglia ideale per la difesa dei diritti” (Corriere della sera). Frans Timmermans, “Basta mettere i soldi in tasca a Mosca. La resistenza inizia nelle nostre case” (intervista a La Stampa). Siegmund Ginzberg, “Cent’anni di antiamericanismo” (Foglio). Rony Hamaui, “Sconfiggere l’uomo forte è il primo obiettivo” (lavoce.info). UCRAINA/RUSSIA: Vittorio E. Parsi, “La Ue non reggerà all’infinito. Bisogna farlo capire a Kiev” (intervista a Qn). Paola Peduzzi, “L’impatto dei negoziati prematuri, mentre Mosca ribalta il conflitto” (Foglio). Micol Flammini, “Le domande a Kiev” (Foglio). Gianandrea Gaiani, “Donbass, la tenaglia russa. A Mosca il 25% dell’Ucraina” (Mattino). Cecilia Sala, “I russi arrivano a Severodonetsk prima dei razzi americani” (Foglio). Paolo Mastrolilli, “Gli Usa si interrogano sui nuovi obiettivi” (Repubblica). Massimo Gaggi, “Perché Biden rischia di essere isolato” (Corriere della sera). Mattia Diletti, “Biden ha ereditato un paese polarizzato e paralizzato” (Scenari/Domani). Tommaso Ciriaco, “Il negoziato di Draghi per liberare il grano” (Repubblica). Vittorio Da Rold, “Quello che non torna nella strategia di Draghi sull’Ucraina” (Domani). Francesca Basso, “Le vie del grano: i treni o il Bosforo” (La Stampa). Marco Bresolin, “Per salvare l’embargo Ue sul petrolio, si va verso l’esenzione all’Ungheria” (La Stampa). David Carretta, “L’Europa è divisa su come deve finire la guerra” (Foglio). Barbara Spinelli, “Sulla guerra la Russia ha due linee diverse, e anche l’Europa” (Il Fatto). Franco Monaco, “Per la pace servono concessioni reciproche, non soltanto a Kiev” (Il Fatto). Carlo Galli, “Un abbaglio chiamato Putin” (Repubblica). Salvatore Bragantini, “Le contorsioni intellettuali dei ‘realisti’ e ‘complessisti’ sulle mosse di Putin” (Domani). Nadia Urbinati, “La guerra in Ucraina sta cambiando l’Occidente” (Domani). INOLTRE: Jeffrey Sachs, “Finalmente abbiamo capito che crescita e sviluppo non sono la stessa cosa” (Sole 24 ore).
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Charles de Foucauld, l’uomo del dialogo con i musulmani e della fraternità universale
1 Giugno 2022
[Franco Meloni, su il manifesto sardo]
Martedì 7 giugno, alle ore 18, nei locali della Parrocchia di S. Anna, in via Fara 19 piano terra a Cagliari si svolgerà un convegno sulla figura di Charles de Foucauld.
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Oggi domenica 5 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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Carbonia. I 72 giorni della “non collaborazione”. Nel gioco al massacro della SMCS, l’annuncio di un accordo azienda-sindacati sugli aumenti dei prezzi, non riconosciuto dalla Lega minatori. Ridotti i salari per porre fine alla protesta, senza paga le centinaia di licenziati che continuano, tuttavia, a scendere in miniera
5 Giugno 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi
Ecco il post domenicale sulla storia di Carbonia dal 1° settembre 2019.
È ferma e immediata la risposta delle Leghe minatori al comunicato della direzione SMCS, in cui si sostiene ufficialmente la firma di una intesa, tra le parti, sugli aumenti dei fitti, dell’energia elettrica e del carbone combustibile distribuito nelle case: “Gli organismi […]
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Oggi sabato 4 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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Eclissi di Costituzione. Il governo Draghi e la democrazia, un libro di Tomaso Montanari
4 Giugno 2022 su Democraziaoggi.
Tomaso Montanari

ECLISSI DI COSTITUZIONE di Tomaso Montanari, edizioni Chiarelettere, Milano 2022, è un libro che mostra il discostamento dalla Costituzione formale, scritta, della costituzione materiale, realmente vigente. E documenta puntigliosamente come il governo Draghi accentui questo allontanamento dell’Italia dalla sua Costituzione nata dalla Resistenza.
Ecco la Prefazione di Tomaso Montanari* Un libretto corsaro di critica radicale, come […]
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Ostinatamente per la Pace. Nulla di intentato

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La guerra come abitudine
3 giugno 2022 – Tonio Dell’Olio

Ci siamo arrivati. Ormai con la guerra ci conviviamo. Assuefatti inconsapevoli guardiamo le immagini del tiggì di turno e ascoltiamo di tattiche e di sfondamenti del nemico e di atti eroici di quelli della nostra parte. Le apparizioni di Zelensky-che-chiede-armi in ogni convention politica, sportiva o dello spettacolo è parte del rito. Insomma conviviamo con la guerra come col bollettino metereologico, tant’è che i giornalisti devono andare a pescare testimonianze e interviste sempre più impossibili, sempre più vicine al fronte di guerra, in un rifugio sempre più interrato del precedente. E non si parla di pace. Il dramma vero è questo. È riuscita l’operazione mediatica, politica, sociopsicologica e soprattutto commerciale, di far diventare la guerra più normale della pace. E se qualcuno stia realmente lavorando per mettere in piedi tavoli credibili di dialogo o cerca di far prevalere la diplomazia, non lo sappiamo e nemmeno lo chiediamo più. All’inizio, la guerra che torna ad affacciarsi in Europa era detto con scandalo, ora è ripetuto come una rassegnata litania cui si risponde automaticamente con la stessa espressione di prima ma senza capire veramente la portata della cosa. Le guerre lontane non sappiamo nemmeno che esistono. Per questo, ridare lo spazio alla pace oggi è diventata una sfida più difficile. L’altra parte, quella degli strateghi e delle armi, dell’informazione embedded e dei giochi di guerra, è molto più forte. Però non siede dalla parte giusta della storia.

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Ucraina. Guerra giorno 100: un bilancio e la strategia del tanto peggio tanto meglio
Andrea Lavazza venerdì 3 giugno 2022 su Avvenire.
L’invasione russa ha provocato migliaia di morti e distruzioni diffuse. Le conseguenze a livello alimentare, energetico e ambientale sono diventate un’arma che il Cremlino può usare contro l’Occidente

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La strategia europea ha come principali obiettivi un’ondata di rinnovamenti con l’aumento dei tassi di riqualificazione edilizia nei prossimi 10 anni, per ridurre consumi e aumentare la qualità della vita. Nel piano la rivisitazione delle norme e degli standard sulle prestazioni energetiche degli edifici con tre priorità: contrasto alle inefficienze energetiche; ristrutturazione dell’edilizia pubblica; decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento.

Lunedì 6 giugno 2022 ore 9:00/13:30 – Aula Magna G. Cima, via Corte d’Appello 87, Cagliari

Lunedì 6 giugno il Dicaar e Legambiente organizzano una giornata di studio sulla decarbonizzazione dei consumi nel settore edilizio durante la quale si confronteranno, tra gli altri, esperti del settore, esponenti del mondo del lavoro e della produzione edilizia. Punto di partenza della discussione sarà la presentazione di uno studio di Elemens su dati e benefici della decarbonizzazione in edilizia. Al convegno interverranno, tra gli altri, Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, Fabrizio Pilo, prorettore all’innovazione, Vincenzo Tiana, responsabile energia di Legambiente Sardegna, e Antonello Sanna, docente Dicaar.

Il professor Giorgio Querzoli, che coordinerà l’evento, spiega che “L’efficientamento del parco edilizio e l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico sono un combinato perfetto per ridurre i consumi da fonti fossili, e quindi anche la dipendenza dal gas russo, per diminuire le emissioni climalteranti migliorando la qualità dell’aria e per alleggerire il costo della bolletta”.
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Oggi venerdì 3 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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L’Anpi sarda: riunione regionale per la pace
3 Giugno 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi
La riunione regionale dei quadri dell’Anpi ha discusso della pace e delle iniziative contro la guerra, il riarmo con l’obiettivo della trattativa subito. Ecco una sintesi della relazione introduttiva, cui è seguito un interessante dibattito.

La posizione dell’Anpi, manifestata fin dall’inizio del conflitto, è diventata punto di riferimento di tutte le forze che vogliono organizzare […]
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Sabato 4 giugno a Villacidro

incontri villacidroNell’ambito degli INCONTRI DELLA SCUOLA DI POLITICA “MONS. TONINO BELLO”. il 4 giugno 2022, ore 17,30 a Villacidro, presso il Centro Culturale di Alta Formazione in Via Vittorio Emanuele, 15 è in programma l’incontro-dibattito “Costruire la Pace in tempo di guerra”. [segue]

Oggi giovedì 2 giugno 2022

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Opinioni, Commenti e Riflessioni————–
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Emilio Lussu e la sua lotta per la Repubblica
2 Giugno 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

Oggi 2 giugno, festa della Repubblica, ricordiamo l’impegno per fondarla di uno dei suoi padri, Emilio Lussu. Secondo il Capitano dei Rossomori la costruzione dello Stato democratico è un fatto rivoluzionario fondato sulle libertà anche territoriali.

Giommaria Angioy nel giugno del 1796 voleva contrattare col re l’autogoverno del Regno di Sardegna entro la Corona […]
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Lettera del card. Matteo Zuppi

d3abcf6f-7040-4dc1-a9bd-a29ec6e8c28aL’Arcivescovo di Bologna Card. Matteo Zuppi, nominato recentemente Presidente della Cei, in occasione della Festa della Repubblica ha scritto una lettera rivolta a quanti lavorano nelle istituzioni, richiamando l’importanza di un servizio che si esprime in vari ambiti e settori della vita umana e che va a beneficio dell’intera comunità.

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Lettera a chi lavora nelle istituzioni della nostra casa comune
Carissima, carissimo,
la vedo operare negli uffici, nelle aule di università o delle scuole, in quell’epoca di un tribunale o nelle stanze dove si difende la sicurezza delle persone, nelle corsie dove si cura o nel front office di uno sportello, nei laboratori o lungo le strade per renderle belle e proprie, nei ministeri o in qualche ufficio isolato dove non la nota nessuno, nei cortili delle caserme o nei bracci delle carceri. In realtà tanta parte del suo lavoro non si vede, ma questa lettera è per lei. Non ci conosciamo, ma il suo servizio è vicino alla mia vita e a quella dei miei amici, delle persone che mi sono care, di tanti, di tutti, miei e nostri compagni di viaggio e per questo ho pensato di scriverle. Istintivamente le darei del tu, ma preferisco cominciare dal Lei per il grande rispetto che nutro.
Una mistica francese di nome Madeleine Delbrêl, una donna molto religiosa e molto impegnata nel sociale, una donna pienamente evangelica, a proposito delle persone come lei diceva che sono il filo che tiene insieme il vestito: la capacità del sarto è proprio quella di non farlo vedere, ma il filo è necessario perché i pezzi di stoffa si reggano insieme. Così è il suo lavoro, prezioso per le istituzioni della nostra casa comune, e ogni pezzo è importante. Davvero. La qualità della mia vita dipende anche da lei: per questo per prima cosa la ringrazio, perché il suo lavoro, tante volte ignorato, contiene e richiede generosità e competenza. Non si capisce mai abbastanza, infatti, quanto impegno richiedono “le cose di tutti”. Purtroppo i problemi, i ritardi, le disfunzioni e anche alcune persone che non compiono il proprio dovere, finiscono per non fare apprezzare la generosità, la competenza, lo zelo che lei e tanti mettono nel loro lavoro. D’ora in avanti mi piacerebbe chiamare il suo impegno non “lavoro” ma “servizio”. E che anche lei lo pensasse così. Sì, lo so che è lavoro e a volte anche duro, sottovalutato.
Eppure proprio grazie alla passione e alle lotte di tante persone, anche di chi ci ha preceduto, oggi godiamo di molte protezioni e garanzie che costituiscono quello che chiamiamo welfare, che poi è il modo in cui la vita quotidiana diventa bella e non antipatica, troppo dura da vivere.
Non possiamo più accettare, eppure succede ancora spesso, che il luogo di lavoro, che è per la vita, diventi invece un luogo di morte. Penso a chi non è più tornato a casa e alle mogli e ai figli che hanno aspettato invano i propri cari: questo mi addolora, mi commuove e non smetto di chiedere condizioni di lavoro sicure per tutti. Vorrei un lavoro sempre meno a tempo determinato e più stabile, perché deve contenere il futuro: per sé, per la propria famiglia, per i figli, sì, per i figli. Senza figli per chi si lavora? Vorrei, poi, che il lavoro fosse lavoro buono e non solo lavoro: che i lavoratori fossero sempre messi in regola e che nessuno sia più sfruttato. Possibile che oggi c’è ancora chi non mette le persone in regola?
Il suo lavoro è un servizio per il bene della comunità, composta da tante persone. Così tante che non possiamo sapere chi siano, eppure sono la mia e la nostra comunità. Sì, perché siamo una comunità, dobbiamo tornare a esserlo. So che la sua vita personale è da un’altra parte e che saggiamente distingue l’ambito privato da quello pubblico, ma è anche vero che quello che fa per tutti, con il suo lavoro, è una parte importante della sua vita, le dà soddisfazioni e preoccupazioni, la coinvolge umanamente. Questo non è sbagliato. Anzi. È più faticoso e difficile tenere distinti questi ambiti, come tanti sollecitano a fare, perché la vita è una ed è bene che sia unita. È bello aiutare la nostra casa comune specie quando, come in questi mesi, capiamo quanto è importante, decisiva ma anche fragile, colpita da pandemie, da rischi terribili nei quali come sempre i più penalizzati sono i più deboli.
Ogni lavoro è un servizio alla casa comune ed è importante. Spesso sono proprio quelli meno considerati e giudicati “umili” che servono di più. Tutti servono! Ogni lavoro deve essere fatto con umiltà per poter essere contenti, perché serva agli altri e non alla nostra affermazione personale.
Gli umili non si stancano, non diventano presuntuosi e intrattabili, non agiscono per interesse ma perché quello che svolgono è un servizio e lo fanno anche quando non conviene, ma conviene a chi lo ha chiesto. Si adoperano pure quando nessuno si ricorderà della scelta, solo perché è giusto farlo. E questo resta, aiuta, risponde, protegge.
Quando il lavoro (che resta lavoro) lo viviamo anche come impegno di servizio – nello spirito dell’art. 4 della nostra Costituzione repubblicana, che chiede a tutti di svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società – ne sappiamo comprendere l’importanza non per quello che rende o per il successo che porta, ma per il valore che ha in se stesso. Più fa bene agli altri, il lavoro, più fa bene a noi. Anche quando non si vede. Il contrario crea un clima faticoso, competizioni inutili, sensi di rivalsa. Se facciamo bene o male qualcosa, nel tempo richiesto o no, questo ha sempre delle conseguenze.
I diritti sono cose importanti. I nostri e quelli degli altri. Se è un diritto deve essere garantito sempre e non come concessione o un piacere. Non vanno create scorciatoie. Troppi pensano che per ottenere quello che è di diritto bisogna avere un “santo in paradiso” a cui raccomandarsi, magari irridendo il merito di ciascuno, i tempi, le precedenze, l’onestà insomma. Si può vincere una volta e si è sconfitti tutte le altre. Crescono così la disillusione, il malcontento, la convinzione che nessuno si occupa di me e che ognuno si deve arrangiare da solo.
Se è un diritto, è fondamentale garantirlo e questo fa sentire sicuri tutti. Ma dipende da ognuno. È davvero importante sapere di poter contare sulle istituzioni, e quindi su di lei, sulla sua competenza, sulla sua onestà, sulla sicurezza che ci sarà una risposta e che sarà la migliore. Lei sa bene quante persone sono sole e come da soli ci si sente perduti, incompresi, arrabbiati e a volte si finisce per prendersela con il primo davanti, magari il povero malcapitato che fa una domanda allo sportello.
Il nostro è il tempo in cui realizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR, e mi sembra possa essere un’occasione davvero decisiva dopo tanta sofferenza. Durante la pandemia abbiamo capito quanto le fragilità, le contraddizioni, le ingiustizie siano anche conseguenze dei rimandi, dei ritardi, delle furbizie, delle cose che bisognava fare e che non sono state fatte, degli interessi privati che hanno condizionato le scelte politiche. Le cause di tante sofferenze sono a volte così lontane che non le sappiamo più riconoscere.
Quello che vorrei dirle è che abbiamo un grande motivo per dare oggi tutti il massimo, ed è per questo che ho pensato di scriverle! Vorrei che anche nessuno di noi perdesse questa opportunità. Sappiamo che c’è bisogno di istituzioni che funzionino bene, anzi meglio, ed è per questo che dobbiamo cercare la qualità. A questo proposito Dietrich Bonhoeffer, un credente che si poneva domande profonde sul valore di ogni persona e dello stare insieme, morto martire per mano dei nazisti, uno di quelli che ci hanno lasciato in eredità l’Europa, ha scritto che bisogna passare “dalla fretta alla calma e al silenzio, dalla dispersione al raccoglimento, dalla sensazione alla riflessione, dal virtuosismo all’arte, dallo snobismo alla modestia, dall’esagerazione alla misura”. Potremmo aggiungere: dal dilettantismo alla competenza, da una felicità individualistica al sacrificio per stare bene tutti, dall’apparenza alla sostanza, dal successo rapido e a tutti i costi alla costruzione paziente di quello che dura, dal fare le cose per il consenso, per il potere, per la considerazione e il ruolo sociale, a farle solo perché sono giuste, insieme e non da soli, anche se lì per lì sembra convenire meno. Ho visto grandi energie che si sono perse cercando a tutti i costi il proprio tornaconto, e il grande spreco di ogni giorno per burocrazie senza volto, perché non è mai responsabilità di qualcuno.
Gli uomini e le donne che hanno scritto la Costituzione avevano davvero sofferto molto, toccato con mano quanto l’umanità può restare sfigurata dalla violenza, ma avevano visto anche come uomini e donne sanno resistere e persino agire da eroi quando è necessario per aiutare qualcuno che soffre. Hanno perciò voluto lasciarci, nella Costituzione, un progetto per costruire e mantenere una società più umana e umanizzante, per riuscire a evitare le sofferenze da loro vissute. E tutto comincia dal sapere fare unità. Mi sento chiamato a questo come cristiano, credo si possa realizzare prima di tutto con l’aiuto di Cristo, e ritengo che tutti, senza distinzioni, possiamo impegnarci a fare unità seguendo il progetto indicato dalla Costituzione.
Ogni generazione è chiamata a riappropriarsi dei valori e delle virtù costituzionali. Per questo dobbiamo tutti ritrovare il senso dei limiti. È un concetto che nella Costituzione, proprio perché preoccupata di rendere concreti i diritti, ricorre ben diciassette volte, a cominciare ad esempio dall’art. 1, dove lo si ricorda a ciascun cittadino, come membro del popolo sovrano, ma anche nell’art. 42 quando, nel riconoscere e garantire la nostra proprietà privata, si preoccupa di aggiungere che possono servire limiti per assicurarne la funzione sociale. E poi in molte altre occasioni in cui si affermano diritti indicando, però, dei limiti per il rispetto dei doveri verso gli altri e la società. Perché solo così i diritti di ciascuno possono divenire reali e concreti.
Al centro della Costituzione c’è la persona, cioè, sempre, un “noi”. Non c’è l’individuo. E’ una concezione evangelica che è stata fatta propria da tutti i padri costituenti, di ogni credo e sensibilità politica.
Non dimentichiamo che siamo chiamati a portare insieme i pesi della vita, tanto che l’art. 2 ci ricorda che la solidarietà è addirittura un dovere inderogabile. Dobbiamo riuscire a valorizzare l’impegno, che non è reale senza la necessaria continuità e serietà (nello spirito dell’art. 4). La Costituzione si preoccupa non solo di garantire le nostre “libertà da” possibili abusi degli altri e dei potenti e la “libertà di” agire per fare tutto ciò che ci sembra giusto, ma si sforza di indicare il senso di tutto ciò, sottolineando la bellezza di usare delle “libertà per” uno scopo sociale. Si tratta di costruire un mondo di relazioni personali. Per questo la Costituzione evidenzia – già nell’art. 2, ma poi in molti altri – che è nei gruppi sociali (la famiglia, le associazioni di tutti i generi e tipi, le comunità religiose, i sindacati, le organizzazioni politiche democraticamente organizzate, il lavoro, i corpi intermedi) che si sviluppa la nostra personalità, e non invece con una vita sterilmente individualistica ed egocentrica.
Il bene comune deve essere il nostro orizzonte. Lo ricorda anche la Dottrina sociale della Chiesa. Dobbiamo rendere migliore il mondo con il progresso materiale e spirituale della società (art. 4, ma anche, per esempio, art. 41 dove si parla di indirizzare la libertà di impresa a fini sociali). Penso che tutti dobbiamo fare il meglio che possiamo con responsabilità. È proprio vero: non ci si può salvare da soli! Gli uomini e le donne hanno aspetti di incredibile grandezza perché, tra l’altro, riescono a organizzarsi tutti insieme e affrontare le difficoltà della vita più efficacemente.
Ecco, è per tutto questo che vorrei che le nostre istituzioni funzionassero bene e fossero sempre di più connesse all’Europa, pensandosi per il mondo intero. Siamo tutti legati. Non serve pensare qualcosa a breve termine, dobbiamo guardare il futuro per uscire davvero dalle pandemie imparando la lezione, scegliendo di essere migliori, non uguali, perché significherebbe essere peggiori. Non ci serve solo un bonus, ma ci occorre il bonum, il bene per tutti! Abbiamo sempre pensato che le risorse non ci sarebbero mancate e così abbiamo sciupato tanto, pensiamo a come facciamo con l’acqua… Purtroppo, ci accorgiamo dell’importanza delle cose e delle conseguenze dei nostri atteggiamenti solo quando queste vengono a mancare. Oggi più che mai urge essere davvero seri perché dobbiamo lasciare qualcosa a chi verrà dopo, soprattutto l’esempio, la speranza, il gusto di fare bene il proprio lavoro e di farlo per il bene di tutti.
Le nostre istituzioni ora si trovano ad affrontare, in poco tempo, tanti progetti. Ma quella che chiamiamo istituzione è fatta di persone ed è proprio lei, e quanti si impegnano in mille modi per rendere umana e bella la nostra casa comune.
Concludo col dirle che scrivo a lei ma scrivo in fondo a me stesso e a tutti noi cittadini, piccoli e grandi, e soprattutto a chi ha responsabilità perché abbiamo bisogno di tutti. La guerra attuale ci ha ricordato che la pace non è mai scontata e che bisogna lavorare tanto perché la nostra casa accolga tutti, insegni a stare insieme tra diversi, lotti contro ogni ingiustizia, difenda i diritti di ciascuno e non metta mai in discussione la persona. Anche per questo non dobbiamo avere paura di accogliere, di dare fiducia, la possibilità di mettersi alla prova, di ascoltare con l’orecchio del cuore. Aggiustiamo quello che non funziona. Ogni persona è preziosa se è amata e difesa, come ogni persona è insignificante quando questo sguardo manca. È necessario che tutti coloro che lavorano nelle e per le istituzioni ritrovino un vero spirito di servizio e nel contempo che tutti i cittadini sappiano ritrovare e ricostruire la loro fiducia verso le istituzioni.
Mi piace pensare che in un momento così importante tutti ce la mettiamo davvero tutta, senza distinzione. Don Primo Mazzolari, che amava Dio e le persone, la Chiesa e la città concreta degli uomini e delle donne, scrisse: “Ci impegniamo noi e non gli altri … né chi sta in alto, né chi sta in basso, senza pretendere che gli altri si impegnino … senza giudicare chi non si impegna … il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo, si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura … la primavera comincia con il primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, l’amore col primo impegno …”. Rinnoviamo allora il patto sancito dalla nostra Costituzione, compartecipiamo a questo impegno accanto a tutti gli altri, e per me che sono cristiano aggiungo un motivo in più: chi cerca il cielo incontra la terra, chi fa le cose per Dio le fa per tutti e senza interessi. Il mio auspicio è che siamo tutti compagni di viaggio in questa bellissima strada che è la vita, e che le pandemie, le vicende tristi della nostra storia contemporanea, possano diventare motivo per realizzare quello che ognuno in realtà cerca: un mondo unito dove siamo Fratelli tutti.
Grazie di tutto

Aggiornamento appello

img_9189Noi condanniamo senza se e senza ma l’invasione dell’Ucraina. Putin dovrà risponderne al suo popolo e alla Storia.
Per porre fine al massacro abbiamo di fronte due strade: affidarsi alla forza delle armi o mobilitarsi con un’azione nonviolenta per una trattativa immediata e una soluzione diplomatica. (segue)